No, la scena in cui Kimble sta correndo durante la parata del giorno di San Patrizio non è stata sceneggiata. Questa è stata un'aggiunta successiva di Andrew Davis. Davis, originario della città, voleva davvero catturare la parata e ha ottenuto il permesso dall'ufficio del sindaco di filmare il giorno della parata. L'intera sequenza è stata girata con una telecamera fissa a mano. Senza le prove, Ford e Jones sono semplicemente usciti tra la folla e hanno fatto le loro cose, con gli operatori della telecamera che correvano in giro cercando di tenere il passo. Ford ha osservato che poiché il suo personaggio teneva un profilo basso, significava che lui stesso non si distingueva molto ed è durato diversi minuti tra la folla prima di essere riconosciuto.




71 metri quadrati, 60 posti in platea e 20 su due ordini di balconate: i numeri di questo antico fienile sui monti della Lucchesia, trasformato in teatro a fine Ottocento e così piccolo da essere accreditato dal Guinness World Records Book.

Donato al FAI dagli eredi Biagioni e affidato in concessione dal Comune di Pescaglia, nel 1997


Sull’appennino che sfiora Lucca, a Vetriano, c’è un piccolo gioiello da scoprire. La sua storia risale al 1889, quando l’ingegnere Virgilio Biagini affidò alla piccola comunità un fienile da adibire a teatro. Gli abitanti, per lo più contadini, accolsero con grande favore la donazione dando vita a una “Società Paesana”, che si autotassò con versamento una tantum di 2 lire e poi di 50 centesimi al mese per costruire il teatro più la manovalanza. Grazie all’operosità degli abitanti, il teatrino venne costruito in un solo anno e nel 1890 il palcoscenico, incorniciato da decorazioni neoclassiche, poté ospitare le prime rappresentazioni. Si trattava, per lo più, di opere in prosa e commedie musicali, spesso scritte e recitate dagli stessi abitanti del paese che, per godersi gli spettacoli, dovevano portarsi la seggiola da casa. In seguito l'attività si intensificò e il teatrino divenne ben presto un punto di riferimento per tutta la zona. Col passare degli anni, venuta meno la Società Paesana, il Teatrino cadde in abbandono e divenne inagibile, finché, nel 1997, gli eredi dell’Ingegner Biagini si rivolsero al FAI donandogli la propria quota di teatro perché se ne prendesse cura. Dopo un accurato restauro, il teatrino di Vetriano è tornato a vivere e a ospitare commedie brillanti, opere ed eventi per un pubblico che non può superare le 85 persone. Oggi è possibile ammirarlo come era alla fine dell’Ottocento, con un palcoscenico, profondo e largo cinque metri e mezzo, e un bel sipario dipinto. Ricavati sotto il teatro, potrete ammirare due camerini per il trucco, una sartoria e un piccolo deposito di costumi.


                                


Avendo appena finito di scrivere il mio quinto libro, penso di poter dare un’opinione ponderata.

Parti da un presupposto: scrivere un libro è sfinente. Qualcosa di una difficoltà difficilmente stimabile per chi non l’ha mai fatto. Dalla raccolta dei materiali alla sindrome del foglio bianco, al combattere il nostro naturale abuso di frasi e parole sempre simili, al giusto mix tra leggerezza e profondità. Agli errori. Alle frasi che non funzionano. Alla bibliografia. A interi paragrafi da togliere. Al limare, limare, limare senza fine. E qui evito di parlare di creare la copertina, la sinossi, pubblicarlo, lanciarlo, gestirlo. Se ci pensi, manco inizi.

Quindi tutte le attività sono maledettamente difficili. Anche al quinto libro.

C’è qualcosa di particolarmente arduo in questo oceano di fatica? Una specifica attività che svetta?

Per me sono due.

La prima stesura. Cioè quando devi trasformare i tuoi milioni di schemi e appunti nella prima schifezza esposta in linguaggio lontanamente comprensibile. È sorprendentemente difficile rinunciare all’istinto di livellare e sistemare tutto già a questo punto. Scrivere di getto e male (necessario, poi spiego perché) è semplicemente fuori dalla nostra programmazione. Anche quando sei come me, cioè abituato a scrivere una montagna di roba sui social e in fretta, ti trovi in un altro territorio. Un libro ti manipola l’inconscio al punto tale che devi violentarti la testa per andare rapido e non stare attento ai dettagli nella prima fase. Io ci riesco poco.

Perché la prima stesura va fatta di getto e male? Sembra una sciocchezza, no?

Invece è necessario. Perché nessuna mente umana ha l’intelligenza e la capacità cognitiva di simulare al proprio interno la resa di una catena molto lunga di concetti espressi in fila, cioè un libro. E chi pensa di saperlo fare, è un segaiolo (sorry). Perché confonde la realtà con la sua teoria. Devi invece umilmente scrivere e buttare giù tutto male e in fretta, così vedi come viene. Vedi i buchi logici, vedi le cavolate che hai dato per scontato o scritto, vedi i pesi errati, vedi i differenti stili espositivi e quelli cognitivi, vedi se manca il flusso e dove, vedi se ti annoia o è una figata. È come con gli MVP per una startup: ogni ragionamento e ogni business plan valgono zero. Devi vedere il prodotto reale se funziona e piace o no. Anche se è una schifezza fatta rapidamente e accroccata.

Falsificare. Sempre!

La seconda parte superlativamente difficile è la copertina. Se te la fai per tuo conto, si intende. E visto che io sono maniaco del controllo, la creo per mio conto. Anche perché quella che mi aveva fatto l’editore in un libro precedente era orrenda.

Meglio se inizi appena cominci a scrivere il libro a pensare a una decina di concetti per la copertina. Trust me. Faranno tutti schifo nella loro versione grafica. Ma ti daranno stimoli per arrivare a quello giusto. Che ti chiederà parecchio lavoro, anche se hai occhio grafico.

