L'espressione loudness
war (o loudness
race), in italiano traducibile in guerra
del volume, si riferisce alla tendenza dell'industria musicale a
registrare, produrre e diffondere musica, anno dopo anno, con livelli
di volume progressivamente più alti, per creare un suono che superi
in volume i concorrenti e le registrazioni dell'anno
precedente.
Questo fenomeno può essere osservato
in varie aree dell'industria musicale, in particolare nella
diffusione e nella pubblicazione di album su CD e DVD.
Nel caso dei compact disc, la guerra deriva dal desiderio di artisti
e produttori di creare dischi che suonino a un volume sempre più
alto o perlomeno maggiore di quello degli artisti e delle etichette
discografiche concorrenti.
Tuttavia, dato che l'ampiezza massima
del livello sonoro di un CD non può superare un certo limite, il
volume complessivo può essere aumentato soltanto riducendo la
gamma dinamica. Tutto ciò è fatto spingendo il materiale sonoro con
un volume più basso a un livello più alto, mentre i picchi di
volume più alti vengono o distrutti o notevolmente compromessi.
L'uso estremo di questa compressione può
introdurre distorsioni e clipping nella forma
d'onda della registrazione.
Quando si mettono a confronto due
registrazioni con livelli differenti, è probabile che quella dal
volume più alto venga considerata anche quella che suona meglio. Ciò
può essere attribuito al modo in cui l'orecchio umano risponde a
differenti livelli di pressione sonora: la nostra capacità di
reagire ai cambiamenti di frequenza cambia a seconda delle differenze
nei livelli di pressione sonora (SPL); più cresce la SPL, maggiore
è l'ammontare di basse e alte frequenze che percepiamo. La
musica coi livelli sonori più alti è ascoltata e percepita più
facilmente in ambienti rumorosi come una macchina, un treno o le
strade trafficate della città. Un volume più alto dei livelli
sonori può inoltre "rendere" meglio su sistemi di
riproduzione di bassa qualità come i formati audio internet, radio
AM, televisori monofonici e telefoni. A causa della corsa delle
stazioni radio ad accaparrarsi gli ascoltatori e alla competizione
per i clienti tra gli studi di registrazione, si ebbe una vera e
propria "corsa agli armamenti" per aumentare il volume. In
aggiunta a ciò, gli artisti e la gente dell'A&R cominciarono
a richiedere che i master dei loro CD avessero i livelli di volume
dei maggiori dischi di musica contemporanea.
Questa pratica fu condannata da
parecchi professionisti dell'industria della registrazione, tra cui
il tecnico del suono Doug Sax, Geoff Emerick (conosciuto per la
sua collaborazione coi Beatles da Revolver a Abbey
Road), Steve Hoffman e molti altri, come gli audiofili e
gli appassionati di Hi-fi. Anche Bob Dylan ha
condannato questa abitudine, dicendo: "Ascoltate queste
registrazioni moderne, sono atroci, piene di rumore. Non c'è
definizione su niente, niente sulle voci, niente di niente, è come
se ci fosse solo un'interferenza continua."
Il testo seguente fu stampato dentro
l'imballaggio del singolo I Walk Alone della
band metal Iced Earth: "Questa è una
registrazione dinamica metal! Ascoltala ad alto volume! (Ci
rifiutiamo di rovinare le nostre produzioni comprimendole all'eccesso
e masterizzandole a volumi ridicoli! Ciò uccide la vibrazione e la
dinamica del mix. Alza il volume dello stereo e basta!)"
Se un CD è diffuso da una stazione
radio, la stazione applicherà il suo metodo di trattamento del
segnale, il quale ridurrà ulteriormente il range dinamico del
materiale diffuso fino a dei livelli assoluti di ampiezza, senza
badare al volume della registrazione originale.
Per quanto concerne i livelli di
volume, gli oppositori hanno inoltre richiesto dei cambiamenti
immediati all'industria musicale. Nell'agosto del 2006, il
vicepresidente dell'A&R di One Haven Music, una società
della Sony Music, in una lettera aperta in cui attaccava la loudness
war, dichiarò che i tecnici del suono erano costretti, contro la
loro volontà o preventivamente, a fornire registrazioni più
"rumorose" per potersi guadagnare l'attenzione dei capi
dell'industria.
Inoltre,
alcune band stanno cominciando a richiedere la ripubblicazione dei
loro CD con una distorsione minore.[5] Ciò potrebbe indicare
uno scontento pubblico generale per questa pratica e la richiesta di
metter fine alla guerra del volume.
Molte band hanno subito questa pratica
contro la loro volontà; parecchie organizzazioni sono state create
per tentare di rimettere la scelta nelle mani degli artisti.
