Il visual kei
(ヴィジュアル系
vijuaru kei, "stile visivo"), è un genere musicale
peculiarmente giapponese sviluppatosi a partire dalla seconda metà
degli anni ottanta del XX secolo.
Il nome è composto dalla parola
inglese visual ("visivo") e giapponese kei (系,
"stile"); la grafia visual key è comunemente diffusa su
Internet, ma si tratta di un errore poiché la seconda parola è
appunto la giapponese kei e non l'inglese key. L'espressione è stata
coniata dalla frase «Psychedelic Violence Crime of Visual Shock»,
slogan degli X JAPAN (leggibile anche sulla copertina dell'album BLUE
BLOOD), band considerata tra i maggiori esponenti del movimento
nonché tra i pionieri e fondatori dello stesso.
Corrente eterogenea e variegata,
originariamente si ispira in parte allo stile musicale e
d'abbigliamento dei gruppi hair metal come Mötley Crüe, Poison,
Europe, Guns N' Roses, e in parte alle correnti new wave e post-punk
di matrice europea. Ha raggiunto la sua maturità a partire dagli
anni novanta e dagli anni 2000 ha conosciuto un crescente interesse
da parte del pubblico internazionale.
Nonostante alle origini il visual kei
si presentasse come un vero genere musicale omogeneo e riconoscibile,
con il tempo si è esteso e ramificato fino ad assumere la dimensione
di una scena musicale a sé stante, molto ampia e caratterizzata
fondamentalmente non per il sound, ma per il look. L'aspetto visivo,
l'istrionismo delle esibizioni e la celebrazione dell'artista come
persona hanno un ruolo centrale e non dispensabile, di pari livello a
quello musicale: l'immagine e la musica hanno cioè la stessa
importanza al fine di creare un'esperienza di tipo teatrale e
congruente con un concept artistico che viene spesso definito dalle
singole band.
Il fandom del visual kei è composto
principalmente da pubblico femminile, complementare al fandom delle
idol principalmente maschile: entrambi hanno un rapporto molto
personale con gli artisti che solitamente va al di là della proposta
musicale. Le fan donne del visual si definiscono bangyaru (バンギャル
"ragazza della band"), mentre gli uomini bangyao
(バンギャ男
"ragazzo della band").
Il Visual kei emerse nei primi anni del
1980 introdotto da band come X Japan, D'Erlanger, Buck-Tick e COLOR.
Il termine Visual kei si pensa derivi da uno degli slogan degli X
Japan, ossia "Psychedelic violence crime of visual shock".
Ci furono due etichette discografiche, fondate nel 1986, che sono
state decisive per aiutare la diffusione del Visual kei: Extasy
records a Tokyo e Free-Will a Osaka.
Extasy records venne creato dal
batterista e leader degli X Japan Yoshiki e altre band, non limitate
solo al Visual kei, che avrebbero continuato ad avere successo sulla
scena musicale giapponese, fra cui Zi:Kill, Tokyo Yankees e Ladies
Room. I Luna Sea e i Glay, che continuarono a vendere milioni di
dischi, Glay in particolare divenne uno dei gruppi musicali di più
successo in Giappone, ebbero i loro primi album pubblicati da Extasy.
Free-Will, che venne fondata dal cantante e leader dei COLOR Dynamite
Tommy, ai tempi non era così popolare come Extasy, ma aveva molte
band moderatamente di successo, come i By-Sexual e i Kamaitachi.
Attualmente Free-Will è ancora forte ed è un importante
distributore nella diffusione del Visual kei ad di fuori del
Giappone, mentre Extasy ha seguito il suo proprietario e ha una sede
negli Stati Uniti firmando e producendo atti americani.
Nel 1992 gli X Japan cercarono di
avviare un tentativo di entrare nel mercato americano anche firmando
con Atlantis Record per un album negli Stati Uniti ma questo alla
fine non è successo. Alla fine del 1980 e fino alla metà degli anni
1990, il Visual kei ha ottenuto una crescente popolarità in tutto il
Giappone, quando le vendite di album di band Visual kei cominciarono
a raggiungere numeri da record. Le band più importanti che
raggiunsero successo in questo periodo furono: gli X Japan, i Luna
Sea e i Buck-Tick tuttavia anche un drastico cambiamento nel loro
aspetto accompagnò il loro successo. Durante lo stesso periodo altre
band come i Kuroyume, i Malice Mizer e Penicillin ottennero un
successo mainstream anche se non avevano un successo commerciale.
