I Creedence Clearwater
Revival sono stati un gruppo rock statunitense, attivo dal
1967 al 1972. La formazione era guidata da John Fogerty, chitarrista,
cantante e, in più occasioni, poliedrico strumentista, oltre che
principale compositore del gruppo. Alla chitarra ritmica lo
accompagnò fino al dicembre 1970 suo fratello Tom; Stu Cook
(bassista) e Doug Clifford (batterista) completavano il quartetto. Il
loro stile musicale, influenzato da country, blues e rock 'n roll, fu
a più riprese definito swamp rock, letteralmente "rock della
palude"; tuttavia, i continui richiami al Sud che è possibile
incontrare nei loro testi originali hanno fatto sì che i Creedence
Clearwater Revival siano stati spesso inquadrati, negli anni, nel
sottogenere del Southern rock.
Gli album dei CCR hanno venduto 28
milioni di copie nei soli Stati Uniti d'America. Inseriti nella Rock
and Roll Hall of Fame nel 1993, i Creedence sono 82esimi nella
classifica della rivista Rolling Stone dei 100 più grandi
artisti o gruppi di tutti i tempi.
Storia del gruppo
1959-1964: The Blue Velvets
La storia dei Creedence Clearwater
Revival iniziò alla fine degli anni Cinquanta, a El Cerrito, una
cittadina ai confini orientali di San Francisco, in California. Tre
compagni di scuola, nati nel 1945, fondarono The Blue Velvets, band
composta da John Fogerty alla chitarra, Stu Cook al pianoforte e Doug
Clifford alla batteria. Nel primissimo periodo di attività , questi
tre giovanissimi musicisti si dedicavano a cover prettamente
strumentali di genere blues (il cosiddetto revival).
All'inizio degli anni Sessanta, alla
chitarra di John si aggiunse quella del fratello Tom, di quattro anni
più grande. Tom Fogerty, negli anni precedenti, era divenuto un
personaggio abbastanza famoso sulla scena musicale locale, grazie a
diverse esperienze come cantante e frontman di vari gruppi
della Baia di San Francisco. The Blue Velvets pubblicarono alcuni
brani per la Oakland Orchestra Records ma, nel pieno della
British invasion, non ebbero risultati particolarmente incoraggianti.
I quattro decisero, così, di variare
leggermente la formazione: Stuart 'Stu' Cook passò dal pianoforte al
basso. La ricerca di un nuovo sound da parte dei ragazzi di El
Cerrito era appena cominciata.
1964-1967: The Golliwogs e la Fantasy Records
Nel 1964 la formazione iniziò una
collaborazione con la Fantasy Records di San Francisco, una
casa discografica che aveva appena lanciato sulla scena nazionale il
jazzista californiano Vince Guaraldi. Il nome scelto dalla band per
la sua nuova avventura musicale avrebbe dovuto essere The Visions;
tuttavia, al momento di pubblicare i primi singoli, il nome cambiò
in The Golliwogs, prendendo spunto da Golliwogg, un pupazzo
protagonista di una serie di libri per bambini del tardo Ottocento.
Sotto il nuovo nome, i quattro ragazzi di El Cerrito realizzarono
sette singoli. In questo periodo, John (il minore dei Fogerty)
cominciò a prendere sempre più in pugno le redini del gruppo,
diventandone l'anima, il compositore pressoché esclusivo e la prima
voce, a scapito del fratello Tom. La totale differenza di stile tra i
due fratelli (evidente tanto nel canto, quanto nella composizione e
negli arrangiamenti), avrebbe giocato un ruolo decisivo nei piani di
ricerca musicale della band; quest'aspetto si rivelerÃ
decisivo per il successo del gruppo a livello sia nazionale, sia
planetario.1968: il cambio di nome e l'esordio di Creedence Clearwater Revival
Alla fine del 1967, The Golliwogs
cambiarono per la terza volta nome, divenendo definitivamente
Creedence Clearwater Revival.
