Intendi il successo come attore, quello come uomo d'affari o come politico?

Nel dubbio risponderò su tutti e tre.

Al cinema Schwarzenegger ci è arrivato grazie ai muscoli, quelli che gli avevano fruttato vari titoli mondiali come body-builder, e il primo grande successo glielo ha dato il film Conan il barbaro, cioè un film che aveva tutte le premesse (storia, regia, produzione) per essere un grande film. Poi ha lavorato di nuovo con un bravo regista per Terminator. Lui ha sempre mantenuto la consapevolezza dei suoi limiti come attore, e i suoi punti di forza. Quando ha provato il genere comico sapeva di avere anche altre carte da giocare oltre al fisico, cioè il fatto che la gente trovava buffo il suo accento, e l'attitudine a far ridere che coltivava fin dai tempi della scuola e lo aveva dotato di quei tempi comici che sono indispensabili per le battute.

Negli affari, due fattori indispensabili per il successo sono un grande desiderio di fare soldi e la capacità d'impegnarsi, cose che Schwarzenegger ha sempre avuto. Quando si è dedicato al body-building lo ha fatto con metodo scientifico e pensando anche al ritorno economico che poteva ricavarne, quindi ha scritto articoli e libri sul body-building e girato video. Aveva già guadagnato il suo primo milione di dollari prima di compiere 30 anni, quindi prima di diventare il protagonista di Conan il barbaro. Sicuramente gli ha giovato laurearsi in marketing e management, quando era già negli USA, approfondendo nello specifico il marketing del fitness.

Quanto al successo in politica, bisognerebbe chiedere agli elettori californiani, che alla fine del suo primo mandato come governatore lo rielessero per il secondo, con più voti di quanti ne aveva ottenuti la prima volta. Schwarzenegger è un repubblicano che ha promosso istanze che molti altri repubblicani ignorano o avversano. Per esempio ha portato avanti iniziative ambientaliste e per l'educazione alimentare dei bambini, si è opposto con forza quando il governo Bush ha proposto la costruzione di un muro ai confini col messico (non è stato Trump il primo ad avere l'idea).

In sintesi: tutto è cominciato dai muscoli.


Conan the Republican, soprannome che gli diede George Bush Senior


Jason Statham è britannico e ha un accento britannico nella vita reale. Inoltre, Jason Statham non è altrettanto bravo a parlare con accenti non britannici. Guardalo in The One. Prova la sua versione dell'accento americano a intermittenza, ma suona ancora come un accento britannico. Inoltre, i tipi di film d'azione in cui appare Jason Statham non hanno esattamente bisogno di recitazione da Oscar. Non è Daniel Day Lewis, ma è Jason Statham. E, per essere quest'ultimo, hai bisogno del suo acuto accento sarcastico da duro con lui.



Non è come Hugh Laurie, che sa cambiare accento con estrema facilità. Inoltre, non ha davvero alcun incentivo a lavorare sull'adozione di un accento non britannico. Suppongo che si renda conto che alla gente piace guardarlo nei film d'azione e adora il suo accento così com'è. Non ha bisogno di armeggiare con ciò che non è nelle sue corde, dopotutto. Ecco perché Jason Statham ha un accento britannico in ogni film in cui è apparso.

Se dovesse interpretare un personaggio muto non parlante, scommetto, anche allora potresti capire che sta interpretando un personaggio muto britannico. Il suo silenzio avrà un accento britannico. Il suo accento fa parte del suo personaggio cinematografico e senza di esso non avrebbe lo stesso livello di successo.


ELIMINA L’INESSENZIALE.

Come già accennato da altri, una volta terminato il lavoro di scrittura, comincia la fase di riscrittura. Incredibile come il testo migliori togliendo frasi, parole, aggettivi o anche solo una preposizione. Con la prima stesura andiamo alla ricerca di qualcosa, per questo buttiamo giù molto più di quello che serve al testo stesso (vuoi per fare chiarezza a noi stessi, vuoi per paura che il lettore non capisca). La scrittura narrativa non è una scrittura giornalistica: non dobbiamo scrivere in modo didascalico e sottovalutare il nostro lettore. Lasciamogli un po’ di mistero e la possibilità di ricostruire la sua realtà. Per questo togliere il superfluo è una componente fondamentale del lavoro di riscrittura. Nonché ne migliora anche la leggibilità e lo stile.



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Dean Martin, nato Dino Paul Crocetti (Steubenville, 7 giugno 1917 – Beverly Hills, 25 dicembre 1995), è stato un cantante e attore statunitense.

