L'hip
hop è un movimento culturale, nato
negli anni settanta.
Il movimento ha probabilmente mosso i
primi passi con il lavoro di DJ Kool Herc che, competendo con DJ
Afrika Bambaataa, si dice abbia inventato il termine "hip hop"
per descrivere la propria musica. Cuore del movimento è stato il
fenomeno dei Block party: feste di strada, in cui i giovani
afroamericani e latinoamericani interagivano suonando, ballando e
cantando a ritmo della musica, che è in 4/4. Parallelamente il
fenomeno del writing contribuì a creare un'identità comune in
questi giovani, che vedevano la città sia come spazio di vita sia
come spazio di espressione: ogni persona era libera di esprimere la
propria identità con questo nuovo metodo musicale.
Negli anni ottanta/novanta, gli aspetti
di questa cultura hanno subito una forte esposizione mediatica
varcando i confini americani ed espandendosi in tutto il mondo. Il
riflesso di questa cultura "urbana" ha generato oggi un
imponente fenomeno commerciale e sociale, rivoluzionando il mondo
della musica, della danza, dell'abbigliamento e del design.
Influenze
I fattori che hanno influenzato la
cultura hip hop sono complessi e numerosi. Sebbene la maggior parte
delle influenze possano essere rintracciate nella cultura africana,
la società multiculturale di New York è il risultato di diverse
influenze culturali che hanno trovato il loro modo di esprimersi
all'interno delle discipline dell'hip hop.
Ad esempio, elementi dello stile e
tecniche di rapping si possono far risalire al toasting, stile
dei cantanti giamaicani che intrattenevano le persone durante i balli
improvvisando versi sulle tracce strumentali; oppure ai Griot
dell'Africa occidentale, musicisti viaggiatori e poeti con stile che
contiene elementi che con il tempo evolveranno nella moderna musica
hip hop. Alcune di queste tradizioni migrarono negli Stati Uniti, nel
Regno Unito e nei Caraibi con lo schiavismo che portò gli africani
nel cosiddetto Nuovo Mondo. Un'altra importante influenza nell'hip
hop è costituita dalle parti parlate contenute nei dischi di musica
soul e funk di musicisti come James Brown e Isaac Hayes.
Ma una delle più importanti influenze sia per la cultura che per la musica hip hop viene dal genere musicale giamaicano chiamato dub, che nacque come sottogenere della musica Reggae negli anni 1960. La musica dub annoverava tra le sue fila produttori come King Tubby, che creava versioni strumentali di dischi reggae famosi per le esigenze dei locali da ballo e degli impianti musicali, e che presto si accorsero di come chi ballava spesso rispondesse meglio a particolari beat dei dischi, isolati e ripetuti, ottenuti con percussioni intense e forti linee di basso. Poco dopo, gli MC (Master of Ceremonies), che accompagnavano la musica nei locali, iniziarono a parlare sopra le parti strumentali dei dischi; tra questi vanno ricordati U-Roy, Dr. Alimantado e Dillinger, che diventarono popolari performer in questo particolare genere, e questa tradizione continua tuttora in quella che viene chiamata musica Dancehall. Nel 1990, gli immigrati giamaicani portarono il dub a New York ed iniziarono a lavorare nelle feste delle comunità, nelle piste di pattinaggio o direttamente sulla strada. Un'altra significativa influenza proviene dalla musica blues, particolarmente dal tipico aspetto chiamato call and response, ovvero chiama e rispondi, che sopravviveva nella tradizione del toasting, un altro aspetto della tradizione orale intrinseco della musica hip hop, che divenne particolarmente pronunciato nei primi anni 1990 con la nascita dei battle
