Il termine Producer, da non confondere
con DJ (Disk-jockey), indica, nell'ambito della musica elettronica
moderna colui che realizza, arrangia ed esegue brani musicali tramite
strumentazione di tipo elettronico e, quasi sempre, un computer. Il
termine "producer" è anche diventato quasi sinonimo di
"musicista".
Il ruolo non è da confondere con il
produttore discografico, ovvero colui che investe per la
distribuzione e la diffusione promozionale di opere musicali. Un
producer può essere anche un compositore, qualora sia in grado di
suonare uno strumento musicale e, tramite quest'ultimo, realizzare le
sue composizioni ex novo, senza ricorrere a campionamenti, così come
il contrario (nel caso in cui un compositore sia in grado di seguire
tutte le fasi della produzione musicale).
I primi ad introdurre il termine
producer sono stati alcuni DJ di Chicago, Detroit e New York
(tra la metà e la fine degli anni ottanta) che hanno contribuito con
l'aiuto di varie drum machine (tra i quali Roland TR808 e 909) alla
nascita della musica house e alla sua evoluzione in acid house ed
electro house, a quella della techno e dell'hip hop, componendo basi
musicali per il rap.
Attrezzatura
Chi si appresta alla produzione di un
brano di solito fa uso di un insieme di attrezzature per la sintesi,
l'editing, il processamento e l'acquisizione di suoni nonché per
l'arrangiamento e il missaggio. Tutte queste apparecchiature
solitamente elettroniche e/o meccaniche sono situate in un'unica
infrastruttura che viene identificata come lo "studio". I
brani composti da un produttore possono essere interamente realizzati
nel proprio studio. Spesso, soprattutto per chi esercita quest'arte
in maniera professionale, si stringono patti di collaborazione con
musicisti, cantanti o semplici compositori. Le sue mansioni non si
limitano alla composizione prettamente musicale, egli ha una
preparazione a volte più superficiale ma più vasta di un
compositore.
In passato le apparecchiature potevano
essere di tipo elettronico o in certi casi di tipo meccanico (lettori
per nastri, tastiere, giradischi, ma anche unità per la generazione
di effetti), oggi invece la distinzione è tra hardware e software.
Nel secondo caso il centro dello studio è la "DAW"
(Digital Audio Workstation), ovvero come dice il
nome un'apparecchiatura digitale che il produttore usa per effettuare
operazioni complesse sull'audio, fino a costruire un arrangiamento.
La DAW può ad esempio essere un DAT, ma quando si pronuncia questa
sigla si fa riferimento soprattutto al computer, all'interno del
quale è presente il software detto sequencer. Spesso il sequencer è
dotato di sintetizzatori ed effetti includibili nello stesso tramite
dei plug-in (a pagamento o freeware) scritti in vari formati: VST,
DirectX, RTAS e TDM (per Pro Tools), e AudioUnit (per MAC). Questi
strumenti vengono suonati e controllati attraverso tastiera/e e
controllers che si connettono alla DAW attraverso protocollo MIDI
(anche se ora si sperimentano altri protocolli più avanzati) e
permettono di scrivere partiture e registrare i cambiamenti di vari
parametri. Infine possono poi venire aggiunti elementi quali
sintetizzatori o moduli di effetti "hardware", collegabili
agli I/O della scheda audio.
Infatti nella maggioranza dei casi, gli
studi sono formati da soluzioni "ibride" hardware/software;
da un lato infatti è possibile trovare una grande qualità audio,
dall'altra flessibilità e versatilità virtualmente infinita, e al
crescere della potenza dei calcolatori, anche la possibilità di
modellare suoni attraverso meccanismi e algoritmi estremamente
complessi come vocal modeling.
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