Biografia

Nacque il 7 giugno 1917 a Steubenville, nell'Ohio, da genitori di origine italiana. Il padre, Gaetano Crocetti, era originario di Montesilvano (in provincia di Pescara), mentre la madre, Angela Barra, nacque in America da genitori di origine abruzzese. Per avere più possibilità di affermare la propria carriera Dino Paul Crocetti cambiò legalmente il proprio nome in uno più american friendly (il cantante scelse il cognome "Martin" perché versione anglofonizzata del cognome del tenore italiano Nino Martini). Lasciò la scuola a sedici anni e fece diversi lavori, compreso il pugile e il benzinaio, fino a quando, con il nome d'arte "Dean Martin", riuscì ad imporsi come cantante nei locali di New York.

Partnership con Jerry Lewis

Martin incontrò per la prima volta Lewis al Glass Hat Club di New York, dove entrambi si esibivano. Il 25 luglio 1946 si esibì per la prima volta in coppia con Jerry Lewis al "Club 500" di Atlantic City. I due artisti diedero vita ad un duo comico di successo, che durò per una decina d'anni. Insieme realizzarono sedici film, da La mia amica Irma (1949) fino a Hollywood o morte! (1956). A causa di crescenti contrasti personali, il sodalizio artistico si ruppe il 24 luglio 1956.
Il debutto del duo non venne però ben accolto, ed il proprietario del Club 500, Skinny D'Amato, avvertì Martin e Lewis che, se non fossero stati in grado di mettere in scena un numero migliore, sarebbero stati messi alla porta. Confrontandosi nel vicolo dietro il locale, Lewis e Martin decisero di dividere il loro spettacolo tra canzoni, sketch, dove Lewis avrebbe interpretato la parte comica propriamente detta del "ragazzo dispettoso", e momenti di comicità improvvisata. Il successo arrise finalmente alla coppia, che iniziò una serie di fortunate esibizioni in giro per il Paese, culminate con uno spettacolo al nightclub "Copacabana" di New York. Il numero consisteva in Lewis che interrompeva ed infastidiva Martin mentre questi cercava di cantare, con i due che finivano per rincorrersi sul palco. Il segreto della riuscita dello show, dissero entrambi, risiedeva nel fatto che ignoravano il pubblico interagendo solo tra di loro, cercando di rendere il tutto il più spontaneo possibile.
La coppia debuttò in tv nel corso del programma della CBS-TV Toast of the Town (successivamente rinominatosi The Ed Sullivan Show) il 20 giugno 1948. Nel 1949 ebbe inizio la trasmissione radiofonica intitolata The Martin and Lewis Show, e quello stesso anno i due firmarono un contratto con la Paramount per una serie di film comici a loro dedicati che sarebbe iniziata con La mia amica Irma. Nel 1950 fu la volta del varietà televisivo The Colgate Comedy Hour, di cui furono successivamente anche conduttori.
La loro agente, Abby Greshler, negoziò per loro uno dei migliori accordi economici della storia di Hollywood: nonostante ricevessero solo $75,000 in due dai profitti dei loro film, Martin e Lewis erano liberi di fare un film all'anno da indipendenti, che avrebbero co-prodotto attraverso la York Productions di loro proprietà. Inoltre detenevano il pieno controllo delle loro apparizioni in club, dischi, radio e televisione, e attraverso di esse guadagnarono milioni di dollari.
Nel libro Dean & Me, Lewis definisce Martin "uno dei più grandi geni comici di tutti i tempi". Ciononostante, gli sprezzanti commenti della critica, e la frustrazione dovuta alla routine delle sceneggiature dei loro film, che il produttore della Paramount Hal B. Wallis voleva tenere il più possibile simili tra loro per sfruttare al massimo il successo della coppia, portarono Martin a non essere più soddisfatto della situazione nella quale la sua carriera si era incanalata. Mise sempre meno entusiasmo nel lavoro, il che portò a continui dissidi con Lewis. Martin arrivò a dichiarare che il suo partner "non significava nulla per lui se non il simbolo del dollaro". La coppia si sciolse nel 1956, dopo dieci anni di fruttuoso sodalizio artistico.

