Nell'industria musicale, un produttore
discografico è una persona che nel corso della produzione di un
disco ricopre diversi ruoli, tra i quali figurano la supervisione
delle sessioni in studio di registrazione, la preparazione e la guida
dei musicisti e la supervisione dei processi di mixaggio e
masterizzazione. Oltre a questo ruolo tecnico, nel corso del XX
secolo i produttori discografici hanno assunto un crescente ruolo
imprenditoriale.
Definizione giuridica
in Italia del produttore di fonogrammi
Ampliare le
prospettive!
Per quanto riguarda il sistema
legislativo italiano, la Legge 22 aprile 1941, n. 633, articolo 78,
in materia di "Protezione del diritto d'autore e di altri
diritti connessi al suo esercizio." definisce il produttore di
fonogrammi come la persona fisica o giuridica che assume l'iniziativa
e la responsabilità della prima fissazione dei suoni provenienti da
una interpretazione o esecuzione o di altri suoni o di
rappresentazioni di suoni, il quale conserva taluni diritti esclusivi
di utilizzazione sui fonogrammi, come regolato dagli articoli 72-78.
Primi produttori
discografici
Durante gli anni 1880, Fred Gaisberg
avviò il primo studio di registrazione approntando una prima
approssimazione di produzione delle cantanti d'opera. Tuttavia solo
nella prima metà del XX secolo, il ruolo di produttore discografico
divenne comparabile al produttore cinematografico, in questo lavoro
il produttore iniziò ad organizzare e supervisionare le sessioni di
registrazione, pagando tecnici, musicisti e arrangiatori, ed alle
volte scegliendo il materiale per l'artista prodotto.
Durante gli anni 1950 questo ruolo fu
sostenuto dai cosiddetti A&R (artist and repertoire) director, di
cui uno dei più importanti fu sicuramente il musicista e compositore
Mitch Miller presso la Columbia Records. Fino agli anni 1960 la
maggior parte degli A&R director erano a libro paga delle
etichette discografiche, e la maggior parte delle registrazioni
venivano effettuate in studi di proprietà di tali etichette, come i
famosi Abbey Road Studios a Londra, di proprietà della EMI.
Verso la metà degli anni cinquanta,
emerse una nuova figura, ovvero il produttore discografico
indipendente. Tra i primi a rappresentare questa figura vi furono i
famosi parolieri Leiber & Stoller, il creatore di "Wall of
Sound" Phil Spector ed il pioniere inglese Joe Meek. I nastri
magnetici consentirono agli studi di registrazione indipendenti di
aprire i battenti in grandi centri come Londra, Los Angeles, New
York. Diversamente dalle vecchie e grandi etichette che erano in
pratica dei circoli chiusi, i nuovi studi potevano essere utilizzati
da chiunque fosse desideroso di registrare le proprie performance.
I più grandi e meglio dotati studi di
registrazione operano sotto il comando di uno o più recording
engineers (ingegnere di registrazione, ingegnere del suono), che
lavora per creare le migliori condizioni di registrazione, e
possiedono solitamente tecnologie di avanguardia e microfoni di
qualità elevata, così come amplificatori elettronici e strumenti
elettronici. Studi al "top" come l'Olympic Studios a Londra
o lo United Western Recorders ed il Musart a Los Angeles sono
rapidamente diventati tra i più ricercati studi del mondo, vere e
proprie industrie da cui sono usciti molti dei brani di maggiore
successo dell'ultima parte del XX secolo.
Evoluzione nel ruolo di
produttore discografico
Prima degli anni cinquanta, i vari
passi di realizzazione e commercializzazione dei prodotti
discografici venivano realizzati da differenti figure professionali.
l'A&R manager cercava e segnava sotto l'etichetta i potenziali
artisti, i parolieri realizzavano nuovo materiale, gli agenti
pubblicitari vendevano i pezzi mentre lo staff di ingegneri preparava
il materiale e realizzava concretamente il brano in studi di
proprietà delle etichette.
Con l'avvento degli studi indipendenti,
gli intraprendenti produttori della nuova generazione furono capaci
di creare ed occupare una nuova fetta di mercato nell'industria, con
un nuovo ruolo di maggiore complessità nel processo musicale. Questo
sviluppo nella musica fu speculare ad un medesimo processo in atto
nella televisione, con la realizzazione dei videotape e il
conseguente emergere di produzioni TV indipendenti come Desilu, che
lanciò la stella di Lucille Ball e suo marito Desi Arnaz.
