Con
commedia della Restaurazione,
nota anche con il nome inglese di
Restoration comedy, si
intende la produzione teatrale comica prodotta in Inghilterra tra il
1660 ed il 1710, il periodo detto appunto della Restaurazione. Dopo
la chiusura dei teatri voluta dal regime puritano e durata diciotto
anni, i teatri riaprirono nel 1660, dando vita a un nuovo
rinascimento del teatro inglese dopo gli splendori del teatro
elisabettiano e giacobita. Le commedie di maniera scritte in questo
periodo di rinnovamento sono caratterizzate da una studiata amoralità
e da un linguaggio e tematiche sessualmente esplicite, per
rispecchiare il clima licenzioso del primo periodo del regno di Carlo
II e della sua corte. L'uso di teatri al chiuso, i cambiamenti di
scenografia, un'acustica ben studiata che permetteva uno stile di
recitazione più naturalistico influenzarono gli autori del periodo a
sfruttare pienamente i nuovi mezzi scenici, scrivendo commedie
notevolmente diverse da quelle che veniva portate in scena all'inizio
del secolo in teatri come il Globe o il Fortune. Rispetto al periodo
precedente, inoltre, le donne assunsero un ruolo di maggior rilievo,
potendo finalmente diventare le protagoniste sia sulla scene in veste
di attrici (Nell Gwyn, Elizabeth Barry e Anne Bracegirdle) che fuori
scena come commediografe e autrici (Aphra Behn, Susanna Centlivre).
Per quanto riguarda il pubblico, esso era composto non solo da
aristocratici ed il loro servitori, ma anche dalla sempre più
numerosa società borghese.
Grande amante del teatro, appeana
restaurato al trono nel 1660 Carlo II concesse patenti reali per la
messa in scena di opere teatrali a due compagnie gestite da
commediografi del periodo carolino: la King's Company di Thomas
Killigrew e la Duker's Company di William Davenant.
Le due compagnie costruirono i
rispettivi teatrali a Drury Lane e Dorset Gardens - entrambi
progettati da Christopher Wren - e, rinunciato al genere jonsoniano
della satira, si dedicarono quasi esclusivamente alla commedia di
maniera, un genere capace di rispecchiare acriticamente lo stile di
vita e il codice sociale dell'aristocrazia inglese. Il bacino del
pubblico però non era abbastanza numerose per far prosperare le due
compagnie, per le quali la messa in scena della stessa opere per
dieci repliche successive poteva già considerarsi un autentico
trionfo. Per accattivarsi le simpatie del pubblico, i commediografi
divennere particolarmente ricettivi nei confronti del gusto degli
spettattori, tanto che stili e genere passavano di moda e cambiavano
di settimana in settimana invece che di stagione in stagione. Questo
inevitabilmente portò a una ricerca assidua e frenetica di nuove
opere da portare in scena per assicurare pubblico e guadagni alla
compagnia. La King's Company e la Duke's Company non si condendevano
quindi solo il pubblico, ma anche gli scrittori e gli attori più
amati dagli spettatori.
La quantità di nuove opere scritte
ogni anno calò notevolmente nel 1682, quando la Duke's Company
assorbì la King's Company per formare la più grande United Company.
Il clima politico incerto e la crisi del potere portarono anche a una
crisi nel mondo del teatro: non solo la quantità, ma anche la
qualità delle nuove commedie diminuì, così come anche i salari
degli attori.
Questo portò a un'autentica crisi
dietro alla quinte, soprattutto quando il nuovo impresario e avvocato
Christopher Rich diminuì i privilegi e i salari dei primattori per
favorire l'afflusso di finanziatori esterni. Come scrive Colley
Cibber, questa decisione portò ad un autentico sciopero da parte di
alcuni degli attori più amati del periodo, tra cui Thomas Betterton,
Elizabeth Barry ed Anne Bracegirdle, che lasciarono i teatri insieme
con il loro vasto pubblico di fedelissimi.
Per raggirare Rich ed il suo
monopolio del teatri e delle messe in scena, gli attori ottennero una
licenza e fondarono una loro nuova compagnia, fondata e gestita dai
dieci maggiori attori del periodo, con un rigido contratto che
regolava i salari e limitava il potere degli impresari. La nuova
compagnia fece il suo debutto nel 1695 con la commedia di William
Congreve "Love For Love", ottenendo subito un enorme
successo al botteghino. Come nel decennio precedente, Londra si trovò
nuovamente con due compagnie teatrali in competizione che, se da una
parte rivitalizzarono il mondo della commedia per accaparrarsi il
pubblico, dall'altra finirone per sacrificare definitivamente la
qualità a favore della popolarità, ricorrendo ad intrattenimenti da
fiera come giocolieri e animali da circo.
