Credo che un esempio abbastanza famoso
possa essere quello di
Roger Waters, il fondatore
e bassista dei Pink Floyd.
Uscito dalla band, all’inizio degli
anni Ottanta, intraprese una carriera solista assolutamente in
sordina. Basti pensare che il suo primo tour solista, quello della
promozione del suo album “The Pros And Cons of Hitch Hiking”
(1984), raccolse pochissimo pubblico. Stesso destino capitò al
successivo “Radio KAOS” (1987), addirittura surclassato dal
contemporaneo tour dei redivivi Pink Floyd. Waters scontò sulla sua
pelle l’importanza del nome Pink Floyd, capace di assorbire ed
oscurare anche l’identità dei suoi singoli membri, come lui stesso
ebbe ad imparare.
Fu solo all’inizio degli anni
Duemila, dopo le prove generali del concerto celebrativo della caduta
del muro di Berlino, che l’immagine di Roger Waters tornò ad
imporsi presso il grande pubblico, finendo negli ultimi anni per
raccogliere un incredibile successo, tutto quello che non gli era
stato tributato ad inizio carriera solista.
Oggi Roger Waters è uno degli artisti
con i tour più di successo al mondo, ma all’inizio non era stato
così e la sua gavetta solista fuori dai Pink Floyd rimane un ricordo
difficile da associare al gigante che è oggi e che era nei Pink
Floyd.
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