Ma una delle più importanti influenze sia per la cultura che per la musica hip hop viene dal genere musicale giamaicano chiamato dub, che nacque come sottogenere della musica Reggae negli anni 1960. La musica dub annoverava tra le sue fila produttori come King Tubby, che creava versioni strumentali di dischi reggae famosi per le esigenze dei locali da ballo e degli impianti musicali, e che presto si accorsero di come chi ballava spesso rispondesse meglio a particolari beat dei dischi, isolati e ripetuti, ottenuti con percussioni intense e forti linee di basso. Poco dopo, gli MC (Master of Ceremonies), che accompagnavano la musica nei locali, iniziarono a parlare sopra le parti strumentali dei dischi; tra questi vanno ricordati U-Roy, Dr. Alimantado e Dillinger, che diventarono popolari performer in questo particolare genere, e questa tradizione continua tuttora in quella che viene chiamata musica Dancehall. Nel 1990, gli immigrati giamaicani portarono il dub a New York ed iniziarono a lavorare nelle feste delle comunità, nelle piste di pattinaggio o direttamente sulla strada. Un'altra significativa influenza proviene dalla musica blues, particolarmente dal tipico aspetto chiamato call and response, ovvero chiama e rispondi, che sopravviveva nella tradizione del toasting, un altro aspetto della tradizione orale intrinseco della musica hip hop, che divenne particolarmente pronunciato nei primi anni 1990 con la nascita dei battle
Origini
La data a cui far risalire la nascita
dell'hip hop sarebbe l'11 agosto 1973. DJ Kool Herc, un immigrato
giamaicano, era uno dei più popolari disc jockey a New York tra il
1972 e il 1976, e suonava nei block party del Bronx passando
velocemente dai dischi reggae a quelli funk, rock e disco. Egli notò
che i newyorkesi non amavano particolarmente il reggae. Herc ed altri
dj notarono inoltre che chi ballava la loro musica preferiva
più le parti con forti percussioni, ed iniziarono ad estendere l'uso
del mixer audio e del doppio giradischi. All'interno di un'atmosfera
di forte competizione, Herc, i suoi amici ed i suoi "avversari"
svilupparono velocemente altre tecniche di mixaggio per mantenere i
partecipanti attivi, eccitati.
Come in Giamaica, questi elementi erano
accompagnati da performer che parlavano mentre suonava la musica;
inizialmente furono chiamati MCs (dall'inglese Masters of
Ceremonies, maestri di cerimonie) e, più tardi, rapper. I
primi rapper si focalizzavano sull'introduzione di sé stessi, del DJ
e degli altri addetti ai lavori, ma presto le loro performance si
svilupparono fino a comprendere improvvisazioni e semplici beat
four-count assieme a piccoli cori. Più tardi gli MC
aggiunsero liriche più complesse e spesso umoristiche, comprendenti
anche temi a sfondo sessuale. Va ricordato che la musica hip hop è
cresciuta stabilmente nella popolarità ed alla fine degli anni 1990
iniziò a diventare la principale forza artistica che si stava
espandendo negli Stati Uniti. Durante i successivi due decenni, l'hip
hop è gradualmente entrato nella vita comune statunitense. La
transizione usualmente viene considerata conclusa nel 1990, mentre
alla fine del decennio la cultura aveva oramai varcato i confini
nazionali, per espandersi un po' per tutto il pianeta.
Elementi della cultura hip hop
I quattro principali "elementi" della cultura hip hop sono:- lo MCing, anche noto come musica rap, introdotto dagli afroamericani;
- il DJing, introdotto dai giamaicani;
- il writing, ovvero l'arte introdotta dai latinoamericani;
- il B-boying (o Breakdance), ovvero il ballo, sviluppato da afroamericani e latinoamericani del Bronx.
Alcuni considerano il beatboxing
il quinto elemento dell'hip hop. Altri preferiscono
aggiungere tra i principali aspetti l'attivismo politico, la moda
tipica, lo slang e il double dutching (una particolare forma di salto
della corda). Molti, infine, seguendo l'insegnamento di Afrika
Bambaataa (fondatore della Zulu Nation, movimento presente anche in
Italia), preferiscono considerare quinto elemento la
knowledge, intesa come conoscenza profonda della
cultura e dell'uso saggio di essa.
