Cosa è successo ad Eddie Murphy? Fino a 10 anni fa, era impossibile andare al cinema senza che questo attore apparisse nel film in visione o nei trailer, ed ora Murphy è letteralmente scomparso nel nulla…


L'ultimo film di Murphy di cui ci ricordiamo è l'orribile Una Bugia di Troppo, uscito nel 2011, da allora, Murphy non è più tornato nei nostri cinema (né in quelli Americani). Ma quel è la ragione? Beh, la qualità dei suoi ultimi due film (Una Bugia di Troppo, appunto; e il semi-fiasco Tower Heist) lascia a desiderare, e se, economicamente, il primo si salvò sul filo del rasoio, il secondo costò caro ai grandi capi (che spesero su di esso 50 milioni di dollari di produzione + costi di promozione contro i miseri 22 milioni incassati internazionalmente); questa, tuttavia (anche se basterebbe di per se a giustificare l'esclusione di Murphy dalla Hollywood che conta) non fu che la goccia che fa traboccare il vaso; sì perché quella di Murphy era una carriera in declino già da anni (più precisamente—o almeno così dicono—dal rilascio di Pluto Nash (2002) che, oltre ad essere uno dei più grandi fiaschi di sempre al botteghino, è largamente considerato il peggiore film mai prodotto nella storia del cinema), ed a questo si aggiunga il fatto che Eddie Murphy è[/era] (tra gli attori top) quello meno amato in assoluto; e, inspiegabilmente, pur apparendo ovunque ai tempi d'oro, ed avendo avuto un a dir poco discreto successo, era difficile trovare una persona che lo lodasse pubblicamente, per non dire una[su tre] che non esprimesse una certa antipatia...
La realtà è che Eddie Murphy fu un buon (forse anche più che buono) comico da cabaret, che poi fece l'errore di passare al cinema, abbandonando il suo vecchio stile, o persona, di comico satirico e profano (non si fece mai problemi ad attaccare e prendere in giro persone sovrappeso, comunità religiose, gay, eh—già, anche gli Italo-Americani). Anche se generalmente l'inizio del declino di Murphy è datato al rilascio di Pluto Nash, personalmente io considero il suo declino iniziare da dopo Beverly Hills Cops, episodio numero uno.
Anche se Murphy è indiscutibilmente legato alle dolci memorie di ciascuno di noi (specialmente considerando che, in Italia c'è da qualche anno—o forse decennio?—l'usanza di trasmettere Una Poltrona per Due a Natale, il che ovviamente associa la figura di Murphy a momenti che non possono che essere felici per quasi tutti noi); e non nascondo di essere un grande fan di Shrek (Murphy donò voce ed espressione al simpatico ciuco), la realtà è che Murphy non riuscì mai a convincere con le sue interpretazioni (Eddie è uno degli attori più di successo ai Razzies, con 11 nomination e 4 vittorie), che erano monotone, caratterizzate da battute simili, espressioni identiche, e personaggi da lui interpretati con ben poche differenze oltre a nome proprio e ruolo all'interno di film diversi. Murphy non è al livello comico o interpretativo di, ad esempio, Damon Wayans (o qualsiasi altro membro della celebre famiglia), Dave Chapelle o Chris Rock (gli ultimi due lo eccedono anche nel cabaret).
Nel 2016, comunque, Murphy partecipò all'indie Mr.Church (un fiasco che grazie al cielo è inedito in Italia—anche se, per essere completamente onesto, l'interpretazione di Murphy fu apprezzata dalla maggior parte della critica), mentre nel 2019 uscì Dolemite Is My Name (disitribuito da Netflix), un buon film nel quale Murphy (proporzionalmente alle sue capacità) offrì tutto sommato una buona interpretazione.
Murphy, in questo ultimo periodo di distanza da Hollywood, non si sarà di certo annoiato, comunque, con un patrimonio personale stimato a 200 milioni di dollari da spendere, una famiglia a cui badare ed una nuova compagna.


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P.S per i fan: Netflix ha recentemente acquisito i diritti su Beverly Hills Cop 4, quindi sembra proprio che la cosa si farà! :)






In effetti, Nicolas Cage al cinema non lo si vede proprio più, e molti di voi penseranno che l'attore si sia semplicemente ritirato; tuttavia, vi stupirà scoprire che, in realtà, Cage è uno degli attori più attivi al momento.



Sì perché dall'ultimo film di cui tutti ci ricordiamo (ovvero Ghost Rider 2, 2012) Cage ha recitato in ben quarantadue film (!).
Perché, quindi, gli Italiani e la maggior parte degli Americani non lo ritrovano più nelle sale cinematografiche? Il problema è che dal 2012 (con l'eccezione di una particina nel fiasco Snowden, 2016, e due ruoli minori da doppiatore nel 2018, nei film d'animazione Teen Titans Go! e Spider-Man Un Nuovo Universo) Nic ha recitato solo in film di serie-B, direct-to-video o comunque piccole produzioni (mai dando segni di perdita di talento, tuttavia—vedi Joe, 2013 e Mandy, 2018).

La domanda quindi sorge spontanea: perché l'Hollywood 'blockbusteriana' lo ha scaricato? La risposta è ambivalente: da una parte, Cage è sempre stato l'action-star/avventuriero per eccellenza (anche se è pur vero che durante la sua carriera ha ricoperto tutti i ruoli possibili ed immaginabili, e mai sfigurando), specialmente nell'ultimo periodo, e questo ruolo [secondo Hollywood] ha dei prerequisiti (estetici); l'allenamento e la dieta non sono facili da mantenere, specialmente quando non si hanno più trent'anni.



Sulla scena arrivarono quindi altri attori più giovani, che Hollywood gli preferì. Per altro, Nicolas Cage è forse l'attore che più frequentemente mi hanno detto stargli "antipatico", o che "non mi piace", etc. e questa sua considerazione tra una porzione degli spettatori non può che aver gettato benzina sul fuoco—o meglio, acqua sulla vampa; facendo a maggior ragione decidere ad Hollywood di non puntare più su di lui.
La seconda ragione è legata agli avvenimenti che hanno avvolto Cage al di fuori di set cinematografico e zone limitrofe: nel 2009, i federali denunciarono Cage per il mancato pagamento di tasse. A sua volta, Cage denunciò il suo manager per frode e negligenza, sostenendo che, in sintesi, fu il manager a non pagare le tasse quando era tempo di pagarle.

