In Event Horizon, l’equipaggio non poteva semplicemente chiudere gli occhi davanti alla dimensione infernale perché ciò che incontravano andava ben oltre la percezione umana. Non si trattava di immagini o suoni che si potevano ignorare: erano travolti da un’esperienza irrazionale e maestosa, letteralmente troppo per le loro menti. Era come trovarsi davanti all’impatto del divino, un fenomeno che la ragione e la comprensione non potevano contenere.

Questa idea non è nuova. Già nella Bibbia ebraica si sottolinea come Dio sia così oltre l’umano che nessun uomo può guardarlo direttamente senza soccombere. Mosè, ad esempio, può solo vedere il retro della gloria di Dio, mai il suo volto, perché la sua presenza è troppo potente per un mortale (Esodo 33:19-23).

Allo stesso modo, nella tradizione gnostica e biblica, persino gli angeli, intermediari tra l’umano e il divino, devono ammonire: “Non temere”. Le loro forme sono talmente straordinarie che la mente umana fatica a contenerle. Ezechiele li descrive come creature aliene, con più facce, ali, ruote coperte di occhi, zoccoli di toro: immagini che sfidano ogni logica.

Quando l’equipaggio di Event Horizon entra nella dimensione infernale, ciò che percepiscono non è solo orrore, ma una traduzione parziale di qualcosa di ineffabile. Queste visioni non sono semplici torture, ma un eccesso di divinità, un martello cosmico che travolge qualsiasi barriera umana. Non è come le Sirene mitologiche, che si possono aggirare distogliendo lo sguardo o tappandosi le orecchie: qui “distogliere lo sguardo” non basta, perché la realtà stessa urla e si imprime nella mente.

Questa concezione di orrore trascendente ha radici profonde nella narrativa precedente a Event Horizon: dai miti di Cthulhu ai mondi devastanti di Warhammer 40k. L’idea centrale è sempre la stessa: l’uomo non può sopportare direttamente l’impatto dell’assoluto, e ogni tentativo di resistere senza adeguati strumenti porta inevitabilmente alla follia.

In breve, gli occhi strappati non sono follia gratuita: sono la risposta estrema a un’esperienza che la mente umana non può contenere. La dimensione infernale di Event Horizon non è un semplice scenario di paura, ma una rappresentazione dell’ineffabile, del divino travolgente, e della fragilità assoluta dell’umano di fronte all’incomprensibile.