Verso la fine degli anni 1990 la popolarità mainstream del Visual
kei era in declino; gli X Japan si sciolsero nel 1997 e un anno dopo
il loro chitarrista Hide morì e nel 2000 pure i Luna Sea decisero di
sciogliersi. Nel 1998, Steve McClure della Billboard commentò che
"la morte di Hide in un certo senso segna la fine di un'era, gli
X sono stati la prima generazione di band Visual kei ma le novità li
hanno portati fuori. Per la prossima generazione di band è come:
Questo è tutto. La torcia è passata a noi".
Notevoli band visual kei più recenti
includono: Dir en Grey, Alice Nine, The Gazette e D'espairsRay che
hanno tutte suonato all'estero. Alcuni veterani delle band si sono
stabiliti in nuovi gruppi, come Mana dei Malice Mizer con il suo
gruppo Moi dix Mois e tre membri dei Pierrot che formano gli Angelo.
Nel 2007, il visual kei è stato rivitalizzato dai Luna Sea con una
performance e gli X Japan ufficialmente si riunirono in un nuovo
singolo e tour mondiale. Con questi sviluppi, le band visual kei
godono di una spinta in sensibilizzazione del pubblico, con le band
che formatasi nel 2004 vengono descritte da alcuni media come
"neo-visual kei".
A livello musicale il visual kei non ha
nessuna caratterizzazione specifica, bensì possiede una eterogeneità
di stili imparagonabile a qualunque altro genere, pur restando sempre
nell'ambito del rock; è per questo verso associabile allo shibuya
kei, un altro stile giapponese (legato però all'ambito del pop) noto
per gli esiti molto variegati che raggiungono i suoi esponenti. I
gruppi visual kei spaziano enormemente dall'heavy metal al pop rock
senza trascurare molti influssi come il grunge, il dark, l'hard rock,
il glam, il punk e l'elettronica, e non sono inusuali i riferimenti
alla musica classica; viene inoltre spesso ricercata la fusione di
più tipologie (anche opposte) per creare un effetto spiazzante e
teatrale.
I gruppi musicali visual kei si
distinguono per la grande teatralità ed attenzione all'aspetto
visivo e scenografico: costumi, scenografie, pose, trucco e
comportamento sono curati con enorme attenzione, mostrati sulle
riviste di settore tramite servizi fotografici e continuamente
rinnovati cercando di seguire, per ogni artista, un filo logico
conduttore che è solitamente una frase-chiave o un concept
artistico, ben dichiarato dalla band ed influente sia sul lato visivo
sia su quello musicale. Il grande impegno profuso nella cura
dell'immagine non deve però far pensare che il visual kei si
concentri solo su questo: lo scopo degli artisti visual non è solo
funzionare a livello di immagine, ma saper creare un'alchimia
equamente bilanciata fra immagine e musica, cercando di proporre
all'ascoltatore un prodotto artisticamente completo.
Esattamente come per la musica, anche
l'aspetto dei musicisti visual kei possiede una enorme varietà
d'espressioni ed influenze. I look vanno dall'uso di pelle e latex,
usati in maniera provocante ed abbinati a trucco forte e capelli
decolorati e tinti in maniera innaturale, fino al più innocuo degli
abbigliamenti, con semplici t-shirt colorate e scarso o nessun uso di
cosmetici, passando per tutti i gradi intermedi: l'unica
discriminante sta nella coerenza con la musica proposta, cioè sempre
nel rispetto del concept artistico. All'interno del visual kei
esistono varie sottocorrenti divise per stile e relativa proposta
musicale, le più importanti delle quali sono:
- kote kei (コテ系), o kotekote (コテコテ): ovvero il visual kei old-school, sviluppatosi principalmente nella seconda metà degli anni novanta. Rappresenta il grado più estremo e oscuro del look, con ricercato effetto-shock sul fruitore attraverso l'uso di colori forti, abbigliamento molto scenografico e vicino al gusto BDSM, ampio uso di trucco ed effetti scenici teatrali come l'uso di sangue finto o altri ritrovati. Generalmente caratterizzato da una peculiare mistura di post-punk e metal estremo ereditata dai Kuroyume e aggiornata dai gruppi dell'etichetta Matina.
