Un’associazione professionale per la
didattica della scrittura?
- Attualmente esistono una quantità di
iniziative private nell’ambito dell’insegnamento della scrittura
e della narrazione. (D’ora in poi userò sempre la parola
“scrittura”, includendovi tutto ciò che viene presentato con
vari nomi: scrittura creativa, tecniche di narrazione, scrittura
narrativa, scrittura poetica ecc. ecc.).
Alcune di queste iniziative hanno ormai
anni di storia alle spalle e sono
consolidate; altre sono nuove; altre hanno l’aria un po’
improvvisata;
eccetera. Alcune di queste iniziative
sono molto qualificate (cioè: hanno qualifiche da esibire, a es. un
parterre di docenti noti e stimati ecc.), altre non lo sono (ma ciò
non comporta che siano iniziative di bassa qualità). La maggior
parte di queste iniziative (per quel che ho capito girellando per la
rete) si rivolgono a un pubblico di principianti, o comunque di
persone che non sono intenzionate a fare della scrittura il centro
della loro vita. Molte si rivolgono alla scuola (direttamente agli
studenti, o agli insegnanti). Molte hanno l’aspetto di attività
dopolavoristiche, e si svolgono a es. in sedi nelle quali si svolgono
anche corsi di ceramica, di dizione, di acquarello e così via.
- Mi pare che, tranne rarissime
eccezioni, in queste iniziative vi sia una netta centralità del
docente.
A fare la differenza tra un’iniziativa
e l’altra, appena ci si alza di solo una spanna al di sopra
dell’attività dopolavoristica, è il docente: il suo nome, la sua
notorietà, la controllabilità delle sue capacità, eccetera.
Non mi pare che le diverse attività si differenzino per metodi didattici dichiarati e riconoscibili. Mi pare (sottolineo questi mi pare: questo post serve anche per controllo) che il più delle volte l’utente non scelga la tale o talaltra iniziativa “perché lì lavorano in un certo modo”, ma piuttosto “perché lì ci insegna il tale).
Questo mi pare, benché descritto approssimativamente, un dato di fatto.
Non mi pare che le diverse attività si differenzino per metodi didattici dichiarati e riconoscibili. Mi pare (sottolineo questi mi pare: questo post serve anche per controllo) che il più delle volte l’utente non scelga la tale o talaltra iniziativa “perché lì lavorano in un certo modo”, ma piuttosto “perché lì ci insegna il tale).
Questo mi pare, benché descritto approssimativamente, un dato di fatto.
- Peraltro, ho la sensazione che
abbondino le iniziative-fuffa. Corsi che costano un occhio, il cui
programma è dichiarato in dieci parole generiche, né è dato di
sapere chi sia o chi siano i docenti. Corsi che promettono cose del
tipo “Faremo di te uno scrittore” (sto parodiando per dare
l’idea). Corsi i cui contenuti, a quel che si capisce dai programmi
proposti, non sono niente di più di ciò che si può trovare in un
qualsiasi economicissimo manualetto. Magari sono cose onestissime
(l’onestà si vede nel rapporto tra prezzo e offerta, nonché nella
descrizione dell’offerta: più è altisonante, più io
m’insospettisco), ma spesso non mi sembrano cose onestissime. Il
guaio è che la diffusione delle iniziative-fuffa da una parte, e
dall’altra la diffusione delle iniziative rivolte ai “principianti”
(cosa, quest’ultima, di per sé tutt’altro che negativa) generino
un po’ di confusione e finiscano col rendere più difficile da
comunicare le iniziative serie e rivolte a un pubblico più
“avanzato”.
-
Mi càpita abbastanza spesso che qualcuno
mi telefoni o mi scriva chiedendomi di fare – presso
un’associazione, una scuola, una biblioteca ecc. – un “corso di
scrittura creativa”. Quasi sempre le mie domande sui contenuti
specifici desiderati non trovano risposta. Spesso, man mano che parlo
con la persona, mi rendo conto che sotto l’etichetta di “scrittura
creativa” vengono messi, alla rinfusa, la narratologia e i giochi
di parole, gli esercizi per l’autoespressività e e le scritture
ludiche e così via. Mi vien da pensare che anche sul fronte della
domanda vi sia assai poca chiarezza di idee (il che spiega il
proliferare di iniziative generiche e il credito che trovano le
iniziative-fuffa).
-Va detto che l’espressione
“scrittura creativa” mi pare ormai piuttosto screditata. Per un
verso non me ne importa molto: neanche a me piace. Da altri versi è
un problema: intitolare un corso “Teoria e tecnica della
composizione del testo narrativo, argomentativo, drammatico e/o
poetico”; o, peggio, come piacerebbe a me, “Retorica
dell’argomentazione, della narrazione ecc.”; è – temo – un
ottimo sistema per non riuscire a vendere il corso.