Questi produttori ora hanno un ruolo
sempre maggiore all'interno del processo di produzione discografica,
accentrando su loro stessi molti dei compiti come la selezione e
l'arrangiamento dei brani, la supervisione delle sessioni e spesso
l'ingegneria del suono, e non raramente la stessa scrittura dei
brani. I produttori indipendenti e le loro compagnie hanno
rapidamente guadagnato interesse nella musica pop, diventando presto
i principali intermediari tra gli artisti e le etichette
discografiche, segnando nuovi artisti sotto contratto, producendo
dischi e licenziando prodotti finiti alle label che si devono
occupare solo di stampa, promozione e distribuzione. Il classico
esempio di questa transizione è il rinomato produttore britannico
George Martin, che ha lavorato in staff e come A&R manager alla
EMI per diversi anni, prima di lasciare la major e intraprendere una
fortunata carriera indipendente.
Capendo di avere a disposizione il
potenziale per la creazione di dischi che rappresentavano in tutto la
loro visione musicale, diversi artisti hanno iniziato a realizzare
dischi propri, tra i quali Trent Reznor, Nile Rodgers, Jeff Lynne,
Brian Wilson e Brian Eno.
Alcuni produttori sono poi diventati de
facto artisti musicali solisti, spesso creando dischi con anonimi
musicisti di studio e realizzando il prodotto con uno pseudonimo.
Esempi di questo fenomeno includono i dischi del gruppo The Archies e
Josie & The Pussycats, prodotti da Don Kirshner e Danny Jansen
rispettivamente, messi sotto contratto da compagnie di produzioni TV
per realizzare questi dischi e promuovere la serie di disegni animati
per bambini omonime. Similarmente, Jeff Barry e Andy Kim registrarono
come The Archies.
Importanza crescente ed
il beatmaking
Come risultato di questi cambiamenti, i
produttori hanno iniziato ad avere forte influenza, non come carriere
individuali, ma in generale sul corso della musica pop contemporanea.
Importanti figure di produttori che si sono succedute negli anni sono
quelle di: Don Kirshner (The Monkees), Conan Middleton (Warrior),
Mickie Most, Tony Visconti (David Bowie, T. Rex), Stephen Street (The
Smiths, Blur, The Cranberries), produttori australiani come Ted
Albert (The Easybeats) e più recentemente i produttori americani
Rick Rubin (Metallica, Beastie Boys, Red Hot Chili Peppers, Rage
Against the Machine, Johnny Cash, System of a Down, Slayer, Linkin
Park) Nigel Godrich (Radiohead, Beck, Travis, Air) ed i pezzi da 90
dell'hip-hop Dr. Dre, Scott Storch, Timbaland (N.W.A., Eazy-E, Snoop
Dogg, Eminem, 50 Cent, The Game, Missy Elliott, Justin Timberlake,
Ginuwine, Jay-Z) e The Neptunes (Snoop Dogg, Eminem, 50 Cent, The
Game, Missy Elliott, Justin Timberlake, Jay-Z, Madonna, Redfoo,
Maroon 5, No Doubt, Kanye West)
La coincidenza del lavoro di
realizzazione delle tracce e il ruolo dei DJ nell'hip hop, dopo che
questa musica a fine anni settanta iniziò a trovare spazio sui
dischi, portò alla creazione della figura di Dj produttore o
beatmaker, detto anche semplicemente ma erroneamente produttore.
Dalla semplice selezione e mixaggio dei dischi su cui gli MC
realizzavano le proprie performance, la figura del beatmaker ha
iniziato un percorso che attraverso le drum machine ed i
campionatori, sino alle moderne tecnologie legate soprattutto ai
software musicali, lo ha portato a diventare a tutti gli effetti una
delle componenti principali della musica hip hop e più in generale
della musica black, anche se questo tipo di figura non si può
assimilare in realtà a quella del "produttore discografico"
in quanto quest'ultimo è molto più assimilabile alla figura
dell'"Arrangiatore", cioè colui che genera l'arrangiamento
musicale del brano.
