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Con il termine idol coreano (대한민국의 아이돌Daehanmingug-ui a-idol) ci si riferisce a un artista musicale k-pop generalmente rappresentato da un'agenzia di talenti, la quale ne predispone l'esordio nel mondo dello spettacolo dopo un periodo di preparazione in discipline come canto e danza.

Caratteristiche
Il percorso per diventare idol comincia con delle audizioni indette da agenzie di talenti (come SM Entertainment, YG Entertainment e JYP Entertainment, le tre più grandi agenzie) a cui ogni anno partecipano centinaia di persone nella speranza di entrare nello show business. Coloro che superano le varie fasi dei provini, o che vengono scritturati per strada, hanno la possibilità di firmare un contratto a lungo termine e ricevere una preparazione artistica che dura da pochi mesi a diversi anni, e che comprende lezioni di canto, danza e lingue straniere, in particolare giapponese, cinese e inglese, dato che la musica pop coreana possiede un largo seguito anche all'estero. Capita che alcuni inizino il loro percorso all'età di 9 o 10 anni. La preparazione si svolge in concomitanza con il periodo di formazione didattica, quindi non è raro che gli "apprendisti" (o "trainee", in coreano 연습생Yeonseupsaeng) convivano e condividano la stessa routine fatta di lezioni scolastiche mattutine e lezioni preparatorie alla sera; mentre altri preferiscono ritirarsi dalle attività scolastiche per dedicare tempo ed energie al raggiungimento dell'obiettivo di diventare idol. La vita degli apprendisti è interamente regolata dalle agenzie, alcune delle quali a volte proibiscono di avere relazioni sentimentali per i primi anni per favorire una maggiore concentrazione sulle attività preparatorie. Terminata la scelta dei membri di un nuovo gruppo, a ciascuno di essi viene assegnato un ruolo e una personalità, e parte del lavoro consiste nel riuscire a restare nel personaggio in ogni genere di situazione. Un modo per costruire l'immagine personale dei gruppi idol è quello di ricorrere alle reti sociali, condividendo contenuti la cui coerenza viene supervisionata dall'agenzia.
Il sistema degli apprendisti fu reso popolare da Lee Soo-man, fondatore della SM Entertainment, come parte di un concetto definito "tecnologia culturale" (문화기술Munhwagisol). La SM Entertainment è stata definita la prima compagnia che abbia trattato le band come marchi e trasformato in merce l'artista stesso. Questa tecnica, generando un'attenzione di massa proveniente dall'estero, aiutando la diffusione della hallyu, espandendo la platea di fan e producendo i profitti necessari al funzionamento delle compagnie, è diventata un elemento centrale e distintivo nella gestione degli idol.
Le attività di scouting e formazione di un idol comportano alle agenzie costi ragguardevoli: per esempio, le spese di preparazione di un singolo membro del gruppo Girls' Generation si sono aggirati sui 3 miliardi di won (circa 2,6 milioni di dollari).
Secondo The Vancouver Observer lo stereotipo di idol coreano è "incredibilmente giovane, di bell'aspetto e capace di mantenere un tono melodrammatico".

Storia del fenomeno
Gli idol in Corea del Sud hanno assunto negli anni un ruolo iconico all'interno dell'industria musicale nazionale andando ad occupare il posto di quelle che in passato venivano chiamate "star". L'ascesa del fenomeno in Corea è strettamente legata alla crescita del capitalismo estremo nel Paese a seguito della fine della crisi finanziaria asiatica degli anni novanta.
Il fenomeno è esploso a livello globale grazie alla costante crescita della popolarità della cultura coreana, iniziata a fine anni novanta e culminata nei primi anni dieci del XXI secolo. Secondo l'agenzia delle entrate sudcoreana, nel 2013 il guadagno medio annuale di un idol era di 46,74 milioni di won (circa 42.000 dollari), cifra quasi raddoppiata rispetto al 2010 quando questa era di 26,97 milioni.
Grazie al massiccio sostegno da parte dei fan, gli idol sudcoreani hanno incominciato a ricevere notevole attenzione anche dai media, e i più famosi arrivano a guadagnare milioni di dollari in dischi venduti e diritti d'autore. Altri riescono a farsi un nome in patria e all'estero non solo grazie alla musica, ma anche grazie agli accordi di sponsorizzazione con aziende, alle apparizioni in spot pubblicitari e al merchandising loro dedicato.