Carriera solista

Molti pensavano che, senza il partner, la carriera di Martin fosse avviata al declino. Ottenne invece grandi successi anche come solista, sia nella commedia che nel genere drammatico, come quando nel 1958 recitò ne I giovani leoni con Marlon Brando e Montgomery Clift, e nel 1959 interpretò il complesso ruolo dell'alcolizzato Dude, l'aiuto sceriffo di John Wayne nel western Un dollaro d'onore.
Negli anni cinquanta raggiunse il successo internazionale anche come cantante. Nel 1954 venne pubblicata That's Amore, una delle sue canzoni più amate, scritta dall'amico e collega italo-americano Harry Warren. Il brano è anche una dichiarazione d'affetto per Napoli e per le tradizioni delle sue origini come la pizza, il vino, la cucina e la tarantella. Nel 1956 raggiunge la prima posizione nella classifica statunitense per cinque settimane e nella UK Singles Chart per quattro settimane con il singolo Memories Are Made of This. Incise poi anche alcuni pezzi in italiano, come Innamorata, In Napoli e Simpatico. Nel 1958 Return To Me (Ritorna a Me) arriva in prima posizione nei Paesi Bassi per 8 settimane ed in ottava in Norvegia.
Negli anni sessanta fu uno dei componenti fissi del Rat Pack, il gruppo di attori e cantanti capitanato dall'amico Frank Sinatra. Con il Rat Pack interpretò diversi film, tra cui Colpo grosso, Tre contro tutti, I 4 di Chicago. Nelle esibizioni del Rat Pack, Martin faceva spesso la parte del gran bevitore. In realtà, rivelò poi il figlio, quello che beveva in scena non era alcol, bensì succo di mela.
Tra il 1966 e il 1969 girò una serie di quattro film nella parte dell'agente segreto Matt Helm, e dal 1965 al 1974 condusse sulla NBC un proprio show televisivo settimanale, The Dean Martin Show. Negli anni settanta rallentò la sua attività, anche a causa di problemi di salute. L'ultimo dei suoi 51 film fu Congiure parallele, del 1987. Si ritirò dalle scene nel 1988 dopo una tournée di concerti con Sinatra e Sammy Davis Jr., suoi compagni e amici del Rat Pack. «La soddisfazione che ho lavorando con questi due scansafatiche è che ci divertiamo più noi del pubblico», disse in proposito Martin.

Vita privata

Si sposò tre volte ed ebbe otto figli, dei quali uno adottato. Una tragedia familiare lo colpì nel 1987, quando il figlio Dean Paul, allora trentacinquenne pilota militare, morì in un incidente aereo mentre era ai comandi di un caccia F-4 Phantom. Il grave lutto fu un duro colpo per la sua già debole salute.
Dopo anni di triste declino fisico e mentale, Dean Martin morì per enfisema il giorno di Natale del 1995; poche settimane prima Frank Sinatra non l'aveva invitato alla festa per i suoi 80 anni, volendo evitare di vedere il fraterno amico ridotto a un vegetale.
Fu sepolto nel cimitero di Westwood in California. L'epitaffio sulla sua tomba è «Everybody Loves Somebody Sometime» ("Tutti amano qualcuno prima o poi"), il titolo di una delle sue canzoni più famose, nonché unica canzone che riuscì a togliere i Beatles nel 1964 dalla cima delle classifiche di vendita Billboard Hot 100, nel periodo in cui le dominavano.






 



OGGI 5 luglio 2021, RAFFAELLA CARRÀ

CI HA LASCIATI PER SEMPRE: è morta all'età di 78 anni.

È ANDATA IN UN MONDO MIGLIORE.❤

Una NOTIZIA che HA SCOSSO il mondo dello spettacolo e tutto il pubblico che ha seguito la showgirl per tutti questi anni.

A dare l'annuncio è stato il suo regista professionale e compagno di vita, SERGIO JAPINO il quale ha detto queste testuali parole SONO IMMENSAMENTE SCOSSO.... È STATA UN'ARTISTA ECCEZIONALE, UN'AUTODIDATTA STRAORDINARIA, IO LA CONOSCO DAGLI INIZI DELLA SUA CARRIERA. ADDIO ALLA REGINA DELLA TV ITALIANA.

RAFFAELLA HA LAVORATO MOLTO ANCHE ALL'ESTERO, SPECIALMENTE IN SPAGNA E DI CUI CONSERVAVA SEMPRE UN PREZIOSO RICORDO DEGLI SPAGNOLI. Diceva sempre che il popolo Spagnolo è come noi Italiani, LATINO: ellos tienen la sangre muy caliente.

La Carrà , come tutti, aveva le sue FRAGILITÀ INTERIORI che non si intravedevano di fronte al grande PUBBLICO.

PERSONALMENTE, ricorderò sempre la sua UMANITÀ, LA SUA INCONFONDIBILE RISATA ED IL SUO STRAORDINARIO TALENTO CHE RISPLENDERANNO PER SEMPRE.