Secondo il manager, invece, sarebbe stato Cage a sperperare il suo denaro—contro i suoi ripetuti avvertimenti—spendendo più di quanto potesse permettersi. In pochi anni, tra le altre cose, Cage acquistò 15 residenze personali, oltre che 9 Rolls Royces, una lamborghini ed altre 10 auto sportive, un polpo ed uno squalo domestici, e più di 50 pezzi di opere d'arte e pezzi da collezione, tra cui un fumetto di Superman da 2 milioni di dollari, un teschio di Tarbosaurus, ed un buon numero di Tsantsa, ovvero teste umane disossate, per cui Nic sembra avere una strana passione



Ew! Tra le 15 residenze, c'erano un'intera isola alle Bahamas e due castelli, tra cui questo



In aggiunta al saldo con il fisco, Cage dovette pagare (e sta pagando tuttora) alcuni debiti con la East West Bank, a causa di prestiti milionari non pagati.
Cage passò dall'essere uno degli attori più pagati di Hollywood, con una fortuna totale di 150 milioni nel 2009, ad un totale di 25 nel 2017, con in più la perdita di molti dei suoi beni immobiliari, tra cui—oltre ai castelli—la sua villa di Los Angeles.
Furono i debiti improvvisi, quindi, che contribuirono al declino cinematografico di Cage, il quale, non più capace di trovare rapidamente proposte in produzioni importanti per la cause sopraccitate (e con la necessità di pagari i debiti alla svelta), si vide costretto ad accettare ruoli di serie-B a destra e a manca; questo diventò quindi un circolo vizioso, ed un'abitudine, sua e dei produttori minori, che quindi in poco tempo lo rese un attore di serie-B a tutti gli effetti-

Nonostante le sue dichiarazioni di 'essere sul lastrico', la perdita della stragrande parte della sua fortuna, e l'inevitabile invecchiamento biologico, tuttavia, uno tra il suo fascino ed alcune capacità economiche deve essergli rimasto, considerato che negli anni 2000 fu sposato con lei:



e nel 2019 si sposò lei:



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Per concludere, per i fan ancora fedeli e i vari simpatizzanti, c'è una buona notizia.
Anche se non sarà un ritorno al grande cinema vero e proprio (o meglio, in carne ed ossa), nel dicembre 2020 è in programma l'uscita di Croods 2, il cui divertentissimo primo episodio (I Croods, 2013) penso sia ricordato con piacere sia dai genitori di ragazzi (ora)adolescenti che dai più giovani tra di noi che da qualsiasi appassionato di film d'animazione che ha avuto l'occasione di vederlo. Inoltre, è dal 2007 che si alternano voci su un nuovo National Treasure (un film che da bambino ho adorato), e, finalmente, nel 2020 è stato annunciato che i lavori per il terzo episodio sono ufficialmente partiti.

Attendiamo con ansia quindi, e speriamo Nic completi ancora almeno un film da action-star in serie A; che ritrovi il suo posto nella Hollywood che conta, e che poi magari lo mantenga con ruoli (più) adatti alla sua età, man mano che il tempo passa; che quindi, insomma, Nic finalmente ritrovi il suo 'prestigio perduto'!













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La fusion (chiamata anche jazz fusion o jazz rock o ancora rock jazz) è un genere musicale emerso alla fine degli anni sessanta e primi settanta che combina elementi di jazz, rock e funk.

Caratteristiche
Lo stile fonde stilemi tipici del jazz a una strumentazione tipicamente rock dove gli strumenti elettrici, le tastiere e la strumentazione elettronica in generale hanno un ruolo predominante nel determinare il suono. La contaminazione avviene anche a livello stilistico, sia nell'accompagnamento, dove linee tipicamente funk tendono a sostituirsi ai più tradizionali accompagnamenti jazz, sia, più in generale, nella struttura del pezzo.
La fusion è comunque caratterizzata da sonorità morbide e leggere, spesso considerate easy listening (di facile ascolto), in quanto più vicine alla struttura armonica di un brano pop piuttosto che a quella del jazz.

Storia
Origini
Molti critici ritengono che le prime incisioni fusion siano Hot Rats di Frank Zappa (1969) e i due dischi In a Silent Way (1969) ed il doppio album Bitches Brew (1970) di Miles Davis. Tra i protagonisti che seguirono, uno dei gruppi più rappresentativi di questo genere sono i Weather Report di Wayne Shorter e Joe Zawinul, attivi dal 1970.

Popolarità
A metà degli anni settanta il genere, ancora in forma prevalente di jazz rock, raggiunge una maturità e diffusione ormai planetaria: accanto ai mostri sacri d'oltre oceano spiccano anche musicisti europei quali il violinista francese Jean Luc Ponty (in realtà di formazione Davisiana), il suo connazionale e batterista Pierre Moerlen (Pierre Moerlen's Gong), gli inglesi ex canterburiani Soft Machine e i giapponesi Casiopea; in questa fase di transito, iniziano a farsi strada artisti che, intuendo le potenzialità commerciali del genere, propongono composizioni via via più semplici o quanto meno più orecchiabili, in grado di arrivare anche ad un pubblico non necessariamente di estrazione jazz.
Il chitarrista californiano Lee Ritenour, i The Crusaders, il tastierista brasiliano Eumir Deodato e lo statunitense Jeff Lorber influenzeranno ulteriormente lo scenario futuro. A quest'ultimo si deve, probabilmente, l'adozione ufficiale del termine fusion, inserendolo, nel 1977, nel nome della sua band, "The Jeff Lorber Fusion".[senza fonte] Anche il cantante italo canadese Gino Vannelli e il celebre chitarrista Carlos Santana con alcuni suoi lavori contribuiranno non poco alla diffusione della fusion tra il grande pubblico.
All'inizio degli anni ottanta nasce la GRP Records, casa discografica newyorkese che ben presto diventa la maggiore scuderia di musicisti fusion in circolazione, tutti artisti di grande talento che danno vita ad una produzione caratterizzata da lavori tecnicamente di grande pregio anche se spesso piegati ad un consenso commerciale che vuole essere il più vasto possibile.
La Turin Jazz Rock School è una delle etichette italiane di artisti appartenenti al genere che ha avuto negli ultimi anni significativi riscontri a livello internazionale.


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«Un disco tutto strumentale, tranne una canzone con Captain Beefheart alla voce! Proprio lui, che non sa cantare! Perché sprechi così il tempo prezioso dell'America, testa di cazzo?»
(Frank Zappa a proposito di Hot Rats)


Hot Rats è il settimo album del musicista statunitense Frank Zappa (il suo secondo da solista) pubblicato negli Stati Uniti il 10 ottobre 1969. Il disco, fortemente influenzato da atmosfere jazz rock, non riscosse nessun successo commerciale in patria mentre in Europa, specialmente in Gran Bretagna (nona posizione) e nei Paesi Bassi (sesta posizione), ebbe un ottimo riscontro di pubblico diventando uno dei suoi dischi più celebri e conosciuti.

