Con il termine cantautore (da cantante
+ autore) si indica colui che interpreta canzoni da lui stesso
composte.
La nascita dei cantautori
In Italia il moltiplicarsi degli
esponenti di questa categoria di artisti - cresciuta specialmente
nella seconda metà del Novecento - ha portato al formarsi di diverse
scuole cantautorali (anche se la loro definizione specifica è
piuttosto vaga, e riferita sostanzialmente alla città di nascita o
di adozione degli artisti piuttosto che alle loro caratteristiche
poetiche): le più note sono comunque quella genovese, quella romana,
la napoletana, la bolognese e la milanese, sebbene il fenomeno si sia
poi diffuso su scala nazionale.
La parola cantautore fu creata
nell'ambito della casa discografica RCA da Ennio Melis e Vincenzo
Micocci nel 1959 per il lancio di Gianni Meccia. Ovviamente, già vi
erano stati dei personaggi che scrivevano e cantavano le proprie
canzoni, come Fred Buscaglione, Renato Carosone, Domenico Modugno,
Odoardo Spadaro, Ettore Petrolini, Rodolfo De Angelis e - andando
ancora più indietro nel tempo - Armando Gill (1877-1945), uno dei
primi a firmare sia i testi che le musiche delle sue canzoni (come
spiegava nella celebre presentazione che faceva precedere ai suoi
spettacoli: Versi di Armando, musica di Gill, cantati da Armando
Gill) e il napoletano Berardo Cantalamessa, il primo ad incidere una
sua canzone su disco 78 giri, la celeberrima 'a risata, nel 1895.
Modugno è il primo che scrive canzoni
partendo dalla cronaca: nel 1955 scrive Vecchio frac dopo aver letto
su un giornale la notizia del suicidio del principe Raimondo Lanza di
Trabia (marito dell'attrice Olga Villi) che, all'età di 39 anni, nel
novembre del 1954 si era gettato dalla finestra del suo palazzo in
via Sistina a Roma, ed anche Lu pisce spada nasce da una storia vera,
letta in un giornale.
Non bisogna infine dimenticare
l'esperienza torinese di Cantacronache, con esponenti quali Fausto
Amodei, Sergio Liberovici, Michele Straniero e Margot che da un lato
recuperano tutta la tradizione della musica popolare italiana,
dall'altro producono nuove canzoni, spesso in collaborazione con
intellettuali come Italo Calvino ed Umberto Eco, inserendo nei testi
delle canzoni nuove tematiche come le morti sul lavoro (La zolfara,
del 1959) l'opposizione alla guerra (Dove vola l'avvoltoio, 1961) le
lotte operaie (Per i morti di Reggio Emilia, 1960).
Il gruppo di Cantacronache viene
considerato tra i precursori diretti della prima generazione di
cantautori italiani di un certo spessore; così si è espresso in
proposito Umberto Eco:
«Se non ci fossero stati i
Cantacronache e quindi se non ci fosse stata anche l'azione poi
prolungata, oltre che dai Cantacronache, da Michele L. Straniero, la
storia della canzone italiana sarebbe stata diversa. Poi, Michele non
è stato famoso come De André o Guccini, ma dietro questa
rivoluzione c'è stata l'opera di Michele: questo vorrei ricordare»
(Umberto Eco)
Gli anni '60
Tra i principali cantautori italiani
degli anni sessanta (spesso influenzati dalla canzone d'autore
francese) troviamo Umberto Bindi (solo autore delle musiche, mentre
per i testi si appoggiava ad altri, primo fra tutti Giorgio
Calabrese), Luigi Tenco, Gino Paoli, Sergio Endrigo, Bruno Lauzi,
Giorgio Gaber, Enzo Jannacci (il primo che nelle sue canzoni fa
diventare protagonisti gli ultimi, dai barboni ai malati di mente,
dalle prostitute ai poveri), Piero Ciampi (in realtà solo paroliere,
mentre per le musiche si affidava a vari compositori come Gian Piero
Reverberi o Gianni Marchetti), Fabrizio De André (anche se, in
realtà, quasi tutto il suo repertorio è stato scritto insieme ad
altri artisti), Nino Tristano, Silverio Pisu, Vittorio Paltrinieri,
Duilio Del Prete, i quali hanno saputo riprendere le suggestioni
della canzone francese e trasformarle secondo la sensibilità
italiana.
