Creative Commons (CC) è
un'organizzazione non a scopo di lucro con sede a Mountain View
dedicata ad ampliare la gamma di opere disponibili alla condivisione
e all'utilizzo pubblico in maniera legale.
L'organizzazione ha stilato diversi
tipi di licenze note come licenze Creative Commons (o "licenze
CC") che forniscono un modo semplice e standardizzato per
comunicare quali diritti l'autore dell'opera si riserva e a quali
altri rinuncia, a beneficio degli utilizzatori. Ciò ha introdotto il
concetto di "Alcuni diritti riservati" (some
rights reserved) a metà tra il rigido modello di copyright
"Tutti i diritti riservati" (All rights reserved)
e il modello troppo permissivo di pubblico dominio "Nessun
diritto riservato" (No rights reserved).
Le licenze Creative Commons evidenziate
dalla dicitura Approved for Free Cultural Works sono quelle
maggiormente promosse poiché approvate per l'utilizzo in opere
culturalmente libere.
Scopi
Le licenze CC consentono di modificare
facilmente i termini di copyright dal default di "tutti i
diritti riservati" ad "alcuni diritti riservati"; non
sono un'alternativa al copyright ma lavorano a fianco del copyright e
consentono di modificare i termini di copyright per soddisfare al
meglio le esigenze degli autori di opere creative.
Le licenze di tipo Creative Commons
permettono a quanti detengono dei diritti di copyright di trasmettere
alcuni di questi diritti al pubblico e di conservare gli altri, per
mezzo di una varietà di schemi di licenze e di contratti che
includono la destinazione di un bene privato al pubblico dominio o ai
termini di licenza di contenuti aperti (open content).
L'intenzione è quella di evitare i problemi che le attuali leggi sul
copyright creano per la diffusione e la condivisione delle
informazioni.
Il progetto fornisce vari tipi di
licenze libere, le licenze Creative Commons, che i detentori dei
diritti di copyright possono utilizzare quando pubblicano le proprie
opere sulla Rete. Il progetto fornisce anche dei metadata RDF/XML che
descrivono la licenza ed il lavoro che rende più facile il
trattamento automatico e la ricerca delle opere concesse con Licenza
Creative Commons; viene anche fornito un Founder's Copyright,
il quale è un contratto che vorrebbe ricreare lo spirito del
concetto originale di copyright così come introdotto dai padri
fondatori nella costituzione statunitense.
La normativa per le Creative Commons
fornisce un insieme di 4 opzioni che permettono facilmente di
riconoscere i diritti vantati dall'autore e da terzi sull'oggetto
della licenza. Diversamente dalla General Public License, la legge
per le Creative Commons non contiene un testo di riferimento "pronto
all'uso", che l'autore può adottare per la sua opera senza
alcun adattamento di tipo tecnico o legale.
La normativa non ha disciplinato il
tema della revoca della licenza, per mutata volontà dell'autore o
obbligazioni legittime derivanti da cause di forza maggiore, come un
ordine giudiziale, e il tema collegato della retroattività di questa
revoca verso le parti dell'opera già disponibili sotto licenza open
source e open content, e in particolare in avanzato stato di modifica
da parte di altri soggetti.
L'autore di un programma o opera in
genere potrebbe ad esempio distribuire gratuitamente e sotto una
licenza Creative Commons per un certo periodo di tempo, beneficiando
di una pubblicità gratuita fra gli utenti e dei contributi apportati
dalla comunità, dopodiché potrebbe legittimamente revocare la
licenza e iniziare una distribuzione commerciale dell'opera.
La licenza GNU-GPL dalla versione 2.0
ha regolato la materia, prevedendo che l'autore può revocare la
licenza solamente per la sua copia, non per quelle già distribuite
ad altri utenti, e che quindi la revoca non può essere retroattiva,
riguardando soltanto parti di codice e modifica all'opera successive
al cambio di licenza. Inoltre, se per obbligazioni dovute a cause di
forza maggiore, l'autore non può applicare la licenza questa si
intende revocata automaticamente per l'intera opera. Resta il caso di
una revoca retroattiva per cause di forza maggiore, prevalenti sul
testo della licenza stessa, che non è ancora regolato dalla legge.