Nell'estate dell'anno successivo, il
gruppo pubblicò il suo primo lavoro, intitolato proprio Creedence
Clearwater Revival. Il disco riscosse un buon successo
(500.000 le copie vendute). Si trattava di un album ampiamente
influenzato dal blues e dalla psichedelia tipica di quegli anni; al
suo interno, primeggiavano le reinterpretazioni di classici degli
anni Quaranta e Cinquanta, tra cui la cover di I Put a
Spell on You e l'omaggio a Wilson Pickett con Ninety-nine
and a Half (Won't Do). Il carattere revival del gruppo era
esaltato da molti dettagli, tra cui la scelta del primo singolo: i
Creedence esordirono, infatti, con una cover (divenuta poi
molto conosciuta) di Susie Q, brano di Dale Hawkins,
interpretato dai CCR con un piglio rock sull'impronta di Jimi
Hendrix. Oltre ai brani revival, l'album includeva varie
tracce originali, firmate per la quasi totalità da John Fogerty.
Rispetto alle sonorità dei Golliwogs, però, la musica dei Creedence
era più dura, caratterizzata da squilli di chitarra a iosa e lunghi
riff; tra i brani-ponte, capaci di segnare una netta linea di
demarcazione tra passato e futuro della band, possono essere
individuati Walk on the Water (firmato dai due fratelli
Fogerty ai tempi dei Golliwogs e poi fortemente modificato negli
arrangiamenti) e Porterville, l'ultimo singolo pubblicato
sotto il precedente nome, nel novembre 1967. L'album si attestò al
52º posto nella classifica Billboard.
1969: il successo nazionale di Bayou Country, Green River e Willy and The Poor Boys
L'affrancamento dei CCR dal blues e
della psichedelia degli anni Sessanta passò anzitutto per Bayou
Country, il loro secondo lavoro: le sonorità del gruppo
californiano cominciarono ad ammorbidirsi, tingendosi di venature
country e southern. Allo stesso tempo, restavano intatti i segni
distintivi del gruppo: l'inconfondibile linea ritmica e i
caratteristici riff di chitarra. Da questo disco in avanti,
peraltro, John Fogerty divenne cantante e compositore esclusivo dei
CCR (il fratello Tom aveva, infatti, cantato una strofa di Susie Q
e co-firmato Walk on the Water nel precedente album). Il brano
Born on the Bayou esemplificava la nuova sensibilità musicale
di John Fogerty.
L'album, piazzatosi al settimo posto
nella classifica Billboard, sarebbe divenuto famoso soprattutto per
aver trainato il primo grande successo della band, Proud Mary;
il brano, secondo nella classifica dei singoli curata da Billboard e
proiettato ormai sulle strade del country-rock, fu addirittura
considerato il pezzo più bello del decennio da parte di Bob Dylan.
In un album nel quale John Fogerty gettava le basi per una sua futura
carriera da cantautore, il revival si ridusse giocoforza ad un
solo brano: un'interpretazione in stile acid rock del classico di
Little Richard, Good Golly Miss Molly.
Il grande successo di Bayou Country
permise ai CCR di imporsi definitivamente sulla scena nazionale. Su
questa scia, furono invitati in tutti i principali festival che
stavano fiorendo in varie zone degli Stati Uniti d'America:
sbocciava, infatti, l'era dei grandi raduni. Il 21 giugno, i quattro
furono in concerto a Northridge, sobborgo di Los Angeles, ospiti, per
la seconda edizione di fila, della manifestazione Newport '69.
Sul palco, dinanzi a 150.000 spettatori, i Creedence divisero il
palco con Jimi Hendrix, un giovanissimo Joe Cocker, Ike & Tina
Turner, Steppenwolf, Jethro Tull, Byrds, Johnny Winter e Brooker T. &
the M.G.'s. Qualche giorno più tardi, si esibirono alla chiusura
della seconda serata del Pop Festival di Denver; prima di loro, erano
saliti sul palco la Experience di Hendrix (alla sua ultima esibizione
dal vivo), Joe Cocker, Johnny Winter, The Mothers of Invention, Tim
Buckley, Poco, e Iron Butterfly. Il 15 agosto, i CCR parteciparono
alla prima serata del Festival di Woodstock. La loro performance,
tuttavia, non trovò spazio nel film/documentario pubblicato a
ricordo della tre giorni di rock più importante di quel periodo: gli
stessi CCR, poco convinti della loro esibizione, non ne autorizzarono
la riproduzione.