Nella copertina del mio nuovo libro ho perso due giorni per i colori, 4 ore per “BTC” sulla targa (volevo un certo effetto pacchiano ma credibile). E non so quanto per testare font, stili, allineamenti. La quarta di copertina non mi usciva. Ne ho provate di tutte. Poi ho avuto l’intuizione, ho girato la forma a nuova di 90 gradi, e ho trovato la quadra.

In sintesi. Se non siete pazzi come me e non volete investire mesi e mesi di lavoro, non scrivete libri di 300 pagine.




Di solito non mi piacciono i consigli di scrittura, ma oggi faccio un'eccezione perché questi consigli sono davvero unici e non banali.

Kurt Vonnegut è stato uno scrittore americano morto nel 2007.

Si considerava il successore di Mark Twain.

Il suo lavoro è fortemente filosofico con elementi satirici.

Ecco i suoi consigli per la scrittura:

1. utilizza il tempo di un perfetto sconosciuto (il lettore) in modo tale da non farglielo sentire sprecato.

2. dai al lettore almeno un personaggio con cui simpatizzare.

3. ogni personaggio dovrebbe desiderare qualcosa, anche solo un bicchiere d'acqua.

4. ogni frase deve fare una delle due cose: rivelare il personaggio o far progredire la trama.

5. inizia il più vicino possibile alla fine.

6. Sii un sadico. Per quanto dolci e innocenti siano i tuoi personaggi principali, fai in modo che gli accadano cose terribili, in modo che il lettore veda di che pasta sono fatti.

7. scrivi per compiacere solo UNA persona. Se apri una finestra e fai l'amore con il mondo, per così dire, la tua storia si ammalerà di polmonite.

8. fornisci ai lettori il maggior numero di informazioni possibili, nel più breve tempo possibile. Al diavolo la suspense. I lettori dovrebbero sapere così tanto su cosa sta succedendo, dove e perché che potrebbero finire la storia da soli anche se gli scarafaggi mangiassero le ultime pagine.

Penso che queste regole siano meravigliose, perché da esse si capisce che Vonnegut era davvero un servitore dei suoi lettori. Come un buon DJ.

Anche in questo caso, è importante che il suo lavoro non sia in prima linea un viaggio nella consapevolezza di sé, ma che dia qualcosa ai lettori e di trarre tanta soddisfazione da questo.


Quello fu un problema a lungo.


In passato avevano questo problema e lo si vedeva sullo schermo.

Le serie tv moderne dove i personaggi spesso indossano gli stessi vestiti sono realizzati con il patrocinio e il supporto di marchi e negozi che vendono vestiti identici a quelli delle serie, perché sono gli stessi.
Gli attori non hanno nemmeno bisogno di indossare abiti lavati, spesso indossano quelli nuovi ad ogni episodio.

A volte si ha l'effetto opposto che un vestito sporco e consumato in una scena appare nuovo di zecca nelle scene successive.


E se qualcosa come le divise esclusive, fanno in modo simile con il budget realizzando un paio di abiti a stagione, ma non si preoccupano davvero di buttare via alla fine e cambiarlo completamente nella prossima stagione.


Che ne dite di Robert Downey, Jr.?

Era un tossicodipendente, alcolizzato e uno spreco di immenso talento. È stato licenziato in Ally McBeal, non ha ottenuto altri lavori ed è finito in galera dopo non essersi presentato per i test antidroga.

Dopo essere stato rilasciato sulla parola, è stato trovato a vagare per le strade ed è stato nuovamente arrestato. Fu mandato in riabilitazione.

È diventato sobrio con l'aiuto di sua moglie. Tuttavia, non riusciva ancora a ottenere lavori di recitazione. Che ci crediate o no, è stato Mel Gibson ad aiutarlo a rilanciare la sua carriera. (Gibson ha coperto l'assicurazione di responsabilità civile di Downey.)

Downey ha ricominciato a ottenere lavori di recitazione e, a poco a poco, parte dopo parte, ha iniziato a ricostruire se stesso e la sua carriera.

E poi... Iron Man.

Al giorno d'oggi, è un attore richiesto, popolare e carismatico a Hollywood.



Essere una controfigura significa guadagnare un sacco di soldi, apparire sfarzosi quasi quanto l'attore principale, non doversi preoccupare che i paparazzi registrino ogni tua indiscrezione... e farsi male.



Ecco la controfigura di Chris Hemsworth (a destra) e l'altrettanto robusto Bobby Holland Hanton, la sua controfigura in Avengers: Endgame (aprile 2019). Indossano le stesse magliette, hanno gli stessi capelli arruffati e mangiano lo stesso pranzo.

Holland Hanton (34 anni) in realtà mangia un po' più di pranzo (uno dei suoi vantaggi), perché è di corporatura leggera. Questo potrebbe essere ciò che gli dà il suo vantaggio ginnico.
Nella sua carriera ha riportato gravi infortuni: “Mi sono rotto l'inguine, mi sono rotto la schiena. Ti prendi una sculacciata. -Penso che intenda: "Sei stato picchiato".

Non dice alla stampa per quanto vende la sua salute, ma sarebbe molto.
Le controfigure e le foto-doppie che appartengono a SAG-AFTRA (il sindacato degli artisti), guadagnano $ 200 per una giornata di 8 ore al giorno.
Gli stuntman sindacalizzati guadagnano in media $ 980 al giorno, o $ 3655 a settimana.

Il film prima di Endgame—Avengers: Infinity War — ha incassato più di 2 miliardi di dollari in tutto il mondo: speriamo che Holland Hanton sia stato in grado di negoziare anche il suo stipendio come percentuale dei profitti.

Ma la Marvel probabilmente ha detto di no.




Patrick Stewart originariamente ha lavorato come giornalista e scriveva sulla colonna dei necrologi.

Ma poi, il proprietario del giornale si è stufato del fatto che fosse perennemente in ritardo e fosse distratto dal suo hobby di recitare, che richiedeva molte prove.