Dalle composizioni a base di suoni
elettronici di Afrika Bambaataa, passando per il g-funk e il suono
West Coast hip hop, per il campionamento di brani jazz e soul, fino
alle moderne basi morbide e "ruffiane", il beatmaking è
diventato mestiere molto ricercato ed importante alla pari di quello
svolto da un compositore di colonne sonore nei grandi film del
passato. Il beatmaking, con la contaminazione di molti generi black
con l'hip hop, e la crescita esponenziale che quest'ultimo ha avuto
nelle classifiche di gradimento, richiede ormai alti livelli di
qualità: nell'esteso panorama della musica pop attuale, il lavoro di
beatmaking, con la costruzione di una base gradevole e capace di
"rimanere nelle orecchie" decide sempre più spesso la
fortuna degli artisti.
I produttori e la
moderna tecnologia di registrazione
Nella moderna musica elettronica
(musica creata con strumentazione elettronica), il produttore è
spesso la sola persona coinvolta nella creazione di una produzione
musicale, ed è responsabile allo stesso tempo della scrittura, della
realizzazione, della registrazione e dell'arrangiamento del
materiale. Il termine "producer" è sempre più sinonimo di
"musicista" in questo campo. Questo cambiamento è stato
causato anche dalla proliferazione di software di produzione che
consentono la realizzazione per intero di tracce anche attraverso
semplici PC di casa o laptop, eliminando la necessità di interi team
di produzione. Popolari software di questo tipo sono Ableton Live,
Cakewalk Sonar, Cubase, Nuendo, Reaper, Digital Performer,
GarageBand, Logic Pro, FL Studio, Pro Tools, Reason, Sony ACID Pro e
Sony Vegas.
Con l'avvento degli equipaggiamenti
portatili per la registrazione, la produzione di album live è
decisamente diventata meno costosa. Questo ha portato alla
pubblicazione di numerosi album live: tra i più famosi produttori di
concerti live vi sono Guy Charbonneau, Randy Ezratty, Eddie Kramer,
Mark Cavener, Allen Reynolds e Chuck Plotkin.
Il produttore in studio
Nel corso degli anni, il ruolo del
produttore e della produzione musicale è cambiato, grazie alle nuove
tecnologie. Nonostante tutto, però, i produttori sono tuttora
considerati una sorta di tuttofare, viste le conoscenze richieste dal
loro ruolo professionale, nei confronti delle fasi di registrazione.
Pre-produzione
La pre-produzione è la fase
preliminare che precede la registrazione di una traccia o di un
album. Molti produttori cominciano a lavorare in questa fase, che
include il processo di songwriting e di arrangiamento. Durante la
fase di songwriting, il produttore ricopre perlopiù il ruolo di
critico, senza partecipare alla scrittura effettiva.
La pre-produzione include l’esecuzione
della traccia con la band, per notare eventuali punti che non
funzionano e decidere se lasciare le parti poco convincenti o se
tagliarle. Il produttore ascolta la traccia e propone i suoi
suggerimenti in merito ai cambiamenti da eseguire nell’arrangiamento
o nella strumentazione (ad esempio, optare per un contrabbasso
anziché per un basso elettrico per una traccia rockabilly). In
alcuni casi, la pre-produzione può includere la registrazione delle
tracce, in modo da poter consentire sia al produttore che alla band
stessa di ascoltare la canzone finita, l’arrangiamento e la qualità
finale. Dalla pre-produzione registrata, band e produttore possono
decidere di apportare delle modifiche.
Tracking
Per tracking si intende la
registrazione dell’audio in un DAW (Digital Audio Workstation) o,
in alcuni casi, su nastro. Il monitoraggio del tracking audio è
responsabilità dell’ingegnere audio. I produttori, in questa fase,
lavorano fianco a fianco con gli artisti impegnati a eseguire le
proprie parti, istruendoli su come migliorare l’esecuzione e la
precisione tecnica (per esempio l’intonazione). In alcuni casi, il
produttore può suonare uno strumento o eseguire un controcanto.
Post-produzione
Quando si parla di post-produzione si
fa riferimento, genericamente, alla fase di mixing. Questa fase segue
quella di tracking e vede l’artista molto meno coinvolto rispetto
alle precedenti. Solitamente, la post-produzione ha inizio con lo
spostamento dei file audio per la disposizione finale e col taglio
dei file audio che non sono più necessari. Successivamente,
l’ingegnere audio applica degli effetti per creare il sound
desiderato attraverso il DAW (Digital Audio Workstation). La fase
successiva è quella del mastering, con la quale termina anche il
ruolo del produttore nel progetto.
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