L'organizzazione no-profit Turn Me Up! ha inoltre
incoraggiato la vendita di registrazioni più "tranquille",
attaccando un adesivo "Turn Me Up!" ("Alza il
volume!") sugli album aventi una gamma dinamica "piena".
Gli esperti dell'udito, come un
ricercatore della House Ear Institute di Los Angeles, sono
inoltre preoccupati che gli album "vittime" della loudness
war possano danneggiare l'udito degli ascoltatori, soprattutto
quello dei bambini.
La pratica di aumentare il volume dei
CD affinché suonino più forte dei CD concorrenti può portare a due
effetti. Dato che esiste un massimo livello di volume disponibile su
una registrazione (all'opposto di quanto avviene nella riproduzione,
in cui il volume è limitato dalla capacità degli amplificatori e
dei diffusori), "pompando" il volume complessivo di una
canzone o di una traccia si crea un pezzo che uniformemente e
complessivamente suona "forte" dall'inizio alla fine.
L'intera canzone è stata, per così dire, appiattita contro il tetto
massimo del volume. Ciò crea musica con una ridotta gamma dinamica
(differenze minori tra le sezioni con un volume alto e quelle con un
volume basso). In definitiva, la musica con una ridotta gamma
dinamica è affaticante e insoddisfacente da ascoltare.
L'altro possibile effetto è la
distorsione. Nel dominio digitale, a ciò ci si riferisce col
termine di clipping. Un media digitale non può emettere segnali
più alti del suo fondo scaladigitale (0 dBFS), in questo modo
ogni volta che il picco di segnale oltrepassa questo punto, la forma
d'onda verrà tagliata (clippata). Quando ciò accade, si può a
volte produrre un udibile "click". Tuttavia alcuni suoni
come i colpi di batteria raggiungeranno il loro picco solo per un
breve periodo di tempo e, se quel picco suona molto più "forte"
del resto del segnale, questo "click" verrà ripetutamente
sentito. In molti casi, i picchi della batteria sono tagliati
(clippati) ma non udibili all'ascoltatore occasionale; tuttavia se il
clipping avviene di sovente in una registrazione, può rendere il
suono della registrazione distorto: un suono che gli ascoltatori
percepiranno come penetrante e affaticante da ascoltare. Quanto lo
sia è questione di gusto, ma molti CD rock e pop e parecchi CD jazz,
soffrono di notevoli quantità di clipping digitale.
D'altra parte, bisogna dire che il
media analogico comprime dinamicamente il segnale che eccede il suo
punto di saturazione. Questo tipo di distorsione può essere
utilizzato anche nel dominio digitale; ciò è possibile
trasferendo l'audio elaborato con un nastro oppure, tramite
saturazione delle valvole termoioniche, su di un registratore
digitale, oppure ancora usando un software che simuli questo effetto
(questo processo è di solito definito come "saturazione").
La distorsione analogica, vera o simulata, produce delle armoniche
che all'ascolto appaiono dentro il suono come leggeri "crepitii"
o "zzz" (fuzz). L'effetto varia a seconda del suono, così
come l'ammontare e il tipo di distorsione usati. Dato che la
distorsione analogica non è così estesa come il clipping digitale,
il risultato è un suono meno penetrante che può dare "calore"
alla registrazione, a scapito di una minore risposta dei segnali
transienti. La distorsione aumenta proporzionalmente alla saturazione
del segnale, variando da trasparente ad altamente udibile, e così
come il clipping digitale, certi strumenti possono mascherare meglio
di altri la distorsione.
In altri casi, viene usata
la compressione del livello audio o, in alternativa, la
limitazione. Mentre la distorsione risultante da questo processo è
minore, essa ha l'effetto collaterale di ridurre significativamente
la risposta dei transienti (molto spesso ciò si traduce con un
minore impatto della batteria) e, quando portata a livelli estremi,
può ridurre la dinamica naturale di altri strumenti della
registrazione.
Le
tecniche per aumentare il volume di una registrazione, tuttavia, non
sempre affliggono la macrodinamica (la differenza di volume tra
sezioni di una canzone) se usate con cura e attenzione. La
compressione multi-banda è comunemente usata per ottenere un
missaggio più uniforme e più facile da bilanciare, più compatibile
per i sistemi di bassa qualità, o per ottenere un certo sound o
un effetto artistico. D'altra parte, la compressione della gamma
dinamica (o compressione broadcast-style) verrà applicata alla
musica per rendere il volume di diverse sezioni della canzone più
uniforme.[9] Ciò può rendere la registrazione più adatta a un
ascolto ambientale o in luoghi rumorosi ma può anche ridurre
l'espressività dinamica della canzone nell'insieme.
