Lo 007 James Bond, Indiana Jones, la
Pantera rosa, il Padrino. E' praticamente impossibile pensare a
questi personaggi senza risentire nella mente la colonna sonora dei
film che li hanno raccontati sul grande schermo. Ebbene, nessuno di
loro avrebbe avuto tanta fortuna al botteghino se i sottofondi che li
hanno accompagnati non fossero stati scritti. Note e cervello,
infatti, sono legati a doppio filo e ascoltare una musica emozionante
aiuta la memoria a fissare ricordi indelebili. Lo ha dimostrato un
gruppo di scienziati dell'università degli Studi di Milano-Bicocca,
con un esperimento pubblicato su 'Nature Scientific Reports',
co-firmato da un collega dell'Istituto di bioimmagini e fisiologia
molecolare del Cnr.
L'obiettivo dei ricercatori era
indagare quale influenza ha ciò che ascoltiamo, sia musica o rumore
di fondo, sui processi percettivi e cognitivi. Il lavoro è stato
condotto dal Milan Center for Neuroscience-Dipartimento di Psicologia
della Bicocca, e coordinato da Alice Mado Proverbio, docente di
Psicobiologia e psicologia fisiologica dell'ateneo milanese.
Il test ha coinvolto un gruppo di 54
studenti universitari non musicisti, ai quali è stato proposto un
esercizio di memoria accompagnato da una melodia o da nessun
sottofondo musicale. Si è così osservato che i ricordi si fissavano
meglio, e venivano richiamati più velocemente alla memoria, in
condizioni di silenzio oppure di musica toccante.
Ecco i dettagli del test. Nella prima
parte sono state mostrate ai partecipanti 56 immagini di volti di
uomini e donne, in associazione a un sottofondo sonoro di musica jazz
e suoni naturali, per esempio onde marine. Nella seconda fase sono
state mostrate altre 300 facce sconosciute, con un sottofondo di
musica ritenuta commovente o gioiosa da 20 giudici in un precedente
studio, oppure con il sottofondo del rumore della pioggia, o ancora
in silenzio. Nello step conclusivo i partecipanti vedevano altri 300
volti (200 vecchi e 100 nuovi) senza alcun sottofondo musicale, e
veniva chiesto loro di usare il dito indice per indicare che si
trattava di facce nuove o il medio per quelle già viste. Durante
l'ascolto della musica, inoltre, ai partecipanti venivano misurati la
pressione sanguigna e il battito cardiaco.
"I risultati - spiegano dalla
Bicocca - hanno indicato che il riconoscimento più efficiente e
veloce dei volti si è verificato in condizioni di silenzio, o quando
i partecipanti ascoltavano musica emotivamente toccante. Al
contrario, un sottofondo fatto di suoni come pioggia o musica allegra
ha interferito con la memorizzazione delle facce. Oltre a migliorare
la memoria, l'ascolto di musica emotivamente toccante ha coinciso con
un significativo aumento della frequenza cardiaca".
Dichiara Mado Proverbio: "L'ipotesi
che ci porta a fare questo esperimento è che l'ascolto di musica
toccante sia in grado di modificare la percezione visiva dei volti,
legando le caratteristiche del viso a informazioni uditive e carica
emotiva generata dalla musica. Ciò potrebbe voler dire che l'ascolto
di un certo tipo di musica produce una codifica della memoria più
profonda".
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