Rap
L'Mc (Master of Cerimonies)
intrattiene il pubblico con il suo rap, riprendendo le radici
giamaicane del toasting, e crescendo grazie all'introduzione
nella cultura hip hop da parte di DJ Kool Herc e DJ Hollywood nei
primi anni 1970. Il primo vero MC nella cultura hip hop si può
definire Coke La Rock. Il rapping e l'arte dell'MCing
si sono sviluppati attraverso gli anni grazie alle conquiste di
artisti quali Melle Mel, Kool Moe Dee, Schoolly D, Run DMC, Rakim,
Chuck D, KRS One e Busta Rhymes.
Uno dei più importanti aspetti
dell'MCing è il concetto di battle (battaglia). Le battaglie
sono in buona sostanza competizioni tra due Mc a colpi di rime rap,
pratica datata nei primi anni della cultura hip hop. Lo scopo di tali
battaglie è di svalutare il proprio avversario e le sue qualità
liriche o personali, oltre a ricercare il favore del pubblico per la
propria performance. Il livello di impressione destato nel pubblico
dai competitori di tali sfide è determinato da varie forme di
espressione, dall'abilità, dagli insulti utilizzati e dalla capacità
di "muovere la folla". La reazione del pubblico determina
la vittoria, riconoscendo il migliore "poeta".
La maggior parte dei veri battles
si svolgono nei club hip hop underground e negli eventi similari,
sebbene altri si svolgano informalmente negli angoli delle strade.
Questi eventi sono usualmente appuntamenti fissi, molti dei più
conosciuti MC esperti in questo tipo di sfide sono saliti alla
ribalta grazie a battle svolti in radio più o meno locali, o
producendo dischi di dissing in cui dichiarano i propri
nemici. La maggior parte dei battles sono eventi pubblicitari
usati per dare esposizione ai partecipanti e acquisire quindi più
fan.
Sono invece meno comuni delle sfide tra
MC, corrispondenti battles per DJ, breakers, beatboxers. Come
per le sfide a colpi di rap, la risposta del pubblico e il grado di
partecipazione (occasionalmente persino una giuria) determinano i
criteri per designare il vincitore.
Musica hip hop/rap
La musica hip hop/rap, caratterizzata
dall'enfasi nel ritmo e dalla frequente inclusione del rapping,
nacque dalla mescolanza di musica giamaicana e americana effettuata
da DJ Kool Herc a cui partecipava nei primi anni 1970. Il rapping,
che in italiano viene definito a volte come "reppare" o
"rappare", era l'equivalente hip hop del toasting, che si
poteva ritrovare nella tipica musica giamaicana dub prodotta nello
stesso periodo.
Herc intendeva suonare i dischi funk
così come il suo pubblico voleva, ma inventando il beat hip hop
isolando i breaks (parti della canzone con sola presenza di
percussioni) dal resto del pezzo e allungandone la durata utilizzando
due copie dello stesso disco. Mentre un'intera cultura cresceva
attorno a questo tipo di musica, questa stessa musica si sviluppava
con gli anni, fino a giungere a quella che è stata chiamata l'Età
dell'oro dell'hip hop (golden age hip hop), che va dal
1991 al 1993.
Djing
L'hip hop non ha inventato la pratica
del DJing, ma ne ha esteso i confini e le tecniche. Il primo DJ hip
hop è stato Kool Herc, che creò l'hip hop attraverso l'isolamento
dei break dal resto della canzone. In aggiunta allo sviluppo
determinato dalle tecniche messe a punto da Herc, altri DJ come
Grandmaster Flash, Grand Wizard Theodore e Grandmaster Caz diedero al
genere ulteriori innovazioni come l'introduzione dello scratching e
del beat juggling, tecniche appartenenti al Turntablism.
