In un'epoca in cui la narrazione audiovisiva definisce la cultura globale, leggere sceneggiature non è solo un esercizio di critica, ma una funzione cruciale nella catena di montaggio dell'industria dell’intrattenimento. Ma cosa significa davvero diventare un lettore di sceneggiature per studi cinematografici, agenzie, reti televisive o società di gestione? E perché questo mestiere, spesso sottovalutato, è considerato da molti l’anticamera dei mestieri più prestigiosi di Hollywood?
L’immaginario collettivo dipinge il lettore di sceneggiature come un fortunato critico che, comodamente seduto nel suo appartamento losangelino, viene pagato per leggere copioni e dare sentenze su ciò che ha valore e ciò che va scartato. Tuttavia, questa immagine è più una narrazione idealizzata che una rappresentazione realistica.
Essere lettori di script è tutt'altro che un passatempo remunerativo. Si tratta di una posizione che, sebbene possa essere un trampolino di lancio per ruoli più alti come produttore o story editor, è segnata da ritmi serrati, basse retribuzioni e un continuo confronto con materiale spesso mediocre. È un lavoro che richiede disciplina, resistenza mentale e un’autentica passione per la scrittura cinematografica.
Il vero motivo per intraprendere questa carriera? L’educazione. Non esiste master universitario che possa equiparare la formazione derivante dal leggere centinaia di copioni. Un lettore professionista impara rapidamente cosa distingue una sceneggiatura vincente da un fallimento: struttura, ritmo, sviluppo dei personaggi, dialoghi e potenziale commerciale.
In altre parole, chi legge per mestiere diventa in fretta un esperto di ciò che funziona e ciò che fallisce sul grande schermo. Una conoscenza che spesso si trasforma in competenza autoriale. Non è raro che i migliori sceneggiatori abbiano iniziato come lettori, affinando il proprio talento sulla base degli errori degli altri.
La prima settimana da lettore può sembrare un sogno: copioni da leggere, un ambiente frizzante, e magari un compenso, seppur modesto. Ma la luna di miele svanisce in fretta. Il ritmo si fa serrato, la pila di script si alza sulla scrivania e la qualità della maggior parte dei testi letti si attesta tra il mediocre e l’indigesto. Il lettore, però, non può saltare una pagina: è pagato per leggere tutto, perché dovrà redigere la cosiddetta “copertura”.
La “coverage” è un documento che contiene una sinossi della sceneggiatura, un’analisi dettagliata di tutti i suoi elementi (concept, struttura, dialoghi, personaggi, vendibilità), e una valutazione finale: “Pass” (scartato), “Consider” (promettente), o “Recommend” (da produrre). Quest’ultima categoria è estremamente rara: meno dell’1% delle sceneggiature viene raccomandata. Ma quando accade, per il lettore è come scoprire un diamante grezzo.
Il lettore di sceneggiature non ha voce in capitolo sulle decisioni finali. I suoi report passano per diverse mani e il suo nome raramente appare nei credits. Tuttavia, il suo lavoro è essenziale. Spesso, le aziende leggono sceneggiature non solo per valutarne l’acquisto, ma per scoprire nuovi talenti da coinvolgere in progetti interni, adattamenti o riscritture. È anche in questa ottica che la copertura mediatica assume un ruolo strategico.
E il guadagno? È qui che il sogno si infrange per molti. I lettori freelance guadagnano in media tra i 40 e i 60 dollari a script, anche se agli inizi si può scendere fino a 25 dollari. I lettori interni sindacalizzati, invece, possono aspirare a una tariffa oraria di 43 dollari o a un salario settimanale di circa 1.750 dollari. Ma per arrivarci, bisogna aver lavorato almeno 30 giorni presso un'azienda affiliata e pagare una quota sindacale di 1.900 dollari. Non esattamente un percorso rapido.
Entrare nel giro è difficile. Le posizioni non vengono pubblicizzate. Il metodo più comune è attraverso stage non retribuiti, spesso accessibili solo agli studenti universitari, oppure grazie a lavori come assistente presso studi o agenzie, dove la lettura di sceneggiature fa parte delle mansioni quotidiane insieme a telefonate, commissioni e preparazione caffè.
Ma la carta vincente rimane il networking. Hollywood è una città che premia le connessioni. Un incontro fortuito con uno story editor o un dirigente può aprire più porte di qualsiasi curriculum. A volte, un lettore ottiene il lavoro semplicemente proponendosi, mostrando esempi di copertura già svolti o accettando di scrivere gratuitamente un coverage di prova.
Molti concorsi e competizioni si affidano proprio a questi lettori per vagliare le candidature. E spesso sono loro i primi a individuare nuovi talenti da segnalare a produttori e agenti. In un mondo in cui tutti cercano la prossima “sceneggiatura da Oscar”, i lettori sono i veri guardiani del cancello.
Diventare lettore di sceneggiature non è un’impresa per chi cerca gloria immediata o compensi stellari. È un mestiere invisibile, talvolta frustrante, quasi sempre sottopagato. Ma per chi desidera davvero comprendere l’anatomia della narrazione cinematografica, non esiste palestra migliore. E tra le pieghe di quei copioni, forse, si nasconde anche il proprio futuro da autore, produttore o regista.
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