- tanbi ha (耽美派 "scuola estetica"): sottocorrente caratterizzata da musica più melodica e dalle influenze classiche più marcate, nonché dagli abiti sfarzosi e barocchi. Originata dalla metà degli anni novanta con gruppi come MALICE MIZER e LAREINE.
- shiro (白 "bianco"): lato più soft e melodico dell'old-school, contrapposto al kuro (黒 "nero") dei gruppi kote-kei tradizionali. Vede tra gli esempi più caratteristici gruppi come i ROUAGE o i BAISER.
- oshare kei (お洒落系): è la versione più fresca e gioiosa del visual kei, che porta infatti il nome di oshare ("alla moda") e si caratterizza per l'abbigliamento giovanile, spesso street fashion, dominato dalla profusione di colori e dall'uso di un gran numero di accessori e dettagli. Concentrata prevalentemente sul look, è la corrente più mainstream del visual kei ed è generalmente molto vicina al pop-rock. Fra i rappresentanti più famosi gli AN CAFE e LM.C.
- kote-osa (コテオサ): termine che fonde kote kei e oshare kei. È caratterizzato dal look giovanile in stile oshare kei e da un tipo di musica che va dal pop-rock mainstream a un sound leggermente più aggressivo in stile kote kei. Dalla metà degli anni 2000 è emersa come la corrente di maggior successo in Giappone, grazie alla popolarità di band come Alice Nine e Nightmare.
- Nagoya kei (名古屋系): stile tendente al dark, con musicisti vestiti in completi neri o in costumi tetri (non macabri), ma comunque semplici. Il trucco è presente benché semplificato, e la tavolozza dei colori è molto ridotta e con tonalità vicine al nero. Il nome palesa la provenienza di questo stile dalla città di Nagoya, ma la sua diffusione in tutto il Giappone ha generato altre diciture come ankoku (暗黒 "oscurità") o kurofuku (黒服 "abiti neri").
- angura kei (アングラ系): la parola angura viene dall'inglese underground e si usa per band dallo stile particolarmente bizzarro, spesso parodico verso la società e caratterizzato dall'uso irriverente e provocatorio di icone sociali o da abbigliamento irrispettoso verso le istituzioni statali. Spesso viene considerata una corrente esterna al visual kei, benché vi sia comunque correlata dalla teatralità delle esibizioni, spesso delle vere e proprie messe in scena. A volte definito chikashitsu (地下室 altra dicitura per "underground") o anche shironuri (白塗り "pittura bianca") per l'utilizzo di uno spesso strato di trucco bianco in volto proveniente dalla tradizione giapponese del kabuki.
Oltre a queste categorie ne esistono
molte altre, né è detto che una band visual rientri necessariamente
in una categoria: la varietà di possibilità è molto ampia e la
contaminazione è ricercata.
Trasversale a tutti gli stili è
presente la tendenza a dare dei ruoli ai componenti dei gruppi: viene
sempre definito un leader (solitamente il membro fondatore e non
necessariamente il frontman) e ogni musicista tende ad assumere
caratteristiche peculiari dal punto di vista visivo o caratteriale.
Più raramente i musicisti si attribuiscono dei personaggi di tipo
teatrale, per cui ci sarà il protagonista/eroe, la
fanciulla/principessa, l'antagonista, l'aiutante, eccetera. Questo
modo di vedere le band non crea gerarchie interne, ma, anzi, unisce
ancora di più i musicisti agli occhi dei fan, che vedono nel gruppo
musicale il cast di una storia che viene messa in scena nei dischi e
nelle esibizioni dal vivo.
