Emilio Salgari presentò al mondo Sadokan in undici romanzi pubblicati tra il 1883 e il 1913. Ma fu davvero solo il frutto della sua immaginazione?



Secondo la studiosa tedesca Bianca Gerlich, l’italiano si ispirò a personaggi realmente esistiti. È lei che ha scoperto la figura di Sandokong, un comandante navale che si era arricchito commerciando nidi di rondine con la Cina.

I punti in comune sono molteplici: entrambi usavano una bandiera rossa con la testa di tigre come vessillo e agivano tra le zone del Borneo. Anche il periodo storico era lo stesso, ovvero la metà del XIX secolo e i nemici erano gli inglesi.

Sandokong fu infatti il braccio destro del principe Osman Syarif, cacciato dal suo paese e diventato pirata per difendersi dagli inglesi. Osman salì al trono di Marudu nel 1830, un piccolo Stato vicino al Brunei che grazie a lui cominciò a prosperare.



Questi successi però infastidirono James Brooke, che governava Sarawak per conto del sultano del Brunei. Così l’inglese lo accusò di pirateria e nell’agosto del 1845 Marudu fu invasa e il re costretto a fuggire. Osman così divenne davvero un pirata e cominciò una fiera resistenza contro gli inglesi.

Insomma le vicende dei due personaggi si identificano pienamente con quelle della Tigre della Malesia.

E qui però sorge un’altra domanda: come fece Salgari a trovare notizie su questa storia? Probabilmente dai giornali inglesi.