Storia
Le licenze Creative Commons sono state
anticipate dalle licenze Open Publication License (OPL) e GNU Free
Documentation License (GFDL). La GFDL è intesa principalmente come
una licenza per la documentazione software, ma è anche in uso per
progetti che non riguardano strettamente il software, come la stessa
Wikipedia. La licenza OPL è ora defunta, e il suo stesso creatore
suggerisce di non utilizzarla. Sia la OPL che la GFDL contenevano
delle sezioni opzionali che, nell'opinione dei critici, le rendevano
meno libere. La GFDL si differenzia dalle licenze Creative Commons
nella sua richiesta che i lavori licenziati con essa vengano
distribuiti in una forma "trasparente", ad esempio non
usando formati proprietari e/o segreti.
Creative Commons è nato ufficialmente
nel 2001 per volere del professore Lawrence Lessig, docente della
facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Stanford (e in
precedenza anche di Harvard) riconosciuto come uno dei massimi
esperti di diritto d'autore negli Stati Uniti. Lessig fondò
l'organizzazione come metodo addizionale per raggiungere il suo scopo
nel suo caso di fronte alla Corte Suprema degli Stati Uniti, Eldred
v. Ashcroft. Oltre a Lessig il progetto è stato poi portato avanti
da un consiglio d'amministrazione costituito da esperti di diritto
informatico e di tematiche relative alla proprietà intellettuale tra
cui James Boyle, Michael Carroll, Molly Shaffer Van Houweling (
questi ultimi tre fra i primi membri dell'Icann), Hal Abelson
(docente di Computer Science al MIT), Eric Saltzman (avvocato,
regista di documentari, esperto di diritto informatico),Davis
Guggenheim (regista di documentari), Joi Ito (noto impresario
giapponese) ed Eric Eldred, editore di libri di pubblico dominio.
Hanno inoltre contribuito al decollo del progetto molti studenti
della Harvard Law School.
Dopo essere dunque state presentate al
pubblico, le licenze Creative Commons furono quindi pubblicate a San
Francisco il 16 dicembre 2002. Al progetto fu conferito il Golden
Nica Award durante il Prix Ars Electronica nella categoria Net
Vision nel 2004.
Nel marzo 2009 è stata attivata la
prima versione per la licenza Creative Commons 0. Con questa licenza,
l'autore rinuncia a qualunque diritto sull'opera, che può essere
utilizzata da tutti, in qualunque modo, per sempre e senza
condizioni. Scompare pure l'obbligo di citare l'autore.
La legislazione, al momento, non
prevede che vi sia un ente preposto dove l'autore possa depositare
l'opera prima di distribuirla. È più difficile per l'autore
dimostrare la paternità dell'opera, nel caso in cui qualcuno
applichi successivamente il diritto d'autore, e al limite accusi di
averlo violato quanti fruiscono l'opera stessa.
Rispetto alla licenza, prevale la
legislazione, che nei Paesi di diritto latino prevede che resti
l'obbligo di citare l'autore, e che i diritti morali sulle opere
siano per questi irrinunciabili.
In Italia
Nella primavera del 2003, in seguito al
crescente interesse per le licenze Creative Commons, l'Istituto di
Elettronica e di Ingegneria dell'Informazione e delle
Telecomunicazioni (IEIIT organo del CNR - Consiglio Nazionale delle
Ricerche) contatta Creative Commons per offrirsi di trattare in modo
più ampio e dettagliato il tema delle licenze CC in Italia. Scopo
del progetto era quello di tradurre e adattare al modello legislativo
italiano le licenze CC create in un sistema giuridico differente,
quello americano, soggetto alla Common Law. DSG e IEIIT-CNR firmano
quindi un memorandum of understanding con Creative Commons per
iniziare il lavoro di traduzione e adattamento. Come punto di
partenza di questo progetto, l'avvocato milanese Antonio Amelia ha
proposto le prime traduzioni delle licenze contestualizzandole alle
leggi italiane.
Il 18 novembre 2003 il fondatore di
Creative Commons Lawrence Lessig, già professore alla Stanford
University nonché uno dei massimi esperti mondiali in materia di
diritto d'autore, annuncia ufficialmente l'inizio del lavoro di
traduzione e adattamento delle licenze CC da parte del team italiano.