I ruoli sono particolarmente evidenti in alcune band che lavorano molto sulla costruzione dei personaggi: ad esempio i Da'vid shito:aL si basavano sul concept kanaderu otogi (カナデルオトギ "fiabe in musica") e nei concerti dal vivo il cantante/protagonista Pietro "apriva" il suo baule dei giocattoli da cui uscivano le sue bambole (gli altri musicisti Misa, Eruze, Rietto e Kyon) con cui poi giocava (suonava le canzoni i cui testi sono storie fiabesche), arrivando addirittura alla creazione di Kuro Pie, una nemesi malvagia del cantante (sempre lui, ma in altri panni) e trasformando quindi i live in vere e proprie performance recitate, cantate e ballate che coinvolgevano anche il pubblico. Alla stessa maniera, gli Idenshi kumikae kodomokai mettevano in scena dei semi-musical recitati in cui le canzoni erano parte della storia e la narrazione avveniva attraverso i canoni e gli stereotipi dei mass media popolari giapponesi come manga, anime e videogiochi fino all'uso di colonne sonore esistenti (come ad esempio quella de Le situazioni di Lui & Lei).Altri esempi noti sono i LAREINE, che interpretavano i personaggi delle loro canzoni accompagnando spesso le loro uscite con libretti esplicativi e racconti in prosa, o i successivi Versailles (il cui cantante è KAMIJO, lo stesso dei LAREINE attualmente in pausa) che portano avanti questa tradizione e, tenendo fede al loro nome, vestono sempre abiti di gusto rococò ispirati alla moda del XVIII secolo (esemplare il chitarrista HIZAKI). Anche altri gruppi non così inseriti nel gioco delle parti hanno comunque almeno un componente più "virile" ed uno più "femmineo": ad esempio nei Vidoll questi erano rispettivamente Jui e Rame, negli AN CAFE sono Miku e Bou (non più nella band), eccetera. Anche questa regola non è fissa: non è detto che ci sia il ruolo femminile (detto "principessa" (姫, hime), come veniva indicato Kaya degli Schwarz Stein), le variazioni sono molteplici e tutte valide.
I ruoli sono particolarmente evidenti in alcune band che lavorano molto sulla costruzione dei personaggi: ad esempio i Da'vid shito:aL si basavano sul concept kanaderu otogi (カナデルオトギ "fiabe in musica") e nei concerti dal vivo il cantante/protagonista Pietro "apriva" il suo baule dei giocattoli da cui uscivano le sue bambole (gli altri musicisti Misa, Eruze, Rietto e Kyon) con cui poi giocava (suonava le canzoni i cui testi sono storie fiabesche), arrivando addirittura alla creazione di Kuro Pie, una nemesi malvagia del cantante (sempre lui, ma in altri panni) e trasformando quindi i live in vere e proprie performance recitate, cantate e ballate che coinvolgevano anche il pubblico. Alla stessa maniera, gli Idenshi kumikae kodomokai mettevano in scena dei semi-musical recitati in cui le canzoni erano parte della storia e la narrazione avveniva attraverso i canoni e gli stereotipi dei mass media popolari giapponesi come manga, anime e videogiochi fino all'uso di colonne sonore esistenti (come ad esempio quella de Le situazioni di Lui & Lei).Altri esempi noti sono i LAREINE, che interpretavano i personaggi delle loro canzoni accompagnando spesso le loro uscite con libretti esplicativi e racconti in prosa, o i successivi Versailles (il cui cantante è KAMIJO, lo stesso dei LAREINE attualmente in pausa) che portano avanti questa tradizione e, tenendo fede al loro nome, vestono sempre abiti di gusto rococò ispirati alla moda del XVIII secolo (esemplare il chitarrista HIZAKI). Anche altri gruppi non così inseriti nel gioco delle parti hanno comunque almeno un componente più "virile" ed uno più "femmineo": ad esempio nei Vidoll questi erano rispettivamente Jui e Rame, negli AN CAFE sono Miku e Bou (non più nella band), eccetera. Anche questa regola non è fissa: non è detto che ci sia il ruolo femminile (detto "principessa" (姫, hime), come veniva indicato Kaya degli Schwarz Stein), le variazioni sono molteplici e tutte valide.
