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Web radio o radio on line è il termine che designa emittenti radiofoniche che trasmettono in forma digitale il proprio palinsesto attraverso Internet, sulla rete telematica, risultando accessibili con qualsiasi strumento in grado di accedere in rete.
In alcuni casi si tratta di radio tradizionali, ricevibili via etere in modulazione di frequenza, che ampliano il proprio raggio di ascolto ripetendo le trasmissioni in linea; in altri casi si tratta di emittenti, amatoriali o meno, che mettono a disposizione i propri programmi esclusivamente per una fruizione su Internet.
L'audio delle trasmissioni viene inviato sotto forma di flusso dati audio compresso che viene definito stream e che deve essere decodificato sul computer ricevente da un'apposita applicazione, solitamente un lettore multimediale.

Storia
Web radio, in senso più ristretto del termine, sono definite per convenzione tutte le radio che trasmettono unicamente per il web un programma in streaming (il metodo di trasmissione di file audiovisivi in tempo reale su Internet). Gli utenti possono direttamente fruire online dei file senza previo scaricamento su computer personale. Si simula, pertanto, in tal modo la trasmissione di programmi radiofonici e televisivi.
Il primo formato audio che ha reso possibile ciò è stato RealAudio, realizzato da Rob Glaser nell'aprile del 1995, subito seguito dalla piattaforma Microsoft Media Services.
Su internet i siti possono essere aperti e chiusi con estrema facilità e non è perciò possibile tenere una statistica: il Massachusetts Institute of Technology, nel 2002, calcolò 27 000 web radio stabilmente funzionanti sul web, ma ora si stima che si siano moltiplicate.
Dall'epoca dell'introduzione delle Web radio 1995 all'epoca attuale il quadro legale è molto mutato. Da un lato c'è stata la focalizzazione delle tematiche dei diritti d'autore, specialmente in campo musicale, vedi Napster ma correlativamente anche il copyleft, dall'altro l'introduzione degli MP3 e l'enorme sviluppo di Internet.
Solitamente il carattere di massima economicità nella realizzazione di una web radio può permettere, a chi la pensa e la realizza, di fornire una programmazione altamente specializzata per un pubblico di estrema nicchia. L'esempio italiano è Musicazione, radio on-line interamente dedicata alla musica alternativa ed al Rock Identitario, nata nel 1998 su ispirazione di una web radio scandinava dedicata al Viking Rock, la quale trasmetteva esclusivamente canzoni in svedese e che contava già nel 1997 ben oltre 50 000 visite. Per spiegare un fenomeno del genere occorre accettare il fenomeno che caratterizza la rete internet: la glocalizzazione (crasi di globalizzazione e di locale).

Trasmissione e diffusione
La trasmissione radiofonica via Internet è il modo più semplice per diffondere un proprio programma: bastano pochi clic per ascoltare una radio sul web, ma soprattutto ne bastano pochissimi per crearne una propria. La radio via Web ha notevoli vantaggi: arriva in ogni angolo del mondo con una spesa irrisoria, è semplice da realizzare e gestire. Secondo un recente studio americano dal 2000 ad oggi il numero degli ascoltatori via Internet è cresciuto di oltre il 240%, ma la crescita è destinata ad aumentare in maniera esponenziale.

Web radio e il mercato globale
Per glocalizzazione si intende l'unione di globale e locale: è un termine figlio della net-economy usato nell'e-business per descrivere la capacità delle aziende che competono su internet di restare fortemente radicate nella realtà locale, pur essendo capaci di affrontare con successo il mercato globale. Una delle caratteristiche delle comunità virtuali del web è quello di essere globali, ovvero essere lontane geograficamente ma vicine come luogo di interessi, il tutto rapportato ad una web radio si traduce in una globalizzazione del luogo di fruibilità della radio (ovvero un computer connesso al web in una qualunque parte dell'Italia o del mondo) e una forte localizzazione dell'ascoltatore. Tecnicamente, la musica viene trasmessa da un server (paragonabile in questo caso ad un ripetitore terrestre), con possibilità di trasmissioni dal vivo o in differita.
La web radio americana, Live365 (per esempio), ha rappresentato l'estremizzazione di tale concetto fornendo a chiunque la possibilità di trasmettere, con una propria stazione individuale. Anche se per paradosso, il titolare della radio ne è anche l'unico utente.

RIAA e la crociata contro la pirateria
Molto probabilmente per questo motivo, nel 2001, i discografici americani, rappresentati dal RIAA (l'equivalente americana dell'italiana S.C.F.), che da tempo perseguivano il file sharing o meglio, il sistema di scambio-file come ad esempio Napster, imposero a tutte le web-radio il pagamento di royalties per la musica da loro trasmessa. Il RIAA, nella sua nuova crociata, poteva contare sull'appoggio dell'Ufficio americano del copyright che emise un parere formale secondo cui le emittenti web non sono esenti dal pagamento dei diritti d'autore quando trasmettono musica via Internet.
Altri preziosi alleati per la RIAA, in questa battaglia, furono le net-company che aspettavano di poter far decollare i propri business su Internet non appena fosse cessata la distribuzione o lo scambio di musica on-line, che ancora oggi avviene in modo per lo più illegale o incontrollato. Ovvio che per le Web Radio americane dell'epoca si trattò di un duro colpo, ma la storia certamente non si fermò in quel quasi lontano 2001, anzi, quasi come le nostre emittenti libere degli anni settanta, anche negli Stati Uniti si assistette ad un dimezzamento delle emittenti. In ogni caso, nel 2003, a Londra, venne stipulato un nuovo accordo che prevedeva una licenza unica per poter trasmettere musica in streaming. L'accordo, si pensava, ponesse fine ad anni di incertezze riguardo allo status giuridico delle radio internet e avrebbe dovuto rendere più trasparenti i rapporti tra queste ultime e i detentori dei diritti di proprietà intellettuale.
Fino al 2005, le web radio pagavano all'associazione una somma per ogni canzone trasmessa oppure un forfait in base ai brani trasmessi finora moltiplicato per il numero di utenti. Le radio prive di pubblicità e che trasmettevano senza scopo di lucro, pagavano tra i 500 e i 2 500 dollari all'anno.
Con la riforma del 2007, tutti gli operatori dovranno pagare per ogni canzone in base al numero di utenti che la scaricano in streaming, da un minimo di 0,0008 dollari nel 2007 ad un massimo di 0,0019 dollari nel 2010 per ogni scaricamento di canzone/utente.
La decisione alza molto i costi del copyright e penalizza in primo luogo le emittenti prive di pubblicità, che fornivano un servizio migliore e senza interruzioni, paragonandole alle radio commerciali.