Il disco
L'album viene considerato una pietra miliare nella carriera dell'artista; Zappa lascia il rock a tratti demenziale dei primi anni per creare un variegato affresco di variazioni musicali mescolando jazz di varie tendenze, ritmiche ossessive e complesse partiture, il tutto coronato da spunti solistici sia propri sia dei collaboratori. Si tratta del primo progetto solista di Zappa dopo lo scioglimento delle originali Mothers of Invention. Nelle note originali dell'album, Zappa descrisse la musica contenuta nel disco come: "un film per le vostre orecchie".
Hot Rats è incentrato su composizioni jazz fusion strumentali con lunghi assolo, la musica si discosta molto dai primi dischi di Zappa con le Mothers, che comprendevano commenti satirici mescolati all'uso di musica sperimentale e montaggi sonori. In questo disco Zappa accantona, momentaneamente, la stravaganza totale, e sceglie una via comunicativa più immediata, una musica più diretta. Il polistrumentista Ian Underwood è l'unico membro delle Mothers a suonare sull'album e il principale collaboratore musicale di Zappa durante le sessioni di registrazione. Altri turnisti presenti sul disco sono Captain Beefheart (voce in Willie the Pimp), Max Bennett e Shuggie Otis al basso, i batteristi Ron Selico, Paul Humphrey, e John Guerin, il violinista elettrico Don "Sugarcane" Harris e Jean-Luc Ponty, altro violinista di stampo classico che, durante gli anni sessanta, era passato al jazz e aveva già inciso due album per la World Pacific Jazz. Secondo alcune fonti alle sessioni avrebbe preso parte anche il chitarrista Lowell George che avrebbe suonato effettivamente in qualche pezzo dell'album, ma la sua presenza non è confermata ufficialmente e non ne viene fatta menzione nelle note dei crediti sul disco.
Questo fu il primo album di Frank Zappa ad essere registrato su un registratore multitraccia a sedici piste, e uno dei primi dischi in assoluto ad avvalersi di questa tecnologia che era all'epoca ancora allo stato di prototipo. I macchinari con sedici piste separate permettevano molta più flessibilità in studio in termini di composizione e registrazione e la possibilità di effettuare sovraincisioni di una certa complessità. Un notevole vantaggio rispetto ai banchi mixer a quattro e otto piste che erano lo standard nel 1969. Basti pensare che mentre Zappa registrava Hot Rats, i Beatles stavano lavorando al loro Abbey Road, limitati dall'uso di un registratore a otto piste.
L'album fu dedicato da Frank al figlio appena nato, Dweezil Zappa. Nel febbraio 2009, Dweezil e la sua band, gli Zappa Plays Zappa, vinsero un Premio Grammy per la "migliore performance rock strumentale" grazie alla loro interpretazione del brano Peaches en Regalia.


Origine e storia
Il 1969 fu per Frank Zappa un anno di grossi sconvolgimenti. Nel 1964 Zappa aveva fondato il gruppo delle Mothers of Invention, con il quale aveva incessantemente cercato di rincorrere il successo senza però compromettere le sue credenziali artistiche e musicali. Con il primo album Freak Out! (1966), noto come "l'album di debutto più audace della storia del rock", aveva creato un proprio stile, che sviluppò in album successivi come We're Only in It for the Money. Queste opere erano un collage di frammenti e di influenze di altri generi musicali, come il surf rock, il Doo-wop, il Pop e la musica sperimentale. I testi erano spesso satirici e critici verso la società e contenevano molte allusioni al movimento hippie e alla scena musicale rock dell'epoca.
Dopo l'uscita di un album commercialmente disastroso come Uncle Meat nell'aprile 1969, Zappa però, decise di sciogliere la sua band e di continuare come musicista solista. Si lamentava nelle interviste del fatto che il pubblico non capisse la qualità della sua musica, e criticò le limitate capacità musicali degli altri membri del gruppo. La mancanza di successo commerciale aveva anche avuto come conseguenza l'insorgere di varie difficoltà finanziarie.
Durante questo burrascoso periodo si svolse la produzione dell'album Hot Rats. Nel mese di aprile 1969, i Mothers of Invention avevano partecipato al Globe Jazz Boston Festival, e Zappa aveva invitato il sassofonista jazz Rahsaan Roland Kirk a suonare con loro. Il concerto fu un grande successo. La giornalista e biografa di Zappa Kelly Fisher Lowe sembra identificare in questo concerto la genesi del progetto Hot Rats.

Registrazione
Dopo aver definitivamente sciolto le Mothers of Invention, nel giugno 1969 Zappa si rinchiuse nel seminterrato di casa sua insieme a Ian Underwood e Roy Estrada per provare i pezzi che sarebbero andati a costituire Hot Rats, il suo nuovo progetto da solista. Nelle ultime due settimane di luglio si trasferì ai T.T.G. Studios di Hollywood insieme a Underwood e ai musicisti di ambiente jazz: Max Bennett (che aveva suonato insieme a Quincy Jones), Paul Humphrey (reduce da esperienze lavorative con Wes Montgomery e Lee Konitz), e il giovane batterista fusion John Guerin. Zappa contattò poi Johnny Otis, uno dei suoi idoli di gioventù, che all'epoca lavorava per il sindacato dei musicisti. Tramite Otis si riuscì a ingaggiare anche il violinista blues Don "Sugarcane" Harris, che all'epoca navigava in cattive acque e stava scontando una pena in carcere per detenzione di droga. Zappa pagò la sua cauzione per permettergli di partecipare alle sedute di registrazione. Sempre Otis portò alle sessioni in studio suo figlio Shuggie per fargli suonare il basso e la chitarra blues. In occasione della registrazione di Willie the Pimp si unì estemporaneamente al gruppo anche Don Van Vliet meglio conosciuto come "Captain Beefheart" che cantò la parte vocale del brano nel suo caratteristico stile. Durante la registrazione di Hot Rats, Zappa fece sentire alcune delle tracce in lavorazione al produttore jazz Dick Bock, che gli consigliò di chiamare a partecipare al progetto il violinista francese Jean-Luc Ponty, che suonò in It Must Be a Camel. Ciò fornì l'impulso per la futura collaborazione tra Zappa e Ponty del 1970 che portò alla pubblicazione dell'album King Kong: Jean-Luc Ponty Plays the Music of Frank Zappa.

Copertina
Per la copertina di Hot Rats, ideata da Cal Schenkel, venne utilizzata una fotografia con effetto "infrarossi" che ritrae Christine Frka delle GTO ed all'epoca baby sitter in casa Zappa, che fa sinistramente capolino da una piscina vuota di una villa a Beverly Hills precedemente appartenuta ad Errol Flynn. L'interno dell'edizione originale in vinile conteneva un collage di foto a colori, molte delle quali scattate durante le sedute di registrazione per l'album. Le iniziali ristampe dell'album in CD non comprendevano molte di queste immagini, e le poche rimaste erano stampate in bianco e nero. La ristampa del 1997 reintrodusse l'artwork completo.