Uno degli elementi più caratterizzanti
del visual kei è la presenza esclusiva di musicisti uomini
(rarissimi i casi di musiciste donne e meno ancora di band tutte al
femminile, come le exist†trace) seguiti da un pubblico quasi
esclusivamente femminile. In questo contesto di tipo fortemente
teatrale, è evidente come il physique du rôle rivesta una certa
importanza. L'androginia tipica di alcuni musicisti visual kei trae
le sue radici nella cultura giapponese: nello storico e raffinato
teatro Nō gli uomini recitano anche i ruoli femminili, costruendo
dei canoni di bellezza virili che esaltavano la figura della donna
come riferimento unico di bellezza anche per il sesso maschile,
diversamente dai canoni estetici occidentali figli della cultura
greco-romana.
Essendo un genere musicale grandemente
basato sull'impatto visivo e teatrale, i media legati al visual kei
sono molto elevati per quantità e qualità. Spesso si ritrova in
queste pubblicazioni un'esaltazione della figura fisica del musicista
più ancora che della sua musica.
Ogni prodotto discografico messo in
commercio dagli artisti è sempre estremamente curato nella sua veste
editoriale, e spesso è pubblicato in più edizioni differenziate per
grafica, contenuto (tracklist, bonus track, b-side, eccetera),
materiali bonus (DVD extra, poster, gadget, eccetera) ed altri
aspetti ancora, tutte distribuite nei negozi in contemporanea (e non
successivamente l'una all'altra come accade in Occidente).
Soprattutto a partire dal XXI secolo, quasi ogni disco (singolo, EP o
album che sia) viene stampato in molteplici edizioni, solitamente una
normale ed altre speciali ognuna con un loro distinto omake (御負け
"extra"): bonus track, brani esclusivi composti dai
singoli componenti, DVD con videoclip, making-of o esibizioni live,
poster, libri fotografici, cartoline promozionali, persino profumi ed
altro ancora. Questa enorme moltiplicazione delle uscite (ad ogni
titolo possono corrispondere dalle due alle sette edizioni diverse)
genera un doppio effetto: da un lato consente al fan di poter
scegliere la versione che preferisce e fidelizza nei confronti
dell'artista, e dall'altro ha un enorme rientro economico dato dal
fatto che i fan più affezionati tendono ad acquistare tutte le
versioni disponibili di ogni titolo. Il marketing strategico e virale
ha raggiunto in alcuni casi risultati del tutto inediti: per esempio,
nel 1997 e nel 2002 i MALICE MIZER hanno realizzato due film muti
recitati dai membri della band per promuovere due singoli,
rispettivamente Verte aile
(una storia romantica ad
ambientazione francese) per Bel Air ~Kūhaku no shunkan no naka de~ e
Bara no konrei (rielaborazione del Dracula di Bram Stoker) per
Mayonaka ni kawashita yakusoku. Analogamente hanno fatto nel 2009 i
Versailles per la promozione del singolo ASCENDEAD MASTER realizzando
un omonimo cortometraggio che vede impegnati come attori i componenti
della band; sperimentando una innovativa strategia di marketing, il
cortometraggio è stato spezzato in tre parti, ognuna delle quali è
stata inserita come bonus in una diversa edizione del singolo: questo
vuol dire che per poter vedere interamente il film è necessario
comprare tutte e tre le edizioni del singolo, ed inoltre la colonna
sonora del film, composta da quattro brani, è inoltre anch'essa
stessa spezzata nelle quattro edizioni del singolo (le tre speciali
più la normale).
Anche i DVD sono una parte importante
del mercato discografico visual kei: non vengono pubblicati solo i
grandi concerti svoltisi in arene o stadi, ma anche le esibizioni più
modeste, e per i gruppi più importanti da ogni tour viene tratto
almeno un DVD (come nel caso dei Vidoll). Frequenti sono anche le
raccolte di video musicali e commemorativi in occasione di
anniversari o dello scioglimento dei gruppi, o documentari sui tour
degli artisti in cui, più che le riprese effettive dei concerti,
sono presenti interviste e materiale di backstage.