Il nuovo mercato legale
I discografici, che vollero l'accordo con RIAA, hanno sottolineato come le attività di web casting rappresentino un settore economico emergente che contribuisca allo sviluppo del business sul nuovo medium. «Questa - dichiarava a proposito della licenza unica Jay Berman, presidente e amministratore delegato dell'associazione internazionale del settore IFPI – è un'altra pietra miliare nello sviluppo dei servizi di musica su internet. Nel passato, ottenere licenze per la trasmissione multiterritoriale su Internet, per esempio in Europa, era difficile e richiedeva molto tempo. Era inoltre importante, per le società di collecting nazionali, strutturare un sistema che rimuovesse questi ostacoli».
Tutto questo, naturalmente, entusiasmava i discografici da lungo tempo a caccia di nuovi modelli di business che potessero rivelarsi vincenti nell'era digitale, un'era che ha fin qui visto crescere in modo straordinario la condivisione, senza controllo, di musica e altri contenuti tra milioni di utenti internet e, solo negli ultimi tempi, un mercato legale dello scaricamento e dello streaming. Da questo si può iniziare a intuire e perché no, anche sospettare, che la licenza unica sia stata voluta anche per trovare rimedio allo scaricamento illegale da parte di utenti sconosciuti nei confronti dei discografici e di conseguenza la web radio è stata presa di mira come buon mezzo per rimediare a danni causati da terzi, e non certo dagli editori del web la cui unica colpa è stata quella di avere una passione infinita per il mezzo di comunicazione «radio» e le nuove tecnologie.

I vantaggi
Economicità e copertura
Per creare una web radio basta avere a disposizione un buon computer, una normale scheda audio, qualche centinaio di file MP3, scaricare e installare il poco software necessario gratuitamente reperibile, dotarsi di un microfono e una cuffietta. Il tutto in pochissimo tempo e praticamente senza nessuna spesa. Per le radio già affermate, ovviamente, l'on-line rappresenta un buon canale per la diffusione dei programmi da affiancare all'etere.
Uno dei sistemi di diffusione dello streaming più diffusi ed economici è SHOUTcast.
A prima vista i due mezzi si presentano con delle caratteristiche per certi versi antitetiche. La differenza fondamentale riguarda in primo luogo il grado di copertura dell'utenza, cioè il numero di utilizzatori e fruitori, indubbiamente (almeno in questa fase) molto maggiore per la radio tradizionale. Ma questo, fortunatamente, vale solo su scala geograficamente limitata. Estendendo il discorso su scala planetaria, la presenza in rete assicura un allargamento della possibile fascia d'utenza che, teoricamente, si estende a tutto il mondo connesso. Così, un programma radiofonico in lingua italiana, grazie ad Internet, può facilmente riuscire a superare i limiti geografici ed essere ascoltato (con i soliti limiti della comprensione della lingua) da utenti sparsi praticamente in tutto il mondo.

Media e Internet
Mentre i media generalisti, come radio e televisione, non possono individualizzare i contenuti, le nuove tecnologie della comunicazione, come Internet, consentono la costruzione di palinsesti a misura di utente e soprattutto campagne pubblicitarie selezionate e ben definite per lanci di prodotti mirati a target ben specifici.

Le web radio in Italia
Le web radio appaiono in Italia nel 1997. La richiesta di un riconoscimento legale è stata respinta a lungo. In virtù dell'Accordo di Londra del 2003 anche le web radio italiane possono trasmettere musica coperta da diritto d'autore, con la tecnologia streaming. Il ministero delle Comunicazioni non riconosce ufficialmente l'esistenza delle web radio, preferendo attendere una normativa europea che disciplini la materia. Da rilevamenti effettuati nel 2013 risulta che in Italia vi siano oltre 200 emittenti attive, con un pubblico variante tra gli 8 000 e i 150 000 ascoltatori (ad esclusione delle web radio delle emittenti più conosciute in FM).
La Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE) regolamenta le web radio che intendano utilizzare opere da essa tutelate, tramite la stipula di un contratto chiamato in gergo «modulo AWR». Tale modulo suddivide le web radio in amatoriali, istituzionali e commerciali, imponendo alle prime e alle seconde di non avere pubblicità di nessun tipo, dove per nessun tipo si intende né remunerativa, né gratuita, né nel flusso audio, né sul sito che ospita la web radio. I vincoli imposti dalla SIAE, a prescindere dalla filosofia che muove i broadcaster, sono considerati pesanti da quasi la totalità di questi ultimi. La SIAE prevede, poi, speciali forme di abbonamento per gli esercizi commerciali che diffondono musica di sottofondo
La Società Consortile Fonografici, che riunisce le case discografiche, regolamenta le web radio in modo sostanzialmente simile alla SIAE. È recente la modifica al contratto per le web radio amatoriali, che annulla il vincolo di massima banda passante.
Nel novembre 2016 la guardia di finanza ha segnalato alla magistratura che una nota web radio, diffusa in oltre 300 esercizi commerciali, non avrebbe rispettato la legge sul diritto d'autore.

L'associazionismo tra web radio
In questo quadro confuso dal punto di vista legislativo e nello stesso tempo di rapida evoluzione tecnica le Web radio hanno trovato un momento unificante in forme associazionistiche. Oltre alla specifica e già menzionata W.R.A, che conta tra le proprie iscritte circa 100 emittenti, l'Associazione Aeranti Corallo evidenzia che tra i propri iscritti vi sono 10 realtà di radiotelevisione via internet. Inoltre l'Associazione RadUni, (associazione radiofonici universitari italiani), che raggruppa soci fra più di 20 web radio italiane. A livello internazionale, su spinta soprattutto dei Paesi francofoni si è dato vita alla European Thematic Channels Association (ETCA).


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Il cinema d'animazione è un importante capitolo della storia del cinema, che deve la sua nascita agli esperimenti ottici fatti da ingegnosi inventori nel corso dei secoli, ma la sua nascita ufficiale si deve attribuire a Émile Reynaud, l'inventore del Théâtre optique, una complessa macchina che proiettava su un telo, grazie a un gioco di specchi, figure disegnate su un rullo di carta, mentre gli sfondi sui quali si muovevano le immagini venivano creati grazie ad una lanterna magica.
La prima proiezione avvenne nel 1892, ben tre anni prima della presentazione al pubblico dell'invenzione dei fratelli Lumière. Grazie all'invenzione di proiettore e macchina da presa, il cinema d'animazione dovette reinventarsi. Dapprima le animazioni riguardarono il movimento di oggetti inanimati, come i film di trucchi di Georges Méliès, poi utilizzando il procedimento fotogramma per fotogramma (o fotogramma singolo), usato finora per dare effetti suggestivi ai movimenti di cose e persone, si approdò ad una forma più moderna di cinema d'animazione.
Si diffondono inizialmente i primi cartoni e poi veri e propri lungocortometraggi animati.

Autori importanti
Émile Cohl (1857-1938)
È ritenuto l'inventore del disegno animato, con il personaggio di Fantôche. Il suo classico Fantasmagorie, del 1908 era costituito da una sequenza di trasformazioni fantastiche di una riga animata.

Winsor McCay (1871-1934)
È stato un autore di fumetti, animatore e illustratore statunitense. Prolifico ed eclettico artista, pioniere del fumetto e del cinema d'animazione, ha realizzato importanti filmati, tra cui spicca L'affondamento del Lusitania (The Sinking of the Lusitania), racconto realistico, ed allo stesso tempo ricco di suggestioni, di un episodio che ha contribuito all'ingresso degli Stati Uniti nella Prima guerra mondiale. Il primo in assoluto fu Little Nemo, del 1911. Nella serie di Gertie il dinosauro (Gertie the Dinosaur) univa animazione e vaudeville, portando nei teatri le sue animazioni del "dinosauro ammaestrato". Walter Disney fu suo stimato allievo, a cui venne poi attribuito giustamente il titolo di inventore del cartone animato.

