Il post-punk, a cui ci si riferiva
originariamente con il termine new musick, è un termine ombrello che
si riferisce ad una vasta gamma di tipologie del rock emerse dal
movimento punk degli anni settanta, in cui gli artisti presero le
distanze dalla semplicità e dal tradizionalismo del punk rock, per
adottare soluzioni e sensibilità più tipicamente avanguardiste.
Ispirati dall'energia del punk e dall'etica del DIY, ma determinati a
rompere con i cliché del rock, questi artisti sperimentarono forme
nuove e diverse, prendendo ispirazione dalla musica elettronica e da
stili della musica nera come la musica dub, la funk, la free jazz, e
la disco; sperimentando con le nuove tecniche di registrazione e di
produzione; ed includendo tra i riferimenti idee e politiche tipiche
della teoria critica, del modernismo, del cinema e della letteratura.
I pionieri e le comunità legate al primo post punk si svilupparono
spesso attorno ad etichette discografiche indipendenti, agli eventi
di arti visive, alle performance multimediali ed alle fanzine.
Tra i precursori del post punk sono
menzionatili band come Siouxsie and the Banshees, Wire, Public Image
Ltd, the Pop Group, Cabaret Voltaire, Magazine, Pere Ubu, Gang of
Four, Joy Division, Talking Heads, Throbbing Gristle, the Slits, the
Cure, the Fall e Au Pairs. Il movimento post punk è poi strettamente
collegato allo sviluppo di generi musicali come gothic rock,
darkwave, neo-psychedelia, no wave ed musica industriale. Verso la
metà degli anni '80, il movimento post-punk si era disgregato,
fornendo allo stesso tempo l'impulso per il New Pop e anche la
successiva musica alternativa e indipendente.
Definizione del termine
Origini del termine,
contesto e termini correlati
Il post-punk è una categoria peculiare
che comprende band evolutesi dal milieu culturale del punk rock nei
tardi anni '70. Originariamente chiamato "New Musick", il
termine fu utilizzato da diversi scrittori, critici e giornalisti di
quegli anni per descrivere le band che andavano dal garage rock di
matrice punk fino alle aree più disparate. Tra la fine del 1977 e
l'inizio del 1978 Jon Savage e Jane Suck coniarono "post-punk"
sulle pagine del Sounds, generando sulla scena una sensazione di
rinnovato entusiasmo per ciò che la parola avrebbe comportato,
presagendo la pubblicazione di numerosi editoriali sulla new musick.
Sul finire della decade, alcuni scrittori iniziarono ad utilizzare
anche il termine "art punk" come peggiorativo per quegli
episodi di derivazione garage rock ritenuti troppo sofisticati e
fuori dalla linea imposta dall'ideologia punk. A cavallo tra gli anni
'70 ed '80, molte band precedentemente definite post-punk venivano
inserite nel termine ombrello "new wave", tanto che i due
termini risultavano spesso intercambiabili, e solo in seguito,
"Post-punk" si differenziò da "new wave"
restringendo sensibilmente i due campi di applicazione.
Nicholas Lezard descrive il termine
post-punk come "così molteplice che è possibile utilizzarlo
solo in una accezione ampia". Le dissertazioni successive non
sono state in grado di chiarire se le riviste e le fanzine di musica
contemporanea compresero convenzionalmente il termine "post-punk"
nel modo in cui fu utilizzato negli anni successivi. Il libro del
2005 Rip It Up and Start Again di Reynolds è considerato un punto di
riferimento per la dottrina post-punk, anche se l'autore affermò che
il libro copre solo aspetti del post-punk a cui si sentiva
personalmente vicino. Ed anche in merito a questo, Wilkinson accusò
Reynolds di una lettura "revisionista e rinnovatrice". Il
critico/musicista Alex Ogg, sostenne che "Il problema non è con
ciò che Reynolds ha omesso da Rip It Up ..., ma, paradossalmente, ha
aggiunto troppo", sostenendo contemporaneamente che il termine
post-punk pertiene ad una certa sensibilità estetica ed a certi
approcci piuttosto che ad uno stile unificante ed alla disputa
sull'accuratezza cronologico-terminologica del prefisso "post",
tanto che molte band comunemente etichettate come post-punk precedono
il punk rock stesso. Se Reynolds aveva circoscritto l'epoca del
post-punk all'incirca tra il 1978 ed il 1984, Ogg sosteneva che il
post-punk dovesse essere concepito "meno come un genere di
musica e più come uno spazio di possibilità", suggerendo che
"ciò che unisce tutta questa attività è un insieme di
imperativi aperti: innovazione; intenzioni stravaganti; volontario
disfarsi di tutte le cose precedenti". AllMusic utilizza il
termine post-punk per definire "una forma di punk più
avventuroso e colto".