L'abitudine di concentrarsi sul volume
nella fase di mastering può essere tracciata indietro nel
tempo fino all'introduzione del compact disc ma esisteva anche
all'epoca in cui il vinile era il mezzo più diffuso per
pubblicare le registrazioni. Molte compagnie di registrazione si
misero a stampare compilation e gli artisti e i produttori le cui
canzoni suonavano meno forte degli altri, pretesero che queste
venissero ristampate per essere competitive. Inoltre, molte
registrazioni della Motown spinsero il volume al limite e
l'etichetta divenne "celebre per incidere alcuni tra i più
caldi 45 giri dell'industria". Tuttavia, a causa del limite
intrinseco del vinile, volume e compressione sulle registrazioni
pubblicate furono circoscritte per rendere il supporto fisico
riproducibile — restrizioni che non esistono sui supporti digitali
come i CD — e come risultato, l'incremento dei livelli di volume
non raggiunse mai quello significativo che fu introdotto con
l'avvento del Compact Disc. In aggiunta a ciò, l'elaborazione
digitale degli effetti audio basata sui moderni computer permette
agli ingegneri del mastering di aver un grande controllo sul volume
di una canzone.
Le tappe dell'incremento del volume dei
CD dividono i 25 anni dell'esistenza del supporto. Dato che i Compact
Disc non erano il supporto primario per la musica popolare fino alla
fine degli anni ottanta, non c'era motivo di praticare
una loudness war. I CD player erano molto cari e perciò
presenti di solito in sistemi di alta qualità che avrebbero fatto
notare i difetti di questa pratica.
Come risultato, fu pratica comune
produrre dei compact disc basandosi sui più familiari VU
meter analogici. Un determinato punto di questi ultimi (di
solito −14 dBFS, o a circa il 20% di ampiezza del disco su una
scala lineare) fu usato come punto di saturazione (indicato come
0 dB) di una registrazione analogica, con parecchi dB del
livello di registrazione dei CD riservati per l'eccesso di ampiezza
del punto di saturazione (la cosiddetta "zona rossa",
indicata da una barra rossa sul meter), dato che un segnale digitale
non poteva eccedere 0 dB. Il livello medio di una canzone rock
media durante questo periodo fu attorno a −18 dBFS.
Quando questo decennio finì,
cominciarono a comparire i primi CD con un livello più forte e il
volume dei compact superò via via il limite digitale fino a
raggiungere il clipping; i picchi delle registrazioni quindi si
avvicinarono al limite dei 0 dB (di solito la media era dei
−3 dB) ma solo di rado.
Agli inizi degli anni novanta,
alcuni ingegneri del mastering decisero di fare un ulteriore passo e
trattare i livelli dei CD esattamente come se fossero i livelli di un
nastro analogico, equiparando il fondo scala digitale al punto di
saturazione analogica, con registrazioni che suonavano forte
abbastanza da raggiungere a ogni picco (o su tutti), vicino ai 0 dBFS
o proprio su quel limite. Sebbene ci fossero stati alcuni casi
all'inizio (come il Black album dei Metallica del
1991), i dischi masterizzati in questo modo generalmente non
apparvero fino al 1992. L'album Dirt degli Alice in
Chains e Angel Dust dei Faith No More sono
alcuni degli esempi di quell'anno. Il volume dei CD di questo periodo
variano molto, a causa delle differenti filosofie degli ingegneri e
delle altre persone coinvolte nel processo di mastering. Questo stile
"caldo" del mastering divenne pratica comune nel 1994 e
ancora esistente, sebbene con alcune eccezioni come
l'album Superunknown dei Soundgarden pubblicato
quello stesso anno.
Il concetto di rendere un CD "più
caldo" iniziò ad attrarre le persone dentro l'industria,
soprattutto in relazione a quanto i CD suonassero sensibilmente più
forte e in parte basandosi sul concetto che i clienti preferivano CD
dai volumi più alti. Ingegneri, musicisti ed etichette svilupparono
ognuno le proprie idee su quanto i Compact disc dovessero suonar
forte. Nel 1994, il limitatore digitale brickwall con
funzione "look-ahead" fu il primo prodotto di massa. Mentre
il volume dei CD aumentava gradualmente attraverso gli anni
novanta, alcuni optarono per spingere il supporto al limite, come
nell'album degli Oasis, (What's the Story) Morning Glory?,
che raggiunse una media di −8 dBFS su molte delle sue
tracce, un evento raro, specialmente nell'anno in cui fu
pubblicato (1995). Nel 1997, Iggy Pop partecipò al remissaggio e
alla rimasterizzazione dell'album del 1973 Raw Power della
sua ex band The Stooges, creando un album che, attualmente, è
probabilmente il più "rumoroso" disco rock mai registrato;
con una media di −4 dBFS, inconsueto persino per gli standard
di oggi, benché sia divenuto un livello sempre più comune.
Gli standard
del loudness raggiungeranno il loro limite negli anni 2000.
