Già, è proprio vero: Ben Stiller
era uno di quegli attori che piacevano proprio a tutti, però
ultimamente è, come dire, un po' sparito nel nulla. Ma come mai?
L'ex membro della
frat pack
(nomignolo preso dalla
rat pack
di Sinatra, usato per definire un
gruppo di attori che parteciparono insieme in vari film, e composto
da: Jack Black, i fratelli Wilson, Will Ferrell, Carell, Vince Vaughn
e appunto Stiller), un tempo uno tra i più pagati attori di
Hollywood, e l'attore comico più popolare assieme a Jim Carrey, è
ora completamente scomparso dalle nostre sale cinematografiche.
Il suo ultimo film di cui ci
ricordiamo, è stato l'insoddisfacente
Zoolander 2, mentre
l'ultimo film con qualche pretesa di successo (uscito subito dopo il
modesto progetto di
The Meyerowitz Stories—
distribuito da
Netflix,
e resosi famoso principalmente per la
sua diatriba con
Cannes) fu
Brad's Status, inedito in
Italia,
il quale fu un assoluto insuccesso
(basandosi sulla risposta negativa della critica e sul fatto che —
pur essendo stato distribuito da due buone case (Amazon
e
Annapurna) la pellicola fu
un fiasco totale al botteghino ($3.8 milioni—giusto per darvi
un'idea, il penultimo Notte al Museo
fece 420 milioni di dollari).
Brad's Status
fu anche l'ultimo film di Ben
Stiller, che dal 2017 ha completamente smesso di recitare [in
produzioni cinematografiche].
Da allora Stiller è riapparso sugli
schermi una sola volta, nel 2018, in un divertentissimo ritorno al
Saturday Night Live, dove
impersonò l'avvocato del Presidente Trump, Michael Cohen, il quale
nello sketch viene sottoposto ad un test con la
macchina della verità
da Robert [De Niro] Mueller.
Quando Mueller/De Niro domanda a Stiller se egli abbia mai effettuato
un test con il poligrafo, Cohen (Stiller) gli risponde:
"Mii sento come se
avessi."
Insomma, Ben la vena comica non l'ha
persa proprio; ma, quindi, che è successo?
A suo favore diciamo subito che Ben è
uno delle poche ex-stelle che non hanno cercato scuse: se pur vero
che fin dagli inizi Stiller sentì il bisogno di dar sfogo alla sua
cretività (già nel 1992 creò uno show tutto suo, il
Ben Stiller Show; ed in
seguito fu direttore di alcuni dei suoi stessi film, alcuni dei quali
ebbero anche molto successo, come il primo
Zoolander
e
Tropic Thunder), Ben non ha
citato questo impulso creativo come scusa per il suo declino. Ma, di
nuovo, cosa è successo quindi? Beh, come detto, l'ultimo film fu un
insuccesso, così come il Zoolander che lo precedette: Hollywood
potrebbe semplicemente aver deciso che non valeva più la pena
correre rischi (pensate: Zoolander 2 incassò 56.7 milioni contro un
budget di 55;
quando si dice salvi per un pelo!).
Ad incrinare i rapporti con Hollywood e
l'audience, poi, potrebbe esserci anche il tentativo di 'cambio di
personaggio-tipo' da parte di Stiller. Molto spesso, nel mondo dello
spettacolo (specialmente quando si parla di
comici), accade che un attore,
nella fase avanzata della sua carriera, decida di scrollarsi di dosso
il tipico ruolo o immagine a lui associata cambiando genere ed
approccio al personaggio. Stiller tentò di fare questo negli ultimi
tempi (pur rimanendo sul genere comico-drammatico) ad esempio con
Greenberg
e
La Vita Segreta di Walter Mitty
(un film che mi apparve molto…
strano. Non riesco a definirlo né un'esperienza negativa, né
un'esperienza positiva. Boh).
Poi come sempre ci sono gli affari
della vita privata che incidono sulla carriera e le prestazioni
artistiche. Gli fu diagnosticato il cancro alla prostata nel 2014 (la
cui operazione di rimozione andò bene); nel 2017 si separò dalla
moglie Christine Taylor (la co-protagonista nel primo Zoolander),
ed infine, nel 2015 perse la madre, la famosa attrice Anna Meara. Il
genitore rimastogli, ovvero papà Jerry—anche lui attore, apparve
insieme al figlio in vari film, tra cui
Lo Spaccacuori:
—a 92 anni di età, potrebbe
risultare difficile da gestire (vivono entrambi a Manhattan) o nella
comunicazione.
Altri due aspetti da considerare sono
l'insicurezza ed il tempo. Sì, perché il tempo passa per tutti, ma
al suo passare viene ascritta più importanza da alcuni, e meno da
altri. Ben Stiller dichiarò pubblicamente di soffrite di
disturbo bipolare, si
vociferava avesse sofferto di bulimia da ragazzo. Inoltre—anche se
non si nota—osservandolo attentamente sotto l'aspetto estetico nei
suoi film, si percepisce la sua attenzione all'aspetto fisico, che a
sua volta si evince dalla sua forma fisica molto 'pompata':
Ora io non sono uno psicologo, ma tutte
queste cose messe insieme mi danno l'idea di una persona… insicura.
Magari Ben ha paura che sia passato troppo tempo, di essere
invecchiato; che il suo aspetto e le sue battute siano troppo vecchi
per ottenere l'approvazione del grande pubblico…
*
Infine, nel 2001, Stiller fondò la
casa di produzione
Red Hour, che tuttoggi si
impegna nel supporto e produzione di pellicole indipendenti (ad
esempio, Il Re della Polka, con Jack Black), tra le quali
viene data precedenza al valore artistico; e la direzione di questa
casa di produzione avrà certamente tenuto occupato Stiller, ed è
possibile—visto il sopraccitato focus di questa—possa averlo
alienato maggiormente da Hollywood.
Mi piacerebbe potervi lasciare con una
fausta nota sul futuro cinematografico di Ben, ma ad oggi ci sono
solo vaghissime voci su un nuovo
Notte al Museo
ed un possibile sequel di
Dodgeball
(nel 2015, comunque, Stiller diresse
Escape at Dannemora—con
Benicio del Toro, il quale fu acclamato dalla critica; se quindi
desiderate testare le sue abilità da regista drammatico, potreste
voler dare a questa mini-serie una chance).
Non ci resta che aspettare e stare a
vedere, quindi, sempre che non ce lo dimentichiamo nel frattempo, o
che lui non si dimentichi di noi…
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