Descrizione dei brani
Zappa compose, arrangiò e produsse l'album da solo. Il suo strumento principale sul disco è la chitarra elettrica. Willie the Pimp, Son of Mr. Green Genes, e The Gumbo Variations contengono suoi potenti ed estesi assolo di chitarra. Quattro delle tracce sono contraddistinte da intricati arrangiamenti che vedono la presenza di sovraincisioni multiple ad opera di Ian Underwood che suona approssimativamente le parti strumentali di otto o dieci musicisti, spesso simultaneamente. Il suo lavoro include complicate sezioni di piano e organo, flauto, clarinetto e sassofono.
Peaches en Regalia
Il brano Peaches en Regalia è oggi ampiamente riconosciuto come un moderno standard jazz fusion ed è uno dei motivi più orecchiabili e conosciuti di Frank Zappa. Nel brano Zappa suona un breve assolo di basso ottavino. Underwood contribuì suonando il flauto e varie parti di sassofono, clarinetto e tastiere. Nel prosieguo della sua carriera Zappa riarrangiò ed eseguì il brano dal vivo in concerto in diverse occasioni. Peaches è stato reinterpretato da molti altri musicisti jazz e rock, inclusi i Phish, i Dixie Dregs, e i Frogg Café.

Willie the Pimp
Willie the Pimp (lett. Willie il pappone) è un brano di rock blues. Vi figurano il violino di Don "Sugarcane" Harris e pregevoli assolo di chitarra elettrica da parte di Zappa che sembrano improvvisati durante una jam session, anche se, invece, furono attentamente montati per la pubblicazione. Il brano è l'unica traccia dell'album che include una parte vocale, l'unica composizione che possa avvicinarsi alla classica forma "canzone" anche se non in maniera convenzionale. Il cantato è opera del vecchio amico e collaboratore di Zappa Captain Beefheart che fornisce al brano una memorabile interpretazione vocale "al vetriolo" nel suo inconfondibile stile rauco e corrosivo. Il testo e soprattutto il titolo del brano sono ispirati a una conversazione che Zappa aveva avuto (e registrato) con due donne nel 1969 a New York.[7] Fu solo più tardi, nel 1986, che l'intera registrazione venne pubblicata con il titolo The Story of Willie the Pimp sull'album Mystery Disc contenuto nel cofanetto The Old Masters Box Two. La canzone descrive uno squallido pappone di nome Willie, il suo stile nel portare i capelli, il suo abbigliamento pacchiano con pantaloni color kaki e scarpe lucide, mentre nella hall di un albergo parla con una delle sue "ragazze". Il tono è colloquiale, a volte ambiguo e pieno di sottintesi sessuali. Il titolo dell'LP, Hot Rats (lett. ratti caldi), è tratto dal testo di questo brano.

Son of Mr. Green Genes
Son of Mr. Green Genes è un arrangiamento strumentale del brano Mr. Green Genes presente nell'album Uncle Meat. il singolare titolo della composizione generò la leggenda metropolitana che Frank Zappa facesse riferimento al personaggio di Mr. Green Jeans dello show televisivo Captain Kangaroo. Si tratta dell'unico brano del disco ad avere sia intricate parti di fiati che estesi assolo di chitarra.

Little Umbrellas
Little Umbrellas è un motivo strumentale simile nella sua struttura a Peaches en Regalia, un altro breve motivo arrangiato con la presenza di numerose tastiere e sovraincisioni di fiati da parte di Underwood. Probabilmente per questo fu abbinata a Peaches per la pubblicazione su singolo (Bizarre 0889) nel 1970, diventando la B-side del 45 giri.

The Gumbo Variations
The Gumbo Variations è una lunga torrenziale jam strumentale a metà tra il blues e il jazz che venne editata per la pubblicazione su LP, accorciandola fino alla durata di 12 minuti e 55 secondi (portati poi, per volere dello stesso Zappa, a 16:55 nella prima ristampa in formato CD dell'album). In aggiunta all'assolo chitarristico di Zappa, la traccia vede la presenza dell'assolo al sax tenore di Underwood e di quello al violino da parte di Don "Sugarcane" Harris.

It Must Be a Camel
It Must Be a Camel è un'altra traccia dall'arrangiamento molto complesso ed intricato con numerosi fiati e sovraincisioni multiple di tastiere ad opera di Underwood. La melodia molto inconsueta del pezzo è fortemente ritmata e spesso presenta grossi "sbalzi" melodici. Il titolo del brano (in italiano: Potrebbe essere un cammello) potrebbe riferirsi al fatto che questi sbalzi, trascritti sullo spartito, assumono una forma che può ricordare le gobbe dei cammelli. Jean-Luc Ponty suona il violino nella traccia.

Outtakes
Durante le sessioni per Hot Rats furono provati e registrati due brani che però non trovarono posto sul disco. Bognor Regis sarebbe dovuta essere in seguito pubblicata come B-side del singolo Sharleena, una traccia dell'album Chunga's Revenge del 1970, ma l'uscita del singolo venne cancellata all'ultimo minuto. Il brano, una composizione blues strumentale con un assolo di violino elettrico da parte di Don "Sugarcane" Harris, rimase ufficialmente inedita ma venne inclusa in qualche bootleg di Zappa. L'altro brano registrato e scartato durante le sessioni di Hot Rats fu Twenty Small Cigars, che venne invece pubblicato sull'album in collaborazione con Ponty King Kong: Jean-Luc Ponty Plays the Music of Frank Zappa e sul seguente disco di Zappa intitolato Chunga's Revenge.