−10 dB fu lo standard per parecchi anni, ma questo livello fu
spesso spinto fino a −9 dB. Tuttavia, un livello tra −6 e
−5 dBFS è comune nel rock, nel pop e nella musica rap.
Livelli sonori più "tranquilli" sono rari per gli standard
di oggi. L'ultima pubblicazione del 2008 ha raggiunto una media di
−3 dBFS, come in I-Empire degli Angels &
Airwaves, che suona quasi 30 volte più forte delle registrazioni
standard THX (−20 dBFS).
Il modo di vedere l'effetto
della guerra del loudness è altamente soggettivo. I
sostenitori dei CD "rumorosi" dichiarano che i clienti
preferiscono questi CD e che sono i più adatti all'ascolto in
ambienti affollati. I compact disc contenenti un gran numero di
distorsioni sono perciò riprodotti a più basso volume rispetto a
quelli non clippati data l'eccessiva asprezza del suono. In
molti sostengono che solo una manciata di album sono da biasimare,
come l'album dei Red Hot Chili Peppers, Californication (un
CD funestato da un così eccessivo numero di clipping digitali ad
alta frequenza, che gli appassionati di audio lo hanno ritenuto
"inascoltabile"), mentre altri ancora credono che qualsiasi
CD che utilizzi il fondo scala digitale dovrebbe essere considerato
inaccettabile. Alcuni ascoltatori non gradiscono proprio sentire
album masterizzati sulle basi della loudness war. Viceversa,
altri potrebbero non percepirne gli effetti o considerarli solo una
seccatura minore. Ugualmente, molti ingegneri del mastering credono
che uno standard del volume debba comunque essere implementato.
Queste proposte variano in base a chi le fa, ma comunemente i livelli
proposti variano tra lo standard THX (−20 dBfs) per i film e
il livello che generalmente è possibile raggiungere senza clipping
quando si masterizza da un nastro da 1/4" (−14 dBfs).
Molte registrazioni sono state
ripubblicate sotto forma di rimasterizzazioni. Registrazioni
precedenti gli Lp possono essere rimasterizzate usando il Computer
Enhanced Digital Audio Restoration (CEDAR): un restauro digitale
dell'audio. Questi strumenti sono concepiti per migliorare la
larghezza di banda delle registrazioni e ridurre il rumore di fondo.
La risposta critica alle rimasterizzazioni è varia. Alcune volte
un'estensione della risposta in frequenza è ben accolta, dato che
ciò può migliorare trasparenza e tridimensionalità della
registrazione. Altre volte, questo miglioramento può essere
controbilanciato da un innaturale ed eccessivo stridore della
registrazione.
Molte etichette discografiche possono
decidere di incrementare il volume medio delle registrazioni con
l'aiuto della compressione, della limitazione e/o del clipping. Ciò
è pratica comune in molti remaster di musica pop. Le due immagini
accanto, relative a One of Us degli ABBA, dimostrano
questo effetto.
La prima immagine è stata ricavata dal
CD originale della Polydor; la seconda è ricavata dal remaster
del 2005 (parte del Box Set The Complete Studio Recordings, da
non confondere con il remaster Universal/Polydor del 2001).
Come si può notare, la compressione
dell'audio è molto pesante, tale da compromettere la dinamica e il
"brio" della traccia originale.
Per fare un esempio italiano, si
possono mettere a confronto due versioni della
canzone Bollicine di Vasco Rossi. Si può notare la
differenza tra la prima versione del 1983 (Album Bollicine) e la
stessa identica canzone rimasterizzata nel 2003 per la raccolta Sarà
migliore.
Attualmente, la loudness
war affligge per lo più CD audio e di conseguenza
qualsiasi MP3 o altra copia ricavata da questi dischi.
Alcune pubblicazioni recenti in vinile
non subiscono lo stesso tipo di mastering loudness, benché
presente tuttora su molti dischi. Ciò è dovuto in parte alle
limitazioni tecniche del supporto e in parte al fatto che il vinile è
adesso un prodotto di nicchia, scelto da un piccolo numero di
appassionati dell'alta fedeltà—lo stesso ruolo avuto dai CD nella
metà degli anni ottanta.
Alcuni SACD e DVD-Audio presentano
lo stesso problema. Tuttavia, quasi tutti i DVD-audio contengono
anche una traccia Dolby Digital (AC3) o DTS per
permettere al disco di essere riprodotto sui primi lettori DVD. Dolby
Digital ha un livello medio di volume (−20 dBFS) ben definito
e calibrato, così come la traccia DTS. Perciò la traccia ad alta
risoluzione del DVD-Audio verrà riprodotta, di norma, allo stesso
livello di riferimento.
Col diffondersi dei formati ad alta
risoluzione nel mercato audiofilo, la masterizzazione loudness quasi
certamente diverrà controproducente, vista l'attenzione che questo
target di mercato pone nella qualità del suono e nella dinamica.
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