Perché essendo la creatività una attività di nicchia e poco conosciuta, esiste purtroppo un divario di competenze 'assoluto' tra chi crea e chi non crea. E quindi, a volte è meglio tapparsi un pochettino la bocca, se non si vuole andare a mettere in discussione credenze cui l'altra persona crede… Da troppo tempo, per non restare scandalizzata.


E' un discorso lungo, e spero di non annoiarvi.
Io scrivo romanzi di genere da quando avevo 14 anni (adesso ne ho 42) e mi hanno fatto spesso questa domanda. Il più delle volte, mi hanno fatto la domanda quasi pretendendo una certo tipo di risposta, e restando poi delusi da quella che ricevevano.
Regnano infatti sovrani (e direi 'assolutamente sovrani') ben due luoghi comuni che QUASI NESSUNO accetta di mettere in discussione.
Metterli in discussione suona quasi come una offesa personale, a volte. E quindi, quando capisco di essere di fronte a una di queste persone… glisso anch'io abilmente sulla risposta dando risposte standard. Ad ogni modo, i luoghi comuni 'assolutamente universali' in materia di creatività sono i seguenti:
  1. creare (scrivere musica, romanzi, eccetera) sarebbe una una sorta di magia ai limiti del paranormale.
  2. siccome 'creare davvero' sarebbe in sostanza impossibile, l'ispirazione verrebbe SEMPRE e SOLO da quelli che io chiamo 'i caXXi propri'. In sostanza, l'ispirazione verrebbe sempre e soltanto dalla propria vita, dai propri desideri, dai propri interessi, eccetera.
In sostanza, chi NON è un artista vede in genere gli artisti come un gigantesco spot mediolanum dove 'ruota tutto intorno a te'. O peggio ancora, tutte e due le cose assieme: gli artisti sono degli stregoni e ruota tutto intorno a loro (!!!).
Ma perché regnano sovrani questi due luoghi comuni?
Bé… Io una teoria ce l'ho.
Secondo me, sarebbe a causa del Dunning Kruger effect, un fenomeno psicologico che si è trovato recentemente alla ribalta sui social e su internet perché… Perché se lo merita.
E se lo merita perché spiega davvero un sacco di cose meravigliose tra cui i terrapiattisti, i no vax eccetera. E nel nostro caso, torna utile senz'altro.
Supponiamo per un attimo che sei un giornalista.
Non hai mai inventato una sola trama in vita tua perché, notoriamente, il mestiere del giornalista è in realtà trovare notizie (che è tutt'altra cosa dal fare lo scrittore).
La tua conoscenza delle basi della scrittura creativa allora è probabilmente pari a zero, e in Italia in particolare è sotto zero. Nei paesi anglosassoni - per chi non lo sapesse - insegnano almeno le basi della scrittura creativa fin dalle scuole medie (introduzione dei personaggi, i tre atti della storia, scrittura dei dialoghi, gestione del ritmo della narrazione). Ma in Italia, sulla creatività letteraria regna una ignoranza pressoché assoluta proprio per questa visione 'mistica' della creatività.
Adesso prendiamo chessò… Gli indigeni dell'amazzonia. Che succede quando vedono un cellulare per la prima volta nella sua vita?
Pensano che sia una stregoneria.
Di fronte alle cose che per noi sono del tutto incomprensibili, noi tendiamo a pensare che dietro ci sia un miracolo, della magia, eccetera. Non sapendo cos'è la creatività perché non ci abbiamo mai avuto a che fare, tendiamo 'naturalmente' a pensare che sia di origine paranormale (cosa che non è). Oppure - peggio ancora - pensiamo che sia il frutto di un trucco: ovvero, rielaborare i cavoli nostri.
E siccome le persone che non sanno NULLA di un certo argomento tendono tutte ad avere la stessa opinione su quel determinato argomento, ecco che in genere i giornalisti vanno a fare sempre le stesse domande agli artisti, e quasi pretendono di avere una conferma di ciò che pensano da tanti anni.
Volete sentire la mia risposta a dove trovo l'ispirazione, quando scrivo?
Si trova in tantissimi modi, tutti diversi tra loro.
Leggendo tanti libri su un certo argomento (chessò, la guerra sul Vietnam, l'esplorazione spaziale, eccetera), presto o tardi ti verrà un'idea originale a sufficienza da scriverci un ottimo romanzo su. Per le notizie di attualità dal mondo, vale lo stesso principio.
Poi ci sono le idee 'dal nulla', quelle che partono da situazioni standard (una casa infestata, vendere l'anima al diavolo per avere successo, eccetera).
Poi c'è il fantasy (inventarsi un futuro palesemente diverso dal presente attuale, o una realtà alternativa, eccetera).
I veri fulmini a ciel sereno, però, mi vengono solo mentre sto scrivendo qualcos'altro, e quelli non si razionalizzano.
La scrittura è il mezzo di brainstorming più potente che esista, e le idee migliori della mia via mi sono sempre venute scrivendo robaccia per esercizio, destinata al cestino.
Detto questo, partire dalla mia vita personale per scrivere qualcosa…
Sinceramente non mi è mai passato nemmeno per l'anticamera del cervello. Ho un culto della creatività troppo marcato per romanzare cose che mi sono successe veramente. Sarebbe un 'trascrivere', non uno scrivere. Non sarebbe creare, ma rielaborare, remixare, edulcorare, eccetera.
Senza dimenticare la creatività assoluta, quella che consiste nell'abbandonare il punto di inizio della trama… Per andare OVUNQUE essa ti porti, fregandotene letteralmente delle conseguenze TRANNE portare a termine ciò che hai inziato.
In sostanza, si tratta di fingere che la tua storia sia una storia 'vera', e di riuscire a farlo anche se sai benissimo che non lo è. Si tratta di andare ovunque ti portino quei personaggi e quella storia, senza pensare nemmeno a scrivere un buon romanzo, ma focalizzandoti SOLO sulla fedeltà all'idea originale (e sul portarlo a TERMINE).
Questo si può (e si deve) fare anche col fantasy.
'Se quel mondo esistesse veramente, e se quei personaggi fossero persone vere che ci vivono veramente... Cosa succederebbe adesso? Come si comproterebbero adesso?'.
Questo è il mio modo di scrivere.
Ma se devo essere sincero, ho visto storcere il naso di fronte a queste mie uscite talmente tante di quelle volte, che spesso adesso glisso anch'io sulla domanda, quando me la fanno.