Viene nominato a capo del progetto il professore Marco Ricolfi,
docente presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche (DSG)
dell'Università degli Studi di Torino. Al gruppo di lavoro
giuridico, del quale fanno parte anche Marco Ciurcina, Massimo
Travostino, Nicola Bottero e Samantha Zanni, si affianca l'attività
di Juan Carlos De Martin e Alessandro Cogo, appartenenti
all'IEIIT-CNR (oggi rispettivamente co-direttore e fellow del Centro
Nexa su Internet e Società del Politecnico di Torino), che fornisce
consulenza e sviluppo in merito agli aspetti tecnologici, oltre che a
quelli di traduzione. Inizia inoltre ad avviarsi un'interazione con
la comunità, prevalentemente tramite la mailing list e un wiki.
Nel maggio del 2004 sono state
pubblicate le prime versioni delle licenze Creative Commons, tradotte
dapprima nella versione 1.0 e in seguito nella versione 2.0 (in cui
il numero delle licenze passa da undici a sei), entrambe disponibili
su un wiki per poter essere discusse pubblicamente dalla comunità.
Il 16 dicembre 2004 vengono presentate a Torino, presso la fondazione
Giovanni Agnelli, le Licenze Creative Commons italiane, in occasione
di un convegno che vede ospite d'onore Lawrence Lessig; in tale
occasione sono stati anche resi pubblici quattro documenti
riguardanti alcuni dei temi approfonditi nel corso dell'attività.
A questo punto, l'attività di Creative
Commons Italia è totalmente avviata, e nel 2005 è iniziata una
nuova fase del progetto: il prof. Marco Ricolfi viene sostituito alla
guida di Creative Commons Italia da Juan Carlos De Martin, mentre
Ricolfi assume il ruolo di coordinatore scientifico del gruppo
giuridico. Sempre a Torino, nel novembre 2005, si è tenuto CCIT2005,
il primo incontro nazionale di CC Italia, su temi riguardanti il
multimedia, l'editoria e la musica. A tale incontro ne seguiranno
altri: nel 2006, a seguito della presentazione pubblica della
versione 2.5 delle licenze Creative Commons italiane. In questa
occasione si è discusso di questioni relative ad archivi, User
Generated Content e open access. Nel 2009, a seguito della
presentazione della bozza 3.0 delle licenze, si sono affrontati temi
relativi alle licenze libere e alla gestione collettiva dei diritti.
Il 2010 ha rappresentato l'occasione per fare il punto sulle licenze
3.0, analizzando le clausole difficili, la legge applicabile e le
banche dati, approfondendo inoltre progetti editoriali ed educativi
che fanno uso di licenze CC. La versione 3.0 delle licenze italiane
viene presentata al pubblico nel giugno del 2011 e, nel corso dello
stesso anno in occasione di CCIT2011, l'avvocato Massimo Travostino
ha descritto i futuri sviluppi e i primi passi compiuti verso
l'elaborazione della versione 4.0 delle licenze Creative Commons.
Durante l'incontro sono stati inoltre presentate diverse iniziative
di successo che hanno fatto uso di licenze CC.
A partire dal 17 dicembre 2012,
Federico Morando è subentrato a Juan Carlos De Martin in qualità di
Lead di Creative Commons Italia.
Il sito web
(http://www.creativecommons.it), che nella prima fase del progetto è
stato creato e gestito da membri della comunità (in primo luogo dai
promotori del sito, Danilo Moi e Lorenzo De Tomasi, coadiuvati dal
nucleo di collaboratori), a partire dal 2005, con l'avvio della Fase
II del progetto CC Italia, è passato dall'EIIT-CNR al Politecnico di
Torino, diventando il sito ufficiale di Creative Commons Italia. Il
sito continua a svilupparsi grazie al contributo del Centro Nexa su
Internet e Società e dei commoner, che avviene sia attraverso i
commenti al sito ufficiale, sia tramite le pagine dei commoner.