Tradizionalmente, il DJ utilizza due
giradischi contemporaneamente, connessi a un mixer, un amplificatore,
altoparlanti, e altri diversi pezzi dell'equipaggiamento tipico
occorrente per suonare musica elettronica. Il DJ può così produrre
vari giochi (detti tricks) tra i due album presenti sui
giradischi. Il risultato è un suono unico, creato dalla combinazione
sonora di due separate canzoni in un unico pezzo. Il Dj non va quindi
confuso con il produttore discografico della traccia musicale (pur
essendoci una considerevole sovrapposizione tra i due ruoli).
Nei primi anni dell'hip hop, i DJ erano
le star, ma i riflettori si puntarono già a partire dal 1990 più
sugli MC, particolarmente per il contributo di Melle Mel del gruppo
di Grandmaster Flash, ovvero i Furious Five. Comunque un certo numero
di DJ è ugualmente salito alla ribalta negli anni più recenti. La
galleria dei DJ maggiormente famosi include Grandmaster Flash, Mr.
Magic, DJ Jazzy Jeff, DJ Scratch degli EPMD, DJ Premier dei Gang
Starr, DJ Scott La Rock dai Boogie Down Productions, DJ Muggs dei
Cypress Hill, Jam Master Jay dai Run DMC, Eric B., Funkmaster Flex,
Tony Touch, DJ Clue, DJ Qbert, Dr. Dre degli NWA e DJ Lord e
Terminator X dei Public Enemy
Writing
Writing, termine per indicare i
graffiti. Nei tempi passati, i graffiti ricoprivano uno speciale
significato tra gli elementi della cultura hip hop, si tratta di una
forma d'arte esistente già dagli anni 1970, pur essendosi sviluppata
in maniera decisiva solo nei tardi anni ottanta per fiorire durante
la decade successiva.
I Graffiti, nella cultura hip hop,
diventarono un modo per etichettare una crew o una gang,
e fu utilizzato soprattutto in tal senso negli anni 1990 nella
metropolitana di New York, espandendosi più tardi agli altri muri
della città. Questo movimento dai treni ai muri fu incoraggiato
dagli sforzi dell'autorità dei trasporti di New York (Metropolitan
Transportation Authority) per sradicare l'abitudine dei graffiti
dalle loro proprietà.
La prima forma di graffiti nella metro
era una firma fatta con vernice spray, detta tag, che presto
si sviluppò in grandi ed elaborate lettere, complete di effetti di
colore, ombreggiature, 3d, eccetera. Con il passare del tempo, il
writing si sviluppò artisticamente e cominciarono a definire
fortemente l'aspetto delle aree urbane. Alcune crew hip hop hanno
mutuato il loro nome attraverso i graffiti, così come i Black Spades
di Afrika Bambaataa. Nel 1976, artisti dei graffiti quali Lee
Quinones incominciarono a dipingere interi murales con elaborate
tecniche.
Il libro Subway Art (New York:
Henry Holt & Co, 1990) e il programma TV Style Wars
(andato in onda per la prima volta su PBS del 1990) furono tra le
prime vie che seguì l'aerosol art per giungere al grande pubblico, e
rapidamente il resto del mondo imitò e adattò questa arte. Oggi
quindi, tale forma d'arte è presente fortemente anche in Europa, Sud
America, Australia e Giappone. I Graffiti sono stati demonizzati da
alcune autorità e associate con leggerezza a violenza, guerra fra
bande, droga e microcriminalità. Nella maggior parte delle
legislazioni, creare graffiti su pubbliche proprietà senza permesso
è considerato crimine punibile con multe o reclusione.