Berthold Bartosch (1893-1968)
Nasce in Boemia, ma si trasferisce da ragazzo a Vienna e studia all'Accademia di belle arti. Fa apprendistato realizzando film d'animazione didattici rivolti alle masse. Dopo aver collaborato con Lotte Reiniger a Le avventure del principe Achmed, si trasferisce a Parigi, dove realizza il suo capolavoro L'idée, un film politico su un'idea, rappresentata da un fanciulla nuda, che dopo essere stata pensata accompagna gli uomini nelle loro lotte, e anche se qualcuno muore l'idea continua a esserci, finché sale fino alle stelle e da lì ispira gli uomini. Alcuni suoi lavori sono didattici per le masse altri come "Il Comunismo" e "L'umanità" hanno un significato educativo-politico

Otto Messmer (1893-1968)
L'inventore del gatto Felix, il più famoso personaggio prima di Topolino. La paternità è stata erroneamente attribuita a Sullivan.

Kenzō Masaoka (1898-1988)
Lotte Reiniger (1899-1981)
Nata a Berlino, manifesta sin da bambina grande abilità nel ritagliare silhouette di carta. Si introduce nell'ambiente cinematografico facendo da comparsa in alcuni film, poi grazie al suo hobby, un produttore le propone di realizzare un film di silhouettes animate. Nel 1919 presenta il suo primo film, L'ornamento del cuore innamorato, che ottiene subito gran successo. Nel 1923 ottiene un grosso finanziamento da Luis Hagen per realizzare un lungometraggio a silhouette. Nasce così Le avventure del principe Achmed, primo lungometraggio di animazione al mondo, datato 1926. Si tratta di un film muto e in bianco e nero, anche se si utilizzano viraggi colorati per dare rilievo alle emozioni dei personaggi o per suggerire l'alternanza giorno/notte. La trama è avventurosa e riprende le ambientazioni de Le mille e una notte. Le marionette utilizzate nel film sono composte di piombo e cartone, combinati per ottenere movimenti più fluidi.
Noburō Ōfuji (1900-1961)
Walt Disney (1901-1966)
Paul Grimault (1905-1994)
Chuck Jones (1912-2002)
Una delle colonne portanti della Warner Bros., Chuck Jones, è l'inventore di tantissimi personaggi diventati delle vere e proprie icone, come Wile E. Coyote, Pepé Le Pew, Yosemite Sam e Speedy Gonzales. Nei suoi film mette a nudo la struttura di gag, crea l'attesa e fa scattare il momento comico. Ma nonostante una struttura così scarna riesce a conferire una struttura psicologica ai personaggi e sottolinea il loro stato d'animo.

John Halas (1912-1995)
Nato in Ungheria, si trasferisce in Gran Bretagna nel 1936, dove nel 1940, assieme a sua moglie, fonda uno studio, la Halas&Batchelor. Lo studio si concentra dapprima su film di propaganda antifascista, poi, finita la guerra, si concentra su produzioni sia divulgative che di intrattenimento. Ma il salto di qualità viene fatto producendo nel 1951, Animal Farm, adattamento del celebre romanzo di George Orwell. Per quanto il punto di partenza potesse sembrare ideologico Halas e la Batchelor decisero di realizzare un film per tutti. Stilisticamente gli animali sono lontani dai connotati antropomorfi tipici della scuola Disney e conservano una propria dignitosa animalità. Si sollevarono molte critiche a proposito del cambio di finale, che, a differenza del pessimismo di Orwell, si risolve in un lieto fine, ma i due artisti giustificarono il cambio come segnale di apertura e ottimismo verso il futuro. Il film vide la luce nel 1954, e fu il primo lungometraggio d'animazione britannico.

Norman McLaren (1914-1987)
Nato in Scozia, mostra una precoce inclinazione per l'arte. Dopo un periodo di apprendistato approda al National Film Board of Canada, dove lavora tutta la vita. Norman McLaren è un caso unico tra gli artisti animatori, dal momento che le sue opere erano interamente finanziate dal National Film Board, dove creò prevalentemente cortometraggi astratti utilizzando svariate tecniche come la pittura su pellicola e l'incisione della pellicola.

Giuliano Cenci (1931-2018)
Isao Takahata (1935-2018)
Don Bluth (1937-)
Don Bluth è un regista, animatore e produttore cinematografico statunitense.

Bruno Bozzetto (1938-)
Nasce a Milano e inizia a dedicarsi al cinema sin da adolescente. Il suo primo film è Tapum! La storia della armi del 1958. È del 1960 Un Oscar per il signor Rossi, primo film avente per protagonista questo piccolo e collerico personaggio. Nel 1965 esce West and Soda, parodia del genere western e terzo lungometraggio animato italiano. Vip - Mio fratello superuomo, remake in chiave comica del genere supereroistico, molto in voga all'epoca, risale al 1968. Dopo questo secondo lungometraggio seguono tanti filmati pubblicitari per Carosello e cortometraggi comici e satirici. Nel 1977 abbiamo il terzo lungometraggio, Allegro non troppo, ispirato a Fantasia della Disney. Qui la musica, più che generare immagine, fa da prestigiosa colonna sonora. Gli inframmezzi tra un'esecuzione e l'altra sono girati dal vero, con Maurizio Nichetti come protagonista. Attualmente Bozzetto è impegnato nella realizzazione di animazioni al computer con l'uso di Flash, e nella realizzazione del serial La famiglia spaghetti.

Hayao Miyazaki (1941-)

U.P.A. (United Productions of America)
Fondata nel 1944 da artisti fuoriusciti dalla Disney, la U.P.A. si propone come obiettivo la realizzazione di animazioni d'autore. Lo stile è nettamente antidisneyano, il disegno è piatto e bidimensionale, le sagome sono allungate e spigolose, e gli sfondi non realistici. Mr. Magoo è la creazione U.P.A. ad avere maggior successo, ed è l'unico serial realizzato dalla U.P.A.; lontanissimo dai canoni Disney, Magoo è adulto, scontroso e assolutamente non grazioso. Il cuore rivelatore, tratto da una novella di Edgar Allan Poe, rappresenta una novità in quanto il film è un horror dalle atmosfere cupe, primo esempio di questo genere in animazione.

H&B (Hanna e Barbera)
Fondata nel 1969 dall'italoamericano Joseph Barbera (1918-2006) e dall'iralndese William Hanna (1910-2001) che avevano un precedente lavoro per Walt Disney; la Hanna & Barbera productions creò alcuni dei cartoni più famosi anche ai giorni nostri. Le loro produzioni più famose furono: Tom & Gerry; Scooby Doo (creato nel 1969); L'orso Yogi e i Puffi. Molti dei cartoni ideati da loro vengono ancora prodotti da altre case produttrici. Usavano un disegno bidimensionale molto semplice sia per raffigurare i personaggi che i fondali e usavano colori uniformi per colorare i loro personaggi.