Alla fine diede a Stewart un'ultimatum di scegliere tra i due e, ovviamente, scelse di recitare.

Che è stata una tragedia, perché avrebbe potuto diventare il miglior scrittore di necrologi nella storia degli scrittori di necrologi. Chi lo sa?



In realtà, in seguito ha ammesso di inventare molte delle storie che ha riportato per il giornale (si spera non anche i necrologi).

Nota a margine, fa anche una bella drag queen.


Due parole: Fast and Furious.

Con film come Star Wars, i film del MCU e persino la fantascienza (gli altri sono fantascienza) come Star Trek, è ovvio che è necessaria la sospensione dell'incredulità. E molto.

Ma con il franchise Fast and the Furious, in particolare gli ultimi 4-5 film, stiamo guardando personaggi ambientati in quello che è in qualche modo percepito come il mondo reale.

Nonostante ciò, richiedono alcune ENORMI quantità di sospensione dell'incredulità.



Il primo film era credibile, un po' al limite. Si trattava solo di corridori di strada e di qualche furto ad alta velocità. Ha spinto un po' i confini verso la fine. Ma con ogni puntata, specialmente a partire dal quarto film, lo hanno portato a un livello completamente nuovo.

Le auto saltano da un grattacielo all'altro.



Personaggi che sfidano le leggi della fisica.




Con ogni puntata, le cose sono diventate sempre più ridicole. Divertenti... ma ridicole.

Non solo lo spettacolo, ma la stessa Ellen Degeneres ha fatto il suo corso. Lo spettacolo era banale, così come lo era l'ospite. Lo spettacolo emanava benessere, buone vibrazioni, balli carini ed elevava i talenti di persone che spesso erano completamente sconosciute prima delle loro apparizioni.

Ha intrattenuto. Ha fatto del bene, qua e là.



Ma l'ospite stessa, Ellen? Era cattiva. Maltrattava gli ospiti. Tutti intorno a lei camminavano sui gusci d'uovo, licenziando le persone per infrazioni semplici come "guardarla negli occhi" o "rivolgersi a lei senza essere prima interpellati". Gestiva il suo programma come il fottuto colonnello Kurtz nella giungla cambogiana. L'orrore! Quindi... la gente ha iniziato a parlare. Voci in abbondanza. Un anno o due fa, sono state confermate. Sempre più persone hanno iniziato a condividere le loro esperienze con la Degeneres.

A quanto pare, si è fatta molti nemici. Non nel mondo dello spettacolo, intendiamoci: è sempre stata attenta a non mordere la mano che l'ha nutrita e solo a calciare, mai su! - ma tra le persone nel suo staff. Cameraman. Assistenti. Non si può essere costantemente cattivi ogni volta che le telecamere si spengono, e poi indossare la maschera della recitazione femminile davanti alla telecamera e dire a tutti di essere gentili l'uno con l'altro. Non funziona.

Ellen Degeneres ha finto di essere una sorta di Gandhi lesbica per il suo pubblico adorante, pur essendo una strega completa per il suo staff. E alla fine... ora non riesce a trovare abbastanza personale di qualità per girare il suo show per lei.


In una parola, alcolici. George Clooney ha guadagnato 239 milioni di dollari tra il 1 giugno 2017 e il 1 giugno 2018, nonostante non avesse recitato in un film dal 2016. La maggior parte proveniva dalla vendita della sua partecipazione nella società di tequila, Casamigos.

Forse prendendo spunto dall'azienda vinicola del regista Francis Ford Coppola e da diversi ricchi rapper che sono entrati nel gioco dell'alcol delle celebrità, c'è un numero crescente di attori che hanno fatto il salto.

Ecco 7 attori che mettono il loro nome e denaro dietro i marchi di alcolici.

George Clooney non recita in un film dal 2016: ecco perché è ancora l'attore più pagato al mondo



George Clooney è stato l'attore più pagato al mondo, avendo guadagnato $ 239 milioni tra il 1 giugno 2017 e il 1 giugno 2018. Secondo Forbes, Clooney ha guadagnato circa il doppio di Dwayne "The Rock" Johnson, il secondo più pagato attore, in questo periodo.

Nel giugno del 2017, l'azienda di tequila di Clooney, Casamigos, ha annunciato che Diageo, multinazionale britannica di bevande alcoliche, aveva accettato di pagare quasi 1 miliardo di dollari per il marchio.

Dan Aykroyd ha lanciato il suo marchio di vodka, Crystal Head nel 2007


Nel 2007, insieme all'artista John Alexander, Dan Aykroyd ha lanciato Crystal Head, una vodka pura priva di additivi, glicerolo, olio di agrumi o zuccheri racchiusa in un teschio di cristallo (disegnato da un vero teschio umano) che si dice simboleggia la vita, il potere e l'illuminazione.

NEL loro primo decennio di attività hanno venduto quasi 20 milioni di bottiglie in tutto il mondo.

Ryan Reynolds ha acquistato una partecipazione in Aviation Gin, incassando in Celebrity Liquor Rush


Nel 2017 Ryan Reynolds è entrato nel gioco dei liquori delle celebrità, acquistando una partecipazione nel distillatore artigianale Aviation Gin.

Reynolds è stato il 15° attore più pagato al mondo nel 2017 e forse la prima celebrità a investire in un'azienda di gin (piuttosto che in vodka o tequila). Nessuno registrerà la percentuale di Aviation Gin che ha acquisito o il prezzo di vendita. Ma è considerato un "proprietario significativo".

Aaron Paul e Bryan Cranston debuttano con il nuovo Mezcal, Dos Hombres



Aaron Paul e Bryan Cranston, gli acclamati attori di "Breaking Bad", stanno lavorando di nuovo insieme. Ma questa volta è una compagnia mezcal chiamata Dos Hombres.