Nell'arco dei circa quarant'anni del
periodo della commedia della Restaurazione, molteplici stili e generi
si susseguirono rapidamente per assecondare il gusto del pubblico e
la moda del momomento, ma anche gli intensi cambiamenti politici e
sociali. I due massimi momenti artistici del periodo furono durante
gli anni 1670, con la commedia aristocratica, e durante gli anni
1690, con nuove commedie rivolte a un pubblico maggiore e socialmente
diversificato.
La produzione
degli anni 1660 e 1670 fu caratterizzata dalla rivalità delle due
compagnie teatrali, ma anche dall'interesse di Carlo II e della sua
corte per il eatro. La grande domanda di nuove commedie spinse gli
autori a prendere temi, trame e stili dal teatro contemporaneo
francese e spagnolo, ma anche dalla precedente produzione inglese di
età carolina e giabita, oltre che alle anctiche commedie greche e
romane. Al più raffinato modello di Molière, con la struttura
drammatica semplice ma ben studiata, il pubblico preferiva commedie
con numerosi sub-plot e una grande varietà stilistica era molto
apprezzata all'interno della stessa opera: i sub-plot rispecchiavano
questo desiderio presentando trame solo vagamente intrecciate che
spaziavano dalla farsa alla tragedia eroica.
Le commedia poco sentimentali
("hard comedies") di John Dryden, William Wycherley e
George Etherege rispecchiavano i valori della corte ed un certo
maschilismo dell'aristocrazia, con un interesse per l'intrigo e la
conquista sessuale preferito alla più tradizionale ricerca
romantica.[13] Alcuni personaggi di corte diventavano autentici
protagonisti delle commedie del periodo, come il libertino John
Wilmot, conte di Rochester, rappresentato favorevolmente da Etherege
in The Man of Mode (1676).
La fine dell'antagonismo tra le due
compagnie portò la scena teatrale londinese a stagnare e declinare
rapidamente in quantità e qualità, in un periodo in cui i
cambiamenti politici e sociali allontanarono il gusto del pubblico
dalla commedia di maniera in favore dei drammi politici. Il complotto
papista (1678) e la Crisi dell'Esclusione (1682) monopolizzarono
l'attenzione del pubblico sia nei fatti di cronaca che sulle scene e
anche le commedie del periodo (scritte da Aphra Behn, Dryden e Thomas
Shadwell) sono caratterizzati da sottotoni politici.
Le commedie
dell'ultimo decennio del diciassettesimo secolo cominciarono a
rispecchiare la maggior diversità e stratificazione sociale del
pubblico, favorendo la classe medie e le donne presenti tra gli
spettatori.[16] Le nuove commedie, dette "morbide", non
volevano più presentare una giovane generazione che si dimostrava
più astuta della precedente, ma provò a conquistare un pubblico
maggiore con scene di vita relativamente più quotidiana.
La battaglia tra sessi non si
svolgeva più a colpi di intrighi, ma all'interno del matrimonio, e
le commedia di William Congreve e John Vanbrugh presentano la vita di
coniugi che imparano a conoscersi meglio dopo le nozze. I temi più
licenzioni vennero relegati al sub-plot e la gara in astuzia tra i
due protagonisti romantici non era più esasperata come nei decenni
precedenti, ma più che altro volta a scoprire se tra i due futuri
coniugi esistesse una vera intesa.
Con il finire del secolo, un
atteggiamento più moralistico si era ormai impadronito del pubblico
e la crisi della commedia di maniera fu esacerbata da fattori quali i
cambiamenti demografici, la Gloriosa Rivoluzione, le continue cause
legali intentate ai danni dei commediografi da parte della Society
for the Reformation of Manners, ma anche una mancanza di interesse e
addirittura disprezzo dei regnanti Guglielmo III e Maria II per il
teatro. L'ultima opera di Congreve, La via del mondo, fu accolta
freddamente dal pubblico nel 1700, che alla commedia di maniera ormai
preferiva opere sentimentali e moraleggianti.
- Charles Sedley, The Mulberry-Garden (1668), Bellamira: or, The Mistress (1687)
- George Villiers, II duca di Buckingham, The Rehearsal (1671)
- John Dryden, Marriage a la Mode (1672)
- William Wycherley, The Country Wife (1675), The Plain Dealer (1676)
- George Etherege, The Comical Revenge (1664), She Would if She Could (1668), The Man of Mode (1676)
- Aphra Behn, The Rover (1677), The Roundheads (1681), The Rover, Part II (1681), The Lucky Chance (1686)
- Thomas Shadwell, Bury Fair (1689)
- Thomas Southerne, Sir Anthony Love (1690), The Wives Excuse (1691)
- William Congreve, The Old Bachelor (1693), Love For Love (1695), The Way of the World (1700)
- John Vanbrugh, The Relapse (1696), The Provoked Wife (1697)
- George Farquhar, Love and a Bottle (1698), The Constant Couple (1699), Sir Harry Wildair (1701), The Recruiting Officer (1706), The Beaux' Stratagem (1707)
- Susannah Centlivre, The Perjured Husband (1700), The Basset-Table, (1705), The Busie Body (1709)
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