TUTTI I PARTECIPANTI DI GHOST WRITER, CI UNIAMO A QUESTA PREMATURA SCOMPARSA DELLA NOSTRA RAFFAELLA CARRÀ. ❤❤❤❤❤❤❤

Raffaella Carrà nei paesi di lingua spagnola era, se possibile, ancora più famosa e amata che in Italia, ricordo una volta che raccontò di uno dei suoi primi viaggi, quando scese dall'aereo tutti i giornalisti e fotografi si assieparono intorno a lei e molti le chiedevano come stava, al che lei che non conosceva ancora bene lo spagnolo, cercò di tradurre alla bell'è meglio il termine "imbarazzata" con un improbabile "embarasada" che riteneva (cosa che avremmo pensato in molti) che fosse il termine che in spagnolo si avvicinava di più al vocabolo italiano. A quel punto le persone attorno a lei si felicitarono applaudendo e complimentandosi con lei, al che lei non capiva il motivo di quella improvvisa esplosione di allegria, senonché poco dopo qualcuno degli accompagnatori le spiegò che il termine "embarasada" in spagnolo significava incinta, cosa che provocò una grande ilarità tra i presenti per la comicità dell'equivoco e immaginando la reazione dei giornali il giorno dopo. Grazie Raffaella, hai portato tanta felicità nelle case degli italiani e di molte persone nel mondo, chissà che ci sia un posto lassù in cui tu possa intonare le tue canzoni, ballando come facevi tu con il tuo modo di gettare la testa all'indietro e forse canterai a Dio o a chi per esso: "ma che musica maestro!".





Risultati immagini per Ecco quanto si guadagna con la musica



Siamo tutti sono d'accordo con il fatto che le cifre di Spotify (e di altri servizi di streaming) sono piuttosto basse, in pochi sanno quanto arriva in tasca ai musicisti dai passaggi su altri canali e dalla vendita di brani e supporti.
A colmare questa lacuna ci ha pensato il Guardian che ha messo in fila una serie di compensi e guadagni, ovviamente legati al mercato inglese. Alcuni dati sono molto interessanti, in altri casi, invece, la sensazione è che le cifre vadano prese con le molle e siano riferibili solo a grandi nomi.

CD e download.
Alla band arrivano tra 1,17 e 1,60 euro per cd venduto e tra 11 e 16 centesimi di euro per il download di una canzone. All'autore vanno poi 92 centesimi per ogni disco venduto e meno di un centesimo per il download di una canzone.

Radio.
Se una canzone passa sulla BBC, l'autore guadanga circa 68 euro e una cifra analoga verrà divista tra musicisti e casa discografica.

Tv.
Se la canzone viene usata come sottofondo in una scena, in base agli accordi tra le tv inglesi e le società di raccolta diritti d'autore, il ricavato sarà di qualche centinaio di sterline. Diverso il discorso se la canzone viene scelta come sigla: in quel caso si va verso i 50mila euro.

Cinema.
Se una canzone viene usata come colonna sonora di un fila si possono superare i 100mila euro.

Pubblicità.
Per l'uso di un brano in uno spot si può arrivare anche al mezzo milione di euro.

 


Charlie Sheen non era molto felice quando Selma Blair, il suo interesse amoroso/terapista, espresse preoccupazione per la tecnica di Charlie sul set di "Anger Management".

Secondo quanto riferito, Sheen licenziò la signora Blair con un messaggio pieno di volgarità in cui la chiamava con la parola "Troia".

Quando gli è stato chiesto di classificare i suoi co-protagonisti in un segmento del 2017 di "Watch What Happens Live", un talk show interattivo con Andy Cohen su Bravo, Charlie ha risposto che vorrebbe schiacciare Blair "e poi prenderla a calci sul marciapiede".

In un "Jay Leno Show" del 2013, Charlie ha chiamato il suo personaggio "Stupido", come ragione dell'improvvisa partenza dallo show della signora Blair.



Una combinazione di tre fattori: apatia crescente, minori opportunità lavorative e necessità economiche messe al primo posto rispetto alla considerazione artistica.



Apatia



A costo di ribadire l'ovvio, Robert De Niro non è un cattivo attore. Ha visto di tutto, fatto di tutto, vinto di tutto. Il suo posto e la sua reputazione nel pantheon dei grandi attori americani sono assicurati.

A questo punto della sua carriera, De Niro - può fare tutto quello che vuole. Bisogna ricordare che ha 77 anni.

Ha ancora lo stesso fuoco che gli bruciava dentro come tra il 1970 e il 1990? È ancora disposto ad affrontare la fatica fisica e mentale di impersonare completamente un ruolo al meglio delle proprie capacità?

Magari no. Magari con il tempo e l'età, un po' di quel fuoco si è spento. Magari vuole solo divertirsi facendo film.


Opportunità



Anche se quel fuoco bruciasse ancora, le opportunità che avrebbe De Niro di incanalarlo sarebbero molte di meno. L'età è certamente un fattore determinante - non si scrivono parti da protagonista ogni anno per attori della sua età.