Questa prima generazione è influenzata
principalmente dalla canzone francese e dalla canzone popolare
italiana; a metà del decennio ad essi si affiancano altri cantautori
come Lucio Dalla, Gian Pieretti, Luciano Beretta, Claudio Cavallaro,
Alberto Testa, Fred Bongusto, Mino Reitano, Francesco Guccini, Mauro
Lusini, Roby Crispiano, Jonathan del duo Jonathan & Michelle,
Emilio Insolvibile e Tony Cucchiara, che sono invece influenzati dal
beat (con il passare del tempo ed il proseguimento della carriera
alcuni di loro come Guccini e Dalla svilupperanno delle
caratteristiche musicali e tematiche proprie, mentre Cucchiara si
dedicherà al teatro canzone).
Infine appartengono alla categoria
anche alcuni come Gipo Farassino o Nanni Svampa che si sono dedicati
per lo più alla canzone dialettale: Svampa forma poi nel 1964 un
gruppo, I Gufi, con cui spesso incide canzoni di propria composizione
in italiano, ed anche Farassino, alla fine degli anni '60, abbandona
spesso il dialetto per scrivere canzoni come l'antimilitarista
Ballata per un eroe («Andrò a ingrossare la nutrita schiera/di
quelli che aggrappati a una bandiera/son morti bestemmiando di
paura/ad occhi chiusi in una notte scura»), Remo la barca, La mia
città, Il bar del mio rione, Avere un amico.
Alla fine del decennio emerge un altro
cantautore, Ugolino, che si distacca dal genere per avvicinarsi ad un
tipo di canzone d'autore, basata su tematiche sociali che vengono
espresse in maniera ironica e satirica.
Per quel che riguarda le donne, una
delle prime cantautrici è Paola Orlandi, che già nel 1959 scrive il
testo e la musica di una canzone che incide, Voglio l'amore; nello
stesso periodo iniziano la carriera la sorella Nora Orlandi, Marisa
Terzi e Maria Monti (all'epoca fidanzata di Gaber), mentre Margot
scrive e canta le sue prime canzoni all'interno dell'esperienza dei
Cantacronache di cui fa parte e Giovanna Marini debutta a metà degli
anni '60.
Nella seconda metà del decennio emerge
Nives (al secolo Nives Gazziero), cantautrice a metà tra il folk e
il beat, scoperta da Nanni Ricordi, che oltre a brani propri traduce
alcune canzoni americane, come Where Have All the Flowers Gone? di
Pete Seeger (che diventa Dove sono finiti i fiori?).
Proprio in questo decennio iniziano le
collaborazioni tra canzone d'autore e poesia: l'antesignano, in
questo senso, è ancora una volta Domenico Modugno che mette in
musica due poesie di Salvatore Quasimodo con l'autorizzazione
dell'autore, Ora che sale il giorno e Le morte chitarre; così
racconta l'esperienza il cantautore pugliese:
«Quando gli chiesero il permesso per
questa operazione, lui rispose che non lo aveva mai concesso a
nessuno, ma che per Modugno non ci sarebbero stati problemi. Poi ci
siamo incontrati e conosciuti a casa sua: era una persona molto
strana, chiusa, vulnerabile, che ispirava tenerezza»
Un altro intellettuale che ha frequenti
collaborazioni con la canzone d'autore è Pier Paolo Pasolini, che
nel 1963 autorizza Sergio Endrigo ad utilizzare alcuni versi tratti
dalla raccolta la meglio gioventù; la canzone che nasce è Il
soldato di Napoleone, contenuta nel primo 33 giri del cantautore
istriano.