Dos Hombres è il prodotto di più generazioni di orgogliosi produttori di Mezcal del piccolo villaggio di San Luis del Rio, in una remota parte di Oaxaca. Con la benedizione del suolo ricco e delle precipitazioni adeguate, si coltivano le migliori agavi del mondo.

Whisky Longbranch di Matthew McConaughey


Quando Matthew McConaughey è diventato direttore creativo di Wild Turkey, ha collaborato con il loro mastro distillatore Eddie Russell per collaborare a Longbranch, un bourbon del Kentucky in piccoli lotti.

McConaughey ha dichiarato nel comunicato stampa dell'azienda: “Longbranch, nella sua forma più semplice, è una mano tesa, che invita un amico nella tua famiglia. Quindi il ramo che mi è stato esteso dai Russell era lungo, uno che arrivava dal Kentucky al Texas e ritorno. Ho offerto il Mesquite del mio grande stato da aggiungere al loro leggendario whisky Kentucky e insieme abbiamo creato Longbranch”.

Danny Devito Limoncello?!?


Probabilmente è sicuro dire che Danny DeVito è l'unica celebrità di Hollywood con un marchio di limoncello, che ha lanciato nel 2007, non molto tempo dopo un'apparizione alticcia alla TV americana diurna che ha attribuito a qualche bicchiere di troppo del dolce liquore italiano. Il Limoncello DeVito's Premium è prodotto in Italia, da limoni di Sorrento coltivati ​​sulla Costiera Amalfitana.



In origine la Time Machine doveva essere un frigorifero! Robert Zemeckis lasciò cadere l'idea quando temeva che i bambini avrebbero emulato chiudendosi in un frigorifero.

Quindi l'hanno cambiato in una DeLorean. La DeLorean è stata un fallimento quando il film è uscito nel 1985 e la società DMC è fallita. L'uso della DeLorean è per rafforzare il fatto che Doc Brown è "un eccentrico genio pazzo" che ha costruito una macchina del tempo da un'auto guasta.

Dimostra che non è proprio un pazzo, ma ha gusti bizzarri e manca di stile.



Il suo senso della moda era sempre appariscente, brutto e fuori luogo, quasi come se Doc Brown fosse letteralmente "nato nel secolo sbagliato".



Fin dal suo inizio, il franchise di Mission: Impossible è stato una sorta di scatola di cioccolatini: non sai mai cosa otterrai.



Ok, quella frase non è del tutto vera. Sai che ci sarà una sequenza di Tom Cruise che corre. Questo è un dato di fatto in quasi tutti i film in cui si trova.

Ma oltre a questo, non c'è livello di coerenza con il franchise. I film sembrano essere ambientati su uno spettro; che vanno da accettabile (Mission: Impossible: Ghost Protocol) a decisamente abissale (Mission: Impossible II).

Non direi che il franchise era morto, contrariamente a quanto implica la domanda. La metto così: se il franchise fosse una persona, sarebbe privo di sensi, con diversi arti mancanti, sangue che cola dall'angolo della bocca, respiro irregolare.

Ma tutto è cambiato con la sesta puntata, Fallout.

Prima di passare a un testo sulla brillantezza di Fallout, vorrei condividere alcune curiosità su IMDb solo per mostrare quanto sforzo è stato dedicato alla produzione del film.

  • Durante le riprese, Tom Cruise ha subito un infortunio mentre saltava da un edificio all'altro. La sua caviglia si è scontrata goffamente con l'edificio e si è fratturato, ma Cruise è stato in grado di alzarsi e cercare di andarsene, prima che la troupe decidesse di interrompere le riprese. Ancora oggi, Cruise ricorda quella particolare acrobazia come la più facile che ha dovuto fare per il film.


  • La scena della lotta in bagno, che ora è forse la parte più iconica del film, ha richiesto diverse settimane per essere girata a causa della complessità della sequenza.

  • Henry Cavill in realtà non era a conoscenza del nome di battesimo del suo personaggio, visto che veniva chiamato semplicemente "Walker". È solo più tardi, quando ha visto il nome sullo schienale della sua sedia, che si è reso conto che il nome del personaggio era August.

  • Tom Cruise si è allenato per un anno intero per eseguire l'acrobazia HALO nel film.

  • Le riprese dell'inseguimento del camion blindato hanno richiesto la chiusura dei siti turistici parigini popolari. La città ha concesso ai realizzatori il permesso di utilizzare l'Arco di Trionfo, ma per sole due ore, a partire dalle 6 del mattino di una domenica mattina. Dall'alba, la troupe ha avuto solo poco più di un'ora per girare, il che ha lasciato poco spazio agli errori.

Ora, torniamo al lavoro.

Non ci sono molti film come Mission: Impossible - Fallout.

Da un lato, non è molto diverso dal tuo tipico film d'azione: ha un protagonista tosto, un antagonista da capogiro, una sensuale femme fatale; tutti i cuscinetti del tuo film d'azione comune.

Ma d'altra parte, è anche un ricordo profondamente accattivante delle vette che questo franchise era solito raggiungere. È come se dicessero "Siamo tornati - e più grandi che mai!"


La regia di Christopher McQuarrie è magistrale. La scena della rissa in bagno ne è la prova: gira la sequenza senza musica nella colonna sonora, lasciando il pubblico ad assorbire la brutalità della rissa; ogni colpo si fa sentire. Non c'è niente del lavoro traballante della telecamera di cui cadono film come The Winter Soldier , il che rende l'esperienza più viscerale e realistica.

L'intero terzo atto del film è impeccabile: tutta l'azione si dissolve in un'operazione di salvataggio puramente guidata dal personaggio, uno spettacolo mozzafiato tanto sinfonico quanto frizzante, con un grande cuore pulsante al centro, un uomo danneggiato che " libera l'emozione per l'azione", con una mentalità schietta e schiacciante che finalmente riconosce la distruzione mentale che accompagna lo stile di vita in cui Hunt vive.

