Chitlin' Circuit
era il nome con cui veniva
comunemente indicato quell'insieme di locali sparsi attraverso gli
Stati Uniti - come il Cotton Club o il Victory Grill - in cui
musicisti, attori ed ogni altro tipo di artisti e intellettuali
afroamericani erano liberi di esprimersi ed esibirsi nel periodo
della segregazione razziale statunitense.
Il nome deriva da chitterlings, una
pietanza a base di interiora di maiale stufate o in zuppa rientrante
nel cosiddetto soul food, l'insieme delle pietanze tradizionali della
comunità afroamericana degli stati sudisti.
In breve il Chitlin' Circuit divenne
una sorta di vivaio di talenti in cui artisti destinati a divenire
leggendari mossero i loro primi passi: proprio nei locali che vi
erano ricompresi iniziarono ad esibirsi personalità artistiche come
Cab Calloway, Duke Ellington, Jimi Hendrix, Ray Charles, The
Supremes, Ike & Tina Turner, George Benson, Dr. Lonnie Smith,
Gladys Knight & the Pips, Otis Redding, The Isley Brothers e
persino esponenti della corrente più commerciale della musica nera
come Patti LaBelle e i Jackson 5. Il chitarrista Edmund Darris,
ench'egli frequentatore del circuito, ha dichiarato di essere
intenzionato a girare un film sulla storia del Chitlin'.
Anche molti teatri, considerati in a
fine Novecento/inizio Duemila dei veri e propri templi della musica
afroamericana, rientravano nel circuito: ne sono celebri esempi
l'Apollo di Harlem, il Regal di Chicago, l'Howard di Washington DC,
l'Uptown di Filadelfia, il Royal di Baltimora ed il Fox di Detroit.
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