Sempre Pasolini collabora anche con
Domenico Modugno, scrivendo il testo di Che cosa sono le nuvole:
«Recitai nell'episodio Cosa sono le
nuvole, e dal titolo del film nacque anche una canzone, che scrivemmo
insieme. È una canzone strana: mi ricordo che Pasolini realizzò il
testo estrapolando una serie di parole o piccole frasi dell'Otello di
Shakespeare e poi unificando il tutto»
Endrigo invece collabora con Giuseppe
Ungaretti ed il poeta brasiliano Vinícius de Moraes incidendo nel
1969 l'album La vita, amico, è l'arte dell'incontro, ed in seguito
mette in musica alcune poesie per bambini scritte da Gianni Rodari in
Ci vuole un fiore, album del 1974.
Gli anni '70
Negli anni settanta, in concomitanza
coi movimenti politici e culturali del periodo, si diffonde ancora di
più l'utilizzo della canzone da parte di alcuni cantautori per uno
scopo politico e sociale; musicalmente le influenze si spostano dalla
musica francese a quella d'oltremanica ed oltreoceano ed i principali
modelli sono Bob Dylan, Paul Simon e Leonard Cohen, anche se non
manca chi, come Claudio Rocchi, Walter Valdi o Alberto Anelli, si
rifà a nomi meno conosciuti in Italia come Nick Drake o Roy Harper.
Tra i più importanti esponenti di
questo periodo, oltre ai già citati Guccini, De André e Dalla, Nino
Tristano (con l'album "Suonate Suonatori" (Fonit-Cetra) che
Renzo Arbore nella sua Enciclopedia della Canzone definisce "il
primo esempio di contaminazione tra musica popolare italiana e musica
rock") ci sono Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Edoardo
De Angelis, Giorgio Lo Cascio, Ernesto Bassignano, Renzo Zenobi, Rino
Gaetano, Corrado Sannucci, Mario Bonura, Stefano Rosso legati
all'esperienza del Folkstudio, locale romano che promuove la canzone
d'autore; poi Roberto Vecchioni, Renato Pareti, Claudio Lolli, Mario
Panseri, Oscar Prudente, Luigi Grechi, Pierangelo Bertoli, Giorgio
Laneve, Edoardo Bennato, Tito Schipa Jr., Franco Califano, Corrado
Castellari, Claudio Fucci, Gianni Bella, Franco Battiato, Franco
Simone (definito "il poeta con la chitarra"), Ivano Fossati
(che inizia con il gruppo progressive Delirium), Eugenio Finardi,
Alberto Camerini, Gianfranco Manfredi (questi ultimi tre vicini
all'esperienza del Movimento Studentesco milanese), Ricky Gianco (già
attivo nel decennio precedente, negli anni '70 si avvicina alla
canzone politica), Enzo Maolucci e Carlo Credi, musicalmente più
vicini al rock.
In questo periodo troviamo anche
cantautori che non vollero fare della lotta politica e sociale la
tematica delle loro canzoni, ma al contrario si dedicarono a temi
come l’amore e il sentimento, tra i quali Claudio Baglioni (che
fino al 1975 scrive insieme ad Antonio Coggio le musiche, mentre da
solo i testi), Riccardo Cocciante (i cui testi sono scritti da Paolo
Amerigo Cassella e Marco Luberti, poi dal solo Luberti ed infine da
Mogol) e Renato Zero (che compone con vari collaboratori, da Franca
Evangelisti a Piero Pintucci, da Roberto Conrado a Dario Baldan
Bembo, e in un caso, per Il carrozzone, è solo interprete).
Identico è il caso di Lucio Battisti,
che in realtà aveva iniziato l'attività nel decennio precedente:
Battisti è autore solo delle musiche delle canzoni da lui cantate,
le quali - dopo essere state composte - vengono completate dai testi
scritti da Mogol.
Anomalo il caso di Paolo Conte, la cui
produzione coincide a livello temporale con quella degli artisti
citati, ma i cui riferimenti musicali sono il jazz e le grandi
orchestre swing degli anni trenta e quaranta. I suoi testi spesso
descrivono situazioni dell'epoca (Topolino amaranto, Bartali, Diavolo
rosso) oppure ricreano un'atmosfera poetica più generale (I giardini
pensili hanno fatto il loro tempo, Per quel che vale, Chi siamo
noi?). Oltre a cantare i suoi testi, Conte prende generalmente parte
all'esecuzione come pianista.
