Con il termine Ménéstrandise
(in francese, "menestrelleria") si intende una corporazione
francese di musicisti, giullari e menestrelli, fondata a Parigi il 14
settembre 1321, confermata da statuti nel 1407 e 1659 ed esistita
fino al 1776.
Storia
La Ménéstrandise, o
corporazione dei menestrelli, venne creata nel 1321 allo scopo di
contrastare i musicisti vagabondi, la cui attività era considerata
degradante. L'organizzazione raggiunse il suo apogeo nel XVI secolo.
Il musicologo François Lesure
evidenziò alcuni tratti importanti della corporazione:
- La Ménéstrandise era strutturata con una ferrea gerarchia: un'assemblea ristretta di maestri, tre governatori e il direttore generale, che aveva il titolo di roi des ménétriers (re dei menestrelli) o roi des violons (re dei violini) ed era nominato personalmente dal re di Francia.
- La Ménéstrandise possedeva diversi immobili a Parigi in rue des Petits-Champs, rue Saint Martin, rue des Croissants e aveva anche la propria chiesa, chiamata Saint-Julien-des-Ménétriers, distrutta durante la rivoluzione francese.
- Istruiva e formava i musicisti secondo un percorso di studi
di quattro anni, riconoscendoli ufficialmente dopo un esame
sostenuto alla presenza del re o di un suo luogotenente.
Tutte queste caratteristiche dimostrano
che la Ménéstrandise mirava a istituzionalizzare la
professione del musicista dando loro uno status sociale borghese e
fornendo loro rispettabilità, segnando così un confine fra i vecchi
menestrelli medioevali e i suoi membri. È dunque normale che la
ghironda, il classico strumento del musicista mendicante, non fosse
inclusa nell'elenco degli strumenti musicali redatto dalla
Ménéstrandise.
Philippe Beaussant, però, sostiene che
nella Ménéstrandise ci fossero anche suonatori di ghironda.
La contraddizione sembra essere spiegata dal fatto che, inizialmente,
la Ménéstrandise respingeva i suonatori di ghironda, ma, nel
momento in cui la sua autorità iniziò a declinare, vennero ammessi
anche mendicanti e saltimbanchi, purché paganti.
La menestrelleria fiorì nel XVI
secolo, sia con gli strumenti detti "alti" (come il
violino, ad esempio) che con quelli detti "bassi" (la
ghironda) ed era praticata da gruppi di musicisti professionisti o
semi-professionisti. In pieno XVII secolo la corporazione,
allontanatasi di molto dall'ideale originario di preservare l'arte
giullaresca antica, cercava ancora di imporsi sui musicisti per far
pagare loro tasse e quote associative. Quando venne formalmente
riconosciuta dal re Luigi XIV, nel 1659, la corporazione cercò di
estendere su tutti i musicisti la propria autorità, compresi
organisti, clavicembalisti e strumentisti della corte reale. Solo chi
pagava la quota d'iscrizione alla Ménéstrandise poteva
suonare in pubblico. Secondo il regolamento della corporazione,
infatti:
«Nessuna persona del Regno
di Francia o straniera può insegnare musica, danzare, riunirsi di
giorno o di notte per dare serenate o suonare strumenti in
matrimoni o assemblee pubbliche, né altrove, o in generale non
può fare nulla che concerne l'esercizio della musica se non è
riconosciuto maestro o è approvato dal re e dai suoi
luogotenenti, pena un'ammenda per la prima volta, con sequestro e
vendita degli strumenti, e punizioni corporali per la seconda
volta.»
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La Ménéstrandise venne abolita
nel febbraio 1776 a seguito della pubblicazione di un editto che
sanciva la libertà delle arti e la soppressione delle vecchie
corporazioni.
Re dei menestrelli
Come accennato precedentemente, la
Ménéstrandise era presieduta da un direttore, il quale
prendeva il nome di roi des ménétriers o roi des violons.
Il più antico documento dove è
possibile trovare un riferimento a tale ufficio è uno Stato degli
ufficiali di Filippo il Bello, in cui figura, nel 1288, un non
meglio identificato roi de joueurs de flûte (re dei suonatori
di flauto). Sempre sotto il regno di Filippo il Bello un giocoliere
di nome Jehan Charmillon, nato verso la metà del XIII secolo, nel
1295 venne nominato Roi des ménestrels de la ville de Troyes.
