Secondo gli esperti la musica ad alto
volume esacerba l'effetto dell'ecstasy nel cervello.
Ecstasy e musica,
cocktail ad alto rischio
Secondo gli esperti la musica ad alto volume esacerba l'effetto dell'ecstasy nel cervello.
Secondo gli esperti la musica ad alto volume esacerba l'effetto dell'ecstasy nel cervello.
Quanto è determinante l'ambiente
circostante durante l'assunzione di una droga? Gli effetti possono
essere diversi? Pare proprio di sì, almeno per l'ecstasy. In un
recente studio è stato infatti dimostrato che assumere ecstasy in
ambienti con musica ad alto volume sarebbe 5 volte più dannoso (in
termini di riduzione dell'attività cerebrale) rispetto
all'assunzione della droga in un luogo tranquillo.
Quando i topi ballano.
Michelangelo Iannone, neurologo
dell'Istituto di neuroscenze di Catanzaro, ha somministrato a 20
ratti alcune dosi di ecstasy. In seguito metà di loro è stata messa
in un ambiente molto rumoroso mentre l'altra metà in uno tranquillo.
L'attività cerebrale delle cavie è stata monitorata tramite
l'elettrococleografia (EcoG), uno strumento che registra le risposte
encefaliche a uno stimolo acustico.
Alzando il volume fino a 95 decibel (il massimo grado di rumore consentito dalla legge italiana), i ratti a cui è stata data un'alta dose di ecstasy hanno reagito con un drastico calo dell'attività cerebrale rispetto a quelle cavie che, a parità di dose, sono rimaste in un ambiente silenzioso. L'attività cerebrale di queste ultime è tornata normale dopo un solo giorno dall'assunzione della droga, rispetto ai cinque giorni dei topi che l'hanno assunta durante la simulazione di un “rave”.
Alzando il volume fino a 95 decibel (il massimo grado di rumore consentito dalla legge italiana), i ratti a cui è stata data un'alta dose di ecstasy hanno reagito con un drastico calo dell'attività cerebrale rispetto a quelle cavie che, a parità di dose, sono rimaste in un ambiente silenzioso. L'attività cerebrale di queste ultime è tornata normale dopo un solo giorno dall'assunzione della droga, rispetto ai cinque giorni dei topi che l'hanno assunta durante la simulazione di un “rave”.
Overdose di musica e droga.
È dunque possibile rapportare questo
risultato anche sulle persone? Secondo John Mendelson del California
Pacific Medical Center's Addiction Pharmacology Research Laboratory
di San Francisco, i risultati sono molto approssimativi in quanto
l'ecstasy è stata somministrata ai ratti in dosi molto più massicce
di quanto non si sarebbe fatto con una persona. Anche Linda Cottler,
della Washington University School of Medicine in St. Louis
(Missouri), ha dubbi a riguardo, affermando che questo tipo di droga
viene usata spesso anche fuori da discoteche o rave e che un fattore
come l'alto volume non può determinare i danni cerebrali tanto
quanto l'uso abituale di questa droga.
La cosa assolutamente certa è che l'ecstasy, come tutte le droghe sintetiche, provoca danni permanenti al cervello se usata costantemente e senza moderazione.
La cosa assolutamente certa è che l'ecstasy, come tutte le droghe sintetiche, provoca danni permanenti al cervello se usata costantemente e senza moderazione.
Nome in codice MDMA.
Ma che cos'è esattamente l'ecstasy? E
quali sono gli effetti e le conseguenze di una sua assunzione
prolungata? L'MDMA (3-4 methylenedioxymethamphetamine) è una droga
sintetica che agisce in particolare sulle cellule che rilasciano la
serotonina, il neurotrasmettitore che, oltre ad essere legato
strettamente alla memoria, mette in collegamento tra loro i neuroni e
regola il comportamento, l'attività sessuale, il sonno e la
sensibilità al dolore.
Assunta a lungo termine ed in elevate dosi l'MDMA può danneggiare la memoria, interferire con la temperatura corporea, aumentare il battito cardiaco e la pressione del sangue. In alcuni casi e in particolare per le persone cardiopatiche, l'assunzione può essere letale.
Assunta a lungo termine ed in elevate dosi l'MDMA può danneggiare la memoria, interferire con la temperatura corporea, aumentare il battito cardiaco e la pressione del sangue. In alcuni casi e in particolare per le persone cardiopatiche, l'assunzione può essere letale.
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