Autopubblicazione, alcune riflessioni




Autopubblicare un libro è una lotteria. Puó andare incredibilmente bene o incredibilmente male.
Le piú grandi difficoltà che uno scrittore autopubblicato affronta sono relative alla promozione e alla vendita del proprio libro dato che, in linea generale, non ha accesso a piattaforme e a competenze tali da permettegli una grande diffusione del proprio titolo.
L'avvento di Kindle (e altre piattaforme come kobo, bookwire etc) ha sdoganato l'autopubblicazione rendendola alla portata di tutti ma, allo stesso tempo, rendendo molto difficile la consultazione e la ricerca di un libro di alta e media qualità da parte dei lettori.
Nel momento in cui si pubblica un libro su Kindle (per esempio), ci si inserisce in un mercato saturo con milioni di titoli che fanno da "concorrenza" e dove difficilmente si trovano libri autopubblicati nelle top chart né nelle ricerche organiche.
Per far si che un libro appaia nelle prime posizioni delle varie keyword di ricerca ci sono vari strumenti (Kw planner, KDP Rocket KDPSpy, etc), strategie da applicare (Funnel di lancio, automazioni, costruzione di una mailinglist, chatbot, integrazioni con social networks, etc), piattaforme a cui attingere (AMS, Piattaforme di distribuzione POD, etc.) Il problema è che uno scrittore autopubblicato difficilmente ha la possibilitá di accedervi.
Vi sono poi anche altri aspetti relativi a correzione del testo, beta reading, disegno della copertina, distribuzione etc.
Nella maggiorparte dei casi, gli scrittori che decidono di autopubblicare il proprio libro si occupano in prima persona di tutti gli aspetti della pubblicazione e preparazione del manoscritto. Spesso, questo, genera dei risultati controproducenti in termini di vendita.
Risparmiare per non affidarsi a dei professionisti, dei correttori, dei grafici si paga nel momento in cui si mette in vendita un prodotto non attraente o contenente errori grammaticali o strutturali.