Il Wall of Sound è una tecnica
di produzione musicale utilizzata nelle registrazioni di musica pop e
rock, sviluppata durante i primi anni 1960 dal produttore
discografico Phil Spector presso i Gold Star Studios di Los
Angeles.
Noto nell'ambiente musicale per la sua
forte personalità e le idee poco convenzionali riguardo alle
tecniche di registrazione, grazie anche all'elaborazione di questo
stile Spector riuscì a trasformare le canzoni in mini-sinfonie,
conferendo al produttore un ruolo compositivo almeno pari a quello
dell'autore.
La tecnica consisteva essenzialmente
nell'aggiunta, alla classica strumentazione basso-chitarra-batteria,
di strumenti tipici della musica orchestrale quali archi, ottoni,
triangoli, timpani e percussioni che mai, in precedenza, erano stati
utilizzati nella musica pop e che venivano registrati e poi
sovrapposti (raddoppiandoli e triplicandoli) per ottenere un suono
quasi unisono ed arrivare così ad un effetto di riverbero ed un
suono più denso, quasi ad avvolgere l'ascoltatore in una massa
sonora continua e che lo stesso Spector amava definire "un
approccio wagneriano al rock & roll: piccole sinfonie per i
bambini".
Una delle canzoni esemplificatrici
dell'utilizzo del Wall of Sound è sicuramente Be My Baby,
scritta nel 1963 da Jeff Barry ed Ellie Greenwich ed interpretata
dalle Ronettes, ampiamente considerata come una delle più belle
canzoni pop di tutti i tempi e quintessenza dello stile di Spector.
Altri esempi sono la versione (sempre delle Ronettes) del classico
Sleigh Ride, Da Doo Ron Ron, scritta sempre dalla coppia
Barry-Greenwich e cantata dalle Crystals e poi alcuni lavori di band
come Beach Boys e Rolling Stones, come pure Death of a Ladies Man,
l'album di Leonard Cohen uscito nel 1977.
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