Caratteristiche e
filosofia
Molti artisti post-punk trovarono
un'iniziale ispirazione nell'energia e nell'etica DIY del punk, per
divenire, specie in fase successiva, più disillusi sullo stile e sul
movimento, tacciandolo infine di un'evoluzione verso formule
commerciali, convenzioni rock e parodie di se stessi. Band come
queste ripudiarono le rivendicazioni del punk sull'accessibilità e
sulla purezza della semplicità, invece di vedere in questi principi
un'opportunità per rompere con la tradizione musicale, sovvertire i
luoghi comuni e sfidare il pubblico stesso. Questi artisti
abbandonarono poi le tematiche tipiche del punk concernenti le
preoccupazioni di una popolazione in gran parte bianca, maschile ed
appartenente alla classe lavoratrice, e abbandonando la continua
dipendenza dai soliti tropi del rock and roll, come le progressioni a
tre corde ed i riff di chitarra in stile Chuck Berry. Questi gruppi,
anziché definire il punk come un "imperativo in costante
cambiamento", credevano che "contenuti radicali esigono
forme radicali".
Artisti come James Chance rigettarono i
tropi del rock, mescolando la musica d'avanguardia al funk, jazz e ad
altri stili.
Anche se gli stili musicali variano
molto a seconda delle regioni e degli artisti, il movimento post-punk
fu caratterizzato dall'"assalto concettuale" agli
stereotipi ed alle convenzioni del rock e dal rigetto di estetiche
percepite come tradizionaliste, egemoniche e rockiste, in favore di
sperimentazioni con tecniche di produzione e contaminazioni con stili
musicali come dub, funk, musica elettronica, disco music, rumorismo,
free jazz, world music e musica d'avanguardia. Alcuni stili musicali
precedenti servivano però come punti di riferimento per il movimento
come il Krautrock, il glam rock, l'art rock, l'art pop ed alcuni
generi musicali degli anni sessanta. Questi artisti, si approcciavano
poi allo studio di registrazione come se avessero a che fare con un
vero e proprio strumento musicale, utilizzando nuovi metodi di
registrazione e perseguendo nuovi territori sonici. Il critico
Matthew Bannister scrisse che gli artisti del post-punk rifiutarono
tanto i maggiori riferimenti del rock degli anni '60 come the Beatles
e Bob Dylan, quanto i paradigmi che definivano "il rock come
progressivo, come arte, come sterile studio perfezionista... per
adottare un'estetica avanguardista". In accordo con il
musicalogo Pete Dale, sostennero poi che anche se questi gruppi
volevano "stracciare le pagine della storia e ripartire da
zero", la musica era ancora "inevitabilmente legata a
tracce da cui non sarebbero mai potuti scappare completamente".
Nicholas Lezard descrisse il post-punk
come una "fusione tra arte e musica". Questo periodo vide
una massiccia appropriazione di idee dalla letteratura, dall'arte,
dal cinema, dalla filosofia, dalla politica e dalla teoria critica in
contesti culturali musicali e pop. Gli artisti tendevano a rifiutare
la distinzione tra arte alta e bassa, per ritrovare una sorta di
origine artistica in percorsi come quelli di Roxy Music e David
Bowie. Sempre Reynolds ritrova alcune ossessioni e preoccupazioni
ricorrenti tra gli artisti del post-punk a proposito
dell'alienazione, della repressione e della technocrazia della
modernità occidentale. Non a caso, tra le maggiori influenze del
post-punk si annoverano scrittori come William S. Burroughs e J.G.
