Questo gruppo:



Se dai uno sguardo agli inizi dei Police nel 1977, alle circostanze e soprattutto ai tre membri, uno si chiede come abbia fatto quel gruppo a sopravvivere, ancor prima di avere successo.

I tre erano diametralmente opposti! Basti pensare che:

  • c'è un batterista dall'affilato profilo equino e permanentemente imbronciato, Stewart Copeland, noto per essere ipercinetico, schietto e battagliero. Tipico musicista che enfatizza la batteria con upbeat (il "levare" ritmico), che dà sempre la sensazione di accelerare e di arrivare in anticipo. Inoltre, è un maestro del four on the floor, battito quadrato e costante che tanta importanza ha nel reggae, alternato agli upbeat di poco fa. Tutte caratteristiche che fanno imbestialire qualsiasi bassista che debba stargli dietro;

  • c'è un cantante, Gordon Matthew Thomas Sumner, noto Sting, che è Il bassista in questione. Persona quieta, introversa, metodica, organizzata e a cui piace controllare ma con un sublime talento musicale. Nato e cresciuto a colpi di jazz e Beatles, sfogava le proprie velleità artistiche le sere nei pub di Newcastle-upon-Tyne, perché di giorno insegnava lingua e letteratura inglese. Non gli piace stare al centro dell'attenzione e un batterista la cui grancassa lo costringe a suonare costantemente in anticipo lo manda in bestia;

  • c'è Andy Summers, chitarrista dalla tecnica sopraffina e con vasta esperienza jazz-fusion, rimasto col culo all'aria e in cerca di un campo d'atterraggio alla fine degli anni '70 (periodo turbolento). Oggigiorno è anche un rinomato fotografo e le sue esposizioni fanno regolarmente il giro del mondo, ma nel 1977 era alquanto squattrinato.

L'idea originale di Copeland quando decise di lasciare il prog rock da cui veniva era semplice: sfondare nell'ambiente punk londinese dell'epoca. Aveva persino scritto delle canzoni per il gruppo di cui ancora non aveva cantante. Lo conobbe una sera a Newcastle, quando appunto andò in un pub dove vide il contrabbassista che cantava e suonava. Rimase folgorato da quella esibizione, lo convinse a trasferirsi a Londra e così Sting caricò moglie, figlio e cane nel suo vecchio furgone scassato.

Arrivò anche il chitarrista (Henry Padovani prima, Andy Summers poi) e i tre si ritrovarono in uno studio cercando di capire se potevano sopportarsi a vicenda, prima ancora di essere musicisti. Poi vennero le constatazioni di dato di fatto: le canzoni che scriveva Sting erano una figata, a confronto di quelle di Copeland o di Summers. Frustrante, ma destinato al successo. Inoltre, a detta di Summers poi, la vita nei Police era come una democrazia: due voti valevano più di uno. A meno che quell'unico voto non fosse quello di Sting. Questo generava tensioni su tensioni, superbamente descritte da Copeland, che si rendeva conto di come la musica e il successo dipendessero dalle mani e idee di uno solo - che non era lui: Being in The Police was like wearing a Prada suit made out of barbed wire.

"Stare nei Police era come indossare un abito Prada fatto di filo spinato." Bell'ambiente carico di animosità, non c'è che dire. La riprova? Basta cercare su YouTube "Sting Copeland fight" per trovare zuffe e baruffe di qualsiasi tipo (pugilistico e non) e a qualsiasi età.

Davvero strano che abbiano funzionato, anche solo per così pochi anni.