Altri autori
Gibba (1924-2018)
pseudonimo di Francesco Maurizio Guido. Pioniere del cartone animato italiano. Nasce ad Alassio, in Liguria. Dopo aver lavorato ancora diciottenne alla Macco Film di Roma con Carlo e Vittorio Cossio, e con Federico Fellini al cortometraggio Hello Jeep!, torna ad Alassio per fondare con Giannetto Beniscelli l'Alfa Circus dando vita al primo mediometraggio neorealista del dopoguerra, L'ultimo sciuscià (1946). Tornato nella Capitale nei primi anni cinquanta realizza i lungometraggi Rompicollo e I Picchiatelli in collaborazione con Antonio Attanasi. Stringe amicizia col produttore Ezio Gagliardo che lo mette a capo del reparto animazione della Corona Cinematografica per la quale realizza decine di documentari in animazione destinati ai Premi Governativi e il lungometraggio Il racconto della giungla (1973). Di Gibba è inoltre il lungometraggio cult degli anni settanta Il nano e la strega (1974), primo film d'animazione erotico italiano e la sequenza di Scandalosa Gilda (1986) per il film di Gabriele Lavia. Ultimamente ha realizzato la sigla TV di Linda e il brigadiere con le versioni animate di Nino Manfredi e Claudia Koll.

Emanuele Luzzati (1921-2007)
Il cortometraggio con cui esordisce è I paladini di Francia, datato 1960, girato in coppia con Giulio Gianini, che da questo momento collaborerà assiduamente con Luzzati. A questo primo corto seguono Castello di carte nel 1962, e La gazza ladra del 1964 che si aggiudicherà anche un premio al Festival di Annecy. Il suo lavoro senz'altro più famoso è il mediometraggio Il flauto magico. Ai suoi lavori Luzzati diede un'impronta teatrale, arricchendo le scene con fondali sipari e quinte. Il suo tratto distintivo è una trascinante creatività coloristica che trasforma ogni fotogramma in illustrazione.
La grande invenzione di Luzzati è quella della maschera: una maschera del mondo, della persona umana, della fabula (nel senso di trama come di favola vera e propria). In altri termini, una suprema pratica della caricatura che si applica a tutto ciò che può essere detto o rappresentato. Come è caratteristico della caricatura, essa sa giungere con pochi tratti di carboncino all'essenza delle cose, ma in più viene coniugata assieme alla pittura e, in virtù di questa, si espande e si arricchisce di discorsi cromatici e di suggestioni materiche. Il punto unificatore dell'opera di Luzzati è il piacere stesso di esporre.

George Dunning (1920-1979)
Nasce in Canada, e fa apprendistato al National Film Board of Canada. Trasferitosi a Londra, dopo alcuni riusciti cortometraggi, approda al lungometraggio con Yellow Submarine, film incentrato sui Beatles. Nonostante una trama piuttosto esile, questa opera si distingue per una grafica innovativa e psichedelica e per i numerosi riferimenti alla cultura dell'epoca.

Le tecniche
Dall'avvento del proiettore e della macchina da presa, l'animazione è stata contrassegnata dalla tecnica "fotogramma per fotogramma", che consiste nel far scorrere un fotogramma alla volta davanti ad una macchina da presa posta in posizione verticale.
Seguendo questo procedimento i cineasti si sono cimentati nell'animazione di materiali più diversi, dalla classica animazione su fogli di cellulosa, alla carta sabbia o pittura.

L'animazione stop motion
L'animazione stop motion (letteralmente fermare il movimento in inglese) racchiude moltissime tecniche, che possono sembrare completamente differenti a prima vista, ma che in realtà sono molto simili, cambia solamente il materiale usato per fare le animazioni e qualche particolare accorgimento tecnico. Solitamente si fotografa l'oggetto da animare, gli si fa compiere un leggero movimento e si esegue un altro scatto. La sequenza di scatti proiettata velocemente dà l'idea di un movimento continuo.
Le animazioni di sabbia, pittura, oggetti inanimati sono realizzate seguendo questo procedimento.
Ray Harryhausen (1920). È probabilmente, assieme a George Pal (1906 - 1980) e Willis O'Brien (1886 – 1962) creatore del primo King Kong, il più illustre esponente dell'arte degli effetti speciali e della animazione a passo uno (o stop motion). Impressionato a 5 anni dalla visione di Un mondo perduto (Harry Hoyt, 1925, con effetti speciali di O'Brien) si dedicherà al cinema, realizzando tra le tante, alcune delle pellicole più significative per questo genere di tecnica, come: A 30 milioni di km. dalla Terra (1957), I viaggi di Gulliver (1960), Gli argonauti 2 (1963), Base Luna chiama Terra (1964), Il viaggio fantastico di Sinbad (1974), Sinbad e l'occhio della tigre (1977).
Il ristorante dove s'incontrano i protagonisti di Monsters & Co. (2001, Peter Docter), uno dei film del sodalizio Disney-Pixar, si chiama Harryhausen. Il tributo degli autori ad un maestro.
Autore estremamente prolifico, Jan Švankmajer ha utilizzato la tecnica stop motion costantemente per tutta la sua carriera, combinandola più volte con scene di attori in carne e ossa. L'artista ceco, ancora in piena attività, è stato fonte d'ispirazione per numerosi autori successivi e la sua importanza nell'evoluzione cinematografica dell'animazione stop motion è sicuramente maggiore della sua notorietà, penalizzata soprattutto a livello internazionale da distribuzioni spesso ingenerose (in Italia, ad esempio, i suoi film non vengono distribuiti).
Grandi amanti di questo tipo di animazione sono il regista Tim Burton, autore di tre lungometraggi animati in stop motion, Nightmare Before Christmas (1993, scritto, diretto da Henry Selick), La sposa cadavere (2005, scritto e diretto) e Frankenweenie (2012, scritto e diretto), e Nick Park, ideatore dei personaggi di Wallace & Gromit, protagonisti di diversi corti e lungometraggi.

L'animazione di silhouette
Le silhouette usate nel cinema d'animazione sono figure nere riprese di profilo (o più spesso secondo una prospettiva "egizia", che mostra contemporaneamente più punti di vista), ritagliate solitamente su un foglio metallico, che a differenza della carta è più robusto e quindi più difficile da rovinare; oppure su cartoncino o infine combinando metallo e cartoncino. Queste silhouette non sono figurine uniche, ma sono composte da articolazioni mobili e sostituibili per rendere più agevole il lavoro di animazione. Le silhouette vengono poste su un piano di lavoro orizzontale e retroilluminato per conferire massima opacità al nero e luminosità ai fondali colorati, e riprese dall'alto. Questa tecnica fu utilizzata largamente da Lotte Reiniger e Noburō Ōfuji, caduta poi in disuso, è stata ripresa da Michel Ocelot per realizzare il lungometraggio Principi e principesse.

L'animazione di plastilina (clay animation)
Questa è una tecnica molto conosciuta, utilizzata anche recentemente da Peter Lord per realizzare Galline in fuga. La plastilina viene manipolata fino ad ottenere la postura desiderata, viene scattata una foto del personaggio e si prosegue nella manipolazione per ottenere il movimento successivo. Peter Lord stesso spiegava che nel realizzare Galline in fuga, i busti erano stati fabbricati in silicone in modo da evitare che si deformassero durante la fase di ripresa. Per alleggerire il lavoro inoltre erano state create innumerevoli teste e zampe in modo da avere sempre a disposizione la postura più adeguata. In ogni caso ogni volta che un personaggio parlava si doveva animare la bocca in modo diverso affinché il movimento fosse sincronizzato alle parole registrate. Un'altra artista molto nota a livello europeo che realizza animazioni in plastilina è Fusako Yusaki, giapponese naturalizzata italiana, i cui lavori sono trasmessi dalla televisione svizzera. Recentemente è stata trasmessa la serie sul cagnolino Peo.

