La neve è spesso una delle protagoniste principali nei film, specie in quelli natalizi.

Riprodurla ha però creato parecchi problemi nel corso degli anni: si è provato con grandi palle di cotone gonfiate per creare dei cumuli, ma questo creava cadute e gravi rischi per la sicurezza; allora si è passati alle pasticche per digerire che venivano polverizzate e soffiate da grandi ventilatori per riprodurre le tempeste di neve. Quest'ultimo strattagemma creò disturbi di vario genere agli attori che, pur non volendo, erano costretti ad inalare i farmaci. Si provò a dipingere di bianco i cornflakes, con risultati visivi convincenti, ma che scrocchiavano terribilmente a ogni passaggio, rendendo impossibili le registrazioni dei dialoghi. L'idea più rovinosa fu trovata nel 1939 per il mago di Oz: furono utilizzate fibre di amianto e il prodotto fu commercializzato come anche per decorare gli alberi di Natale di casa. Poi, Frank Capra, mescolò la foamite, materiale utilizzato nella composizione di alcune polveri per estintori, con acqua, zucchero e sapone, creando una soluzione che venne pompata attraverso le macchine per il vento. Il risultato fu molto realistico e, soprattutto, silenzioso. Altri espedienti furono usati con farina e sale, mentre per Shining fu usato sale e polistirolo.

Tra le soluzioni più recenti per riprodurre la neve al cinema c’è la carta riciclata conosciuta come Snowce, che ha però l’inconveniente di non rimanere a terra e fluttuare verso l’alto. Oggi sempre più spesso le sostanze alternative alla neve vengono sostituite con immagini grafiche digitali.