Ballard, scene politico-avanguardiste come il situazionismo o il Dada
e movimenti intellettuali ascrivibili al postmodernismo. Molti
artisti inseriscono il proprio lavoro in esplicite tematiche
politiche. Inoltre, in alcuni luoghi, la creazione della musica
post-punk era fortemente correlata allo sviluppo di efficaci
sottoculture, che giocarono un ruolo importante nella creazione di
arte, performance multimediali, fanzine ed etichette discografiche
indipendenti. Molti artisti post-punk mantennero un approccio
anti-corporaton registrando, producendo e distribuendo la propria
musica su formati non convenzionali. I giornalisti divennero poi un
elemento importante per questa cultura, con riviste e critici che si
immersero nel movimento stesso.
Storia del post-punk
1977-1979: antecedenti
e primi anni
Retroterra
Durante l'epoca del punk, un certo
numero di imprenditori interessati alle scene musicali locali
influenzate dal punk, fondarono label indipendenti come la Rough
Trade (fondata da Geoff Travis nel proprio negozio di dischi) e la
Factory Records (fondata dal personaggio televisivo Tony Wilson a
Manchester). Nel 1977, i gruppi iniziarono a sperimentare nuove
metodologie per pubblicare la propria musica in modo indipendente.
Questa idea fu diffusa in particolare dai Buzzcocks, che pubblicarono
il loro EP Spiral Scratch con un marchio proprio, ed anche dai
singoli autoprodotti dei Desperate Bicycles. Fu poi imperativo, per
il DIY trovare formule ed infrastrutture di produzione e
distribuzione su cui si appoggiò prima il post-punk e poi la musica
indie della seconda metà degli anni '80.
Mentre l'originario movimento punk si
stava spegnendo, molte nuove scene iniziarono a fondersi con una
varietà di band che cercavano di elaborare sonorità sperimentali in
un territorio concettuale più ampio. Sul finire del 1977 alcuni
episodi britannici come Siouxsie and the Banshees e gli Wire
iniziarono a sperimentare sonorità che si differenziavano molto
dagli episodi punk contemporanei. Savage descrisse i primi
esperimenti del genere come quelli citati come "ruvide
lacerazioni urbane", "rumore bianco controllato" o
ancora "accentuazioni massicce di rulli di tamburi".
L'editore di Mojo Pat Gilbert sostenne che "la prima vera
post-punk band fu Siouxsie and the Banshees", notando
l'influenza dell'uso della ripetizione sui Joy Division. Sulla stessa
linea, John Robb sostenne che i Banshees possono essere considerati
una specie di "proto post-punk" band, a causa della loro
ipnotica sezione ritmica. Nel gennaio del 1978, il cantante John
Lydon (poi conosciuto come Johnny Rotten), annunciò lo scioglimento
dei Sex Pistols dichiarando la sua disillusione rispetto alla
prevedibilità musicale del punk ed alla cooptazione di interessi
musicali, unitamente al suo desiderio di esplorare territori nuovi e
diversi. In maggio dello stesso anno, Lydon annunciò la formazione
di una nuova band assieme al chitarrista Keith Levene ed al bassista
Jah Wobble: erano i Public Image Ltd e dichiaravano apertamente "rock
is obsolete", citando la reggae come "influenza naturale"
Lydon descrisse poi il suo sound come "un pop totale con
significati profondi. Ma non voglio essere categorizzato in altri
termini che punk! Da li vengo e li sto".
Regno Unito
In questo periodo, band come Public
Image Ltd, the Pop Group e the Slits iniziarono a mescolare le
proprie sonorità con la dance music, con le tecniche di produzione
del dub e con le intuizioni delle avanguardie mentre le band di
Manchester che provenivano dal punk come Joy Division, The Fall, the
Durutti Column ed A Certain Ratio svilupparono stili peculiari
inspirati da una vasta gamma di influenze tra musica ed arte
modernista. Gruppi come Scritti Politti, Gang of Four, Essential
Logic e This Heat erano invece fortemente politicizzate, con liriche
ispirate alle ideologie di sinistra ed incorporavano nei loro lavori
gli studi intrapresi nelle Accademia di belle arti. Delle metodologie
tecniche non ortodosse vennero sviluppate negli studi di
registrazione da produttori come Steve Lillywhite, Martin Hannett e
Dennis Bovell, divenendo elementi importanti nell'evoluzione musicale
della "new musick". Etichette come Rough Trade, Factory e
Fast Product divennero dei punti di riferimento per questi artisti,
facilitando loro la produzione, gli artwork, le performance e la
promozione del loro lavoro.