Le quattro clausole delle licenze Creative Commons
Le licenze Creative Commons sono nate negli USA appoggiandosi al sistema giuridico locale. Sono state quindi adattate al sistema giuridico italiano, dove il diritto d'autore è regolato dalla legge 633/41. L'autore diventa detentore dei diritti nel momento dell'estrinsecazione dell'opera creativa, secondo la L. 633/41, art. 6«Il titolo originario dell'acquisto del diritto di autore è costituito dalla creazione dell'opera, quale particolare espressione del lavoro intellettuale» |
Le licenze Creative Commons sono sei e
sono definite dalla combinazione di quattro attributi, stabiliscono
in modo esplicito quali sono i diritti riservati, modificando quindi
la regola di default in cui tutti i diritti sono riservati.
Attribuzione (BY)
Bisogna sempre indicare l'autore dell'opera (attributo obbligatorio) in modo che sia possibile attribuirne la paternità come definito dagli artt. 8 e 20 lda:
«È reputato autore
dell'opera, salvo prova contraria, chi è in essa indicato come
tale, nelle forme d'uso, ovvero, è annunciato come tale nella
recitazione, esecuzione, rappresentazione o radiodiffusione
dell'opera stessa. Valgono come nome lo pseudonimo, il nome
d'arte, la sigla o il segno convenzionale, che siano notoriamente
conosciuti come equivalenti al nome vero.»
|
(art. 8)
|
«[...] l'autore conserva il
diritto di rivendicare la paternità dell'opera [...]»
|
(art. 20)
|
Non commerciale (NC)
Non sono consentiti usi commerciali dell'opera creativa come definito dal secondo comma dell'art. 12:
«l'autore ha altresì [...]
il diritto esclusivo di utilizzare economicamente l'opera [...]»
|
Con il secondo attributo si definisce come diritto esclusivo dell'autore il solo uso commerciale dell'opera creativa. I diritti di riproduzione (art. 13), di trascrizione (art. 14), di esecuzione (art. 15), di comunicazione al pubblico (art. 16), di distribuzione (art. 17) e di noleggiare (art. 18bis) definiti dalla L633/41 non sono esplicitati nella licenza e pertanto non sono considerati diritti esclusivi dell'autore. Chiunque può riprodurre, trascrivere, eseguire e distribuire purché non a scopo di lucro, attribuendo sempre la paternità come definito nel primo attributo. Tuttavia le limitazioni sullo sfruttamento economico dell'opera sono limitate al settantesimo anno solare dopo la morte dell'autore come specificato dall'art. 25 lda.
Non opere derivate (ND)
Non sono consentite elaborazioni dell'opera creativa come definito dall'art 20
«[...] l'autore conserva il
diritto di rivendicare la paternità dell'opera e di opporsi a
qualsiasi deformazione, mutilazione od altra modificazione, ed a
ogni atto a danno dell'opera stessa, che possano essere di
pregiudizio al suo onore o alla sua reputazione»
|
«[...] l'autore non può
opporsi alle modificazioni che si rendessero necessarie nel corso
della realizzazione [...] o ad opera già realizzata»
|
Condividi allo stesso modo (SA)
Si può modificare l'opera ma l'opera modificata deve essere disponibile secondo le stesse condizioni scelte dall'autore originale.
«Senza pregiudizio dei
diritti esistenti sull'opera originaria, sono altresì protette le
elaborazioni di carattere creativo dell'opera stessa, quali le
traduzioni in altra lingua, le trasformazioni da una in altra
forma letteraria od artistica, le modificazioni ed aggiunte che
costituiscono un rifacimento sostanziale dell'opera originaria,
gli adattamenti, le riduzioni, i compendi, le variazioni non
costituenti opera originale.»
|
(art 4)
|
Le licenze
I precedenti quattro attributi, combinati, producono le sei possibili licenze pubbliche dei Creative Commons:- Attribuzione: permette agli altri di distribuire, modificare e sviluppare anche commercialmente l'opera, riconoscendo sempre l'autore originale;
- Attribuzione - Non opere derivate: permette agli altri di ridistribuire, e sviluppare anche commercialmente ma non modificare l'opera, riconoscendo sempre l'autore originale;
- Attribuzione - Non commerciale: permette agli altri di distribuire, modificare e sviluppare l'opera senza fini commerciali, riconoscendo sempre l'autore originale;
- Attribuzione - Condividi allo stesso modo: permette agli altri di distribuire, modificare e sviluppare anche commercialmente l'opera, licenziandola con gli stessi termini dell'opera originale, riconoscendo sempre l'autore;
- Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate: permette agli altri di accedere all'opera senza però modificarla e svilupparla commercialmente, riconoscendo comunque l'autore originale;
- Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso
modo: permette agli altri di modificare e sviluppare non
commercialmente l'opera, riconoscendo sempre l'autore originale.