Scorsese ha dovuto ricorrere a tecnologia ringiovanente per raccontare la storia che voleva raccontare con The Irishman. E quando gli è stata data l'opportunità, De Niro ha dimostrato di "avercela" ancora. Ma era ovvio, non è che puoi perdere una cosa così.

Detto questo, rimane il fatto che è improbabile che De Niro venga scelto per sceneggiature importanti, almeno non quanto accadeva un tempo.


Finanze



De Niro ha sofferto qualche difficoltà economica. E questa potrebbe essere una delle ragioni per cui accetta ruoli che un tempo non sarebbero stati "degni" di lui.

Tra il 2010 e il 2013, De Niro ha recitato in 13 film e la maggior parte di essi non era granché. Forse in quel momento era interessato a massimizzare le entrate.

Malgrado la sua recente filmografia sia discutibile, rimane sempre Robert De Niro. Per quanto mi riguarda, può fare quello che vuole. Per me, è uno dei migliori del suo campo. Si è guadagnato il diritto di fare come vuole.

E credo che quel fuoco bruci ancora. Produce ancora performance affascinanti - The Irishman ne è un esempio. Ma ci sono anche Il lato positivo, The Intern e Joy.

Ha in uscita Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese e il progetto ancora senza titolo di David O'Russell.

Certo è che Robert De Niro non è diventato un cattivo attore. E ci regalerà ancora almeno un paio di performance da applausi. Prenderei cinque Nonni Scatenati per un Irishman



Perché è Robert De Niro. Se lo è guadagnato.


Risultati immagini per Chi incassa realmente i soldi nell’industria musicale



A chi va in tasca il guadagno delle vendite degli album e dei singoli? Certamente non ai musicisti.
Il grosso dei guadagni, infatti, va a finire nelle tasche delle case discografiche (circa il 63% del totale). Un altro 24% viene dato alle compagnie che distribuiscono i cd (o gli mp3). All’artista rimane un misero 13%, che viene ulteriormente suddiviso tra manager, personale (solitamenteil 15% dei guadagni totali dell’artista, ma a volte arriva anche al 20%), il business manager (5%), l’avvocato (5%) e il produttore (3%). L’artista si ritrova con il 72% di quel già scarso 13% del totale. Nel caso delle band, ovviamente, il rimanente guadagno deve essere diviso tra i vari membri. Prendiamo ad esempio una band con quattro componenti: cantante, chitarrista, bassista e batterista. Per ogni mille euro guadagnati dalle vendite, il singolo musicista ne riceve solamente 23,4. Un guadagno ridicolo, soprattutto se comparato ai 630 euro che ha guadagnato la casa discografica per quei mille euro di musica venduta, e molto spesso quella cifra deve essere utilizzata per ripagare l’anticipo che la casa discografica ha speso per la registrazione dell’album, nonostante abbia già guadagnato il 63% delle vendite. E non solo, la casa discografica, in questo tipo di contratto, detiene il copyright della musica.
Certo, I musicisti non hanno solo le vendite come introiti, ma anche tour, merchandising, guadagni derivati dal piazzamento della loro musica in film, telefilm, videogiochi e pubblicità, ma solitamente la casa discografica ha diritto a una percentuale anche su quei guadagni, secondo un contratto molto comune, chiamato 360º deal., che appunto prevede che la casa discografica abbia una parte in tuttii guadagni dell’artista.
Quindi quando il pubblico compra un cd, il biglietto di un concerto o una maglietta, in realtà non sta pagando l’artista, ma soprattutto la casa discografica.
Questo tipo di contratto è il più comune esistente, soprattutto in questo momento in cui le vendite non sono più una fonte consistente di guadagno. Quando la casa discografica decide di mettere sotto contratto un artista, vuole tutelarsi, considerato che spesso paga un grosso anticipo per la registrazione dell’album, e non può basarsi solo sulle vendite per recuperare quei soldi.