Nella seconda metà del decennio
raggiungono il successo cantautori come Pino Daniele, Alan Sorrenti,
Angelo Branduardi, Ivan Graziani, Ron, Leano Morelli, Massimo Bubola
e Goran Kuzminac che, seppure in maniera diversa, danno molto risalto
all'aspetto musicale delle loro composizioni.
Le cantautrici, al contrario dei
colleghi uomini, non riscontrano un grande successo in questo
periodo: nomi come quelli di Antonella Bottazzi, Maria Teresa
Grossman, Roberta D'Angelo, Jamima, Chiara Grillo, Teresa Gatta,
Nicoletta Bauce, Dania Colombo, Graziella Caly, Elena Rinaldi restano
conosciuti solo da una ristretta cerchia di appassionati.
Gli anni '80
Negli anni ottanta si affermano
interpreti che, seguendo le tendenze dell'epoca, adattano la canzone
d'autore a stili quali punk, ska, rap e Rock.
Il filone Rock trova in Vasco Rossi
l'interprete di punta; al punk si rifà (almeno inizialmente) Enrico
Ruggeri; allo Ska Alberto Camerini e Donatella Rettore mentre
Jovanotti porta al successo uno stile rap inizialmente destinato a
fasce giovanili, per poi ricercare nuovi messaggi destinati ad
un'audience più impegnata riguardo alle tematiche sociali. Da citare
anche noti cantautori come Luca Carboni, Biagio Antonacci e Raf,
quest'ultimo vicino alle sonorità dance.
Altri cantautori emersi in questo
periodo, come Mango, Franco Fasano, Fabio Concato, Stefano Borgia,
Giuni Russo, Amedeo Minghi, Gianni Togni, Mario Castelnuovo, Gerardo
Carmine Gargiulo e Marco Ferradini si ricollegano musicalmente alla
melodia italiana.
In modo più o meno marcato altri
cantautori come Luca Barbarossa o Mimmo Locasciulli si ispirano a
songwriters quali James Taylor o Tom Waits; non mancano però altri
nomi che, nel solco della tradizione della canzone d'autore del
decennio precedente, portano delle novità specifiche nella
composizione dei testi e delle musiche, come Gian Piero Alloisio o
Flavio Giurato.
Di grande successo anche il genere
umoristico il cui principale esponente è Stefano Belisari con il suo
gruppo Elio e le Storie Tese.
In questo periodo cominciano a
suscitare un certo interesse anche alcune cantautrici fra le quali
Nada, quest'ultima un tempo solo interprete, Giuni Russo, Gianna
Nannini, legata alla musica rock, Grazia Di Michele, influenzata da
suggestioni etniche e richiami alle folk singer americane, e Teresa
De Sio, la prima ad unire la melodia partenopea al folk e alla World
music.
Gli ultimi anni
Negli anni novanta si affermano autori
che coniugano un gusto "postmoderno" ad una qualità dei
testi vicina a quella dei loro predecessori. Sono cambiati i tempi,
prima le persone avevano una maggiore predisposizione all'ascolto di
una canzone, alle parole, all'impegno politico e sociale. Bastava
presentarsi con una chitarra sul palco e creare una complicità e una
corrispondenza di intenti che andava oltre la canzone. La confusione
dei tempi che si trovano a vivere porta molti di essi a ripiegare sul
versante intimista. Tra i più rappresentativi del periodo ci sono
Luciano Ligabue, Neffa, Max Pezzali, Gatto Panceri, Stefano Zarfati,
Paolo Vallesi, Samuele Bersani, Eros Ramazzotti, Max Gazzè, Niccolò
Fabi, Daniele Silvestri, Frankie hi-nrg mc, Massimo Di Cataldo, Laura
Pausini, Michele Zarrillo, Francesco Renga, Gianluca Grignani,
Zucchero Fornaciari, Piero Pelù, Enrico Capuano, Paola Turci, Mario
Venuti, Nek, Carmen Consoli, Alex Britti, Irene Grandi, Marco Masini,
Giorgia, Cesare Cremonini, Marina Rei e Mao.