Licenza | Può essere usato commercialmente? | Si possono creare nuove versioni? |
Attribuzione | Sì | Sì |
Attribuzione - Non opere derivate | Sì | No |
Attribuzione - Non commerciale | No | Sì, ma la versione creata deve avere una nuova licenza "Non commerciale" |
Attribuzione - Condividi allo stesso modo | Sì | Sì, ma la versione creata deve avere una nuova licenza "Condividi allo stesso modo" |
Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate | No | No |
Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo | No | Sì, ma la versione creata deve avere una nuova licenza "Non commerciale" e "Condividi allo stesso modo" |
Critica
Tutte le licenze Creative Commons
richiedono Attribuzione, che può essere poco conveniente per delle
opere ispirate da altre opere. I critici temono che I Creative
Commons possano distruggere il sistema copyright col tempo. Inoltre
potrebbero arrecare danno alla creatività degli individui, che potrà
essere facilmente sfruttata da chiunque abbia tempo di farlo.
I critici temono anche che la limitata
ricompensa possa far rinunciare gli artisti a pubblicare le loro
opere. In risposta a queste critiche, Lawrence Lessig, co-fondatore
dei Creative Commons, controbatte che le leggi copyright non sempre
hanno offerto una duratura protezione. In effetti la durata del
copyright risulta essere troppo corta da poter efficacemente
proteggere le opere.
Debian, una distribuzione GNU e Linux
conosciute per la loro rigida adesione ai sensi del movimento del
software libero, hanno respinto la Licenza di Attribuzione dei
Creative Commons prima della versione 3 per cause di incompatibilità
con il Debian Free Software Guidelines (DFSG) per i suoi prerequisiti
della licenza anti-DRM di rimuovere l'accreditazione dell'autore su
richiesta dell'autore stesso dagli operatori successivi. La versione
3.0 dei Creative Commons ha aggiornato questi problemi eventualmente,
diventando compatibile con la DFSG.
Uso improprio delle licenze
Creative Commons è solo un fornitore
di servizi per testi di licenza standardizzati, non una delle parti
coinvolte in ogni accordo. Esiste dunque la concreta possibilità che
alcuni utenti si approprino, tramite licenza Creative Commons, di
lavori protetti da diritto d'autore, ripubblicandoli impropriamente
su Internet a proprio nome. Non esiste infatti un database
centralizzato di Creative Commons che controlli tutti i lavori
licenziati. Tale situazione non è in realtà specifica di Creative
Commons: tutti i proprietari di copyright devono difendere
autonomamente i propri diritti. Negli USA, lo United States Copyright
Office tiene un database di tutti i lavori registrati al suo interno,
ma l'assenza di registrazione non implica assenza di copyright.
Anche se Creative Commons offre più
licenze per usi diversi, alcuni critici hanno ribadito che le licenze
ancora non affrontano le differenze tra i media e le varie
preoccupazioni che hanno i diversi autori.
Lessig ha scritto che lo scopo di
Creative Commons è quello di fornire una via di mezzo tra le due
posizioni estreme del diritto d'autore, da una parte chi chiede che
tutti i diritti siano controllati e richiede protezione, dall'altra
chi sostiene che nessun diritto dovrebbe essere controllato. Creative
Commons offre una terza opzione che permette agli autori di scegliere
quali diritti controllare e quali diritti si vogliono concedere ad
altri. La moltitudine di licenze riflette la moltitudine di diritti
che possono essere trasferiti ai creatori successivi.