Rapporto economico di un’ipotetica band di quattro membri.
Nell’ormai lontano 2000, Courtney Love, leader della band Hole, aveva stilato un rapporto economico di un’ipotetica band di quattro membri, in cui la casa discografica finiva per guadagnare più di dieci milioni di dollari e la band nulla.
Ecco il suo esempio in cifre.
Una band ottiene un ottimo contratto con il 20% di tasso royalty (diritto d’autore) e un anticipo di un milione di dollari.
La band spende metà di quel milione per registrarel’album. Con il restante mezzo milione, la band deve pagare il manager (cento mila dollari), l’avvocato e il business manager (25 mila dollari l’uno). Rimangono quindi 350 mila dollari da dividere tra i quattro membri della band. Dopo aver pagato le tasse (170 mila dollari), rimangono 45 mila dollari ciascuno, con cui l’artista deve vivere per almeno un anno, prima che l’album venga messo in vendita e inizi il tour.
Il disco è un successo e vende un milione di copie. La band, allora, fa uscire due singoli con i rispettivi video musicali. La produzione dei due video viene a costare un milione di dollari e il 50% viene recuperato con le royalties.
La band inoltre ottiene 200 mila dollari di anticipo per il tour, completamente recuperabile.
La casa discografica spende 300 mila dollari per la promozione in radio, costo che viene naturalmente addebitato alla band.
La band quindi ora deve due milioni di dollari alla casa discografica.
Se tutti i dischi vengono venduti a prezzo intero, la band guadagna due milioni di dollari in royalties (due dollari ad album, per un milione di copie vendute). Quei due milioni vengono usati, appunto, per ripagare l’anticipo alla casa discografica, e quindi la band si ritrova con un guadagno pari a zero.
Nel frattempo, la casa discografica ha incassato undici milioni di dollari.
Le spese ammontano a circa 4.4 milioni di dollari (500 mila per la produzione fisica del cd, il milione di anticipo alla band, un milione per i video, 300 mila dollari alle radio, 200 mila dollari di tour, 750 mila dollari di dirittid’autore e 2.2 milioni in marketing). Il loro guadagno netto, quindi, si aggira sui 6.6 milioni di dollari, opposti al nulla che ha guadagnato la band.
Questo esempio è basato su un’ipotetica band di discreto successo, non su un musicista alle prime armi, ed è un esempio abbastanza schematizzato che tiene conto solo delle entrate base, e non di tutti gli altri modi in cui un’artista può guadagnare (come il piazzamento della musica in tv/film&/videogiochi/ecc. o gli sponsor).
Senza contare che, come detto prima, la casa discografica detiene il copyright della musica registrata. Se siprende un qualunque cd, si può notare che sul retro appare la scritta “copyright”, l’anno di registrazione e il nome della casa discografica, non dell’artista. Questo vuol dire che se l’artista volesse lasciare l’etichetta, non potrebbe riavere indietro i diritti della sua musica.
Non è difficile capire, quindi, perchè nel suo articolo Courtney Love si riferisce a questo tipo di contratti come pirateria. Il furto del lavoro di un artista senza l’intenzione di pagare per ottenerlo.
Ovviamente, essendo questo studio della Love datato all’anno 2000, la situazione è, almeno in teoria, cambiata, con l’avvento di internet e quindi di un nuovo modo di distribuire musica. Ma il concetto non è molto diverso da quello che viene spiegato nell’esempio, e le case discografiche ora sono solo più reticenti a mettere sotto contratto gli artisti, soprattutto se emergenti, e i 360º deal sono sempre più diffusi, proprio perchè, con internet, le vendite della musica sono calate.






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Il talent show è uno spettacolo basato sulle esibizioni di artisti non professionisti che vogliono dare dimostrazione in pubblico del proprio "talento". Molti di tali eventi sono strutturati sotto forma di competizione in cui viene messo in palio un qualche tipo di premio.
Dagli anni 2000 il talent show è divenuto molto popolare come sottogenere televisivo del reality show, costituito da programmi che si pongono al pubblico come "scopritori di talenti" e che offrono ai vincitori un ambito trampolino di lancio nel mondo dello spettacolo, specialmente in campo musicale. Tra questi programmi: American Idol, Pop Idol, The X Factor, Popstars, Got Talent e The Voice.