I fogli di celluloide (cel animation)
Sottili fogli di celluloide (cel) sui quali si disegnano i singoli movimenti (ad esempio se un personaggio alza un braccio, su ogni foglio si disegna una fase del movimento); fatti scorrere davanti ad una macchina da presa danno l'illusione di un movimento fluido e continuato. Nel caso di fotogrammi colorati, su un lato del foglio si disegna il contorno della figura, sul lato opposto si stende il colore. I movimenti principali vengono disegnati dal key animator, i movimenti intermedi vengono realizzati dall'intercalatore, il colore è posto infine dall'inchiostratore.
Questa tecnica è quella maggiormente conosciuta ed usata specialmente nel campo dell'animazione commerciale. È utilizzata dalla Disney, da Hanna & Barbera, da Hayao Miyazaki e nelle serie che vediamo in televisione.

Animazione al computer
Questo tipo di tecnica cominciò a diffondersi negli anni sessanta, anche se il computer fu inizialmente usato per realizzare gli effetti speciali dei film dal vero, venne poi utilizzato nei programmi televisivi, sia per le sigle che per animare pupazzi bidimensionali.





"Ciao! Mi chiamo Lars Ulrich e sono uno dei due leader dei Metallica. Suono la batteria come altre migliaia di persone ed è probabile che tra voi lettori ci siano molti batteristi più in gamba di me.
C'è anche da dire che non sono "scarso" come molti metallari dicono. Solo che non sono un gran virtuoso, agito le braccia in modo scomposto, non ho fantasia e se mi mettete sotto mano uno spartito (….tablatura, meglio!) scritto da Mike Portnoy (e lasciamo perdere altri fenomeni come Virgil Donati) mi viene il mal di testa e non capisco più nulla. E non parlatemi mai di Matt Garstka, che altrimenti ci faccio davvero una figura tremenda.
Però ho composto dei dischi fichissimi (quattro a dire il vero). O meglio James ha composto e io ho arrangiato la batteria. Ai tempi di Master of Puppets ci avevo pure messo un po' di impegno e la gente stava iniziando a credere che fossi anche bravetto, poi però mi son stufato perchè contare banconote portava via un sacco di tempo.
Ci si vede ai concerti. Io sono quello che stecca e fa cadere i piatti. Ciao!"

Anche se poi va detto che preferisco un batterista come Lars che ci mette del suo rispetto a quei batteristi che sembrano delle drum machine senza anima (sto parlando di te Mike Mangini!).

Fermi tutti! Mi sono scordato di LUI! Il parassita, colui che fece soldi e non fece altro. Colui il cui massimo talento era eseguire ordini a patto che gli stessi fossero semplici. Molto semplici.
Signori e signori ecco sua inutilità NICK MASON!


Il segreto per essere come Nick Mason? Non saper fare praticamente nulla, ma farsi amico l’elemento più potente del gruppo. E infatti Nick Mason era l’unico elemento dei Pink Floyd che stesse dalla parte di Roger Waters.
Per il resto la sua batteria risulta interessante fino a Ummagumma (compreso) salvo poi sparire dai radar diventando l’unica cosa irrilevante e a tratti superflua della musica dei Pink Floyd.
Ai tempi di The Wall si era talmente impigrito (ossia si era allenato sempre meno con la batteria) che Waters e Gilmour durante il tour dovettero fare ricorso al batterista di supporto anche per diversi passaggi molto semplici dato che il loro storico compagno oramai era diventato quasi inutile (nel libro di Nicholas Schaffner viene anche riportata una voce interessante, ossia che Gilmour avesse spinto per la sua cacciata e che Waters fosse tutto sommato favorevole all’idea, ma non è chiaro come mai poi sia rimasto…).
A livello compositivo poi era del tutto ininfluente. Si dice però che come produttore fosse straordinariamente competente e meticoloso.


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Il musical è un genere di rappresentazione teatrale e cinematografica, nato e sviluppatosi negli Stati Uniti tra l'Ottocento e il Novecento. Un suo corrispondente in Italia è la commedia musicale, con cui condivide l'uso di più tecniche espressive e comunicative insieme. L'azione viene portata avanti sulla scena non solo dalla recitazione, ma anche dalla musica, dal canto e dalla danza che fluiscono in modo spontaneo e naturale.

Caratteristiche
Il musical è uno spettacolo derivato dall'operetta europea e adattato al gusto e al costume statunitensi. Questo spettacolo è costituito da una commedia musicale, in genere brillante e di ambientazione americana nella quale sono presenti brani che appartengono ai generi della musica leggera, del jazz, o derivano dall'opera lirica e dal balletto. Tutti questi linguaggi sono uniti tra loro grazie a una orchestrazione elegante e perfetta. Nel musical non c'è fusione tra i diversi linguaggi; i diversi generi sono invece affiancati in una compresenza ben integrata e armonizzata.
In questo genere ogni particolare risulta indispensabile per la riuscita dello spettacolo, dai costumi dalla scenografia includendo regia, coreografie e luci senza dimenticare gli attori (chiamati performers) che devono essere in grado di comunicare emozioni ricorrendo, spesso contemporaneamente, a discipline come la recitazione, la danza e il canto.
Il musical inoltre va attentamente distinto dal Teatrodanza: quest'ultimo, infatti, è un fenomeno non solo più recente, propriamente novecentesco, ma concettualmente più avanzato e di maggiore complessità estetico-linguistica.

Tipologie di musical
Musical Comedy
Classica commedia musicale con un soggetto divertente, in cui la storia è portata avanti da recitazione, canto e ballo. Talvolta le canzoni non sono usate per portare avanti la trama, bensì come elementi riempitivi o digressioni.
Cabaret Musical
Musical Comedy in cui il cast interagisce con il pubblico, con frasi o gesti.
Musical Play
La trama è seria e, a volte, drammatica; le canzoni servono per mandare avanti la storia, e non solo per arricchirla.
Concept Musical
La storia non parte da una trama vera e propria, bensì da un concetto, approfondito e sviscerato nel corso del musical.
Backstage Musical
Racconta una situazione di “teatro nel teatro”, con un cast che prova uno show.
Broadway Musical
Il musical nella più classica accezione di Broadway, con una trama accompagnata da recitazione, canto e ballo.
Operatic Musical/Contemporary Musical
Il termine “operistico” si riferisce alla struttura dell'opera e non al genere musicale; il termine “contemporaneo” indica il fatto che questo tipo di musical si sia sviluppato negli ultimi venticinque anni. Non c'è differenza tra parti cantate e parlate, e la musica è sempre presente; i pochi dialoghi sono sotto forma di recitativo. Il corrispondente termine inglese è “sung-through musical”.
Rock Opera
La colonna sonora del musical è di genere Rock, con un cast giovane che spesso rappresenta un gruppo “tribale” di oppositori al sistema.
Entertainment Musical
Musical di intrattenimento, che punta sulla spettacolarità delle scene e sull'orecchiabilità delle canzoni per puntare al successo, anziché sul valore artistico del cast o dell'opera.
Bio Musical
Racconta la vita di un personaggio famoso.
Dance Musical
Musical in cui il ballo è prevalente.
Ensemble Musical
Musical con pochi personaggi e un piccolo cast, in cui non si individuano personaggi principali o secondari. L'argomento trattato è intimo e riflessivo.
Musical Operetta
Musical riconducibile per struttura all'operetta.
Movie Musical
Musical tratti da film non musicali girati in precedenza.
Jukebox Musical
Musical che usa come colonna sonora i pezzi famosi di un artista celebre o di un gruppo musicale.
Opera Popolare/Moderna
Forma di musical che per il tipo di soettacoliarà (senza dialoghi in prosa) può essere associata alla tradizione operistica. Non ha però effettiva parentela con l’opera lirica, bensì con il “sung-through musical” di origine anglo/americana.
Reality musical
Musical dove i performer non interpretano personaggi inventati ma portano se stessi e le proprie caratteristiche nella storia.
Musical Magico
Musical che, oltre ad avere ballerini, attori e cantanti, ha come protagonisti dei prestigiatori.