Aspetti culturali
Dagli anni dieci del XXI secolo i prodotti mediatici relativi alla musica pop coreana hanno incominciato a circolare anche al di fuori del mercato nazionale grazie alla massiccia presenza di fan blog dedicati e alla diffusione tramite social network e siti di condivisione video. In particolare gli idol group maschili hanno guadagnato notevole seguito grazie a YouTube, attirando appassionati dal differente background culturale.
Uno dei fattori che ha permesso agli idol sudcoreani di affacciarsi con successo al mercato internazionale è la loro versatilità e promiscuità culturale, esemplificata dalle caratteristiche della musica k-pop che tendenzialmente mischia R&B, dance e hip-hop.

Rapporto con i fan
Il rapporto tra gli idol coreani e i loro fan può essere definito "parentela parasociale", nel senso che, piuttosto che ammirare semplicemente il proprio idolo, gli appassionati creano spesso una connessione familiare con esso, e in alcuni casi anche con altri fan, tramite la partecipazione a fansite e raduni organizzati in occasione di concerti o altre ricorrenze. La "parentela parasociale" può essere vista come una partecipazione pro-attiva dei fan alla produzione dei gruppi idol; in virtù di essa esprimono le proprie opinioni sui trattamenti "ingiusti" che alcune agenzie di spettacolo possono riservare ai propri artisti, adottando un atteggiamento protettivo alimentato dalla connessione familiare creatasi con l'idol.
La fanbase degli idol sudcoreani, formata principalmente da ragazze adolescenti, è soggetta a critiche da parte dell'opinione pubblica coreana a causa di comportamenti giudicati ai limiti del fanatismo. In particolare, con il termine sasaeng (사생팬) ci si riferisce a quei fan che fanno degli idol la loro ossessione, e i cui comportamenti estremi sfociano in atti a volte al limite del criminoso, come stalking e invasione della privacy. Secondo le stime fornite dai manager alle testate giornalistiche, le celebrità più popolari hanno tra i 500 e i 1.000 sasaeng, e vengono pedinate da un centinaio di essi ogni giorno. È stato riferito che i sasaeng siano generalmente ragazze tra i 17 e i 22 anni, e che il motivo del loro comportamento sia il desiderio di distinguersi dagli altri fan ed essere notati dal loro idolo. I sasaeng non sono da confondersi con gli anti-fan, i quali hanno come obiettivo principale quello di far fallire determinati idol o gruppi.

Critiche
Le testate occidentali hanno criticato spesso il processo di creazione degli idol, che hanno inoltre una connotazione negativa sulla scena musicale coreana indipendente e underground. Alcune agenzie come la SM Entertainment sono state definite "fabbriche" per il loro metodo di produrre star in massa. I membri dei gruppi vengono sostituiti di frequente con altri più giovani quando l'età o l'inclinazione per i musical iniziano a diventare un problema.
Una questione che ha suscitato scalpore è quella relativa alle condizioni lavorative. Nel 2009 esplose il caso della boy band TVXQ, di cui tre membri portarono in aula la SM Entertainment accusandola di sfruttamento per via dell'eccessiva durata del contratto (13 anni) e dell'ingiusta distribuzione dei guadagni. Anche altri gruppi e solisti idol hanno dichiarato che i contratti decennali proposti dalle loro agenzie erano troppo lunghi e restrittivi, e non prevedevano la spartizione dei profitti derivanti dal loro successo. Un dirigente della DSP Media raccontò che la compagnia divideva i proventi con i propri artisti, ma che spesso non restava molto dopo aver coperto i costi. Nel 2009 la Korean Fair Trade Commission introdusse dei "contratti standardizzati" non più lunghi di sette anni, che garantirono maggiori diritti agli idol, e supervisionò e multò le agenzie che non rispettavano le condizioni.