Nella stessa estate, i Creedence
pubblicarono un nuovo disco, dal titolo Green River. Se nei
primi due album i fili conduttori erano stati rispettivamente blues e
country, nel terzo lavoro i CCR incontrarono il rock. L'album (primo
nella classifica di Billboard) vantava brani come Green River
(entrato nella Top10 Billboard, al secondo posto), Commotion o
Tombstone Shadow, che ben rappresentavano l'avvenuta
commistione tra le sonorità dei primi due lavori; al contrario,
brani come Bad Moon Rising (grande successo, secondo nella
classifica singoli di Billboard) si orientavano verso un sound
più morbido e orecchiabile, a mezza strada tra country e rock.
I Creedence avrebbero poi completato il
1969, il loro anno più prolifico, con il concept album Willy and
the Poor Boys (terzo in classifica e 1.000.000 di copie vendute);
in questo disco, i CCR sposarono il più autentico swamp-rock.
I brani più famosi estratti dall'album sarebbero diventati Down
on the Corner (canzone spensierata, basata proprio sul tema
portante dell'album, la musica on the road) e Fortunate Son
(brano che, dietro l'impalcatura rock, lanciava dure critiche contro
la guerra in Vietnam). Fedeli al revival, i CCR disseminarono
nell'album diverse cover; su tutte, una versione di The
Midnight Special rimasta poi famosa negli anni. Inoltre,
ritornarono ai brani strumentali tipici dell'on the road, come
testimoniato sia da Poorboy Shuffle, sia dal blues graffiante
di Side o' the Road.
1970: il successo internazionale di Cosmo's Factory e Pendulum
Dopo aver sfornato tre album in meno di
un anno (un milione di copie vendute a testa), i CCR realizzarono una
tournée europea di cui sarebbero rimaste famose le date con tutto
esaurito alla Royal Albert Hall di Londra. Così, alle soglie degli
anni settanta, i quattro ragazzi di El Cerrito si erano ormai
consacrati a livello internazionale. A capitalizzare il loro momento
magico, arrivò il quinto disco, intitolato Cosmo's Factory.
Si trattava di un album infarcito di successi: sarebbero stati
addirittura sei i singoli ad entrare nella Top5 di Billboard. I
numeri del disco (3.000.000 di copie vendute), ancora una volta
testimoniano ad oggi l'alto gradimento del pubblico per brani che
sarebbero poi divenuti classici del genere, quali Up Around the
Bend, Who'll Stop the Rain e Lookin' out My Back Door.
Per la prima volta, però, i Creedence spaziarono molto tra i diversi
stili musicali: nell'album non mancavano, infatti, pezzi puramente
soul (Long as I Can See the Light, con un inedito John Fogerty
al sax tenore) o rock 'n roll (Travelin' Band è un chiaro
omaggio al sound di Little Richard, che, peraltro, sarebbe
costato a John Fogerty anche una causa per plagio da mezzo milione di
dollari) o addirittura rock (è il caso della pacifista Run
Through the Jungle). A quest'album, peraltro, appartiene anche la
cover di I Heard It Through the Grapevine, brano reso
famoso da Marvin Gaye un paio di anni prima e trasformato in un
lunghissimo pezzo da jam session acide.
Il tentativo di sposare tutti questi
generi così complessi e diversi fu portato alle estreme conseguenze
nel successivo album Pendulum, edito alla fine del 1970.
L'album si ricorda anzitutto per Have You Ever Seen the Rain?,
che sarebbe diventato un classico nel repertorio di tantissimi altri
artisti posteriori, ma non solo: per la prima volta nella storia del
gruppo, infatti, sparì dai loro dischi l'elemento del revival.
Così, i dieci pezzi dell'album esaltarono esclusivamente il genio
musicale di John Fogerty. L'eclettismo e la varietà di generi (ben
rappresentata dal funky di Born to Move, o dal
rhythm'n'blues di Chamaleon o dalle pose progressive
evidenti in molti altri brani dell'album) si sarebbero rivelati,
però, armi a doppio taglio: il successo del pubblico fu assicurato
anche per questo sesto titolo dei CCR, ma la critica non gradì.
