Negli anni ‘30 fumare era remunerativo.


Non mi guardare così Anita, ormai bisogna dire la verità!


Per ogni attore disposto a farsi immortalare con una “bionda” in mano, c’era un lauto assegno offerto dalle major del tabacco.

Lo ha rivelato soltanto una decina di anni fa la lega americana anti-fumo (Center for tobacco control) infrangendo un mito del cinema Usa.

I polsi in posa con la sigaretta penzolante e le sensuali volute di fumo che avvolgevano i volti delle star non erano dettati da esigenze filmiche, bensì pubblicitarie.



Grazie ai ricercatori dell’Università della California sono venuti alla luce contratti e compensi percepiti dai divi nell’età dell’oro di Hollywood.

I più pagati? Gary Cooper e Clark Gable. Ma tutti i loro colleghi più importanti sono stati ingaggiati per promuovere marche di sigarette tra gli anni ‘30 e ‘50.

Le sigarette perciò non erano usate come uno strumento espressivo nel mondo della settima arte, ma erano utilizzate per fare pubblicità occulta.