Durante il regno di Luigi X un certo Robert ricevette il titolo di
Roi des Ménestrels con un'ordinanza del 1315, quando ancora
la corporazione non esisteva ufficialmente. Dopo la fondazione della
Ménéstrandise, nel 1321, venne nominato direttore Robert
Caveron, nel 1338, con il titolo di Roy des ménestrels du Royaume
de France. A Caveron seguì Coppin de Brequin, menzionato con
diversi titoli nel 1357, 1362 e 1367.
Due atti risalenti alla fine del XIV
secolo indicano il titolo di Roy des Ménestriers du Royaume de
France in capo a Jehan Pontevin. Jehan Boisard, detto Verdelet,
succedette a Pontevin con il titolo di Roi des Ménétriers.
Egli è citato in un documento del 19 febbraio 1420 per aver ricevuto
un premio dal futuro Carlo VII. Boisard non restò a lungo a capo
della corporazione, in quanto, pochi anni dopo, troviamo Jehan
Fascien (o Facion) nominato Roy des Ménestrels. Dopo Facien,
l'elenco dei direttori della corporazione si interrompe per un secolo
fino a François Roussel, superiore della corporazione nel 1572, al
quale succedette Claude de Bouchandon, oboista di Enrico III. A
Bouchardon venne accordato, il 13 ottobre 1575, il titolo di Roy
et maistre des ménestriers et de tous les joueurs d'instrumens du
royaume.
Durante il regno di Enrico IV, nel
1590, Claude Nyon, violinista della camera del re, ricevette la
nomina a Roy des Ménestriers, che cederà dieci anni più
tardi a suo figlio Guillame Claude Nyon, detto Lafont, anch'egli
violinista della camera del re. In un documento dell'8 febbraio 1600
è menzionato come Roy des joueurs d'instrumens par tout le
royaume. Non si sa nulla dei suoi figli, ma certamente non gli
succedettero nella carica di direttore della Ménestrandise in
quanto, il 7 marzo 1620,
viene menzionato con il titolo di Roy des joueurs d'instrumens
François Rishomme, violinista reale. Quattro anni dopo, il 12
dicembre 1624, Luigi XIII nominò Louis Costantin, violinista di
corte, come Roy et maître des ménétriers et de tous les joueurs
d'instrumens, tant haut que bas du royaume. Costantin, autore di
numerosi brani a cinque e sei voci per violini, viole e basso
continuo, fu uno dei musicisti più famosi ai suoi tempi. Suo figlio
Jean Costantin, nel 1657, figurò come uno dei ventiquattro
violinisti della camera del re.
A Costantin succedette, nel 1641,
Claude Dumanoir. Quest'ultimo, il 21 novembre 1657, cedette
l'incarico al proprio nipote, Guillame Dumanoir, uno dei ventiquattro
violinisti della camera del re, che ricevette da Luigi XIV il titolo
di Roi des violons, maître à danser et joueurs d'instrumens tant
haut qua bas. Quando Guillame Dumanoir si dimise, il 15 agosto
1668, il titolo passò a suo figlio omonimo, Guillame II Dumanoir.
Dopo le dimissioni di quest'ultimo, nel 1695, Luigi XIV non nominò
un suo successore, lasciando il titolo vacante. In seguito, nel 1741,
Luigi XV nominò Jean Pierre Guignon a capo della corporazione.
Dimettendosi, nel 1773, Guignon chiese
la soppressione della Ménéstrandise, ormai considerata
anacronistica. Luigi XV, con un editto del marzo 1773, accettò le
dimissioni di Guignon e soppresse l'ufficio di re dei menestrelli. La
corporazione venne poi abolita nel febbraio 1776.
Controversie
L'alta considerazione di cui godevano i
musicisti della cappella reale, i quali non facevano parte della
Ménéstrandise, l'istituzione della Reale Accademia della
Danza (1661), dell'Accademia francese d'opera in versi e in musica
(1669) e della Regia Accademia Musicale (1672) causarono il declino
della Ménéstrandise e il conflitto fra i suoi membri e gli
altri musicisti.
Nel 1693 un gruppo di compositori, fra
i quali François Couperin, presentarono a Luigi XIV una protesta
contro la corporazione, accusandola di essere troppo restrittiva nei
riguardi della libertà dei musicisti. Una protesta simile venne
presentata anche nel 1707, e, in entrambi i casi, lo strapotere della
corporazione venne ridimensionato. Couperin, per l'occasione, scrisse
una suite per clavicembalo intitolata Les Fastes de la grande et
ancienne Mxnxstrxndxsx (il titolo, in caratteri enigmatici, era
per evitare di essere citato in giudizio dalla corporazione),
appositamente composta come satira per mettere alla berlina i membri
della corporazione stessa. Secondo i musicisti colti, infatti, i
membri della Ménéstrandise non erano altro che giocolieri,
ghirondai e buffoni con scimmie ammaestrate, ignoranti di musica, che
pretendevano il pagamento di tributi assurdi.