Origini
Si può affermare che il musical nasce il 12 settembre 1866, giorno in cui negli USA viene messa in scena per la prima volta un'opera (The Black Crook) nata dall'unione fra una compagnia di ballo e canto importata dall'Europa, con una compagnia di prosa. Questa collaborazione deriva dal fatto che la prima era rimasta senza un teatro in cui esibirsi mentre la seconda era alle prese con una produzione che si stava rivelando assai più costosa del previsto. Superate le difficoltà economiche e organizzative ci fu la prima dello spettacolo che si svolse al Niblo's Garden Theatre (USA).
Il musical ha quindi origine dai ceti popolari della società americana, in cui vi erano numerosi gruppi di immigrati appartenenti ad etnie differenti, e si sviluppa come una forma di teatro rivolta alle masse e a un pubblico molto variegato. La sua struttura ed il suo stile permette allo spettatore di poter seguire lo spettacolo come nel vaudeville (teatro di varietà), risultando più scorrevole e di più semplice comprensione rispetto alla prosa tradizionale. La bravura degli attori, la grazia delle ballerine, la capacità nel canto: sono queste le caratteristiche che hanno permesso la nascita e lo sviluppo di questa forma di spettacolo. Partendo da New York e Broadway, nasce una tradizione che si diffonderà a macchia d'olio, portando la cultura del musical per le grandi e piccole città degli Stati Uniti.
Il musical si diffonderà successivamente in altre città d'Europa anche se risulta difficoltoso farlo conoscere ai paesi di lingua non anglosassone. Per far fronte a questo in alcune opere si è ricorso alla traduzione dei testi, mentre in altri casi sono stati utilizzati sottotitoli. Questo ha permesso di non perdere comunque la capacità tipica dello spettacolo di rendersi comprensibile al pubblico per la sua forma peculiare.
La diffusione del musical è stata agevolata dalle versioni cinematografiche di Hollywood, che hanno contribuito alla maggiore conoscenza e popolarità di questo genere. In Italia non va trascurato il ruolo di divulgazione e promozione svolto implicitamente dall'animazione turistica. In quasi tutti i villaggi, infatti, gli spettacoli principali traggono ispirazione dalle grandi produzioni internazionali. Questa azione ha contribuito decisamente al diffondersi di una cultura e di una sensibilità verso questa forma d'arte che ha creato un clima favorevole alla nascita di significative produzioni anche in Italia, dove nel corso degli anni '50 del Novecento, soprattutto per iniziativa di Garinei e Giovannini, nasce - e rapidamente prevale sulla già diffusa rivista - una forma peculiare simile al musical, la commedia musicale.

15 fatti strabilianti sulla teoria del Big Bang



Ecco qui,
  • Leonard ha dichiarato nella prima stagione che il QI combinato di Sheldon e lui stesso è 360. Sheldon ha rivelato che il suo QI è 187 più avanti nella stagione, il che significa che il QI di Leonard è 173.
  • Jim Parsons e Kaley Cuoco sono gli attori televisivi più pagati al mondo.

  • Il cognome di Penny è ancora un segreto. È l'unico personaggio principale con cognome sconosciuto.
  • Leonard Leakey Hofstadter è il nome completo di Leonard. Sheldon rivelò che Leakey proveniva da un famoso archeologo, Louis Leakey; con cui il padre di Leonard aveva lavorato.

  • In tutta la serie televisiva, Sheldon Cooper indossava principalmente magliette di Flash (o di supereroi DC).
  • Laurie Metcalf, che interpreta il ruolo della madre di Sheldon in The Big Bang Theory, è la vera madre di Zoe Perry; l'attrice che interpreta il ruolo della madre di Young Sheldon.
  • Kate Micucci (Lucy) ha quasi ottenuto il ruolo di Amy Farrah Fowler.
  • Leonard non aveva lenti sugli occhiali per la maggior parte del tempo.

  • Kevin Sussman, il proprietario del negozio di fumetti della serie, lavorava in un vero negozio di fumetti prima di diventare attore.
  • Kaley Cuoco e Johnny Galecki, gli attori che interpretavano i ruoli di Penny e Leonard, erano usciti insieme nella vita reale.

  • "Per favore, tieni i vestiti addosso mentre fai il bucato" era scritto in un'insegna del bucato in The Big Bang Theory.
  • Il termine Shamy rappresenta una combinazione dei nomi Sheldon e Amy, introdotta per la prima volta da Howard.
  • Mayim Bialik che interpreta il personaggio di Amy Farrah Fowler ha un dottorato di ricerca. in neuroscienze ed è un genio della vita reale.





