Il teatro di avanspettacolo, o,
più comunemente,
avanspettacolo, è un
genere di spettacolo teatrale comico sviluppatosi in Italia fra gli
anni trenta e gli anni cinquanta.
Questo genere derivò storicamente dal
varietà, a cui iniziò a sostituirsi quando il regime fascista emanò
provvedimenti (per esempio sgravi fiscali) per favorire i teatri che
si convertivano alla più moderna realtà del cinematografo.
In questo contesto, le compagnie di
varietà dovettero elaborare una forma di spettacolo abbreviato, che
potesse intrattenere il pubblico in sala in attesa del film (o del
"filmo" secondo il termine usato dai fascisti in ossequio
al principio dell'autarchia).
Considerato il "fratello povero"
del teatro di rivista per la brevità dei numeri e la scarsità dei
mezzi, fu spesso considerato un genere teatrale minore: molte volte,
in senso spregiativo, si utilizzava il termine avanspettacolo per
indicare teatro comico di scarsa qualità.
Più avanti nel tempo, tra gli anni
sessanta e settanta del Novecento, l'avanspettacolo variò dai numeri
comici agli spogliarelli, preludio di film pornografici o softcore.
In realtà l'avanspettacolo fu trampolino di lancio per molti noti
attori teatrali e cinematografici italiani, che si produssero in tale
genere con molto successo.
L'avanspettacolo è stato una sorta di
serbatoio per il cinema italiano; in particolare offrendo al
pubblico:
«... una partecipazione che il cinema non potrà mai dargli. Il cinema è lontano, offre un onirico e sublimante sfogo all'immaginario più ardito, mentre l'avanspettacolo riporta con i piedi per terra: le luci del palcoscenico non nascondono le facce della sala, e tra il pubblico e la sala c'è lo strizzar d'occhi di chi capisce e s'intende, e tutto riporta alla materialità pesante, dove il fuori è vicino, e a esso, alle sue difficoltà, dopo mezz'ora o tre quarti d'ora di rumore e musica e risa dovranno tutti tornare, gli spettatori come gli attori.» |
(Alberto Sordi - L'Italia in bianco e nero, Goffredo Fofi, Mondadori, collana Le Scie, 2004) |
Tra questi attori vi sarebbero stati,
fra gli altri, Eduardo De Filippo, Totò, Anna Magnani, Aldo Fabrizi,
Erminio Macario, Lino Banfi.
Sono state realizzate diverse pellicole
sul mondo dell'avanspettacolo, tra cui:
- I pompieri di Viggiù, regia di Mario Mattoli (1949)
- Luci del varietà, regia di Federico Fellini e Alberto Lattuada (1950)
- Vita da cani, regia di Steno e Monicelli (1950)
- Basta guardarla, regia di Luciano Salce (1970)
- Polvere di stelle, regia di Alberto Sordi (1973)
- Primo amore, regia di Dino Risi (1978)
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