Hollywood è sempre stata il luogo dove si costruiscono sogni, ma per molte delle sue stelle più luminose, il percorso che segue il successo può essere sorprendentemente amaro. Alcuni nomi leggendari hanno saputo gestire la fama con astuzia e prudenza, mentre altri sono stati travolti da un sistema spietato o da scelte personali discutibili. La vecchia Hollywood, con i suoi riflettori abbaglianti e contratti d’oro, nasconde storie di grandezza e disincanto, ricchezze milionarie e patrimoni dissolti nel nulla.

Tyrone Power, un tempo incarnazione dell’eroe romantico della 20th Century Fox, morì improvvisamente nel 1958 per un infarto, a soli 44 anni, poco dopo aver terminato Testimone d’accusa, che fu un trionfo al botteghino. Aveva incassato 300.000 dollari per quel ruolo, ma nove mesi dopo la sua morte, il suo patrimonio risultò in bancarotta. Una parabola fulminea, tragica e indicativa della fragilità dietro l’apparente solidità delle star system.

Ancor più emblematica è la vicenda di Errol Flynn, l’eroe impavido di Capitan Blood e Robin Hood, che negli anni ‘40 era tra i volti più riconoscibili al mondo. Ma la fama si accompagnò a dipendenze devastanti: narcotici e alcol logorarono il suo corpo e la sua carriera. I suoi ultimi ruoli non ebbero successo, e la sua fine arrivò nel silenzio di una stanza a Vancouver. Possedeva vaste terre in Giamaica, ma era praticamente senza denaro liquido al momento della morte, a soli 50 anni.

C’è poi la figura opposta di Humphrey Bogart, simbolo del duro dal cuore d’oro. Dopo anni passati a recitare piccoli ruoli da gangster, riuscì a imporsi grazie a Il falcone maltese e High Sierra, diventando un’icona della Warner Bros. Diversamente da molti colleghi, Bogart accumulò una vera fortuna. Al momento della sua morte nel 1957, lasciò un patrimonio di 5 milioni di dollari, equivalente a quasi 60 milioni di dollari odierni.

Clark Gable, il “Re di Hollywood”, lasciò la MGM nei primi anni ’50 per lavorare da indipendente. Questa decisione si rivelò fruttuosa: per il suo ultimo film, Gli spostati, guadagnò più di 800.000 dollari. Ma il film gli costò caro: due infarti lo colpirono poco dopo la fine delle riprese. Morì all’età di 59 anni. Aveva gestito bene i suoi guadagni: il suo patrimonio era stimato in 100 milioni di dollari attuali.

Altri, come Henry Fonda, vissero un crepuscolo più dignitoso ma non privo di ostacoli. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, preferì il teatro al cinema e cadde in un semi-oblio. Solo nel 1982, con Sul lago dorato, vinse finalmente l’Oscar, un tributo tardivo alla sua carriera. Morì poco dopo, lasciando 20 milioni di dollari.

Bette Davis, regina indiscussa della Warner Bros. per quasi vent’anni, visse un declino professionale doloroso. Dopo due Oscar e decine di ruoli memorabili, dovette accettare ruoli in film horror, serie TV minori e progetti occasionali. Nonostante il talento, la carriera si frantumò in scelte obbligate. Morì nel 1989 dopo una lunga battaglia contro il cancro, con un patrimonio netto stimato in appena 1 milione di dollari.

Cary Grant rappresenta una delle rare eccezioni positive. Nato Archibald Leach, visse un’infanzia difficile e riuscì a reinventarsi a Hollywood grazie a talento, fascino e intelligenza finanziaria. Mai invischiato nei meccanismi televisivi, seppe costruire una carriera solida e duratura. Quando si ritirò, era uno degli uomini più ricchi dell’industria. Morì nel 1986, a 82 anni, con un patrimonio pari a oltre 175 milioni di dollari attuali.

Ma nessuna parabola racconta il lato oscuro della fama meglio di quella di Mickey Rooney. Star assoluta del box office tra il 1939 e il 1941, aveva talento, energia e carisma. Tuttavia, la sua lunghissima carriera, che andò dal 1922 al 2014, fu anche segnata da problemi finanziari, divorzi e contratti svantaggiosi. Morì a 93 anni, con appena 18.000 dollari in banca, a testimonianza che la longevità e la celebrità non sempre si traducono in sicurezza economica.

Le storie di queste icone ci ricordano che la celebrità può essere tanto effimera quanto luccicante. Dietro ogni sorriso da copertina e ogni ruolo memorabile, si celano battaglie personali, errori, sacrifici e, talvolta, una fine ben diversa da quella che ci si potrebbe aspettare per dei veri titani dello schermo. La Hollywood classica ha prodotto miti immortali, ma ha anche lasciato dietro di sé molte vittime dell’illusione dell’eternità.