L'azienda che produceva lo ZX Spectrum era la Sinclair Research.

Alla testa dell'azienda c'era un geniaccio titolato inglese, sir Clive Sinclair, che è tutt'ora presidente onorario del Mensa in Inghilterra.

L'azienda iniziò a fare successo con lo ZX80, il primo computer di massa che venne messo sul mercato nel 1979, ad un costo inferiore alle 100 sterline.



Me lo ricordo benissimo, aveva 1 solo Kb di Ram. All'epoca frequentavo il liceo e con un mio caro amico andammo a vedere quella meraviglia alla GBC di Milano e lì ce lo fecero pure provare.

Fu in quell'occasione che capii definitivamente cosa volevo fare nella vita, quindi personalmente sono davvero grato a Sir Clive Sinclair. Malgrado quello, non ho mai comprato nessuno dei suoi prodotti.

Allo ZX80 fece seguito prima lo ZX81 e poi, nel 1982, lo ZX Spectrum.



Lo ZX Spectrum era venduto con due diversi tagli di memoria: 16Kb o 48Kb. La versione che ebbe più successo fu quella da 48Kb, che divenne in breve tempo uno dei computer casalinghi con più giochi in commercio.

Fino alla fine del 1983 praticamente lo ZX Spectrum non ebbe rivali nel panorama videoludico casalingo (il Vic 20 della Commodore era decisamente inferiore). Inoltre il vantaggio rispetto alle console è che era anche un computer, quindi i ragazzi se lo facevano regalare dalle proprie famiglie con la scusa dell'informatica.

L'arrivo del Commodore 64 nel 1983, ne abbassò un pochino le vendite, ma nel frattempo il mercato era anche cresciuto parecchio e quindi lo ZX Spectrum rimase un prodotto di grande successo.

Cosa determinò quindi il declino e la scomparso dell'azienda? Tre altri progetti, uno dei quali con i computer non centrava proprio niente.


  • Lo ZX Microdrive

All'epoca per salvare e recuperare i dati si usava un registratore a cassette.

Come si può bene immaginare, i dati potevano essere letti e salvati solo in maniera sequenziale e la velocità di lettura non era proprio eccezionale. Inoltre il nastro magnetico delle audiocassette era soggetto ad usura e dopo un po' il supporto coi dati poteva facilmente diventare illeggibile.

La Sinclair pensò quindi di creare un microdrive a basso costo che funzionava con particolari cartridge e di metterlo sul mercato nel 1983 ad un prezzo che riteneva accettabile:



Il problema è che questo microdrive non funzionò mai molto bene.

La scarsità di vendite fece da contraltare ad un costo elevato di sviluppo, e questo limitò la quantità di denaro disponibile per l'azienda per innovare lo ZX Spectrum.

Ma un tentativo fu fatto comunque, con:

  • Il Sinclair QL

Nel 1984 l'azienda provò comunque a fare un passo successivo, uscendo sul mercato con il Sinclair QL



Non si trattava però di una macchina da gioco. Fu pensato per essere un computer professionale e fu fatto uscire in fretta e furia per contrastare l'uscita del Macintosh della Apple.

Questa fretta fu però cattiva consigliera perché, anche in questo caso, generò numerosi problemi che affliggevano il sistema operativo della macchina. E così il mercato professionale preferì comprare il Macintosh.

Ma ancora peggio andò con un terzo progetto di Sir Sinclair.


  • Il Sinclair C5

Si trattava di uno scooter elettrico, che venne commercializzato in Inghilterra dal 1985 in poi.



In realtà era più una bicicletta con pedalata assistita, che si guidava da seduti. Il progetto però ebbe esiti disastrosi.

Questa vettura aveva infatti pesanti difetti di design, a partire dalla trasmissione fatta tutta in plastica, che era soggetta quindi a cedimenti strutturali, fino ad arrivare a problemi dell'elettronica, che ne pregiudicavano ulteriormente l'affidabilità.

In pratica il risultato fu uno spettacolare disastro finanziario, che fece perdere a Sir Sinclair circa 8 milioni di sterline dell'epoca.


L'emorragia finanziaria causata da questi tre progetti, impedì alla Sinclair Research di continuare ad innovare la linea dello ZX Spectrum.

Nel frattempo anche la concorrenza nel settore dei computer casalinghi da gioco non rimase ferma. Nel 1987 uscì l'Amiga 500 che, pur avendo un costo decisamente superiore, aveva anche delle caratteristiche inarrivabili sia dal punto di vista grafico, che prestazionale rispetto allo ZX Spectrum.

All'epoca lavoravo in un concessionario Commodore e ricordo bene che sotto Natale gli Amiga 500 andavano via come il pane.

Successivamente cominciarono a prendere piede i PC. Erano ancora costosissimi e con capacità grafiche ridicole, ma diventò comunque difficile per uno studente convincere la propria famiglia che lo ZX Spectrum era il computer adatto per studiare.

Alla fine, per quanto potesse essere stato innovativo all'uscita, lo ZX Spectrum fu definitivamente superato dall'innovazione tecnologica della concorrenza.


Che fine fece allora la Sinclair Research? Fu costretta dai debiti nel 1985 a cedere tutti i suoi diritti per i prodotti informatici alla Amstrad, che continuò comunque a vendere lo ZX Spectrum cercando anche di sfruttarne il marchio per altri prodotti successivi, che non ebbero però il minimo successo.

Per dare quindi una idea finale di quanto questo computer casalingo fosse innovativo all'epoca dell'uscita, basti pensare che (pur sotto marchi differenti) continuò ad essere commercializzato per 10 anni, dal 1982 al 1992.

La Sinclair Research comunque esiste ancora, pur avendo perso praticamente tutti i dipendenti. Sir Sinclair ha continuato ad utilizzarla come marchio, per studiare e tentare di lanciare nuovi prodotti legati alla mobilità elettrica.

Al momento nessuno di questi ha avuto successo, ma l'ormai ottantenne Sir Sinclair non sembra affatto disposto a smettere di provarci.