Poiché il visual kei è un genere che
insiste molto sul lato visivo e drammatico, il videoclip riveste un
ruolo primario nella diffusione di questa musica. La stragrande
maggioranza dei video musicali rappresenta la band o l'artista mentre
si esibisce nell'esecuzione della canzone, e la creatività del
regista sta nel saper creare dei contesti che esaltino tanto il lato
musicale quanto quello visivo. I migliori e più importanti esiti
sono stati raggiunti dalla casa di produzione VISUAL TRAP, che a
partire dagli anni novanta ha prodotto e realizzato moltissimi
videoclip, in Giappone chiamati PV (sigla di "Promotional
Video", ovvero videoclip), per i più importanti esponenti del
genere. Particolarmente rappresentativi sono i clip dei Dir en grey,
che hanno realizzato numerosissimi video (non solo per i singoli, ma
anche per intere tracklist di album, e tutti diretti da Hiroyuki
Kondō) che sono una testimonianza dell'evoluzione del gusto visual
kei dal 1997 ad oggi.
Esistono, inoltre, numerose riviste
specializzate sul visual kei come ARENA 37 °C, Cure, FOOL'S MATE,
SHOXX, Zy., Neo Genesis ed altre ancora: patinate e di grande
formato, presentano numerosi servizi fotografici accompagnate da
conversazioni con gli artisti, ma nessuna recensione musicale. Queste
riviste tendono soprattutto e prevalentemente ad esaltare la figura
dei musicisti più ancora della loro musica, con curatissime sessioni
fotografiche e lunghe interviste durante le quali si indaga più
l'aspetto personale degli artisti che non la loro musica: sono
frequenti domande sui gusti culinari, sui prodotti cosmetici usati,
sulla cura dei propri animali domestici ed altro ancora; questi
articoli fatti di grandi foto a tutta pagina e curiosità servono
allo stesso tempo ad esaltare l'immagine dei musicisti allo status di
cult e contemporaneamente a renderli più umani e vicini al pubblico.
Sono altresì molto diffusi i libri
fotografici (consuetudine presente in generale in tutta la musica
giapponese, per esempio nel mondo delle idol, e non solo nel visual
kei) e molte altre pubblicazioni dov'è possibile apprezzare al
meglio il trucco, le acconciature ed il vestiario dei musicisti: il
look è un aspetto centrale per questo genere musicale.
Per le sue connotazioni spiccatamente
extra-musicali, il visual kei è presente in diversi aspetti della
cultura giapponese.
- 1986 - Mamoru Nagano: The Five Star Stories
In un lontano futuro l'umanità si
sposterà dal sistema solare verso un cluster composto da cinque
stelle, di cui una mobile; i pianeti vengono colonizzati secondo un
sistema di tipo feudale e vi regnano signori in lotta fra loro
tramite giganteschi robot (a guisa di armature medievali) comandati
da un cavaliere e da un computer biologico in forma di fanciulla
chiamato fatima. Nei 13 volumi (in prosecuzione) di The Five Star
Stories, Mamoru Nagano narra una saga di proporzioni vastissime e dal
respiro epico in cui si muovono centinaia di personaggi che, forniti
di nomi bizzarri e di costumi immaginifici, hanno influenzato il
gusto del visual kei; ad esempio, Fatima è stato scelto come nome da
un gruppo musicale.
- 1989 - Maki Kusumoto: KISS××××
Storia d'amore fra una ragazza e Kanon,
il cantante di una band visual kei. Il fumetto è noto per il tono
straordinariamente etereo e surreale della narrazione (collocata più
nel mondo immaginario della protagonista che non nella vita reale),
per la grafica raffinata ed estetizzante dell'autrice e perché ha
avuto un'importanza basilare per la nascita dello stile visual kei,
presentando personaggi che per pose, atteggiamenti e look ispireranno
numerosi band sia a breve sia a lungo termine, come ad esempio il
cantante Ryūtarō Arimura dei Plastic Tree.
- 1994 - Rumiko Takahashi: 1 or W, episodio Invito al Takarazuka (宝塚への招待 Takarazuka he no shōtai )
Masahiko, cantante del gruppo visual
kei Willow, viene perseguitato dallo spirito della nonna morta,
grande fan degli spettacoli del teatro Takarazuka, finché non
riuscirà a rappacificarsi con lei. Invito al Takarazuka è una
storia breve realizzata all'inizio degli anni novanta da Rumiko
Takahashi, una delle più famose autrici di fumetti giapponesi nonché
grande fan del gruppo visual kei SHAZNA, e testimonia la notorietà
popolare che il genere aveva raggiunto già allora.
