Con
musica latina
o
latino-americana, a partire
dagli anni cinquanta negli USA, sono state indicate quelle forme
musicali tipiche dell'America latina. Si faceva così una separazione
tra gli stili più tipicamente di origine afroamericana e quelli
invece caratteristici dell'America latina.
Si considera come facente parte della
musica latina, così, un gran numero di generi: jive, rumba, cha cha
cha, samba, paso doble e salsa. Data l'enormità della produzione che
la definizione di musica latina comprende, è difficile stabilire
quali siano i caratteri comuni di generi tanto diversi. In generale,
però, la musica latina utilizza molto ampiamente la chitarra,
particolarmente acustica: questo strumento, non a caso, fu portato
dagli arabi in Europa per la prima volta in Spagna. Oltre a questo vi
è una forte attenzione ed una notevole ricercatezza nella
composizione delle melodie, che hanno una grande importanza.
La maggiore differenza rispetto alla
musica afroamericana risiede però nei ritmi, che sono molto meno
serrati nel caso della musica latina, la quale, tra l'altro, prevede
strumenti a percussione assolutamente peculiari come le congas. Il
fatto che si contrapponga la musica ispanoamericana con quella
afroamericana non deve far pensare che la prima non sia influenzata
dalla seconda: molti generi sono una rielaborazione dei canoni
nordamericani in chiave latina.
I generi che riscuotono maggior
successo al di fuori dei confini di provenienza sono in genere le
musiche che possono essere ballate più agevolmente, perciò adatte
ad ogni circostanza e ad ogni età, come samba, rumba o cha cha cha.
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