Tecniche avanzate di registrazione
Zappa utilizzò le più sofisticate apparecchiature disponibili all'epoca per la registrazione dell'album, con il fine di creare un'opera di grande tecnica e qualità musicale. L'album venne registrato su quello che lo stesso Zappa descrisse come un "registratore a sedici piste fatto in casa"; un prototipo costruito dagli ingegneri dei TTG Studios di Hollywood alla fine del 1968. Nel 1969 la Ampex completò e mise a punto l'MM-1000 a sedici piste, che fu il primo registratore professionale su sedici tracce ad essere messo in commercio a livello mondiale. Utilizzava un nastro di due pollici adattato dalla divisione di registrazione video. La tecnologia a sedici piste era molto più sofisticata rispetto a quella dei vecchi modelli a quattro e otto piste allora diffusi. La disponibilità di altre piste sonore rese possibile a Zappa di aggiungere, in Hot Rats, strati multipli di strumenti a fiato e di tastiere suonati da Ian Underwood. Grazie a questa innovazione tecnologica, solo pochi musicisti erano necessari per ricreare in studio elaborate partiture polistrumentali che dessero l'impressione del "sound" di una vera e propria orchestra o di una band formata da molti elementi. Fu proprio la possibilità di effettuare avanzate sovraincisioni in studio che diede a Zappa la motivazione per continuare a registrare e sperimentare in sala di incisione, dato che odiava suonare chiuso in uno studio.
Le maggiori piste disponibili resero anche possibile creare un realistico suono di batteria stereo. Zappa fu tra i primi a registrare le parti di batteria su tracce multiple. Prima del 1969 le percussioni venivano registrate in mono su una sola pista. In Hot Rats, invece, quattro canali furono dedicati al suono della batteria, separando il suono nei canali destro e sinistro. Questa tecnica fu ampiamente imitata e divenne standard con l'inizio degli anni settanta quando macchinari a sedici o più piste si resero disponibili a tutti.
Zappa fu anche un pioniere nell'utilizzo della manipolazione della velocità del nastro per produrre timbriche e tonalità inusuali. In Peaches en Regalia, Son of Mr. Green Genes, e It Must Be a Camel Zappa suona "percussioni a velocità raddoppiata". Dopo la registrazione delle tracce base (batteria, basso, chitarra, pianoforte, etc...), Zappa suonò parti aggiuntive di batteria mentre ascoltava le tracce base a velocità dimezzata. Nella registrazione finita, il tutto suonava a velocità normale, ma le sovraincisioni erano due volte più veloci. Questo dava alle sovraincisioni di batteria un tono surreale, comico, quasi come il suono di una batteria giocattolo.
Anche altri strumenti furono registrati con lo stesso procedimento, incluse le tastiere, i sassofoni e il basso. A Zappa viene accreditato in copertina l'utilizzo di un "basso ottavino" (una chitarra basso a velocità doppia), il cui suono è simile a quello di una chitarra. In aggiunta, il suono di un organo a canne elaborato elettronicamente venne integrato al suono dei fiati e del piano. It Must Be a Camel comprende l'utilizzo di un pettine di plastica rigida, il cui suono sul disco sembra quello di una campana o di un carillon al rallentatore; inoltre Zappa "suona" una chiave inglese utilizzandola per le percussioni in Willie the Pimp.

Stile e influenze
Jazz Rock
Hot Rats viene generalmente considerato un disco jazz rock attribuibile ad a uno stile musicale che combina elementi di Rock e Jazz con altre influenze musicali di vario genere. La grande libertà di improvvisazione insita nella musica jazz è sicuramente uno dei punti focali dell'intera opera.
Non è ben chiaro se la decisione di Zappa di collaborare con musicisti jazz, sia da imputarsi all'inizio del periodo di popolarità che la musica jazz-rock stava avendo all'epoca, oppure se proprio il lavoro svolto da Zappa per questo album sia stata una delle forze trainanti alla base di questo sviluppo. Certamente Zappa aveva già utilizzato in precedenza elementi di musica jazz nei suoi dischi, come ad esempio il brano Invocation And Ritual Dance of the Young Pumpkin presente nell'album Absolutely Free del 1967. La composizione e registrazione del pezzo in questione è datata 1966, e quindi ben prima dell'inizio della popolarità del jazz-rock. Anche nel suo primo progetto da solista, Lumpy Gravy, Zappa utilizzò un collage di passaggi jazz integrati ad altre sonorità sperimentali. Sull'album Uncle Meat si trova inoltre il brano King Kong, un lungo strumentale jazz rock di 18 minuti di durata, in cui sono presenti spazi per quattro improvvisazioni soliste diverse. Infine, l'album Weasels Ripped My Flesh, contenente registrazioni del periodo 1967-1969, ma pubblicato solo nel 1970 dopo Hot Rats, contiene brani chiaramente influenzati dal free jazz come Get a Little e The Orange County Lumber Truck.
Ad un primo ascolto, alcuni critici musicali descrivono Hot Rats come un album di puro jazz fusion. Pubblicato circa nello stesso periodo del seminale Bitches Brew di Miles Davis, l'album che è comunemente considerato come il vero detonatore per la divulgazione del genere, Hot Rats viene generalmente considerato un album "figlio" di quello di Davis. Tuttavia, Kelly Fisher Lowe ha notato che l'album è in definitiva più vicino al blues che al jazz. Nella miscela di rock, jazz, e blues dell'album di Zappa, la Lowe ritiene che il musicista si sia spinto più avanti rispetto ai primi lavori, ottenendo un'opera ancora più complessa per la diversa sfaccettatura dei pezzi composti e arrangiati per il disco.

Pubblicazione e differenti missaggi audio
La versione originale in LP uscì su etichetta Bizarre Records il 10 ottobre 1969 negli Stati Uniti e nel febbraio 1970 in Europa. Nel 1973 l'album venne ristampato dalla Reprise Records. La versione della Reprise è stata messa fuori catalogo negli anni ottanta quando il contratto che Zappa aveva stipulato con la Warner Bros. Records ebbe fine.
Nel 1987 Zappa remixò l'intero Hot Rats per la ristampa in formato Compact Disc. Il nuovo remix fu ampiamente criticato dai fan di Zappa che preferivano il missaggio originale del 1969 presente nella versione LP e ritenuto "più musicale". Willie the Pimp è lievemente differente durante l'introduzione e nell'assolo di chitarra. The Gumbo Variations vede l'aggiunta di quattro minuti suppletivi di musica che includono una introduzione e gli assolo di chitarra e sassofono che erano stati tagliati dalla versione in vinile. Il pianoforte e il flauto, che erano quasi sepolti nel missaggio del '69 di Little Umbrellas, sono invece prominenti nella versione in CD. Altre differenze comprendono cambi significativi dell'atmosfera generale del disco e della gamma dinamica sonora.
Il mixaggio originale della versione in vinile del 1969 è stato riproposto nell'edizione "Limited Edition Audiophile LP" di Hot Rats pubblicata dalla Classic Records nel 2009.