Ci sono diversi casi in cui Fallout dimostra di essere uno dei più grandi film d'azione mai realizzati. L'esilarante ripresa lunga, in cui Cruise salta da un Boeing C-17 a 25.000 piedi e salva la vita di Walker a mezz'aria. Forse l'inseguimento per le strade di Parigi in cui Cruise viene sbalzato da una moto, si rialza e continua a correre. O forse è la scena finale del combattimento in elicottero, che è una delle sequenze d'azione più sbalorditive, sconvolgenti e tese che abbia mai visto.


Questo è un altro film che merita di essere visto sullo schermo più grande che puoi trovare. È davvero magnifico. Fallout è stato per il franchise di Mission: Impossible quello che John Wick è stato per la carriera di Keanu Reeves.

Sono 2 ore e mezza di gioia pura e sfrenata. È dannatamente quasi perfetto. E forse, solo forse, potrebbe anche essere un capolavoro.


Ripassiamo:

  1. Cruise è un attore di serie A da più di 30 anni. - Ciò significa che LUI sceglie di lavorare quando ne ha voglia e non quando viene chiamato da uno studio. Se sceglie di non fare film per mesi o anni, può farlo perché ha così tanto peso nell'industria.

  2. Tom Cruise è costoso - Dal momento che le sue tariffe sono ben al di sopra dei $ 20 milioni di dollari per film, è dubbio che la maggior parte dei budget possa soddisfare le aspettative di stipendio di Cruise.

  3. Tom Cruise ha un enorme ego: Cruise accetta raramente ruoli in cui non è la star o il centro dell'attenzione. Anche se ha fatto bene in alcuni dei ruoli in cui è passato in secondo piano (Collateral, Tropic Thunder, ecc.) non è il suo status preferito e quindi limita la sua utilità.

  4. La turbolenta vita personale di Cruise - Fondamentalmente la vita personale di Cruise è, nella migliore delle ipotesi, tumultuosa. I suoi molteplici matrimoni, il suo coinvolgimento nella sua religione e la sua continua battaglia sulle voci sulla sua sessualità hanno preso tutta l'energia della sua carriera di attore. Sarebbe probabilmente molto estenuante avere la sua vita personale e la sua carriera.

  5. È estremamente ricco: Tom Cruise vale circa $ 550 milioni di dollari. Anche se non ha mai girato un'altra scena o viaggiato in un'altra location cinematografica, ha guadagnato più che abbastanza per soddisfare non solo i suoi desideri o bisogni, ma quelli dei suoi figli e dei suoi nipoti. Non ha bisogno di lavorare per mangiare e questo sembra sempre ridurre la produzione di lavoro delle persone quando si verifica.

42 ruoli in 38 anni non è una brutta carriera, soprattutto considerando quanto successo e ricco è diventato.




LA RISPOSTA CHE NON AVETE NESSUNA VOGLIA DI LEGGERE…

Col duro lavoro.

Eh già.

Mica penserete di essere baciati dall'ispirazione guardando il soffitto, vero?

No, signori.

Al capolavoro si arriva dopo avere cestinato montagne di spazzatura… E DOPO, se proprio hai voglia di passare per genio, puoi pure dare fuoco a quella montagna di carta, e far finta col resto del mondo che non sia mai esistita.

E ci crederanno tutti… Perché ci vogliono credere. E' cento volte più bello credere al mito del genio, piuttosto che al duro lavoro.

Pensateci bene.

E' più bella la storia del poveraccio che si fa un mazzo quadrato… E poi ottiene finalmente quello che si merita.

- Oppure -

è più bella la storia dello scrittore 'Luke Skywalker', figlio di Anakin Skywalker, con la 'forza creativa' che 'scorre potente dentro di lui' perché è il figlio del grande Anakin Skywalker, e quindi un giorno si compierà finalmente l'antica profezia del tale padre, tale figlio?

Massì…

Avete capito: il luogo comune del genio che scrive un capolavoro senza il minimo impegno, 'buona la prima', e ci piace vincere facile bonsi-bonsi-bon-bon-bon è un luogo comune nato dal genio di qualche dipartimento di marketing che aveva capito il pubblico meglio di chiunque altro.

E al pubblico piace l'idea che le genialate caschino semplicemente dal cielo.

Lasciate che vi spieghi allora come funziona veramente la faccenda.

Il processo di base si chiama BRAINSTORMING, e si basa sull'improvvisare tante cattive idee a caso, senza remore, e senza vergogna. Una volta iniziato questo processo (e andando avanti abbastanza a lungo, senza mollare subito), ecco che le idee incominceranno a combinarsi tra di loro e diventare più complesse, meno banali, forse pefino interessanti.

Arrivati a quel punto, sarete già al livello 2 della faccenda e dovete solo tenere duro un altro po'.

Una volta trovata un'idea veramente interessante tra queste, non vi resta altro che smettere di 'cercare altrove' e continuare il brainstorming in una direzione sola (invece che in qualunque direzione).

Attenzione però… Perché esiste anche il livello 3.

Il livello 3 è quando vi state barcamenando nella vostra 'costruzione' di idee avute a 'sangue freddo'… Quando venite improvvisamente folgorati da qualcosa che non c'entra assolutamente una mazza, ma che è molto più interessante e originale al tempo stesso. Spesso ci vuole addirittura del coraggio per portare a termine una vera idea di livello 3, perché un'autentica idea di livello 3 ha sempre il sapore del salto nel vuoto, dell'ignoto, e della follia. Scrivere per es. un romanzo intero su QUELLA idea (uno o due anni di lavoro), vi sembra una cosa da pazzi, e non lo farebbe nessuno. Tuttavia, le grandi idee (e i grandi capolavori) si nascondono sempre nel livello 3 o addirittura nei successivi. Il problema dei livelli dal terzo in poi, è che ci vuole veramente tanta esperienza per non mandarli in vacca. Sono idee senza mezze misure: o verrà fuori qualcosa di decisamente sopra la vostra media usuale, oppure verrà fuori uno schifo totale.