20 - Tutti i membri dei Queen sono laureati. Difatti, i quattro non erano sicuri che la loro carriera musicale andasse a buon fine, così decisero di concludere i loro corsi di laurea e avere una rete di salvataggio in caso di fallimento del "progetto Queen"; precisamente, i componenti della band Inglese avevano conseguito una laurea in: Astronomia (Brian May), Biologia (Roger Taylor), Elettronica (John Deacon) e Fashion Design (Freddie Mercury).
19 - Il vero nome del cantante dei Queen era Farrokh Bulsara. Il cantante, difatti, era naturalizzato Inglese poichè trasferitosi giovanissimo a Londra a causa della Rivoluzione di Zanzibar, ma in verità è di origine Africane (essendo nato proprio a Zanzibar). Il suo nome d'arte era una combinazione di nomi: scelse Freddie poichè da piccolo veniva sempre chiamato così dai suoi amici e Mercury in onore del Dio Mercurio, il messaggero del pantheon degli dei Greci.
18 - Nel 1998 venne realizzato un videogioco sulla band intitolato: Queen: The eYe, la cui trama è molto simile a quella del musical We Wil Rock You. Al contrario delle loro produzioni musicali, di indiscutibile e pregevole fattura, il gioco fu prodotto con tecniche di scarto dell'epoca.
17 - Il logo dei Queen (quello usato come immagine d'apertura) è stato realizzato da Freddie Mercury, il quale è formato dei quattro segni zodiacali dei membri del gruppo.
16 - Tutti i membri dei Queen hanno inciso dei dischi da solista...tutti, ad eccezione del bassista John Deacon. La sua unica produzione esterna risale al 1986, quando compose con Robert Ahwai il brano No Turning Back per la colonna sonora del film Biggles e che suonò con il gruppo The Immortal (band in cui suonava il basso).
La sua carriera solista si concluse qui perché la band si sciolse poco dopo: alla faccia degli "Immortal".
15 - Sempre a proposito di Deacon, il bassista fu l'unico a non continuare la sua carriera musicale come fecero poi Brian May e Roger Taylor. Dopo la morte di Freddie e il mega concerto di tributo in cui parteciparono più gruppi e artisti (il Freddie Mercury Tribute del 1992), John si ritirò a vita privata e fece partire una piccola impresa.
14 - Quando fu rilasciata la canzone The Show Must Go On, si è inizialmente pensato che questo brano fosse un testamento di Freddie Mercury e che parlasse del suo stato d'animo prima di morire. Invece è una poesia triste e struggente nata dalla penna di Brian May, il quale attraverso il brano, decise di raccontare ed esorcizzare i ricordi del periodo in cui soffrì di una grave depressione che lo portò anche a pensare diverse volte al suicidio.
Nelle prime versioni demo della canzone diverse tonalità vocali sono in falsetto, perché troppo alte. Per questi motivi, inizialmente May nutriva alcuni dubbi sul fatto che Mercury potesse cantarla, a causa dell'AIDS. Con sorpresa dello stesso May, quando venne il momento di registrare le parti vocali, Mercury disse: "Cazzo se lo farò!", e interpretò il brano senza problemi (il tutto dopo aver bevuto un bicchiere di Vodka).
13 - Nel 1979, Rob Halford (cantante dei Judas Priest) che durante i concerti era solito entrare sul palco in sella ad una rombante Harley Davidson in tenuta da biker, vedendo Freddie Mercury riproporre quella situazione nel video Crazy Little Thing Called Love, si sentì "tirato in causa" e a mezzo stampa sfidò Freddie ad una corsa motociclistica sul circuito di Brands Hatch.
Freddie Mercury rispose che avrebbe accettato solo se Rob Halford si fosse esibito con il Royal Ballet (con il quale Freddie era solito esibirsi). La cosa però fu lasciata cadere e alla fine non se ne fece più nulla. Questo fatto non fece diminuire la stima fra i due artisti, visto che non assunse mai un tono sgradevole.
12 - La canzone Bicycle Race è ispirata al Tour De France e, per la realizzazione del video, vennero ingaggiate 50 ragazze per guidare delle biciclette in totale nudità.
Le biciclette furono prestate da uno sponsor, che però non rivolle indietro le selle.
11 - Freddie Mercury era un grande amante dei gatti e, in casa sua, ne possedeva ben dieci. Chiamò il suo preferito Mr. Bad Guy e gli dedicò pure una canzone, che fu (inoltre) il titolo omonimo del suo primo album solista.
Inserì pure una dedica che recitava: "To my cat Jerry — also Tom, Oscar, and Tiffany, and all the cat lovers across the universe — screw everybody else".
10 - Molti criticano la band perché, dopo la morte di Mercury e l'abbandono di Deacon, May e Taylor continuarono a suonare ed utilizzare il nome Queen. In verità, le cose non stanno proprio così. Se si fa attenzione, dopo il concerto di tributo del 1992, i restanti componenti della band inglese si esibirono si con il nome storico, ma accompagnato dal simbolo matematico "+" che sottolineava la collaborazione esterna con un musicista. Vedi il progetto Queen + Paul Rodgers, Queen + Adam Lambert e molti altri.
9 - La chitarra che Brian May suona usualmente è stata costruita artigianalmente da May stesso e suo padre; dato che tutte le chitarre più belle e appetibili erano economicamente al di fuori della portata della sua famiglia, il giovane Brian e il padre (un ingegnere appassionato di modellismo) ne costruirono una in casa con componenti di fortuna ricavati da legno di quercia e da parti dell'architrave di un caminetto in mogano per il corpo. Solo i pick-up furono acquistati in negozio, e successivamente modificati dal padre di Brian. Il suono della chitarra non soddisfaceva comunque l'intraprendente chitarrista, che fu completamente soddisfatto solo quando decise di usare come plettro, dopo innumerevoli prove, il lato zigrinato di una monetina da 6 pence. La Red Special, come fu battezzato lo strumento, risultò di fattura così pregevole che anche dopo aver raggiunto il successo May si rifiutò di usare, se non in rare occasioni, altre chitarre.


8 - I quattro membri della band sono stati ammessi nella Songwriters Hall of Fame, sia come gruppo, sia come solisti.
7 - Roger Taylor dei Queen è omonimo di quello dei Duran Duran: anch'egli batterista, e anch'egli Roger Taylor. L'unica differenza è che, quando dici "Roger Taylor", mica ti viene in mente quello dei Duran Duran.
6 - Nel 2009 i Muppets hanno registrato una versione "leggermente" rivisitata di Bohemian Rhapsody. Il video è stato pubblicato su internet il 25 Novembre, il giorno dopo il 18º anniversario della morte di Freddie Mercury.
5 - A proposito di re-interpretazioni, i Queen (assieme ai Beatles) sono il gruppo che è stato più soggetto a traduzioni in Italiano delle loro canzoni. Tra quelle più famose abbiamo: Somebody To Love (Un Uomo Per Me di Mia Martini), e Who Wants To Live Forever (Chi Mai Vivrà Per Sempre di Matteo Becucci) quest'ultima coverata pure da Giorgia.
4 - Vi siete mai chiesti perché i Queen si chiamano così? Idea di Freddie Mercury. Il loro nome equivale all'appellativo inglese per Regina, giocando sul doppio significato del termine, usato sia per indicare la Regina Madre, sia per indicare nel gergo inglese le prostitute...ma anche la parte passiva di un rapporto omosessuale.
3 - La collaborazione con David Bowie per il brano Under Pressure non fu intenzionale. E allora come successe? Per caso? Beh, si.
Bowie si trovò casualmente negli stessi studios dove la band stava registrando la canzone, il cantante si fermò a sentirla, da cosa nasce cosa e il resto è storia.
2 - Se oggi noi tutti possiamo godere del brano Another One Bites The Dust, lo dobbiamo a Michael Jackson.
La band aveva la canzone già pronta, ma non si sentiva ancora di usarla perché non era sicura che sarebbe piaciuta al pubblico. Così, ritrovatosi con il Re del Pop in un backstage di uno stadio di Los Angeles, Jackson si mise a parlare con i Queen dei reciproci progetti futuri e saltò fuori che il gruppo aveva in ballo questa canzone che non sapeva se pubblicare o meno. Quando Michael Jackson la sentì, consigliò caldamente la pubblicazione. Anche qui, il resto è storia.
1 - Forse molti di voi se lo sono chiesti, ergo, è il caso di rispondere. Oggi i Queen sono una band acclamata e che ha ispirato (e tutt'ora ispira) centinaia di migliaia di band e artisti (tra cui il sottoscritto, nelle sue limitate capacità, altrimenti mica avrebbe scritto questo post)...ma, quando ancora era sconosciuta, chi ha ispirato i Queen a loro volta? Beh, furono i Led Zeppelin. La band di Jimmy Page & Soci ispirò una delle più grandi band della storia perché Brian May ne era un fan sfegatato e il loro genere, nonché modo di suonare e comporre, era vicinissimo alla loro idea di musica; l'unica differenza che apportarono, oltre alle multitracce e alla presenza costante del pianoforte, fu nei vestiti, che si trasformarono in pittoreschi costumi di scena.