- Dicevo (al punto 2) della centralità
del docente. Peraltro, sembra non sia ancora chiaro come si possa
distinguere preventivamente (cioè: prima di acquistare un corso) un
insegnante di scrittura affidabile da uno non affidabile. Il fatto di
aver pubblicato delle opere narrative o saggistiche ecc. potrebbe
essere un elemento di qualificazione: ma io stesso ho presente ottimi
scrittori che, messi alla prova, risultano essere pessimi insegnanti
di scrittura (mentre sono, magari, ottimi insegnanti di storia della
letteratura). Vero è che molti autori di opere letterarie
interpretano spesso le comparsate in corsi di scrittura come dei
momenti autopromozionali (forse basterebbe pagarli meglio). Sono
pochissimi coloro che insegnano scrittura e che rendono pubblico il
loro lavoro.
Intendo: che pubblicano articoli di
didattica della scrittura, che pubblicano manuali di scrittura o
saggi sulla scrittura eccetera; oppure che mettono materiali a
disposizione in rete.
- Considerate tutte queste cose, e
presumendo che se ne possano considerare anche molte altre, il
sospetto che mi viene è questo: che forse avrebbe senso costituire
una associazione tra persone che insegnano scrittura, allo scopo di
valorizzare il lavoro di chi fa queste cose da più tempo, con
maggiore professionalità, con maggiore trasparenza.
Immagino che l’associazione dovrebbe, così a occhio:
– essere ristretta. Non può essere una cosa per cui ci si paga un’iscrizione e si è dentro: devono essere ben chiari i requisiti necessari per farne parte;
– (al limite si potrebbero immaginare degli iscritti senior e degl iscritti junior, o qualcosa del genere);
– avere le caratteristiche di un network, con scambio di materiali e conoscenze tra gli iscritti;
– pubblicare in rete, gratuitamente o a pagamento (secondo i casi) materiali didattici;
– essere abbastanza seria da garantire che se una persona è dentro, è un insegnante affidabile;
– realizzare attività di formazione all’insegnamento della scrittura (rivolta a es. a insegnanti della scuola pubblica, ma anche agli stessi insegnanti di scrittura);
– avviare contatti e relazioni con l’ambiente accademico;
– ed eventualmente altro che ora mi sfugge.
Immagino che l’associazione dovrebbe, così a occhio:
– essere ristretta. Non può essere una cosa per cui ci si paga un’iscrizione e si è dentro: devono essere ben chiari i requisiti necessari per farne parte;
– (al limite si potrebbero immaginare degli iscritti senior e degl iscritti junior, o qualcosa del genere);
– avere le caratteristiche di un network, con scambio di materiali e conoscenze tra gli iscritti;
– pubblicare in rete, gratuitamente o a pagamento (secondo i casi) materiali didattici;
– essere abbastanza seria da garantire che se una persona è dentro, è un insegnante affidabile;
– realizzare attività di formazione all’insegnamento della scrittura (rivolta a es. a insegnanti della scuola pubblica, ma anche agli stessi insegnanti di scrittura);
– avviare contatti e relazioni con l’ambiente accademico;
– ed eventualmente altro che ora mi sfugge.
- Libero il campo da qualche equivoco
già visto all’opera in più di una conversazione:
– un’associazione non è un ordine professionale;
– l’associazione non si dà lo scopo di distinguere i “buoni” dai “cattivi”, ma mettendo in mostra il lavoro degli associati permette al potenziale frequentatore di corsi di valutare l’affidabilità degli associati (e, per converso, di notare come chi non mette in mostra il proprio lavoro si sottragga alla valutazione);
– se nasceranno diverse associazioni, ben venga;
– alla domanda: “Chi vi credete di essere, voi che credete di essere i migliori insegnanti di scrittura della piazza”, et similia, si risponde: noi mettiamo in mostra il nostro lavoro, se siamo buoni insegnanti o no lo valuteranno altri.
– un’associazione non è un ordine professionale;
– l’associazione non si dà lo scopo di distinguere i “buoni” dai “cattivi”, ma mettendo in mostra il lavoro degli associati permette al potenziale frequentatore di corsi di valutare l’affidabilità degli associati (e, per converso, di notare come chi non mette in mostra il proprio lavoro si sottragga alla valutazione);
– se nasceranno diverse associazioni, ben venga;
– alla domanda: “Chi vi credete di essere, voi che credete di essere i migliori insegnanti di scrittura della piazza”, et similia, si risponde: noi mettiamo in mostra il nostro lavoro, se siamo buoni insegnanti o no lo valuteranno altri.
- Ovviamente ho voglia di fondare una
simile associazione, e addirittura di farne parte (i requisiti per
l’ammissione saranno appositamente studiati per fare di me il
candidato ideale). Avevo già provato ad avviare qualcosa di simile,
tempo addietro; molto in penombra; e la cosa non si è sostenuta per
mancanza di energie o, più probabilmente, per non buona definizione
di scopi e obiettivi.
- Come tutte le associazioni, anche
questa avrà bisogno di un nome, Io propongo il Club Dumas.
0 comments:
Posta un commento