Talent show televisivi

Nel Regno Unito

Il Regno Unito è il paese europeo più influente dal punto di vista dei talent show, infatti molti di questi programmi sono nati in Gran Bretagna per poi diffondersi nel resto del mondo.
Nel 2001 il produttore discografico e televisivo Simon Fuller crea il talent show Pop Idol. Il programma a cui partecipano aspiranti cantanti viene trasmesso per due edizioni sull'emittente britannica ITV e successivamente viene esportato in altri paesi come Stati Uniti, Australia, Svezia, Francia e altri ancora. Nello stesso periodo Fuller lancia anche un altro programma, Popstars, anche questo poi esportato in altri paesi, tra cui l'Italia. Tra i nuovi talenti lanciati da questi due programmi vi sono: Will Young (vincitore della prima edizione di Pop Idol) e le Girls Aloud (girlband formatasi con la seconda edizione di Popstars).
Nel 2004 nasce il talent show The X Factor, ideato e prodotto da Simon Cowell, che nel corso degli anni vede la partecipazione in veste di giudici di Simon Cowell, Sharon Osbourne, Louis Walsh, Dannii Minogue, Cheryl Cole, Gary Barlow, Kelly Rowland, Tulisa, Nicole Scherzinger, Mel B, Nick Grimshaw e Rita Ora. Il programma ottiene un grande successo nel Regno Unito e successivamente viene esportato in altri paesi, tra cui l'Italia. Il talent oltre ad aver lanciato artisti come Leona Lewis, One Direction, Little Mix, Alexandra Burke, JLS, Olly Murs, Rebecca Ferguson, Cher Lloyd ed Ella Henderson, ha anche contribuito a lanciare con successo la carriera solista della giurata Cheryl Cole (componente delle Girls Aloud nate dal talent show Popstars).
Nel 2007 viene trasmesso il talent show Britain's Got Talent, adattamento britannico della versione americana, creato da Simon Cowell, al quale partecipano artisti dilettanti di qualsiasi età che si esibiscono in varie discipline davanti ad una giuria composta nel corso degli anni da Cowell, Amanda Holden, Piers Morgan, David Hasselhoff, Alesha Dixon, David Walliams e Michael McIntyre. Tra i talenti lanciati dal programma vi è la cantante Susan Boyle.
Nel 2012 viene realizzata la versione britannica del talent show olandese The Voice, con la partecipazione in veste di giudici nel corso delle varie edizioni di will.i.am, Tom Jones, Jessie J, Danny O'Donoghue, Kylie Minogue, Ricky Wilson e Rita Ora.

Negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti il talent show più importante è American Idol, ideato da Simon Fuller e in onda dal 2002, con la partecipazione, nel corso degli anni, in veste di giudici di Simon Cowell, Paula Abdul, Randy Jackson, Kara DioGuardi, Ellen DeGeneres, Jennifer Lopez, Steven Tyler, Mariah Carey, Nicki Minaj, Keith Urban e Harry Connick Jr.. Ad oggi il programma continua ad essere uno dei più seguiti della tv americana e nel corso degli anni ha lanciato cantanti di successo come Kelly Clarkson (vincitrice di 3 Grammy Awards), Carrie Underwood (vincitrice di 7 Grammy Awards) e Jennifer Hudson (vincitrice di 1 Premio Oscar e di 1 Grammy Awards).
Nel 2006 Simon Cowell crea il talent show America's Got Talent, al quale partecipano artisti dilettanti che si esibiscono in varie discipline (canto, ballo, recitazione, magia, comicità, ecc.) davanti ad una giuria composta nel corso degli anni da personalità dello spettacolo quali David Hasselhoff, Piers Morgan, Brandy Norwood, Sharon Osbourne, Howie Mandel, Howard Stern, Mel B e Heidi Klum. Dato il successo di pubblico riscontrato, il format viene esportato in altri paesi quali Regno Unito, Australia ed Italia.
Dall'aprile 2011 va in onda il talent show The Voice, format di origine olandese, che vede nel corso delle varie edizioni la partecipazione come giudici di Adam Levine, Blake Shelton, Christina Aguilera, Cee Lo Green, Shakira, Usher, Pharrell Williams e Gwen Stefani.
Dal 2011 al 2013 Simon Cowell importa negli Stati Uniti il talent show britannico The X Factor, che vede la partecipazione come giudici nel corso delle tre edizioni di Simon Cowell, Demi Lovato, L.A. Reid, Britney Spears, Paula Abdul, Nicole Scherzinger, Kelly Rowland, Paulina Rubio e Cheryl Cole.

In Italia

Nel 1956 la tv pubblica trasmette Primo applauso, un primo talent show televisivo italiano. Negli anni '60 viene proposto Settevoci, mentre negli anni '90 Gran premio.
Negli anni 2000, il genere televisivo si diffonde sempre di più nella televisione italiana con programmi quali Amici, Popstars, Operazione Trionfo, Music Farm, Ballando con le stelle, X Factor e Ti lascio una canzone.
Agli inizi degli anni 2010 vengono proposti in Italia altri talent show quali Italia's Got Talent, MasterChef Italia, MTV Spit, Io canto, Tale e Quale Show, The Voice of Italy, Junior MasterChef Italia, Bake Off Italia, Tú sí que vales, TOP DJ, Pequeños gigantes, Top Chef Italia ed altri ancora.

Critiche

I talent show sono stati spesso criticati per il loro format e perché considerati sbagliati in quanto, secondo molti musicisti e celebrità, fanno partire i ragazzi troppo dall'alto e spianano fin troppo la strada del successo ai partecipanti vincenti, mentre quelli perdenti si sentono spesso demoralizzati e si abbattono in modo eccessivo.
Inoltre per molti i talent rovinano il concetto di arte con la sfida e tolgono la fantasia e la creatività ai partecipanti.