Molte sono le dispute per stabilire
quale fosse il primo vero disco post-punk e tra i contendenti appare
il primo disco dei Magazine dal titolo Shot by Both Sides (7",
Gennaio 1978, Virgin), Hong Kong Garden (7", Agosto 1978,
Polydor) dei Siouxsie and the Banshees, Public Image (7",
Settembre 1978, Virgin) dei PIL, Extended Play (7" EP, Novembre
1978, Rough Trade) dei Cabaret Voltaire oppure ancora Damaged Goods
(7", Dicembre 1978, Fast Product). Il critico musicale di
AllMusic Andy Kellman sostiene che Shot by Both Sides è una pietra
miliare al pari del brano punk Anarchy in the U.K. (7", Novembre
1976, EMI).
Un certo numero di band che
precedettero il punk, come Cabaret Voltaire e Throbbing Gristle
sperimentarono il registratore a nastro e gli strumenti musicali
elettronici unitamente ai metodi della performance art ed influenzati
dalle letterature trasgressive diedero vita alla musica industriale.
L'etichetta dei Throbbing Gristle, la Industrial Records, divenne il
fulcro della scena omonima.
Mentre queste scene crescevano, le
pubblicazioni musicali britanniche come il New Musical Express ed il
Sounds svilupparono una parte importante nella nascente cultura
post-punk, con scrittori come Jon Savage, Paul Morley e Ian Penman
che svilupparono uno stile di critica denso (e spesso giocoso) che
pescava a piene mani dalla filosofia, dalla politica radicale e da
una grande varietà di altre fonti. Nel 1978 la rivista del Regno
Unito Sounds recensiva ottimamente album come The Scream dei Siouxsie
and the Banshees, Chairs Missing degli Wire e la band statunitense
Pere Ubu con il loro Dub Housing. Nel 1979 il NME sostenne e difese
dischi come Metal Box dei PIL, Unknown Pleasures dei Joy Division,
Entertainment! dei Gang of Four e 154 degli Wire, l'omonimo album di
debutto dei The Raincoats, e Fear of Music della band americana
Talking Heads.
I Bauhaus, Siouxsie and the Banshees e
the Cure gradualmente iniziarono a produrre sonorità più oscure che
generarono poi la scena gothic rock. Influenze importanti per
l'evoluzione del gothic rock vennero inoltre dai Joy Division. Nei
tardi '70 si sviluppò dalla scena punk britannica anche una forma di
neo-psychedelia. Il genere in seguito fiorì in molte parti del mondo
in un movimento internazionale che applicava allo spirito
psichedelico degli anni '70 le nuove sonorità e le nuove tecniche.
Sempre nel 1979 nacquero anche altri stili come l'avant-funk e
l'industrial dub.
Stati Uniti
Verso la metà degli anni '70 svariati
gruppi musicali (alcuni provenienti dalla scena punk di Downtown
Manhattan) come i Television ed i Suicide) iniziarono ad espandere il
classico vocabolario del punk. Band del Midwest come i Pere Ubu ed i
Devo presero ispirazione dalla rivoluzione industriale, implementando
tecniche dell'arte concettuale, della musica concreta e forme verbali
non convenzionali che presagirono la nascita del movimento post-punk
degli anni successivi. Un certo numero di band successive incluse
band di Boston come i Mission of Burma, o di New York come i Talking
Heads, combinarono elementi del punk con sensibilità
accademico-artistiche. Nel 1978 quest'ultima band iniziò una serie
di collaborazioni con il pioniere britannico di musica ambientale ed
ex-Roxy Music Brian Eno, sperimentando con le tecniche poetiche
dadaiste, sonorità elettroniche e poliritmia africaneggiante. La
vivida scena post punk di San Francisco generò gruppi come Chrome,
the Residents, Tuxedomoon e MX-80 Sound che influenzarono
l'espansione e l'implementazione della sperimentazione multimediale,
del cabaret e le teorie drammaturgiche del Teatro della crudeltà di
Antonin Artaud.