«È un'attitudine notturna,
i suoi soggetti sono in crescita costante, fondamentalmente
recidivi a tutto di fatto non li senti e non li vedi e non avverti
i loro schemi, ti sfugge il concetto, vedi solo nomi, per te
sembra una cosa semplice due bombole d'argento e una pressione
grazie all'indice; non chiamare affreschi quelli che vedi sui
palazzi, la terminologia corretta è pezzi, zero tabbozzi ognuno
ha il suo motivo, il proprio stile e ne va fiero e niente in dolce
a chi ne fa un lavoro, io non vengo sul tuo muro per denaro resto
concreto e sto aggrappato a un sogno sono in ferrovia è un
top-2-bottom su un vagone bianco il tempo ha sviluppato nuovi
stili, nuove forme, situazioni sempre pese come ci ha insegnato
Phase per cui non ti stupire se ti è tutto incomprensibile, è
assai difficile il concetto senza il codice. Sull'acciaio, sul
muro lascia tracce di colore come un codice, il concetto che ti è
estraneo rende tutto più difficile»
|
(Da Il codice di Kaos One) |
B-boying
Il B-boying è uno stile dinamico di
danza. Il "breaking" (Il termine breaking - spesso
contratto in break - si è originato dai danzatori delle feste
animate da Kool Herc, che eseguivano i loro migliori movimenti sui
breaks dei pezzi selezionati) è il primo stile creatosi per
quanto riguarda la danza hip hop, a cui ben presto si aggiunsero
molti altri stili, che, a differenza del breaking (nato da passi
della capoeira), si formarono su ritmi tipicamente funky. Tra i
maggiori ricordiamo il popping, il locking, il boogaloo, il tutting.
Era comune durante gli anni settanta-ottanta vedere gruppi di persone
con una radio su campi di basketball, marciapiedi e simili, esibirsi
in shows di breakdance per un pubblico anche vasto.
Al giorno d'oggi possiamo osservare
l'evoluzione dell'hip hop, che va dall'house al krumping, fino al
newstyle hip hop in generale.
La danza new style proviene dal
breakdancing, ma non consiste esclusivamente in movimenti tipici
della breakdance. Diversamente da altre forme di danza, che sono
spesso strutturate, la new style ha poche (o nessuna) limitazioni di
posizione o di passi. La grande differenza tra new style e breakdance
è che la new style si balla generalmente in piedi invece la
breakdance ha dei passi in piedi (toprock), ma, generalmente, si
balla "per terra". La breakdance si diffuse dall'America
all'Europa, poi in tutto il mondo. La danza hip hop è in continua
evoluzione: dapprima ballata sulle comuni ottave della musica, essa è
ora costruita sulle parole "rappate" dai rappers nelle
canzoni, dando così molta più possibilità di inventiva ad un
ipotetico coreografo. La musica Dubstep ha inoltre contribuito a
questo sviluppo, essendo essa caratterizzata da suoni "tempestivi"
e decisamente particolari che, come per le parole nelle canzoni,
danno molto spazio alla fantasia di chi sceglie di utilizzarne dei
pezzi per ballarci sopra.
Beatboxing
Il Beatboxing, inventato da Doug
E. Fresh, considerato da molti il "quinto elemento"
dell'hip hop, è rappresentato dall'imitazione vocale delle
percussioni tipiche dell'hip hop. È quindi l'arte di creare beat,
rythm e più in generale melodie utilizzando solo la bocca. Il
termine beatboxing è derivato dall'imitazione della prima
generazione delle drum machine chiamate appunto beatbox.
Questa forma d'arte ha goduto di una
forte presenza soprattutto negli anni ottanta grazie ad artisti come
i Fat Boys e Biz Markie. il Beatboxing declinò in popolarità presso
i breakers alla fine degli anni ottanta, tornando a essere un
elemento underground di questa cultura. La resurrezione è avvenuta
alla fine degli anni novanta con la release di "Make the Music
2000." di Rahzel dei Roots, Internet ha fortemente aiutato la
rinascita del moderno beatboxing a livello globale grazie
all'interazione dei tanti appassionati sul sito inglese
Humanbeatbox.com.
Il Beatboxing recentemente ha anche varcato i suoi tradizionali
scopi (imitazione delle drum machine per creare beat adatti come
basi) giungendo a nuove forme quali lo human Drum & Bass,
uno stile tipico della musica elettronica.