Spiace dirlo, ma il mondo della musica è morto. Già si vendevano pochissimi dischi rispetto al passato (internet ha azzerato il mercato, io stesso riconosco che non compero più dischi da anni) ma poi il Covid ha dato la mazzata finale. Spotify è solo un fiore nel deserto. Non dico purtroppo nulla di nuovo.

Proibendo infatti anche concerti e serate, essere un musicista oggi è una pazzia, i fasti degli anni ‘60 ormai sono lontani. E non solo i musicisti, anche tutto il mondo che ci girava intorno (discoteche, balere, sale prove, negozi musicali etc.) non ha più senso. E’ una tragedia.

DAL PUNTO DI VISTA ECONOMICO LA MUSICA E’ STATA SCONFITTA. Oggi soltanto i compositori di colonne sonore possono dire di avere una possibilità di sopravvivenza,. Ci sono deboli segnali di ripresa, dovuti allo streaming di Spotify, ma troppo poco.

Tempo fa ho letto (fonte Huffington Post) che il mercato della musica smuove nel mondo 15 miliardi di dollari. Sembrano tanti ma gli introiti sono in diminuzione e sono niente rispetto ai 70 miliardi del cinema e soprattutto ai 160 miliardi dei videogiochi, che con il Covid è esploso.

Sarò cinico ma che la musica fosse in crisi me ne ero già accorto dalla offerta musicale di questi ultimi anni, a parere mio molto scadente. Investire nella musica per creare buoni prodotti non “paga” più, è una barca che sta affondando.

La cosa strana è che in giro noto che c’è una voglia di musica incredibile, molto alta. Eppure i musicisti muoiono di fame, strano. Ma siamo talmente abituati alla musica gratis che spendere soldi per essa ci pare un assurdo.