Questo spiega perfettamente una intervista che Stephen King rilasciò alcuni anni fa:

"Dopo sessanta romanzi, ancora oggi quando inizio un romanzo non so se riuscirò o se fallirò. E quando cerco di spiegare alla gente che ogni romanzo è un rischio… Loro non ci credono. Non c'è proprio verso che ci credano. E io non so come spiegarglielo"

Detto questo, qualcuno citava Heminghway e il 'poltrire' in generale.

Sì, il terzo livello ha la spiacevole abitudine di farti venire le idee migliori mentre stai facendo tutt'altro: mentre sei al lavoro, mentre stai facendo da mangiare, mentre sei sotto la doccia. Tuttavia, non è una cosa che cade dal cielo e NON arriva se una persona NON sta lavorando già ad altro.

Per esempio è un classico cominciare a scrivere un romanzetto da quattro soldi, e poi un bel giorno, mentre sei in doccia, trovare un'idea cento volte migliore e buttare nel cestino il romanzo precedente.

Oppure - ed è quello che fanno i grandi scrittori - cominciare un romanzo usando solo uno scheletro di trama, in modo da poter cogliere tutte le idee 'impreviste' che verranno fuori in corso d'opera… Perché in genere sono anche le uniche che varranno davvero qualcosa.


NOTA FINALE

Non dimenticate infine che la creatività è un muscolo, e più la usi, più migliora.

Ho avuto la fortuna di conoscere vari scrittori, anche professionisti, e di fare brainstorming in sessione mista con scrittori veri e non (attori, registi, ecc, che erano lì per collaborare).

La differenza tra le persone 'abituate' a risolvere problemi di trama (oltre che inventare personaggi a go go) e quelli che invece erano abituati, perché non lo fanno mai…

Tale differenza, nella mia esperienza personale, è abissale.

Gli scrittori letterari, per esempio, questa differenza la conoscono benissimo sulla loro pelle (a patto che abbiano scritto almeno 2–3 romanzi) perché tutti gli scrittori letterari hanno un pessimo rapporto coi loro vecchi romanzi, quelli scritti 5–10 anni fa.

Qualunque scrittore al mondo ti confermerà infatti che c'è una grande differenza tra lo scrittore che era al suo primo romanzo, e quello che è adesso.

Direi che è tutto.






Marlon Brando odiava l' aggressività al punto che non gli piaceva molto interpretare Stanley Kowalski sia sul palco che nell'adattamento cinematografico di Un tram chiamato desiderio.

Ecco cosa ha detto sul suo personaggio, Stanley:

  • "Ero l'antitesi di [il mio personaggio in 'Un tram chiamato desiderio'] Stanley Kowalski. Ero sensibile per natura e lui era rozzo, un uomo con istinti e intuizioni animali infallibili".

E poi è andato ancora oltre in un'altra intervista, dicendo (non citando direttamente!) che odiava gli uomini che picchiavano le donne e che la sessualizzazione sullo schermo di Stanley e di ciò che rappresentava era disgustosa.



Tuttavia!

Brando ha sicuramente avuto una vena violenta in se stesso. Tuttavia, era più una cattiveria, insensibilità e crudeltà che un abuso fisico. Non posso affermare che non abbia mai picchiato una donna o un uomo (era dichiaratamente bisessuale) in vita sua, ma la sua cosa era solo un abuso verbale e comportamentale, piuttosto che quello "classico", fisico.

Ad esempio, era famoso per il suo "divano per il casting", il che significava portare giovani attori e attrici ambiziosi a pensare che avrebbe dato loro un ruolo in cambio del sesso, facendoli buttare fuori di casa solo subito dopo il sesso o al mattino . Poi rideva di loro, dicendo loro che "si innamoravano della più antica bugia di Hollywood".

Era anche costantemente infedele a tutte le sue mogli e persino alle ragazze o ai fidanzati. In casi speciali, gli importava molto, soprattutto nei casi in cui fossero coinvolti bambini, persone indifese e animali. Ma per il resto, era famoso per non preoccuparsi affatto. Ha portato la sua ragazza Rita Moreno (l'attrice che interpretava Anita in West Side Story) al suicidio, a cui è sopravvissuta, ma ha comunque rotto con lei perché era rimasta incinta di lui. Così è andata ad abortire. Non gli importava di Rita o dei suoi sentimenti, nemmeno dopo quello che aveva passato. Secondo Alex Wilder, un compositore musicale che conosceva l'attore, "Brando amava solo Brando".



Fu anche lui che, infatti, sciolse il legame fra James Dean e Pier Angeli. In questo caso, la situazione è stata piuttosto delicata sin dall'inizio. Vedi, Brando aveva una relazione sessuale sia con Jimmy che con Pier senza che gli amanti sapessero nemmeno dell'altro. La storia seguente è stata raccontata dall'amico e partner di Brando, l'attore Sam Gilman. Una sera, Brando chiamò Pier, affermando di essersi infortunato alla gamba in una caduta e che sarebbe dovuta venire alle sei per prendersi cura di lui. All'insaputa di Pier Angeli, Brando ha anche organizzato un altro appuntamento, questa volta alle cinque e con James Dean. A Jim è stato chiesto di venire per una cena e fare sesso. Essere l'ardente ammiratore di Brando e amante, Jimmy è davvero venuto e ha cenato e fatto sesso con Brando. Un'ora dopo, una Pier Angeli facilmente impressionabile e piuttosto ingenua li calpestò - e catturò gli uomini rinchiusi in un caldo sessantanove (se capisci cosa intendo). È rimasto scioccata, ha iniziato a urlare ed è scappata. Pochi giorni dopo, Pier Angeli ha annunciato che si sarebbe sposata con Vic Damone, un cantante italo-americano che è stata costretta a frequentare Pier dalla sua ambiziosa madre. Jimmy era disperato ma Brando rise di lui (probabilmente ha fatto l'intera "acrobazia" per mostrare a Pier chi avrebbe sposato perché Jim aveva seriamente pensato di fare una proposta a Pier prima dell'incidente).