Altri strumenti legali
CC Plus (CC+)
CC+ è un protocollo che permette agli
utenti di ottenere dei diritti aggiuntivi oltre quelli garantiti da
una licenza CC standard. Mantenendo invariati tutti i diritti della
licenza Creative Commons stabilita, è possibile permettere la
concessione di permessi aggiuntivi, tra cui per esempio garantire
l'accesso al media originale, o permettere l'utilizzo senza
attribuzione, o addirittura un permesso per uso commerciale. Tali
permessi devono essere espressamente riportati in un documento
separato, accessibile tramite un apposito link allegato alla licenza
CC.
CC Zero (CC0)
Con una licenza di tipo CC0 l'autore
vuole rinunciare consapevolmente a tutti diritti sulla sua opera. Il
funzionamento e l'efficacia di questo tipo di licenza dipende dal
tipo di opera e dalle relative norme vigenti, ma in generale agisce
come una rinuncia incondizionata dei propri diritti sul suo lavoro,
il quale diviene automaticamente di dominio pubblico.
Progetti che adottano licenze Creative Commons
Di seguito sono riportati alcuni progetti che adottano licenza Creative Commons per la diffusione totale o parziale di contenuti.Italia
- Camera dei deputati, pubblica i dati con licenza Creative Commons BY-SA.
- Ministero dell'Interno, pubblica con licenza BY-NC-ND
- Ministero della Salute, pubblica con licenza BY-NC-ND
- Ministero dello Sviluppo Economico, pubblica con licenza BY-NC
- Dipartimento per la pubblica amministrazione e la semplificazione, pubblica con licenza BY-NC
- Pubblica amministrazione, pubblica parte della documentazione con licenza Creative Commons BY-NC.
- Istituto nazionale di statistica, pubblica con licenza Creative Commons BY.
- Sistema statistico nazionale, pubblica con licenza Creative Commons BY.
- Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, pubblica con licenza Creative Commons BY.
- Blog di Beppe Grillo, pubblica con licenza BY-NC-ND
- il Fatto Quotidiano, pubblica tutti gli articoli originali con licenza Creative Commons BY-NC-ND.
- Internazionale, pubblica tutti gli articoli originali con una licenza Creative Commons BY-NC-SA.
- Wired, pubblica con licenza Creative Commons BY-NC-ND.
- La Stampa, pubblica l'archivio storico e gli inserti culturali TuttoScienze e TuttoLibri con licenza Creative Commons BY-NC-ND.
- Stampa Alternativa, nella sezione Libera Cultura Libera Conoscenza vengono riproposti diversi titoli con licenza Creative Commons BY-NC-ND.
- Punto Informatico pubblica con licenza Creative Commons BY-NC-SA.
- Arcoiris televisione accessibile gratuitamente da Internet, pubblica video con licenze CC.
- Radio Radicale pubblica tutti i file sul suo sito con licenza Creative Commons Attribuzione 2.5
- La tana dei goblin, i contenuti del sito della fondazione che raggruppa associazioni ludiche sono pubblicati con una licenza Creative Commons BY-NC-SA.
- Lega Nerd, primo Social Blog italiano, creato completamente in crowdsourcing, pubblica tutti i suoi articoli con licenze in Creative Commons 2.5 BY-NC-ND.
Resto del Mondo
- Casa Bianca
- Al Jazeera Creative Commons Repository
- Arduino, piattaforma hardware open source per il physical computing: la scheda è offerta con licenza Attribution-ShareAlike 2.5.
- OpenStreetMap, le immagini delle mappe sono disponibili sotto la licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0
- Wikinotizie, utilizza la licenza CC BY
- Wikitravel
- Wikivoyage
- La fiction di Cory Doctorow
- Il libro del professor Lessig pubblicato nel 2004, Free Culture
- Tre dei libri di Eric S. Raymond, The Cathedral and the Bazaar (il primo ad essere pubblicato commercialmente sotto una licenza CC, edito da O'Reilly & Associates), The New Hacker's Dictionary, e The Art of Unix Programming (tutti e tre con una clausola condizionale aggiunta)
- Public Library of Science
- Star Wreck VI
- MoveOn.org's Bush In 30 Seconds contest
- Groklaw
- CcMixter A community music site featuring remixes licensed under Creative Commons
- MIT OpenCourseWare
- Telltale Weekly
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