Peter Pan non è intrinsecamente malvagio, ma è un personaggio complesso che sfida le nozioni tradizionali di bene e male. La sua rappresentazione originale, nel libro di JM Barrie, differisce notevolmente dalla versione addolcita della Disney, presentandolo come una figura ambigua, quasi aliena nella sua perpetua innocenza infantile.

Peter non è un eroe convenzionale. Le sue azioni possono sembrare crudeli, come il fatto di rapire i Lost Boys per portarli nell'Isola che Non C'è o di uccidere nemici e persino amici con una disinvoltura disarmante. Tuttavia, queste azioni non derivano da cattiveria deliberata, ma dalla sua incapacità di comprendere le conseguenze delle sue scelte. La sua eterna infanzia lo rende incapace di sviluppare una bussola morale adulta, rendendolo simile a un personaggio di allineamento Caotico Neutrale, secondo la terminologia di Dungeons & Dragons.

Peter è un bambino letterale: vive nel momento presente, considera la vita un gioco e non ha una reale consapevolezza della mortalità. Cambia alleanze in battaglia, dimentica le persone che ha incontrato e tratta la morte con leggerezza. In questo senso, è un personaggio incapace di "crescere" non solo fisicamente, ma anche emotivamente e moralmente.



JM Barrie ha creato Peter Pan come una satira delle idee vittoriane sull'infanzia, descrivendolo come "gay, innocente e senza cuore". La sua mancanza di empatia e la sua spietatezza non sono il risultato di malizia, ma dell'innocenza portata all'estremo: una condizione in cui l'incapacità di comprendere il dolore altrui rende le sue azioni pericolose.



Come Anthony Fremont dell'episodio It's a Good Life di The Twilight Zone, Peter Pan è un bambino con un potere quasi illimitato e senza supervisione morale. Le persone intorno a lui spesso soffrono, ma lui rimane inconsapevole o indifferente. Barrie usa Peter per esplorare i pericoli di una vita senza responsabilità, in cui l'eterno rifiuto di crescere porta a una disconnessione dal mondo reale e dalle sue conseguenze.

In definitiva, Peter Pan non può essere considerato malvagio nel senso tradizionale, ma piuttosto come una forza caotica che incarna l'infanzia perpetua con tutte le sue contraddizioni: l'innocenza e l'egoismo, la gioia e l'indifferenza, il gioco e la distruzione. Questa ambiguità lo rende uno dei personaggi più affascinanti e inquietanti della letteratura.