Accoglienza
Originariamente negli Stati Uniti l'album ebbe un successo molto moderato, raggiunse solo la posizione numero 173 della classifica Billboard 200 prima di scivolare velocemente verso il basso. In Europa, invece, in particolare nel Regno Unito, il disco vendette molto meglio, raggiunse la posizione numero 9 e rimase in classifica per più di sei mesi. L'album fu uno dei maggiori successi di Zappa e consolidò la sua reputazione di musicista virtuoso e compositore.
Lester Bangs recensì l'album per Rolling Stone parlandone generalmente in maniera positiva, facendo però ben presente che Zappa stava semplicemente traendo ispirazione da musicisti jazz "seri" come Cecil Taylor o Don Cherry, e che quindi Hot Rats poteva considerarsi soltanto una buona introduzione all'ascolto di musicisti più complessi e rilevanti.
Kelly Fisher Lowe ha dichiarato che Hot Rats venne sottovalutato dalla critica all'epoca della sua pubblicazione, e che il disco ha invece ampiamente superato la prova del tempo. Aggiunge poi che esiste poca letteratura specifica circa l'album a cui persino nelle pubblicazioni che descrivono in dettaglio il lavoro di Frank Zappa, viene solo brevemente fatto accenno. Lowe vede la ragione di ciò nel fatto che l'album viene visto dai critici come una ritirata strategica da parte di Zappa verso una musica più comprensibile e commerciale per il pubblico. Lo scarso successo commerciale dei precedenti lavori di Zappa, di opere avant-garde come Lumpy Gravy o Uncle Meat era stato molto sproporzionato rispetto allo sforzo che l'autore vi aveva infuso. Lowe suggerisce la tesi che l'album esprima il disappunto di Zappa verso il suo pubblico, circa le grandi promesse non mantenute dagli anni sessanta e dalle Mothers of Invention. Dopo aver inciso vari album di musica sperimentale, e dischi pieni zeppi di satiriche barzellette, parodie e osservazioni antropologiche sulla vita del musicista e sulla società in generale, Zappa fece uscire con Hot Rats un album che finalmente poteva essere capito dal pubblico (o almeno da una parte più consistente di esso). A supporto di tale tesi, lo stesso Zappa intervistato nel novembre del 1969, così si espresse, forse calcando un po' la mano sui toni, circa l'album da poco pubblicato: «È un disco sorprendentemente facile da ascoltare: ho sentito dire di gente che batteva il piede a ritmo, ascoltandolo.»
Il critico musicale Ben Watson descrive Hot Rats essenzialmente come un album del duo "Underwood/Zappa" piuttosto che un disco solista di Frank Zappa. Ed è infatti innegabile che Underwood fu in grado di suonare vari strumenti come l'organo, il pianoforte, il flauto, il clarinetto e il sassofono, contribuendo in maniera decisiva al sound generale dell'opera. Watson inoltre sottolinea le forti influenze delle opere di Igor' Fëdorovič Stravinskij e Nikolaj Rimskij-Korsakov riscontrabili, a suo dire, in Hot Rats. A proposito del modo di suonare di Ian Underwood, cita anche l'influenza del musicista free jazz Ornette Coleman. Sarebbe, però, il fatto che nell'album di Zappa tutto è volutamente esagerato, dalle melodie pompose alla strumentazione complessa, a rendere il disco così pieno di virtuosismo evidente, e ad aver reso l'album un successo presso gli appassionati di progressive rock (come successe in Italia) così attenti al "tecnicismo" dei musicisti.
Steve Huey di AllMusic descrive l'album come un classico nel suo genere. Egli sottolinea in particolare la combinazione della raffinatezza compositiva del Jazz con l'atteggiamento sporco e senza scrupoli del Rock. I tre pezzi improvvisati sono informali e apparentemente spontanei, mentre una sorprendente eleganza sinuosa attraversa pezzi come Peaches en Regalia. Huey fa notare anche come questo sia il primo album di Zappa a presentarlo come un virtuoso della chitarra elettrica, e che in particolare l'assolo suonato in Willie the Pimp fu all'origine della reputazione di Zappa come "guitar hero".

Tracce
Versione LP
Lato A
Testi e musiche di Frank Zappa.
  1. Peaches en Regalia – 3:38
  2. Willie the Pimp – 9:25
  3. Son of Mr. Green Genes – 8:58
Lato B
Testi e musiche di Frank Zappa.
  1. Little Umbrellas – 3:09
  2. The Gumbo Variations – 12:55
  3. It Must Be a Camel – 5:15
Versione CD Rykodisc (1987)
Testi e musiche di Frank Zappa.
  1. Peaches en Regalia – 3:37
  2. Willie the Pimp – 9:17
  3. Son of Mr. Green Genes – 9:00
  4. Little Umbrellas – 3:04
  5. The Gumbo Variations – 16:55
  6. It Must Be a Camel – 5:15
Formazione
Artista
  • Frank Zappa - chitarra, basso, percussioni
Altri musicisti
  • Ian Underwood - pianoforte, organo, clarinetto, sassofono, flauto
  • Captain Beefheart - voce su Willie the Pimp
  • Don "Sugarcane" Harris - violino su Willie the Pimp e The Gumbo Variations
  • Jean-Luc Ponty - violino su It Must Be A Camel
  • John Guerin - batteria su Willie the Pimp, Little Umbrellas e It Must Be a Camel
  • Ralph Humphrey - batteria su Son of Mr. Green Genes e The Gumbo Variations
  • Ron Selico - batteria su Peaches En Regalia
  • Max Bennett - basso su Willie the Pimp, Son of Mr. Green Genes, Little Umbrellas, The Gumbo Variations e It Must Be a Camel
  • Shuggie Otis - basso su Peaches En Regalia
  • Lowell George - chitarra (non accreditato)
Produzione
  • Produttore: Frank Zappa
  • Ingegnere del suono capo: Dick Kunc
  • Ingegneri del suono: Cliff Goldstein, Jack Hunt, Brian Ingoldsby, Dick Kunc
  • Arrangiamenti: Frank Zappa
  • Cover design: Cal Schenkel
  • Design: Cal Schenkel, John Williams
  • Ingegnere del suono remix 1987: Bob Stone


Risultato immagini per Scena di Canterbury

La cosiddetta "scena di Canterbury" (in inglese Canterbury scene o Canterbury sound) fu una corrente del rock progressivo sviluppata da alcuni gruppi musicali dei tardi anni sessanta e dei primi settanta legati alla città di Canterbury, nel Kent, in Inghilterra. Questo sottogenere include opere e artisti piuttosto eterogenei, ma legati dal tentativo di contaminare un insieme di generi che comprendevano il rock psichedelico, il jazz, la musica d'avanguardia e la musica elettronica, facendo uso di testi con forti connotazioni surreali. Fra le band e i musicisti più influenti di questa corrente si possono citare i Soft Machine di Robert Wyatt (e i lavori da solista di quest'ultimo), i Gong dell'australiano Daevid Allen, i Caravan, Hugh Hopper e Kevin Ayers.

