Tra tutti i personaggi eccentrici che compongono il microcosmo gotico e surreale della Famiglia Addams, ce n’è uno che — pur non parlando, né avendo volto — è riuscito a imporsi come una delle icone più riconoscibili della serie: la Cosa (in originale, Thing). Sì, stiamo parlando di quella mano disincarnata, sempre pronta a spuntare da scatole, cassetti, scrivanie e vasi da fiori, per aiutare, agitarsi, applaudire o — occasionalmente — esprimere disappunto con un eloquente gesto.
Il personaggio della Cosa nacque dalla mente di Charles Addams, autore e disegnatore delle vignette pubblicate sul New Yorker a partire dagli anni ’30. Nelle sue illustrazioni, però, la Cosa non era una mano: era una testa senza corpo. Un elemento inquietante, ironico e perfettamente in linea con l’umorismo macabro dell’autore.
Quando negli anni ’60 si decise di adattare i fumetti in una serie televisiva per famiglie, i produttori si trovarono di fronte a una sfida: come tradurre visivamente un personaggio decapitato in un format che doveva essere accessibile anche ai bambini? La risposta fu geniale nella sua semplicità: trasformare la Cosa in una mano viva e senziente.
Nella serie originale in bianco e nero andata in onda tra il 1964 e il 1966, la Cosa veniva solitamente interpretata da Ted Cassidy, lo stesso attore che dava corpo e voce al maggiordomo Lurch. Cassidy, con le sue mani grandi e agili, era perfetto per il ruolo: si nascondeva dietro i mobili o sotto i tavoli, infilando la mano in apposite "scatole-Cosa", spesso incastonate negli arredi della villa Addams.
Quando la sceneggiatura richiedeva la presenza simultanea di Lurch e la Cosa nella stessa scena, la produzione ricorreva a un’alternativa: Jack Voglin, assistente alla regia, prestava temporaneamente la mano al personaggio. Anche Voglin era alto e aveva una buona manualità scenica, garantendo così la continuità visiva e fisica della Cosa.
Un dettaglio spesso ignorato dai fan più giovani è che nella serie televisiva originale la Cosa non era intesa come una mano mozzata vagante, come invece verrà rappresentata nei film degli anni ’90. I produttori dell’epoca immaginarono la Cosa come un’estensione di una creatura invisibile. La mano era solo ciò che emergeva dal buio delle scatole, suggerendo che il resto del corpo fosse nascosto chissà dove.
Questa scelta non fu dettata solo dalla censura o dai limiti tecnologici: fu anche una brillante intuizione narrativa. Il mistero di cosa ci fosse all’altro capo del braccio della Cosa aggiungeva un elemento di inquietudine latente alla comicità surreale della serie. Lo spettatore si interrogava, fantasticava, rideva… ma anche si sentiva leggermente a disagio. Esattamente come voleva Charles Addams.
Con il revival cinematografico degli anni ’90 diretto da Barry Sonnenfeld (La Famiglia Addams, 1991, e La Famiglia Addams 2, 1993), la Cosa fu completamente reinterpretata. In quel contesto, la mano diventava davvero autonoma, mozzata e libera di muoversi per casa, correre sui polpastrelli come un ragno e addirittura interagire con dispositivi elettronici. Una scelta stilistica più dinamica, possibile grazie ai progressi degli effetti speciali e alla CGI emergente.
In questo nuovo universo visivo, la Cosa divenne quasi un personaggio d’azione, dotato di una mobilità espressiva inedita. Eppure, la sua essenza rimase immutata: fedele, silenziosa, utile, con un’ironia implicita che andava ben oltre la sua forma.
La Cosa è uno dei rari casi in cui un personaggio "mutilato" è riuscito ad acquisire piena dignità narrativa. Da bizzarro espediente televisivo a simbolo della stravaganza Addams, è la prova che nell’universo dell’intrattenimento non serve un volto o una voce per diventare leggenda: basta una buona mano… e un po’ di ingegno.
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