Talking Heads
Sempre di questo periodo fu poi
l'emergere del movimento no wave nella downtown di New York, una
scena musicale ed artistica dalla vita breve, che rappresentò una
delle più influenti reazioni al riciclaggio del punk di tradizionali
tropi del rock, che proiettò una visione del mondo abrasiva,
conflittuale e nichilista. I musicisti no wave come the Contortions,
Teenage Jesus and the Jerks, Mars, DNA, Theoretical Girls e Rhys
Chatham sviluppò maggiormente uno stile legato al rumorismo, alle
dissonanze, alla atonalità, mescolandola a generi musicali non
prettamente rock. Le prime quattro formazioni in particolare, furono
inserite nella compilazione No New York prodotta da Brian Eno, spesso
considerata il testamento essenziale di questa scena musicale. Le
feste decadenti e le opening d'arte divennero in questo periodo i
centri d'incontro di musicisti ed artisti visivi. Spesso nei locali
come il Club 57 ed il Mudd Club si incontravano artisti affini a
questa scena come Jean-Michel Basquiat, Keith Haring e Michael
Holman. Il giornalista del Village Voice, Steve Anderson, sostiene
che la scena perseguì un riduzionismo abrasivo "ha minato la
potenza e la mistica di un'avanguardia rock privandola di una
tradizione contro cui reagire". Anderson ha affermato che la
scena no wave rappresentava "l'ultimo movimento stilisticamente
coeso dell'avanguardia rock di New York".
Italia
Se nel 1977 l'Italia era ancora immersa
nel periodo disco music, fu proprio da quella scena che venne fuori
una delle prime perle del post-punk italiano, quando i Chrisma, dopo
un periodo di permanenza a Londra e la scoperta del punk rock,
convinsero il produttore della Polygram Niko Papathanassiou (fratello
di Vangelis) a vedere nel punk rock nuove possibilità. Fu proprio in
questo contesto che il duo confezionò prima il 7" C' Rock /
Mandoia (Polygram, 1977) e poi l'album Chinese Restaurant (Polygram,
1977), che anticiparono alcune sonorità del post-punk britannico. A
Bologna, nel 1977 nasceva invece la Harpo's Music, che nel 1978 curò
la produzione artistica di MONO tono (Cramps Records, 1978) dei
concittadini Skiantos, un album che già mostrava l'attitudine
avanguardista tipica del post-punk, e poi nel 1979 il primo album
omonimo dei Gaznevada che già mescolava sonorità punk
all'elettronica ed a ritmiche funky. Sempre del 1979 fu l'album più
compiutamente post-punk degli Skiantos, intitolato Kinotto (Cramps
Records).
La scena del Regno
Unito e gli ambiti commerciali
Il post-punk britannico entrò negli
anni '80 con il sostegno sia della comunità della critica musicale -
il critico americano Greil Marcus ritrasse il "post-punk pop
d'avanguardia britannico" in un articolo sul Rolling Stone
datato 1980 come "mosso da una tensione, un umorismo ed un senso
del paradosso chiaramente unici nella musica pop di oggi" - che
di personaggi legati ai media come il DJ della BBC John Peel, tanto
che alcuni esponenti del post-punk come PiL e Joy Division
raggiunsero buone posizioni nelle classifiche della musica popular.
Il network delle etichette che supportavano questo fenomeno come la
Industrial Records, Fast, E.G. Records, Mute, Axis/4AD e Glas
continuarono a sostenere l'uscita di sempre nuove produzioni. Nel
1980 erano attivi nella scena post-punk della Gran Britannia band
come Magazine, Essential Logic, Killing Joke, the Sound, 23 Skidoo,
Alternative TV, the Teardrop Explodes, the Psychedelic Furs, Echo &
the Bunnymen e the Membranes, concentrate perlopiù nelle città di
Londra e Manchester.
