La storia che lega Tony Curtis e Cary Grant è una delle più affascinanti testimonianze di ammirazione e amicizia di Hollywood. Cresciuto nel quartiere di Manhattan, Curtis, il cui vero nome era Bernard Schwartz, idolatrava Cary Grant fin dalla giovinezza. "Amo il modo in cui si muoveva, parlava e si comportava", dichiarò Curtis, attribuendo a Grant un ruolo cruciale nella sua ispirazione per entrare nel mondo dello spettacolo. Il legame emotivo era così forte che, a soli 16 anni, Curtis si arruolò nella Marina americana, ispirato dal personaggio di Grant come ufficiale nel film Destination Tokyo (1943).

Anni dopo, Curtis divenne una star di successo e utilizzò la sua ammirazione per Grant in maniera diretta: nell'iconico A qualcuno piace caldo (1959), Curtis imitò l'accento elegante e il distintivo di Grant per una parte della sua interpretazione. Il successo del film fu tale da concedergli carta bianca per scegliere il suo prossimo progetto, e la sua richiesta fu chiara e ambiziosa: "Voglio fare una commedia militare con Cary Grant".

La realizzazione di questo desiderio non fu priva di ostacoli. Cary Grant, all'epoca sulla cinquantina, inizialmente esitava a prendere parte al progetto, sentendosi troppo vecchio per il ruolo. Determinato, Curtis spinse affinché fosse lui il protagonista, arrivando persino a cedere parte del suo compenso per convincere i produttori e Grant stesso. Alla fine, Grant accettò, dando vita a quello che sarebbe diventato uno dei più grandi successi finanziari della sua carriera.

La commedia, ambientata a bordo di un sottomarino rosa durante la Seconda Guerra Mondiale, conquistò il pubblico per il suo mix di umorismo, situazioni grottesche e la perfetta chimica tra i due protagonisti. La scena in cui Grant osserva attraverso un periscopio, eco diretta di Destination Tokyo , ha avuto per Curtis un significato particolarmente nostalgico. "Era come tornare indietro nel tempo, al cinema della mia infanzia", scrisse in seguito.



Operation Petticoat non solo fu una delle commedie con il più alto incasso della storia fino a quel momento, ma rappresentò anche una pietra miliare nella carriera di Cary Grant. Essendo coproprietario del film, Grant guadagnò milioni, consolidando ulteriormente il suo status di leggenda di Hollywood.

Più importante del successo economico e professionale fu il legame personale che si instaurò tra i due attori. Curtis descrive Grant come "un amico premuroso e devoto, il meglio di ciò che un padre potrebbe essere, il meglio di ciò che un fratello potrebbe essere". Un legame che andava oltre lo schermo, unendo due generazioni di talento e passione per il cinema.

L'aneddoto aggiunge ulteriore profondità alla già straordinaria carriera di Cary Grant e al talento di Tony Curtis, mostrando come i sogni di un giovane fan possano trasformarsi in realtà, se accompagnati da determinazione e talento. Una storia di ispirazione, cinema e amicizia che resta immortale.