Nella Raccolta di editti, decreti
del consiglio del Re, lettere patenti, memorie e decisioni del
Parlamento per i musicisti del regno, pubblicato da Christophe
Pierre Robert Ballard nel 1774 a cura del Corpo della Musica di Sua
Maestà, si trova una cronaca del conflitto fra corporazione e
musicisti di altri enti:
«I ripetuti tentativi della
Ménéstrandise di forzare musicisti a entrare nella
comunità e a pagare le relative tasse di iscrizione, gli
innumerevoli processi che ha generato, sia nella capitale che
nello stato e la poca osservanza dimostrata nell'assicurare la
libertà musicale sono i motivi che hanno portato alla stampa del
presente codice.»
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Effettivamente, la libertà musicale fu
alla base di diversi problemi. La prima denuncia fu quella fatta da
Guillaume Dumanoir, direttore generale della Ménéstrandise,
che, nell'aprile 1662, si oppose alla creazione dell'Accademia della
Danza. Le sue petizioni suscitarono una risposta dettagliata degli
accademici parigini, con un discorso per dimostrare che la danza,
nella sua parte più nobile, non aveva bisogno di strumenti musicali.
Guillaume Dumanoir perse il processo il 30 agosto 1662, ma si vendicò
scrivendo il libello Le mariage de la musique avec la dance,
contenant la réponce au livre des treize prétendus Académistes,
touchant ces deux arts, pubblicato nel 1664.
Quando, dieci anni dopo, venne
istituita la Regia Accademia Musicale e si esentarono i maestri di
danza dell'accademia dal presentare le loro credenziali alla
Ménéstrandise, Guillame II Dumanoir, figlio omonimo di
Guillaume Dumanoir e nuovo direttore della Ménéstrandise,
tentò di obbligare i docenti a presentare le loro credenziali e a
pagare le tasse di iscrizione alla corporazione per quanto riguardava
le loro attività al di fuori della Regia Accademia Musicale, come
balli, matrimoni e concerti. Un decreto del consiglio reale, però,
diede torto a Dumanoir. La Ménéstrandise, dunque, non aveva
più il monopolio sulle attività dei musicisti. Forti di questo
decreto, il 28 aprile 1682 i maestri di danza ottennero il monopolio
sull'insegnamento della danza, potendola insegnare senza essere
iscritti alla corporazione. Dumanoir, il quale non poteva sopportare
che questi maestri lasciassero la Ménéstrandise, denunciò
l'Accademia Reale della Danza e ottenne, il 2 novembre 1691, dopo
dieci anni di contenzioso, che i membri della Ménéstrandise
potessero, in concorrenza con i membri dell'Accademia, riconoscere
titoli di maestro e dare lezioni di danza.
Nella Dichiarazione del Re sulle
regole per le funzioni dei giurati ufficiali per la comunità dei
maestri di danza, dei suonatori di strumenti, sia alti che bassi, e
degli oboisti della città e dei sobborghi di Parigi, al fine di
porre fine alle lamentele, si stabilì che nessuno potesse danzare o
tenere spettacoli senza essere in possesso del titolo riconosciuto di
maestro, a eccezione dei tredici membri della Reale Accademia della
Danza, i quali avrebbero potuto continuare a esercitare la loro arte
in completa libertà. Dopo questa decisione, Dumanoir, accusato di
continui litigi, si dimise e venne sostituito da quattro giurati.
Questi giurati fecero una nuova
denuncia, questa volta contro gli insegnanti di clavicembalo, i
compositori e gli organisti della cappella reale che rifiutavano di
iscriversi alla Ménéstrandise. Il 10 luglio 1693 gli
insegnanti di clavicembalo, guidati da Nicolas Lebègue, Guillaume
Gabriel Nivers, Jean Buterne e François Couperin, risposero
duramente. La lite continuò per altri due anni. Nel maggio del 1695
una decisione definitiva della corte si espresse in favore dei
compositori, degli organisti e degli insegnanti di clavicembalo
contro i giurati della Ménéstrandise.
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