Si diceva che dopo questo incidente, Jimmy avesse perso gran parte della sua attrazione e devozione per Brando, il che era evidente anche nel suo stile di recitazione. Vedi, prima che ciò accadesse, Jimmy aveva cercato di emulare Brando dentro e fuori dallo schermo. Ma dopo l'ultimo tradimento di Brando, Jimmy ha finalmente "trovato" se stesso come attore e ha reso la sua interpretazione nel film "I Giganti " (uscito nel 1956) interamente sua. Anche Brando ha notato il cambiamento e postumo ha elogiato Jimmy per quel cambiamento (prima, ha solo criticato Dean per averlo copiato). Non che importasse davvero , ora che Dean era morto (era morto in un incidente d'auto un anno prima).

Questo per quanto riguarda il commento sul vero carattere di Brando. Non è un tipo del tutto simpatico, vero? Era gentile come un serpente.


Questo gruppo:



Se dai uno sguardo agli inizi dei Police nel 1977, alle circostanze e soprattutto ai tre membri, uno si chiede come abbia fatto quel gruppo a sopravvivere, ancor prima di avere successo.

I tre erano diametralmente opposti! Basti pensare che:

  • c'è un batterista dall'affilato profilo equino e permanentemente imbronciato, Stewart Copeland, noto per essere ipercinetico, schietto e battagliero. Tipico musicista che enfatizza la batteria con upbeat (il "levare" ritmico), che dà sempre la sensazione di accelerare e di arrivare in anticipo. Inoltre, è un maestro del four on the floor, battito quadrato e costante che tanta importanza ha nel reggae, alternato agli upbeat di poco fa. Tutte caratteristiche che fanno imbestialire qualsiasi bassista che debba stargli dietro;

  • c'è un cantante, Gordon Matthew Thomas Sumner, noto Sting, che è Il bassista in questione. Persona quieta, introversa, metodica, organizzata e a cui piace controllare ma con un sublime talento musicale. Nato e cresciuto a colpi di jazz e Beatles, sfogava le proprie velleità artistiche le sere nei pub di Newcastle-upon-Tyne, perché di giorno insegnava lingua e letteratura inglese. Non gli piace stare al centro dell'attenzione e un batterista la cui grancassa lo costringe a suonare costantemente in anticipo lo manda in bestia;

  • c'è Andy Summers, chitarrista dalla tecnica sopraffina e con vasta esperienza jazz-fusion, rimasto col culo all'aria e in cerca di un campo d'atterraggio alla fine degli anni '70 (periodo turbolento). Oggigiorno è anche un rinomato fotografo e le sue esposizioni fanno regolarmente il giro del mondo, ma nel 1977 era alquanto squattrinato.

L'idea originale di Copeland quando decise di lasciare il prog rock da cui veniva era semplice: sfondare nell'ambiente punk londinese dell'epoca. Aveva persino scritto delle canzoni per il gruppo di cui ancora non aveva cantante. Lo conobbe una sera a Newcastle, quando appunto andò in un pub dove vide il contrabbassista che cantava e suonava. Rimase folgorato da quella esibizione, lo convinse a trasferirsi a Londra e così Sting caricò moglie, figlio e cane nel suo vecchio furgone scassato.

Arrivò anche il chitarrista (Henry Padovani prima, Andy Summers poi) e i tre si ritrovarono in uno studio cercando di capire se potevano sopportarsi a vicenda, prima ancora di essere musicisti. Poi vennero le constatazioni di dato di fatto: le canzoni che scriveva Sting erano una figata, a confronto di quelle di Copeland o di Summers. Frustrante, ma destinato al successo. Inoltre, a detta di Summers poi, la vita nei Police era come una democrazia: due voti valevano più di uno. A meno che quell'unico voto non fosse quello di Sting. Questo generava tensioni su tensioni, superbamente descritte da Copeland, che si rendeva conto di come la musica e il successo dipendessero dalle mani e idee di uno solo - che non era lui: Being in The Police was like wearing a Prada suit made out of barbed wire.

"Stare nei Police era come indossare un abito Prada fatto di filo spinato." Bell'ambiente carico di animosità, non c'è che dire. La riprova? Basta cercare su YouTube "Sting Copeland fight" per trovare zuffe e baruffe di qualsiasi tipo (pugilistico e non) e a qualsiasi età.

Davvero strano che abbiano funzionato, anche solo per così pochi anni.


Alcuni motivi. Aveva uno sguardo che chiunque con occhi sapeva si sarebbe adattato alla WWE.



Ora, potresti pensare "Perché non Orton? Perché non Batista?"

Ciò è probabilmente dovuto a una combinazione di cose come lui che ha un atteggiamento migliore di Orton ma è anche più giovane di Batista che al debutto aveva 33 anni. Lesnar doveva essere il volto, ma quando se ne andò, una combinazione di quanto sopra combinato con un certo espediente lo ha messo proprio dove doveva essere.


Cena è stato coerente, è stato bravo, non c'era la grande paura dello scandalo che c'era con Orton e da lui avrebbero ricavato di più di Batista. Il fatto che apparentemente abbia un fattore di guarigione che gli permette di fare cose come tornare presto da un infortunio al collo?




Vale il suo peso in oro. È difficile trovare persone affidabili, lo si ama o lo si odia, Cena era un ragazzo affidabile con le capacità che lo hanno reso quello che è.

Se fosse stata solo sfortuna, forse Cena non avrebbe raggiunto mai le vette che ha raggiunto.


Solo così succede che tutto funziona e penso che sia abbastanza contento di quello che ha ottenuto.


La gente non capisce che "Joker" è la casa costruita da Jack Nicholson? Prima degli anni '80, mentre era vero che il Joker era l'arcinemico di Batman, era anche vero che era per lo più un personaggio scherzoso (He's the Joker, capito?) che era tutt'altro che uno spaventoso e formidabile arcinemico.



