Beh in Italia - ma in generale nel Mondo - esistono un sacco di concorsi letterari, che a volte mettono in palio premi fino a qualche migliaio di euro.
È necessario inviare un racconto o una poesia, in base alla tipologia di concorso scelto, talvolta pagando una piccola quota di iscrizione.
Inoltre sono molteplici le opportunità di guadagnare della propria scrittura: si può fare il copywriter scrivendo testi per la pubblicità, il ghostwriter scrivendo i discorsi ai personaggi pubblici, l’autore televisivo o lo sceneggiatore per il cinema, lavorare in un ufficio stampa o in un giornale, tenere un blog, o se ce la si cava con le lingue fare il traduttore.
Certo vanno messe in campo diverse competenze, ma niente che qualche libro o l’esperienza non possano insegnare.
Oppure, ed è altrettanto plausibile, lo scrittore si trova un lavoro come tutti gli altri, e scrive nel suo tempo libero. Di questi tempi avere un lavoro alternativo è la strada più probabile, considerando le poche copie che si riescono a vendere per ciascun libro pubblicato (se non si ha la fortuna di essere un genio e diventare un caso letterario, o se non ne comprano i diritti per farne una serie o un film).
Per citare qualche caso:


Alessandro D’Avenia fa anche il professore.


Alessandro Baricco nelle sue mille vite è stato autore pubblicitario, giornalista, presentatore, sceneggiatore, e ha fondato una scuola di cui è preside.

Insomma, basta una piccola ricerca su Wikipedia per vedere che ogni scrittore ha un lavoro parallelo più o meno attinente alle sue capacità.