Breve storia
I Wilde Flowers e il Daevid Allen Trio
Le origini della scena di Canterbury si possono far risalire alla metà degli anni cinquanta, quando un gruppo di studenti della scuola elementare Simon Langton di Canterbury fanno conoscenza. Di questo gruppo fanno parte tra gli altri i due fratelli Hugh e Brian Hopper, Robert Wyatt, Dave Sinclair e Mike Ratledge Negli anni successivi la loro amicizia è cementata dal comune interesse per la musica, e passano i pomeriggi in casa di Robert Wyatt ad ascoltare jazz e a strimpellare brani famosi.
Nel 1960 il chitarrista australiano Daevid Allen affitta una stanza nella casa di Wyatt. Il suo stile di vita anticonformista e la sua passione per il jazz colpiscono favorevolmente i ragazzi, ed eserciteranno una grande influenza sulla loro formazione musicale.
Verso la fine del 1962, sempre in casa Wyatt, iniziano le prime registrazioni di quello che è il primo nucleo del gruppo, vi partecipano i due Hopper, Brian alla chitarra e al sax, Hugh al basso, Wyatt alla batteria e Ratledge al piano.[2] Nelle registrazioni che seguono cominciano a suonare altri musicisti.
Allen, che nel frattempo si era trasferito a Londra, invita Wyatt nel 1963 a raggiungerlo, dopo un po' si unisce a loro Hugh Hopper ed insieme formano il Daevid Allen Trio, che si esibisce in alcune date in Inghilterra alternando brani di free-jazz alla lettura di poesie beat. Ai concerti del trio si unisce a volte Ratledge in qualità di ospite, come nella data del giugno 1963 al Marquee Club di Londra, la cui registrazione verrà pubblicata nel 1993 dalla etichetta Voiceprint Records con il titolo Live 1963. La mancanza di ingaggi fa perdere fiducia al gruppo che si scioglie dopo poche settimane.
L'irrequieto Daevid si trasferisce a Deià nell'isola di Maiorca, dove da anni soggiorna una comunità di artisti della Beat Generation, e dove spesso soggiorneranno anche molti dei musicisti di Canterbury, tanto che può essere considerata la culla dei Gong e dei Soft Machine. Qui viene raggiunto da Wyatt ed Ayers con i quali passa una densa estate ricca di serate musicali. Nello stesso periodo Hugh, il fratello Brian ed il quindicenne Richard Sinclair formano ufficialmente i Wild Flowers, che col rientro di Wyatt ed Ayers assumono il nome Wilde Flowers in omaggio allo scrittore irlandese Oscar Wilde.
Le registrazioni dei Wilde si fanno sempre più frequenti e coinvolgono sempre più musicisti, saranno attivi fino al 1969, e l'unico loro album che vedrà la luce sarà pubblicato solo nel 1993 con il titolo The Wilde Flowers. Con l'uscita di Ayers, cui fa seguito quella di Wyatt, che vanno a formare i Soft Machine nel 1966, i Wilde Flowers saranno egemonizzati dai membri che invece usciranno nel 1968 per formare i Caravan.


I Soft Machine
Nel 1966 Kevin Ayers e Daevid Allen sono a Deià dove convincono un ricco americano a finanziare un nuovo gruppo, tornano a Canterbury e trascinano Robert Wyatt e Mike Ratledge nella nuova avventura, nascono così nel maggio del 1966 i "Mister Head" che in agosto prendono il nome Soft Machine, il gruppo probabilmente più influente della scena di Canterbury. In seguito entra nella band anche Hugh Hopper, all'inizio solo come road manager, partecipando però anche alle prove e componendo dei brani, per poi diventarne il bassista quando Ayers se ne andrà dopo la pubblicazione del primo album, rimanendo fino al 1973.
L'incontro con il produttore Giorgio Gomelsky, un personaggio che sarà fondamentale anche per la carriera dei Gong, permette ai Soft di registrare dei demo che verranno pubblicati solo nel 1972 con il titolo Faces And Places Vol.7 (in altre edizioni At the Beginning e Jet-Propelled Photographs), in quello che avrebbe potuto essere il loro primo Lp. Diventano in breve una "cult band" della scena psichedelica londinese e Gomelsky finanzia la tournée estiva francese che ottiene un successo clamoroso.
Al rientro da questo tour a Daevid Allen non viene concesso il visto di rientro in Inghilterra per irregolarità dei documenti, deve così lasciare la band e tornare in Francia dove da lì a poco fonderà i Gong.
I lavori successivi dei Soft Machine rappresentano una miscela inedita di rock psichedelico e fusion; il terzo album, Third, è considerato il loro capolavoro e il brano "Moon in June" si può considerare uno dei pezzi più rappresentativi della storia del rock progressivo nel suo insieme.
Con l'arrivo del sax contralto di Elton Dean e degli altri strumenti a fiato presenti in Third, i Soft Machine iniziano una parabola che li porta sempre più lontani dal rock in senso stretto e sempre più indirizzati ad un free jazz impeccabile quanto algido. Dopo la pubblicazione del quarto album, Fourth, e l'uscita di Wyatt nel 1971, la band comincia un lento declino fino allo scioglimento che avviene nel 1984.

Matching Mole e lavori solisti di Wyatt
Insoddisfatto dell'evoluzione musicale dei Soft e bisognoso di esprimere compiutamente il suo talento, Wyatt inizia la carriera solista con The End of an Ear nel 1970, per poi lasciare definitivamente la band. Nel 1971 fonda i Matching Mole, altro gruppo che contribuisce in modo sostanziale alla storia della scena di Canterbury, pur pubblicando due soli album, entrambi nel 1972 (Matching Mole e Little Red Record), per poi sciogliersi subito dopo.
Mentre si inizia a discutere della rifondazione del gruppo con l'ingresso del trombettista Mongezi Feza, Wyatt è vittima nel 1973 di un pauroso incidente che lo costringe sulla sedia a rotelle e abbandona il progetto. Torna quindi a dedicarsi alla sua carriera solista con un altro album considerato uno dei capolavori del genere, Rock Bottom del 1974, ed il bizzarro quanto divertente Ruth Is Stranger Than Richard del 1975.
Dopo essersi iscritto al Partito Comunista di Gran Bretagna, nel corso degli anni ottanta Robert pubblica lavori caratterizzati da un forte impegno sociale, per tornare alle atmosfere del pop solo nel 1997, con l'uscita dell'album Shleep. Oltre ad aver sfornato una serie di album di grande livello, Wyatt si à distinto anche con le sue partecipazioni nei dischi di grandi musicisti. Nel 2010 à uscito ...For the Ghosts Within, album che spazia tra le atmosfere del pop e quelle del jazz.

I Caravan
Intanto l'avventura Wilde Flowers nel 1968 volgeva al termine, e quattro dei suoi componenti lasciano la band per formare i Caravan,[8] un gruppo che inaugura il troncone del rock melodico della scena di Canterbury, pur non disdegnando le contaminazioni della psichedelia e della fusion. Influenzeranno diversi altri gruppi di questo genere musicale, tra tutti i Camel e i Mirage.
Tra i membri fondatori i due cugini Dave e Richard Sinclair, che in seguito lasceranno il gruppo e collaboreranno con altre band di Canterbury.
Il gruppo ha suonato ad intermittenza negli anni successivi, in particolare vi è stata un'interruzione durata dal 2005 al 2010 a causa dei problemi di salute del batterista, il membro originale Richard Coughlan, che è stato rimpiazzato ed i Caravan hanno ripreso ad esibirsi. Nel 2018 hanno organizzato un tour per celebrare i 50 anni dalla fondazione.