Ehm….no.
Per rispondere a questa domanda, sono andata a regalare un paio di visualizzazioni al Fedez. Premetto che questa è solo la mia opinione, ma comunque volevo essere sicura prima di esporla.
Allora, partiamo dal presupposto che il Fedez dei primi anni (2011) è quasi completamente diverso dal Fedez di adesso.
Inoltre, bisogna fare una distinzione fra pop e rap. Poiché se parliamo strettamente di rap, non ci siamo neanche lontanamente.
Le rime sono estremamente semplici, schema ab ripetuto all’infinito, altrimenti schema abab o aabb quando è in vena di sforzo. Il flow non è malissimo, ma il flow serve a ben poco se quello che dici non ha senso. La voce, a mio parere, del tutto mediocre.
Ciò nonostante, io qualche canzone la ascoltavo quando ancora era uno di noi, quando ancora non aveva quell'obbrobrio di tatuaggio sul collo. Ma non l'ho mai considerato "davvero bravo". Però, agli inizi, almeno trasmetteva dei messaggi, quello che scriveva si percepiva come vero; rifletteva il pensiero e lo sconforto di un'Italia sull'orlo del tramonto. E questo lo apprezzavo, nonostante comunque non lo trovassi in ogni caso eccezionale, solo diverso, una buona ventata d'aria fresca.
Sto parlando di canzoni ironiche come "Tutto il contrario" o con temi sociali, ad esempio "Anthem".
Poi non so bene cosa sia successo, ma ci siamo ritrovati con "21 grammi". E quindi con testi che, oltre ad essere semplici in termini di scrittura, a me personalmente non esprimono assolutamente nulla e, a differenza delle sue prime canzoni, non mi fanno ragionare nemmeno su nulla. Spesso, mi sembrano parole con suoni simili messe una vicina all'altra abbastanza a caso. Con melodie decisamente più pop rispetto a prima e temi più popolari. Insomma, ha cambiato strategia, dalla qualità, è passato alla quantità. E a quanto pare funziona alla grande per lui e per il suo conto in banca, suppongo.
In conclusione, ai miei occhi non è mai stato un grande artista, però in qualche modo è riuscito a diventare un gran venduto. Congratufuckinglations!



Tutti conoscono quest'uomo:


Famoso con i nomi di Slim Shady, Eminem e Marshall Mathers. Lo conosciamo per alcuni dei suoi testi folli, con rime da maniaco e borderline, con dettagli raccapriccianti su un'ipotetica uccisione di sua moglie, violentare sua madre e soffocare le donne.
"Slut, you think I won't choke no whore
"Troia, pensi che non voglia soffocare nessuna puttana
'Til the vocal cords don't work in her throat no more? (Ahh)
Finchè non gli funzionino più le corde vocali nella gola?!
These motherfuckers are thinkin' I'm playin'
Questi figli di puttana pensano che stia giocando
Thinkin' I'm sayin' the shit 'cause I'm thinkin' it just to be sayin' it (Ahh)"
Pensano che io stia dicendo roba perchè la penso solo per dirla"
Molte persone lo conoscono per la persona che interpreta nella sua musica. Il ragazzo bianco arrabbiato che è in missione per rovinare la giornata a tutti i suoi nemici. Vuole distruggerli, metterli tutti in fila e abbatterli. Ma pochi capiscono davvero che è una messa in scena...
Molti conoscono la sua unica figlia, Hailie Mathers, ma pochissime persone sanno che ha altri tre figli adottivi:
  • La sua seconda figlia, Whitney, è la figlia della sua ex moglie di un altro uomo.
  • La sua terza figlia, Alaina, è la figlia della sorella gemella della sua ex moglie.
  • Il suo quarto figlio, Nathan, è in realtà il fratellastro più giovane di cui ha la custodia legale.
Quindi ecco un pagliaccio inquietante (apparentemente) che canta nello stereo di droghe, omicidi e abusi, mentre dietro le quinte è solo un ragazzo che cerca di amare i suoi figli e di fare del bene.
Alcuni dicono che non aveva davvero bisogno della messa in scena. Potrei essere d'accordo con ciò, ma, tuttavia, non sono cresciuto nella capitale del crimine del mondo (secondo alcune stime, uno o più omicidi al giorno), e non sono passato dal vivere in una roulotte, o essere senzatetto, a valere centinaia di milioni di dollari. La cultura con cui è cresciuto e l'ambiente in cui si è formato lo hanno plasmato in modo diverso rispetto alla maggior parte di noi.
Direi per ogni essere umano con questo passato, che sta cercando di correggere i mali e di vivere una vita degna (o almeno ci sta provando), è un uomo da ammirare e a cui ispirarsi.



MANAGEMENT: segue l’artista a 360 gradi. Credo che sia un lavoro di profondo impegno legato soprattutto, alla sfera personale, oltre lavorativo. Parlando con un grande management nonché anche produttore, che ho davvero nel cuore chiedendogli delle varie esperienze mi diceva quanto è bello lavorare con una persona che stimi, ti trovi e con la quale poi si crea un rapporto comunque personale forte, di fiducia, soprattutto essendo basato su ciò. Mi spiegava come avesse lasciato grandi artisti (nomi importantissimi, i migliori italiani, credetemi) perché a detta sua ad un certo punto non si trovavano più sulla stessa linea di pensiero andando ad influenzare anche il lavoro.

Tiziano Ferro e il suo manager Fabrizio Giannini

COSA FA❓Pensa all’immagine: dai Social, quella sulla stampa alla televisione e per tutelare al meglio l’artista bisogna conoscere se quel giornalista va bene, se l’artista è pront* ad un confronto del genere. Organizza spostamenti, al disco, il suono, l’organizzazione di un repertorio (motivo per la quali i più bravi sono anche discografici), si occupa delle trattative tra l’artista e il mondo.

BOOKING: si occupano dei live dell’artista, facendo da mediatore con quest’ultimo e il direttore artistico o il luogo del concerto. Quindi sceglie quale proposte scartare, fare trattative sul pagamento e che tutti siano contenti, accertarsi che tutte le leggi e richieste siano rispettate. Come per esempio non duplicare il prezzo del biglietto concordato. Prendendosi poi una percentuale, di solito è il 10-15%. In più c'è Tour Book…
Management e Booking, esistono poche aziende in Italia che fanno entrambi: OTR, BMU music, Emme, European Music ecc.

Francesco Barbaro alla sinistra, a seguire Max Gazzè e Daniele Silvestri.

Anche se è un vero stress gestire entrambe le cose, quando incontrai Francesco Barbaro, non il mafioso ma bensì il fondatore di OTR un’agenzia romana che scoprì nomi come Max Gazzé, Carmen Consoli, Levante, Daniele Silvestri, Luca Barbarossa ecc. Rimasi prima di tutto affascinata ed ero lì a chiedermi se fosse possibile, lui e le agenzie citate lo fanno. Ma se sei uno solo: devi scegliere tra le due cose. Poi è diverso se apri un’agenzia e sviluppi anche il settore che ti manca. Ma ciò puoi permettertelo dopo anni di carriera, delegando anche le persone giuste, come attualmente vantano loro: sezione management e di Booking: OTRlive, OTRjazz&classic e OTRnext.