Innanzitutto c’e’ da differenziare
la figura del produttore artistico dal produttore esecutivo. Il primo
crea il prodotto, il secondo lo finanzia.
Tutto questo pero’ fa parte del
passato; in questa epoca in cui la musica e’ per lo più ascoltata
in streaming ed ha una vita molto breve, le figure si sono unite e di
fatto la maggior parte degli artisti si
auto produce.
Questo significa che il singolo
artista/gruppo cura sia la parte tecnica che la parte editoriale, in
maniera più o meno autonoma, a seconda delle competenze acquisite.
Un esempio e’ una band che scrive e compone un pezzo ma non ha le
competenze o i mezzi per finalizzarlo, ed a quel punto si dovrà
rivolgere ad uno studio e ad un tecnico competente o ad un grafico
per la copertina piuttosto che un video maker per la produzione
video.
Tuttavia il lavoro di produttore, o
meglio
producer, sopravvive ancora
per merito di alcune figure di spicco soprattutto in ambito hip hop
ed r&b, dove personaggi come Timbaland (citando uno dei più
famosi), creano hit mondiali per molti artisti diversi, dalla
scrittura alla finalizzazione.
Riassumendo, il produttore
discografico, artistico o esecutivo che sia, deve avere sicuramente
passione per la musica ed un buon bagaglio tecnico.
Deve inoltre avere un attitudine
imprenditoriale e deve saper scegliere il pezzo o album migliore da
pubblicare in un determinato periodo.
Ultimo, ma non per importanza, un
orecchio musicale e sicuramente una buona dose di fortuna!
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