Norman Granz (Los Angeles, 6
agosto 1918 – Ginevra, 22 novembre 2001) è stato un produttore
discografico e imprenditore statunitense noto per aver creato la casa
discografica Verve Records.
Nato in una famiglia di immigrati ebrei
ucraini, pur non essendo un musicista divenne una delle figure
fondamentali della musica moderna, in particolare della musica jazz
americana sviluppatasi a cavallo fra gli anni cinquanta e sessanta.
Il coraggio del jazz
Da giovane fu un impiegato della
Metro-Goldwyn-Mayer, ma ben presto l'attrazione esercitata dal genere
musicale allora più oscuro, lo assorbì completamente. Il 2 luglio
1944 organizzò un concerto memorabile a Los Angeles, al Philharmonic
Auditorium, evento chiamato "Jazz at the Philharmonic"
o "JATP". Il concerto fu registrato e l'incisione fu il
primo disco di jazz destinato al grande pubblico ad avere successo
sul mercato principale della discografia; per di più, era la prima
jam session a scalarne le classifiche. Era anche forse la prima
rappresentazione jazzistica in un auditorium classico, la prima
strappata ammissione di valore musicale autonomo per questo genere,
sino ad allora relegato a ruoli di sottofondo o di accompagnamento di
corredo ad altre arti.
Fino a JATP, anche il mercato ammetteva
soltanto le ultime scintille dello swing, ormai in rapido declino, ed
il jazz godeva di una contrastante considerazione: idolatrato da
alcuni, che vi vedevano segnali di avanguardia, tacciato di cacofonia
da altri, che non lo comprendevano. Ma fu il grande lancio di Granz
nel mondo della produzione, ed in ogni caso un grande concerto.
I musicisti che vi suonarono, Ray
Brown, Coleman Hawkins, Charlie Parker ("The Bird"),
Sonny Criss, Nat King Cole (come pianista, non come cantante), Hank
Jones, Shelley Mann, Fats Navarro, Flip Phillips e Tommy Turk, fecero
poi insieme un paio di tournée l'anno, dal 1946 al 1949, ma
il successo di JATP sarebbe continuato anche in seguito, con
esibizioni fino al 1957, più uno special event nel 1967.
Come per molte figure di questa
importanza, anche su Granz cominciarono a circolare aneddoti e
leggende. Di JATP si racconta che Granz avrebbe ideato un titolo
molto più lungo, ma che questo sarebbe stato accorciato d'arbitrio
dal tipografo che ne avrebbe stampato la cartellonistica; secondo
un'altra nota diceria, tutto l'investimento del produttore sarebbero
stati 200 dollari prestati.
Questioni di etichetta
Granz firmò un accordo con Mercury
Records per la promozione e la distribuzione del JATP e di altri
dischi. Questo accordo venne a scadenza nel 1953 e Granz creò la sua
prima etichetta indipendente (Clef Records) con la quale voleva
sviluppare e seguire il progetto di JATP. Creò anche la Norgran
Records e la Down Home Records, riservate al jazz tradizionale.
La maggior parte dei nomi che hanno
fatto la storia nel jazz del periodo hanno firmato un contratto
almeno breve, almeno una volta, con una delle sue etichette,
compresi, ma non solo, Cannonball Adderley, Louis Armstrong, Count
Basie, Bud Powell, Louie Bellson, Benny Carter, Buck Clayton, Buddy
DeFranco, Tal Farlow, Stan Getz, Dizzy Gillespie, Lionel Hampton, Roy
Eldridge, Billie Holiday, Illinois Jacquet, Barney Kessel, Gene
Krupa, Howard McGhee, Thelonious Monk, Gerry Mulligan, Charlie
Parker, Joe Pass, Oscar Peterson, Flip Phillips, Bud Powell, Sonny
Stitt, Nina Simone, Ben Webster e Lester Young.
Fu nel 1956 che Ella Fitzgerald, già
celeberrima, raggiunse finalmente "la Comunità" di Granz,
dopo che il suo contratto di lunga durata con Decca Records era
spirato, e Granz, progettando di dedicarle grande e impegnativa
attenzione, riunì le sue attività sotto l'etichetta comune di Verve
Records.
La serie memorabile di "songbooks"
(i più importanti dei quali sono quelli dedicati a George Gershwin
ed a Cole Porter), insieme alla serie dei "duetti" (fra i
quali Armstrong-Peterson, Fitzgerald-Basie, Fitzgerald-Pass e
Getz-Peterson) raccolse una popolarità assai vasta e portò un
discreto successo anche economico all'etichetta ed agli artisti.
Furono anche fra i primi prodotti ad accendere un certo divismo
jazzistico presso il pubblico: "Ella and Louis"
(agosto 1956, Capitol Studios, Los Angeles), disco di duetti fra la
Fitzgerald ed Armstrong (con Oscar Peterson, Herb Ellis, Ray Brown e
Buddy Rich), inciso insieme ad un meno noto "Ella & Louis
For Lovers", praticamente dovette a grande richiesta essere
seguito l'anno successivo dal doppio LP
"Ella and Louis again" (luglio-agosto 1957,
Hollywood - stessa formazione ma Louie Bellson al posto di Buddy
Rich).
Verve fu venduta nel 1960 alla
Metro-Goldwyn-Mayer (che nel 1972 l'avrebbe poi ceduta alla PolyGram)
e Granz si ritirò in Svizzerà, dove fondò la sua ultima etichetta
(Pablo Records) nel 1973 e dove nel 2001 morì per cancro.
Melomani e melanina
La figura di Granz è richiamata anche
per altri aspetti della sua mentalità. Ebbe una posizione fortemente
antirazzista e combatté battaglie per i suoi artisti (molti dei
quali erano neri, forse la maggioranza), in tempi ed in luoghi in cui
il colore della pelle era causa di discriminazione.
Nel 1956 a Houston, Texas, tolse
personalmente le etichette "bianchi" e "negri"
destinate a separare il pubblico dell'auditorium in cui si sarebbero
dovuti esibire, fra gli altri, la Fitzgerald e Gillespie;
nell'intervallo, la polizia locale irruppe nei camerini, trovando gli
artisti che giocavano a carte, li arrestò per gioco d'azzardo e solo
dopo una lunga trattativa Granz ottenne che lo spettacolo potesse
riprendere.
Oscar Peterson raccontò che una volta
Granz intimò ad un tassinaro bianco di prendere a bordo del suo taxi
i suoi artisti neri come normali passeggeri, e non si arrese neanche
quando un poliziotto, chiamato dal vetturino, prese a puntargli una
pistola carica in pancia. Ebbe alla fine ragione dell'autista di
piazza.
Granz fu anche fra i primi datori di
lavoro americani a garantire uguale salario ai lavoratori di colore,
rispetto ai bianchi, oltre ad uguali trattamenti accessori, come ad
esempio i camerini.
Adorato dai suoi artisti, dichiarò di
essersi posto tre scopi nella vita: lottare contro il razzismo, dare
agli ascoltatori buoni prodotti musicali, guadagnare solo da buona
musica.
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