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La musica psichedelica (a volte chiamata psychedelia o acid music) copre un vasto insieme di generi musicali influenzati dalla cultura psichedelica, il cui scopo è simulare o intensificare le esperienze psichedeliche dovute all'assunzione di specifiche sostanze allucinogene, quali l'LSD, LSA o triptamine come DMT e psilocibina.
Come di consueto nell'ambito psichedelico, uno dei temi principali dei brani "acid" è la liberazione dell'Io e l'espansione della coscienza.
Emerse durante la metà degli anni 1960 all'interno delle scene musicali folk/blues rock statunitensi e britanniche. I gruppi psichedelici usavano nuovi effetti e tecniche di registrazione, traendo ispirazione dalla musica orientale, come i rāga della musica indiana. Questo stile influenzò molti generi musicali, dando vita a nuovi sottogeneri quali il rock psichedelico (e acid rock), folk psichedelico, pop psichedelico, soul psichedelico. Col passare del tempo, procedendo di pari passo con l'espansione stilistica in ambito progressive, dance, heavy metal ed elettronico, da questo ceppo derivarono nuovi generi, quali neopsichedelia, acid house, trance, new rave.

Storia

Gli anni sessanta e settanta

Influenze e applicazioni nella musica rock e jazz

San Francisco dal 1965 divenne la capitale incontrastata della psichedelia influenzata ulteriormente dallo scrittore Ken Kesey, dove nacquero rock band psichedeliche come Jefferson Airplane e Grateful Dead, mentre a Los Angeles nacquero i Doors e i Mothers of Invention. Altre famose band hanno contribuito alla psichedelia come i Pink Floyd, Beatles, Rolling Stones e The Jimi Hendrix Experience. Da qui in poi sono nati moltissimi sottogeneri e generi musicali caratterizzati dall'acid music tra cui l'acid rock, e, con l'avvento della musica elettronica, l'acid jazz.

Gli anni ottanta

La psichedelia nell'electronic dance music

A partire dagli anni 1980, la musica psichedelica viene affiancata al ballo e all'EDM. Essa si presenta con un suono specifico, ottenuto utilizzando strumenti specifici, principalmente drum machine e sintetizzatori Roland nati negli anni ottanta, come il Roland TB-303 per i suoni di basso e il TR-909 e Roland TR-808 per le percussioni. Pur essendo strumenti elettronici moderni, questi apparecchi hanno banchi di memoria di diversi suoni o patch, che necessitano di essere programmati manualmente, impostando apposite manopole di controllo. Il suono "acido" e psichedelico è stato ottenuto, inizialmente, dall'impostazione di questi controlli a parametri estremi, utilizzati in tempo reale mentre si era in fase di registrazione.
Dunque, con il termine acid, in ambito di musica elettronica ci si può riferire specificamente ai suoni "acidi" e stralunati (bleeps) del synth Roland TB-303, o a qualsiasi altro sintetizzatore progettato per emulare il suo suono unico, difatti con il prolificare del genere anche altre case produttrici cercarono di adeguarsi nella produzione di synth dal suono analogo, senza mai riuscirvi completamente.

Nascita dell'acid house

Verso la metà degli anni 1980, a Chicago nasce l'acid house, un genere che condivide dalla psichedelia l'utilizzo della sperimentazione del suono e tendenzialmente anche quello delle droghe, il genere però è a sé stante, evolve in diverse direzioni, fino a crearne un sotto-genere della musica house. La acid house si sviluppa anche nei sobborghi dell'Inghilterra alla fine degli anni 80 e dà origine ad un movimento giovanile e culturale contro tendenza ispirato al suono della prima house, ma che ne condivide solo alcuni aspetti, ovvero l'utilizzo di synth con i quali ricreare bassline dal sound (per l'appunto) "acido" e macchine analogiche per la realizzazione delle basi ritmiche.

Gli anni novanta

Contaminazioni con altri generi di musica elettronica

Dopo l'avvento dell'acid house, la musica acida si è contaminata anche ad altre ritmiche dance-elettroniche, è il caso dell'acid techno, dell'acid trance, della goa trance (da cui deriva la moderna psy-trance) e dell'acid breaks. L'acid music contaminata in questo modo non richiede essenzialmente un suono "facile", essendo concentrata maggiormente sulla struttura, una costante che la rende per questo anche meno commerciale, diversamente dall'acid house che, nonostante la presenza di elementi psichedelici, solitamente è di ascolto più facile e più intuitiva al ballo.
Tuttavia, a metà degli anni 1990, l'acid entra a contatto con generi innovativi come quelli dell'IDM che ne confermano uno stile assestante, non più identificativo in un solo genere, ma sempre più un elemento d'accompagnamento per tanti generi, quindi anche flessibile alla melodia.