- 1997 - Mayu Shinjō: Strofe d'amore
Aine scrive
testi per canzoni, ma non ha nessuno a cui farle cantare finché non
incontra Sakuya, vocalist della band Λucifer (Lucifer) con cui
intratterrà una tormentata storia d'amore lungo tutta la durata del
fumetto. Nonostante sia stata stroncata negativamente dalla
critica[26] per l'abitudine dell'autrice ad indugiare continuamente
in un fan service (solleticamento del pubblico) erotico del tutto
gratuito, Strofe d'amore è un'opera importante nel contesto visual
perché il successo del fumetto è stato tale da aver realmente
generato il gruppo musicale Λucifer, creato a scopo promozionale per
il cartone animato nel 1999 e poi rimasto attivo autonomamente fino
al 2003; inoltre, le sigle iniziali e finali dell'anime sono state
eseguite da importanti band visual come i GLAY ed i TRANSTIC NERVE.
- 2001 - Satomi Ikezawa: Othello
Yaya è una ragazza timida e discreta
che nel week-end sfugge alla monotonia della sua vita scolastica
vestendosi da gothic lolita ad Harajuku, dove può discutere con le
sue compagne di musica visual e del suo gruppo preferito, i Juliet;
Yaya però ignora di avere una doppia personalità e quando batte la
testa esce fuori Nana, suo alter ego rampante e sfrontato. Othello è
una commedia brillante incentrata sul mondo della musica (Yaya ama il
visual, Nana canta in una rock band) che documenta le subculture
urbane di Tokyo legate alla variegata scena musicale giapponese. Fra
i protagonisti del fumetto c'è Shōhei Shin'yoji, il cantante dei
Juliet venerato da Yaya e dipinto con un look simile a quello del
famoso cantante e produttore discografico YUKIYA, ovvero completo
nero senza camicia che lascia vedere i tatuaggi disegnati su petto e
collo.
- 2007 - Gōshō Aoyama: Detective Conan, episodi 591~593 Il diavolo dello studio televisivo (テレビ局の悪魔 Terebikyoku no akuma )
Il dirigente di un'agenzia artistica
viene ucciso negli uffici di un'emittente televisiva: l'unico
indiziato è Satan Onizuka, cantante della band Acheronte-III, che
viene accusato di aver ucciso la vittima poiché era il suo
produttore con cui non intratteneva buoni rapporti. Il musicista è
ritratto come un personaggio in cui la vita privata e la vita
pubblica sono del tutto distinte e diverse: amante della cucina
cinese, degli origami e delle lettere affettuose dei suoi fan fuori
dalle scene, è invece sempre accigliato, macabro e pesantemente
truccato come un componente dei KISS quando indossa la sua maschera
artistica. Il personaggio è chiaramente ispirato a Demon Kogure,
vocalist della storica band heavy metal protovisual Seikima-II (il
volto bianco con le guance grigie sono tratti distintivi del
cantante).
- 1999 - Shinichi Watanabe: Excel Saga
Nell'episodio 21, intitolato Visual K
(美濡歩K
si scrive diversamente da visual kei, ma si pronuncia nella stessa
maniera), compare il personaggio del chitarrista rock Key, che coi
suoi discorsi drammatici, modi teatrali e costumino succinto di gusto
BDSM è una parodia dei musicisti visual.
La complessità visiva dei gruppi
visual kei trae le proprie radici da molteplici influenze ed a sua
volta ne crea altre. Particolarmente legata alla musica visual è la
moda Lolita, soprattutto nella sua componente gothic lolita: la
stessa espressione "gothic lolita" è stata coniata dal
chitarrista Mana, il quale è anche stilista e creatore
dell'etichetta Moi-même-Moitié. La moda gothic lolita propone una
ripresa della moda rococò aggiornata al gusto attuale, e quindi
liberata degli orpelli costrittivi (corsetto, crinolina, tournure ed
altri elementi non confortevoli), ma ancora ricca di dettagli
decorativi e frivolezze. Per il suo alto valore scenografico, la moda
Lolita viene spesso usata o citata nei look delle band visual,
soprattutto dal componente che interpreta il ruolo della
"principessa": famose principesse sono Mana dei MALICE
MIZER, EMIRU dei LAREINE, Rame dei Vidoll, HIZAKI, Kaya, Karin dei
Shinkō shūkyō gakudan NoGoD, MAST degli Aliene Ma'riage, Kei degli
Eliphas Levi, Ryōhei dei Megamasso ed altri, che nel loro continuo
lavoro sul personaggio forniscono nuovi elementi stilistici ai fan.
