Oltre una certa età la musica può
interferire con alcuni tipi di memoria nella fase di apprendimento:
ecco il brutto scherzo che gioca sul ricordo dei nomi di persona.
La musica aiuta a rilassarsi, a darsi
la carica e a ritrovare la concentrazione. Ma per chi ha difficoltà
a memorizzare e rievocare i nomi di persona - specialmente per gli
anziani - potrebbe risultare controproducente, persino distraente. La
conferma a un fatto che molti di noi avranno già avuto modo di
osservare arriva da uno studio del Georgia Institute of Technology.
IL TEST. I ricercatori hanno
reclutato un gruppo di 117 soggetti, tra cui 57 studenti universitari
(18-30 anni) e 60 uomini e donne tra i 60 e i 75 anni.
Ai partecipanti sono state fatte
osservare foto di facce associate a nomi propri di persona, ed è
stato chiesto di dire se i volti mostrati "stessero bene"
con il nome associato.
Qualche minuto dopo i volti sono stati
riproposti con un nome a caso in associazione, e ai soggetti è stato
chiesto di ricordare se l'abbinamento fosse quello corretto.
EFFETTO INDESIDERATO.
Una parte di volontari ha compiuto
il test in silenzio, una parte con una musica non parlata di
sottofondo (rumore di pioggia associato a musica, o musica rock poco
conosciuta e senza parole). I giovani non hanno avuto problemi nei
compiti di rievocazione; i soggetti anziani hanno ricordato il 10% di
nomi in meno se durante l'apprendimento avevano ascoltato musica (che
entrambe le fasce di età hanno comunque trovato distraente).
DOPPIO ASCOLTO.
È vero che, in alcuni casi, la
musica può facilitare la rievocazione dei ricordi (specie quelli
autobiografici). Fate ascoltare una canzone a qualcuno in un dato
momento, e fategliela riascoltare qualche tempo dopo: i ricordi della
prima esperienza riemergeranno con estrema facilità.
TROPPA DISTRAZIONE.
In questo caso, però, la musica è
stata fatta ascoltare solo in fase di apprendimento, e in una fascia
d'età - quella degli anziani - in cui alcuni tipi di memoria
subiscono peggioramenti. Tra questi spicca la memoria di lavoro,
quella che ci permette di svolgere più compiti cognitivi complessi
contemporaneamente: in questo caso, associare alla foto di un volto
il relativo nome. Per gli anziani coinvolti, la musica ha agito da
stimolo distraente, andando a interferire su un compito che
richiedeva concentrazione.
UNA COSA ALLA VOLTA.
Che con l'avanzare dell'età si
faccia più fatica a svolgere più compiti cognitivi
contemporaneamente è cosa risaputa: negli anziani per esempio,
l'effetto "cocktail party" - quello che permette di
concentrarsi su una conversazione a una festa, ignorando quanto
accade intorno - funziona meno. La scoperta potrebbe rivelarsi utile
per quanti debbano scegliere il luogo più adatto allo studio o a una
riunione di lavoro: se siete un po' avanti con gli anni, meno optare
per una sala silenziosa.
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