Il 16 dicembre, i Creedence ricevettero
dieci dischi d'oro, per le vendite di cinque singoli editi nel 1970 e
dei primi cinque album prodotti dalla formazione; due giorni più
tardi, fu la volta di un nuovo disco d'oro, per le vendite di
Pendulum. Si trattava del canto del cigno poiché il gruppo
era ormai dilaniato da incomprensioni interne. Così, con i CCR in
partenza per un tour mondiale (il cui prodotto fu l'album Live in
Europe del 1973), Tom Fogerty decise di abbandonare, in cerca di
fortuna da solista.
1972: Mardi Gras
A quel punto, John Fogerty si convinse
che la formazione necessitava di una maggiore equità e democrazia,
così decise di attuare i suoi propositi in vista della registrazione
del successivo album, Mardi Gras: dei dieci brani che
compongono il disco, tre furono scritti e interpretati da ognuno dei
componenti superstiti e un decimo sarebbe stato un pezzo di revival
(si tratta della reinterpretazione del classico Hello Mary Lou).
I buoni propositi, però, si rivelarono fallimentari: l'album fu
definito dalla critica come il peggior disco mai prodotto da una
major-band americana. I CCR, infatti, specialmente nei brani
composti e cantati da Stu Cook e Doug Clifford, sembravano ritornati
al sound dei Golliwogs, accantonato anni prima proprio perché
troppo fuori mercato e non accattivante. Lo stesso John Fogerty,
autore degli ultimi due discreti successi (Someday Never Comes
e Sweet Hitch-Hiker), si sarebbe rivelato di lì a poco
profondamente prosciugato nella brillantezza e nelle idee. I CCR
ricevettero il disco d'oro il 12 giugno 1972, a riprova dell'impatto
di mercato comunque discreto di Mardi Gras.
Scioglimento e postumi
Il 16 ottobre 1972, con un ambiguo
comunicato stampa, i Creedence annunciarono lo scioglimento. La
Fantasy Records avrebbe editato molte raccolte a vario titolo,
cominciando proprio da una raccolta di loro canzoni, pubblicate sotto
il nome The Golliwogs, prima del 1968. La band si sarebbe ricomposta
in una sola occasione: nel 1980, per la ricorrenza del matrimonio di
Tom Fogerty.
Di tutti i componenti, soltanto John
Fogerty, seppur dopo un inizio zoppicante, sarebbe riuscito a
sfondare come solista, dopo lo scioglimento del suo gruppo. Tom,
infatti, produsse ben sei album da solista e tre a capo del gruppo
Ruby, senza però mai riuscire a collocarsi nella scena musicale;
morì il 6 settembre 1990 a causa dell'AIDS, contratta da una
trasfusione di sangue infetto.
Sia Tom Fogerty che Doug Clifford
cercarono di sfruttare, in seguito, l'ondata revival: Tom
fondò i Creedence Clearwater Revived, e Doug (con Stu Cook) creò il
gruppo Creedence Clearwater Revisited. John Fogerty non vi aderì
mai.
Stile musicale
Nati nell'epoca in cui era esploso il
fenomeno hippie, e quando in California si diffondeva, spinta dai
Jefferson Airplane e dai Grateful Dead, la tendenza musicale all'acid
rock e alla psichedelia, i Creedence Clearwater Revival seppero
sottrarsi a questi influssi riprendendo motivi appartenuti al country
e rielaborandoli in chiave rock, e divenendo nel 1970 il maggior
gruppo americano di rock and roll.
Negli
anni e lungo il corso della produzione discografica, la formazione di
Fogerty attinse alle tante espressioni sonore che facevano parte del
loro retroterra culturale e musicale, talvolta amalgamandole – come
nel caso di rockabilly, rhythm and blues e country –, altre volte
trattandole nella loro peculiarità stilistica. Con ecletticità i
Creedence Clearwater Revival disseminarono nei loro dischi elementi
caratteristici di stili diversi, alternando garage blues, soul blues,
folk rock, hard rock, country rock, rock progressivo, funk,
acid-rock, blues rock[2], Delta blues, gospel, rock and roll; e
utilizzando in più casi spunti tratti da Bob Dylan, James Brown,
Carl Perkins, Howlin' Wolf, Neil Young fra i molti.
0 comments:
Posta un commento