Con il nuovo millennio emergono i nomi
di Bugo, Pacifico, Carlo Fava, Gianmaria Testa, Morgan, Caparezza,
Sergio Cammariere, Tony Maiello, Simonetta Spiri, Amara, Erica Mou,
Raphael Gualazzi, Simone Cristicchi, Ermal Meta, Fabrizio Moro, Max
Manfredi, Luca Bassanese, Ennio Rega, Luca Bonaffini, Vinicio
Capossela, Peppe Voltarelli, Federico Zampaglione, Riccardo
Sinigallia, Dolcenera, Elisa, Tiziano Ferro, Cristina Donà,
Francesco Tricarico e Dario Brunori. Accanto a questi si va
affermando una nuova leva di cantautori, i quali spesso utilizzano
l'autopromozione, l'indipendenza dall'etichetta discografica e nuove
forme di musica digitale.
All'estero
Gli omologhi dei cantautori si
ritrovano soprattutto nella canzone francese (Georges Brassens, Serge
Gainsbourg, Boris Vian, Barbara, Georges Moustaki, Charles Aznavour,
Jacques Brel, Léo Ferré, Michel Fugain o - più recentemente -
Renaud), nel "folk" e "rock" inglese (Donovan,
Cat Stevens e Nick Drake), statunitense (Woody Guthrie, Pete Seeger,
Joan Baez, Bob Dylan, James Taylor, Carole King, Simon &
Garfunkel, Sixto Rodriguez -più di recente Suzanne Vega e Michelle
Shocked), e canadese (Leonard Cohen, Neil Young, Joni Mitchell).
Sono cantautori anche gli spagnoli Joan
Manuel Serrat e Lluís Llach, il portoghese José Afonso, i cileni
Violeta Parra e Víctor Jara, il guatemalteco Ricardo Arjona, lo
svizzero Mani Matter, il ceco Karel Kryl.
Una delle scuole più influenti degli
anni '90 fu quella che ha visto come protagonista Bill Callahan,
conosciuto anche con lo pseudonimo di Smog a San Francisco. Stessa
città da cui provenivano American Music Club e Red House Painters i
cui cantanti, Mark Eitzel e Mark Kozelek, seguiranno la strada
tracciata da Smog. Da Los Angeles Duncan Sheik e Mountain Goats a
Portland Elliott Smith, a Seattle Damien Jurado, all'Ohio Jason
Molina con lo pseudonimo di Songs: Ohia, a Boston Mike Johnson e Matt
Keating, in New Jersey Justin Mikulka, in Pennsylvania Karl
Hendricks, a New York Jeff Buckley, Dave Schramm, Joseph Arthur, Vic
Chestnutt in Georgia, Mark Lanegan a Seattle. In Canada Ron Sexsmith
unira' nella sua musica le esperienze di Paul Simon e Leonard Cohen.
Anche San Francisco ha prodotto due
cantautori in quel periodo: Jason Falkner (poi Jellyfish) e Chris Von
Sneidern. A Los Angeles Frank Black (dei Pixies), in Oregon Eric
Matthews (dai Cardinal) e Pete Krebs (dagli Hazel), in Ohio Tobin
Sprout, in Australia Richard Davies.
I nuovi cantautori americani sono: Will
Stratton, Bon Iver, Sharon Van Etten, Angel Olsen, Marissa Nadler.
Dall'Inghilterra la singer-songwriter Anna Calvi.
La parola cantautor esiste anche in
spagnolo e in catalano. Alcuni esempi sono Lluís Llach, Joan Manuel
Serrat, Roger Mas, Javier Krahe, Luis Eduardo Aute, José Antonio
Labordeta, Joaquín Sabina, Miguel Ríos, Víctor Manuel, Ana Belén
o Antonio Vega.
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