Il termine British invasion
(letteralmente invasione britannica), usato per lo più nei
paesi anglofoni, denota un fenomeno musicale e commerciale,
riguardante soprattutto il rock, il beat e il pop, per cui alcuni
artisti originari del Regno Unito, ma soprattutto inglesi, divennero
particolarmente popolari negli Stati Uniti, ma anche in Australia e
in Canada, e successivamente in altri paesi. La prima e più
significativa invasione si è verificata negli anni dal 1964 al 1967
e ha costituito un clamoroso capovolgimento di fronte poiché, fino
ad allora, per quanto riguardava il rock e i generi affini, era stata
la musica originaria degli Stati Uniti ad avere un netto predominio e
una maggiore influenza sulla musica d'oltreoceano.
Il termine British invasion può
essere tuttavia applicato anche ad altri fenomeni, collocati in
periodi successivi.
Storia
Le cronache musicali parlano perlopiù
di due ondate di invasione. La prima vede l'ingresso nelle
classifiche statunitensi di un grande numero di gruppi sull'onda del
successo dei Beatles, esploso dopo l'apparizione all'Ed Sullivan Show
nel febbraio del 1964. Le classifiche musicali dell'epoca vennero
monopolizzate dai Fab Four, che contribuirono a lanciare nel nuovo
continente anche altri gruppi rock britannici come The Rolling
Stones, The Kinks e The Animals, oltre ad altri meno noti come The
Hollies, The Searchers e The Troggs. Nacquero di lì a poco anche
gruppi come Herman's Hermits (in Inghilterra) e The Monkees (negli
Stati Uniti), studiati a tavolino per prendere il posto di celebritÃ
come Paul Anka nell'era del beat.
La seconda ondata segna invece la
comparsa di gruppi provenienti dal Regno Unito che risentono
dell'influenza e delle innovazioni musicali di fine anni sessanta,
differenziandosi maggiormente tra loro rispetto ai predecessori,
tanto che se nel caso della prima ondata si può riscontrare una
certa unità di suoni dovuta a rielaborazioni in chiave pop, blues o
vaudeville dei suoni provenienti dagli Stati Uniti (come nel caso dei
Beatles o dei Rolling Stones), per i gruppi della seconda ondata
l'elemento condiviso è generalmente la comune provenienza albionica:
The Who, Cream, Procol Harum, The Yardbirds e The Zombies sono in
questo caso i protagonisti.
Per capire come i gruppi britannici
siano riusciti a ottenere tale successo negli Stati Uniti bisogna
considerare come i principi contro cui aveva reagito la
rivoluzionaria stagione del rock and roll negli Stati Uniti, sono gli
stessi che stanno dietro al successivo movimento di restaurazione e
di rimpiazzo dei suoi protagonisti con i teen idols: il forte
spirito religioso, il senso delle tradizioni e il malcelato razzismo
dell'America segregazionista.
Questi fattori operano in modo ben più
blando nel Regno Unito, non a caso tra la fine degli anni cinquanta e
i primi anni sessanta i bluesman vi trovano un clima adorante e una
folta schiera di adepti interessati al blues essenzialmente sotto il
profilo musicale, non avendo ovviamente nessun legame con la
tradizione musicale americana. Questo concetto è fondamentale per
capire la maggior libertà espressiva e creativa con cui i gruppi
inglesi si avvicinano, alla musica americana.Successivamente
seguirono altre invasion dalla Gran Bretagna, che percorsero
le strade già battute dalle precedenti. Si parla di Progressive
rock invasion, negli anni settanta con gruppi musicali
come Pink Floyd, King Crimson, Yes, Genesis, ELP e Jethro Tull; ma
anche di Second british invasion negli anni ottanta con i
movimenti new wave e synth pop.
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