La moda Lolita non è riservata al solo pubblico femminile: anche
band che non hanno una principessa hanno comunque un ruolo in questo
stile d'abbigliamento grazie alla figura dell'ōji (王子
"principe"), controparte maschile delle gothic
lolita, i cui principali esponenti sono il cantante Ryūtarō Arimura
dei Plastic Tree, il bassista YUKKE dei MUCC, il cantante Keiyū dei
Kra e il cantante Sasakichi dei kowareya.
Anche il media televisivo è in varie
maniere toccato dal visual kei. Uno dei musicisti più importanti del
visual anni novanta, il cantante Gackt, è fra i personaggi più noti
al grande pubblico: artista di grande successo commerciale, ha
partecipato a numerosi film, telefilm, spot pubblicitari nonché alla
celebre sfida canora Kōhaku uta gassen, programma tv simile a
Canzonissima (trasmesso ogni anno come puntata-evento di lunga durata
fra il pomeriggio e la notte dell'ultimo dell'anno) a cui partecipano
i cantanti più famosi della nazione. In televisione diversi
programmi tv si occupano dei musicisti visual, il più famoso dei
quali è stato quello condotto da Noriko Shōji (東海林のり子),
nota come rocking mama per la sua decennale attività di diffusione
di questo genere musicale. Dagli anni 2000 il visual ha avuto
risonanza anche nella letteratura e nel cinema, come ad esempio nel
romanzo di Novala Takemoto Kamikaze Girls. Infine, anche
nell'intrattenimento il visual è stato ed è presente in molti
cartoni animati che hanno avuto sigle realizzate da musicisti visual,
come i BUCK-TICK per xxxHOLiC e Shi ki, gli Angelo per Letter Bee,
gli LM.C per Tutor Hitman Reborn!, e molti altri.
La popolarità di questo genere al di
fuori del Giappone è sempre stata bassa, anche se è in forte
aumento dalla fine degli anni novanta. Fino a quel momento l'unico
tentativo di lancio (fallito) sul mercato internazionale fu quello
degli X JAPAN nel 1992. Dagli anni 2000 in poi, il visual ha
cominciato a conquistare sempre più pubblico estero, consentendo ai
gruppi di partire per tour intercontinentali e risultando
d'ispirazione per alcuni gruppi europei come Tokio Hotel, Cinema
Bizarre, dARI, FreakOut!, Blind Fool Love, DNR, REVOLUTION, DNA
Contradiction, Akado e Seremedy, ed americani come Shocker Stalin,
Black Veil Brides e Cositus. Questo fenomeno suscita opinioni
discordanti nel fandom del visual kei giapponese con critiche dal
punto di vista sia culturale sia musicale.
Il visual kei ha fra i suoi
rappresentanti quasi esclusivamente gruppi musicali, ma esistono
anche cantanti solisti (solitamente provenienti da gruppi). Le più
importanti band "storiche" visual kei sono i Kuroyume, i
Luna Sea, i Malice Mizer e soprattutto gli X Japan (considerati
progenitori del genere): apportando ognuna delle specifiche
peculiarità, hanno influenzato enormemente gli artisti loro
contemporanei ed a seguire, fino ad oggi. I Dir en grey rappresentano
un caso a parte: partiti come importanti artisti visual kei, se ne
sono allontanati sempre più giungendo ad un hard rock di respiro
internazionale. Al contrario, gruppi meno addentro e solo tangenti
alla scena come i Buck-Tick sono stati di grande influenza per lo
sviluppo del movimento. Il mercato musicale giapponese è nel mondo
il secondo, per ampiezza, dopo quello statunitense.
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