Altri gruppi di Canterbury
Tra le altre band della stessa epoca vanno citati gli Henry Cow di Fred Frith e gli Hatfield and the North di Richard Sinclair. Questi ultimi, noti da un certo momento in poi col nome di National Health, furono quelli più direttamente legati alla tradizione dei Soft Machine ed hanno all'attivo collaborazioni sia di Wyatt che di Phil Miller dei Matching Mole. Il loro album The Rotters' Club (1975) viene da alcuni considerato uno dei capolavori del genere.

I Gong
Un'appendice della Scena di Canterbury è costituita dalla nascita del gruppo anglo-francese dei Gong nel 1969.
La loro storia ha origine da una visione che Daevid Allen ebbe durante la luna piena nella pasqua del 1966, ed è a partire da questa visione che comincia ad elaborare tutta la filosofia e la mitologia Gong.
Il loro leader, Daevid Allen, era stato il primo chitarrista e fondatore dei neonati Soft Machine ma, respinto alla frontiera dalle autorità britanniche, si trasferisce in Francia, dove costituisce nel 1967 il primo nucleo dei Gong con la sua nuova compagna Gilli Smyth ed il sassofonista francese Didier Malherbe. Attorno ai tre si formerà una vastissima cerchia di musicisti che ritroveremo anche in altre band di Canterbury, fra gli altri il chitarrista Steve Hillage, autore anche di una carriera solista di rilievo, ed il batterista Pip Pyle, che farà poi parte degli Hatfield and the North.
I Gong si impongono con una musica pirotecnica, dove la sperimentazione e la psichedelia si fondono con spassosi testi anarchici e dissacranti, una specie di dadaismo musicale che non aveva simili in Europa. Nonostante il gruppo nasca e sia attivo soprattutto in Francia, i Gong e i gruppi da essi derivati sono considerati parte della scena di Canterbury per la continuità artistica che esiste fra i loro lavori e quelli dei gruppi dell'area dei Soft Machine. La band è tuttora attiva dopo diversi scioglimenti e altrettante reunion e dopo la morte dei fondatori Allen, nel 2015, e Smyth nel 2016.

Lista di gruppi, etichette e musicisti della scena di Canterbury
Gruppi musicali
La prima band di Canterbury:
  • The Wilde Flowers
Le cinque band principali di Canterbury:
  • Soft Machine
  • Caravan
  • Gong
  • Hatfield and the North
  • Camel
Altri gruppi:
  • National Health
  • Caravan of Dreams
  • Comus
  • Daevid Allen Trio
  • Delivery
  • Egg
  • Gilgamesh
  • Henry Cow
  • In Cahoots
  • Isotope
  • Khan
  • Matching Mole
  • Mashu
  • Mirage
  • Pierre Moerlen's Gong
  • The Polite Force
  • Quiet Sun
  • Soft Heap
  • Short Wave
Etichette discografiche
  • Burning Shed
  • BYG Records
    • BYG Actuel Records (sussidiaria della BYG)
  • Columbia Records
  • Cuneiform Records
  • Harvest Records (EMI)
  • Recommended Records
  • Vertigo Records
  • Virgin Records
    • Caroline Records (sussidiaria della Virgin)
  • Voiceprint Records
Musicisti
  • Laurie Allan (Gong, Delivery)
  • Daevid Allen (Wilde Flowers, Soft Machine, Gong, Brainville etc.)
  • Kevin Ayers (Wilde Flowers, Soft Machine, Gong)
  • Mireille Bauer (Gong, John Greaves Band)
  • Mont Campbell (Uriel, Egg, Arzachel, National Health, Hatfield and the North)
  • Lindsay Cooper (Henry Cow, Feminist Improvising Group, Mike Oldfield, National Health, Mike Westbrook Orchestra, News from Babel)
  • Lol Coxhill (Delivery, Kevin Ayers & The Whole World)
  • Chris Cutler (Ottawa Music Company, Henry Cow, Art Bears, News from Babel, Peter Blegvad Trio)
  • Elton Dean (Keith Tippett Sextet, Soft Machine, Just Us, Centipede, Soft Heap/Soft Head, In Cahoots, Pip Pyle's Equip'Out)
  • Fred Frith (Henry Cow, Art Bears)
  • Miquette Giraudy (Gong, System 7)
  • Alan Gowen (Gilgamesh, National Health, Soft Heap/Soft Head)
  • John Greaves (Henry Cow, National Health, Soft Heap, Peter Blegvad Trio)
  • Jimmy Hastings (Caravan, Caravan of Dreams, Hatfield and the North, National Health, Soft Machine)
  • Pye Hastings (Wilde Flowers, Caravan)
  • Mark Hewins (Sinclair and the South, The Polite Force, Soft Heap, Gong, Mashu, Caravan of Dreams)
  • Steve Hillage (Uriel, Arzachel, Khan, Kevin Ayers, Gong, System 7)
  • Tim Hodgkinson (Henry Cow)
  • Allan Holdsworth (Soft Machine, Gong, Bruford, UK)
  • Hugh Hopper (Wilde Flowers, Soft Machine, Isotope, Soft Heap/Soft Head, In Cahoots, Pip Pyle's Equip'Out)
  • Brian Hopper (Wilde Flowers, Soft Machine)
  • Karl Jenkins (Nucleus, Soft Machine, Adiemus)
  • Geoff Leigh (Henry Cow, The Black Sheep)
  • Dave MacRae (Matching Mole, Soft Machine)
  • Didier Malherbe (Gong, Hatfield and the North)
  • Phil Miller (Delivery, Matching Mole, Hatfield and the North, National Health, In Cahoots, Richard Sinclair Band, Hugh Hopper Band)
  • Pierre Moerlen (Gong, Mike Oldfield Band, Gongzilla)
  • Francis Moze (Gong)
  • François Ovide (John Greaves Group)
  • Pip Pyle (Delivery, Gong, Hatfield and the North, National Health, Soft Heap, In Cahoots, Pip Pyle's Equip'Out, John Greaves Band, Hugh Hopper Band)
  • Mike Ratledge (Soft Machine, Adiemus)
  • Geoff Richardson (Spirogyra, Caravan)
  • Dave Sinclair (Wilde Flowers, Caravan, Matching Mole, Hatfield and the North, The Polite Force, Camel)
  • Richard Sinclair (Wilde Flowers, Caravan, Delivery, Hatfield and the North, Sinclair and the South, Camel, In Cahoots, Caravan of Dreams)
  • Gilli Smyth (Gong, Mother Gong etc.)
  • Dave Stewart (Uriel, Egg, Arzachel, Ottawa Music Company, Khan, Hatfield and the North, Gong, National Health, Bruford, Rapid Eye Movement)
  • Andy Ward (Camel, Marillion, Caravan of Dreams, Mirage)
  • Robert Wyatt (Wilde Flowers, Soft Machine, Matching Mole)
Filmografia
  • 2015 – Romantic Warriors III: Canterbury Tales