I fumetti negli anni '60 e '70 erano molto diversi da come sono oggi. In genere erano molti, più campagnoli e fu solo negli anni '80 che iniziarono a scrivere The Joker come una specie di oscuro e pericoloso agente del caos.

L'oscuro, super malvagio, Joker non è stato ancora un grande successo nel mainstream. Alan Moore e altri scrittori avevano appena iniziato a sperimentare come scrivere The Joker in questo modo. Fondamentalmente è stato Jack Nicholson a definire chi fosse The Joker, lo psicopatico malvagio, pazzo, brutale e mortale a cui tutti pensano oggi. La performance di Jack Nicholson è ciò che da allora ha definito The Joker per intere generazioni di fan di Batman.

Ed è stato dalla sua esibizione che le presentazioni di Joker rese popolari da Nolan hanno potuto venire alla luce. Senza Jack Nicholson, il Joker sarebbe ancora bloccato a fare gag a due bit.


Considera questo. La parte più iconica del Batman di Tim Burton non era Batman. Molte persone odiavano davvero Michael Keaton nei panni di Batman. Ma tutti ricordano la performance di Jack Nicholson nei panni del Joker.



Jack Nicholson, un cattivo Joker? Non farmi ridere.



Questo è esattamente il motivo per cui il franchise ha così tanto successo. Non so se qualcuno abbia preso sul serio i film Fast and Furious da quando hanno iniziato a spingere i confini della fisica oltre le macchine veloci che vanno veloci.

Quando il franchise si è concentrato completamente sulla presentazione di rapine e sequenze di inseguimenti interessanti ma stravaganti, si è concentrato al 100% esclusivamente sul valore dell'intrattenimento e spingendo i limiti degli effetti speciali e delle acrobazie.

Quando Brian corse su un camion in caduta, sfidando la fisica e sopravvivendo, ogni film di F&F successivo divenne sempre più stravagante.



E non dimenticare la scena in cui lui e Dominic saltano con un'auto da un grattacielo all'altro.



E ora ci sono auto con i magneti che vengono tirate in salvo con un jet.



Non commettere errori, questi film non sono mai stati presi sul serio.


Se metti tutto ciò che riguarda gli anni '80 in un frullatore, lo sbatti e poi lo versi in uno stampo da 6'4 pollici, Hulk Hogan se ne andrebbe.



Hogan era l'epitome di tutto ciò che il pubblico voleva vedere negli anni '80. Il suo personaggio era un enorme eroe dei fumetti tutto americano che non mangiava altro che bistecca consegnata da aquile calve e non beveva altro che birra addolcita dalle lacrime dei comunisti. Trascorreva le sue giornate lavorando sulla sua abbronzatura e le sue notti combattendo caricature sottilmente mascherate dei nemici delle Americhe:



Insomma, era l'uomo giusto per il momento giusto.

Il wrestling professionale è essenzialmente l'equivalente delle soap opera per uomini (non in senso negativo). Il pubblico vuole personalità e trame decisamente sopra le righe molto di più di quanto non voglia la brillantezza tecnica.


James Cromwell non era sicuro quando stava girando "Babe" 1995.



Lo pagarono solo 50.000 dollari per partecipare al film e non poteva vedere gli effetti CGI che sarebbero stati inseriti successivamente.



All'inizio Cromwell rifiutò il ruolo, ma dopo averci riflettuto fece il film. Quando "Babe" uscì, guadagnò oltre 250 milioni di dollari in tutto il mondo. Nonostante non si rendesse conto di essere in un buon film, fu nominato all'Oscar per il suo ruolo. Alla fine si rese conto di essere in un buon film, anche se ampiamente sottopagato.




Nel 1943 esce nelle sale americane, e poi di tutto il mondo, il film campione d’incassi “Bernadette”, di Henry King, protagonista una giovane Jennifer Jones. Esattamente come era successo quattro anni prima con “Via col vento”, il film in realtà è totalmente frutto del suo produttore , David O. Selznick. Come il grande film del 1939 aveva lanciato una sconosciuta Vivien Leigh, in questo caso, nel ruolo della veggente di Lourdes, esordì una giovane e sconosciuta attrice americana che incarnava alla perfezione la purezza e la grazia del personaggio che interpretava, con un talento sorprendente ed unico. Selznick seppe sfruttare alla perfezione l’impatto mediatico di questa nuova attrice, portando il film al successo di botteghino e la sua interprete alla notte degli oscar. Tra le lacrime Jennifer Jones sconfisse Ingrid Bergman, che era in lizza con “Per chi suona la campana”. Le lacrime però forse nascondevano qualcos’altro, oltre la felicità. Infatti il giorno dopo la vittoria, Louella Parson, la pettegola numero uno di Hollywood, scoprì che un passato oscuro si celava dietro all’immagine di candore che era stata costruita per la neo vincitrice. Jennifer Jones era arrivata ad Hollywood nel 1939 e aveva già girato 3 film senza avere successo e venendo presto dimenticata. Qui si era innamorata e aveva sposato un attore emergente, Robert Walker, si era sposata, appena ventenne, e aveva avuto due figli. Poi si era ritirata dal cinema, ritornando solo quattro anni dopo, quando venne scoperta da Selznick. Il produttore non solo nascose a pubblico e stampa del passato della sua attrice, ma le fece ottenere il divorzio e la sposò lui stesso, controllandole per vent’anni, fino alla sua morte, ogni singolo e minimo aspetto della folgorante carriera. I ruoli interpretati dalla Jones furono sempre diversi (oggi viene descritta con un talento camaleontico similare quello di Meryl Streep) e, in un’epoca in cui le attrici interpretavano sempre lo stesso tipo di donna, lei fu:


santa in Bernadette

scandalosa in Madame Bovary


fatale in Scandalo al sole


un fantasma in il ritratto di Jennie

una donna euroasiatica in L’amore è una cosa meravigliosa