Gary Numan
Fu in questo periodo che le maggiori
figure ed artisti iniziarono a prendere le distanze dall'estetica
dell'underground. La scrittura sempre più esoterica delle
pubblicazioni post-punk, iniziò presto a allontanare i lettori dalle
riviste musicali, tanto che l'NME perse la metà delle vendite.
Scrittori come Morley iniziarono a sostenere la "luce
dell'overground" invece delle sensibilità sperimentali promosse
nei primi anni. Le collaborazioni di Morley con l'ingegnere del suono
Gary Langan e con il programmatore J. J. Jeczalik che portò agli Art
of Noise aprì la tendenza a portare suoni elettronici e
campionamenti nel pop mainstream. Artisti del post-punk come Green
Gartside degli Scritti Politti e Paul Haig dei Josef K
precedentemente affini alle metodologie avanguardiste, distolsero lo
sguardo da questi approcci per perseguire stili mainstream e successo
commerciale. L'evoluzione che portò alcuni artisti post-punk ad
inserire idee sovversive nel mainstream pop, furono categorizzati con
il termine di marketing New Pop.
Altre band orientate verso il pop come
ABC, the Associates, Adam and the Ants e Bow Wow Wow (questi ultimi
due erano prodotti dal manager dei Sex Pistols Malcolm McLaren)
trovarono spazio, parallelamente al fenomeno del New pop, con
l'evolversi della scena della sottocultura del New romantic. Dando
maggior valore al glamour, alla moda ed all'evasione piuttosto che
alla serietà sperimentale dei precedenti gruppi post-punk, questa
scena orientata verso il club, pur destando non pochi sospetti negli
abitanti del movimento, raggiunse un buon successo commerciale.
Artisti come Gary Numan, the Human League, Soft Cell, John Foxx e
Visage contribuirono invece a creare un nuovo stile, il synthpop, che
prendeva ispirazione dalla musica elettronica e dai sintetizzatori.
Al successo di questo genere contributi non poco l'ascesa di MTV.
Downtown Manhattan ed
altrove negli USA
Glenn Branca durante una performance
alla galleria Hallwalls nel 1980
Nei primi anni '80 la scena no wave di
Downtown Manhattan si diresse verso sonorità meno abrasive rispetto
al suono originario, spostandosi su posizioni decisamente più
ballabili con compilazioni come Mutant Disco della ZE Records,
evidenziando una nuova sensibilità, più giocosa, e nata
dall'incontro tra hip hop, disco music ed il punk della città, senza
tralasciare influenze dub, reggae e world music. Gruppi musicali come
ESG, Liquid Liquid, the B-52s, Cristina, Arthur Russell, James White
and the Blacks e Lizzy Mercier Descloux proposero formule descritte
provocatoriamente da Luc Sante come "un niente di niente + disco
music a culo". Altre band che avevano un debito con la no wave
furono Swans, Glenn Branca, the Lounge Lizards, Bush Tetras e Sonic
Youth, continuando invece ad esplorare l'attitudine della scena
iniziale rivolta al rumore ed ai territori più ruvidi.
Europa
In Germania, band come gli Einstürzende
Neubauten svilupparono uno stile peculiare di musica industriale
utilizzando rumorismo avanguardista, strumenti autocostruiti ed
oggetti trovati. Alcuni membri di questa band collaborarono in
seguito con membri dei the Birthday Party.
Il revival
Il post-punk revival è una corrente di
rock alternativo nata negli anni 2000 dove le band riprendono gli
elementi del genere originale dell'inizio degli anni ottanta. Il
movimento è assai diffuso nei paesi anglosassoni quali il Regno
Unito e gli Stati Uniti e in diversi paesi del continente europeo, ed
è molto legato alla scena post-punk di Londra e di New York degli
anni ottanta.
Il termine post-punk revival fu coniato
da vari critici musicali per indicare band come Arctic Monkeys, The
Killers, The Rapture[38], Interpol[39], Franz Ferdinand, Bloc Party e
The Strokes. Questa seconda ondata di gruppi che riprendono il
post-punk inseriscono all'interno della loro musica elementi
dell'indie rock e della dance degli ultimi anni ottanta più o meno
come succedeva per il post-punk che fondeva elementi del krautrock e
della musica da discoteca della fine degli anni settanta.
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