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Anchorman è un termine della lingua inglese che indica un conduttore televisivo (generalmente un giornalista o un telecronista) dotato di grande carisma. Il termine anchor (“àncora”) indica la capacità del conduttore di coordinare i vari giornalisti che si alternano in video durante la trasmissione. Per esempio, nella conduzione di un telegiornale, l'anchorman tiene collegato ogni momento del programma, gestendo personalmente il passaggio dalle notizie politiche alla cronaca nera e, da questa, all'economia e poi allo sport. Spesso interviene tra un servizio e l'altro con commenti personali, anche estemporanei.

Cenni storici
Il termine venne coniato nel 1952 da Sig Mickelson, direttore delle notizie della rete CBS. Nel 1951 Mickelson, trentasettenne, era approdato dalla CBS Radio alla CBS Television. L'informazione giornalistica televisiva era, all'epoca, ancora allo stato embrionale. Nel 1952 erano previste le elezioni presidenziali e tutti gli americani avrebbero seguito la campagna elettorale. Per la prima volta, inoltre, i congressi (convention) dei due partiti sarebbero andati in onda su tutto il territorio nazionale, dall'Atlantico al Pacifico, in diretta tv. Mickelson scommise sulla campagna elettorale come l'evento che avrebbe lanciato l'informazione televisiva negli Stati Uniti.
Per gli eventi di portata nazionale non esisteva un modello già collaudato. L'unico precedente cui fare riferimento era la copertura dell'informazione durante la seconda guerra mondiale. Le reti radiofoniche statunitensi avevano inviato un cronista in ciascun teatro di guerra. Le redazioni raccoglievano i loro servizi e poi li mettevano in onda durante il giornale radio.
Mickelson utilizzò i 14 giornalisti a sua disposizione in maniera differente. Decise che un caposervizio, chiamato da lui anchorman, avrebbe coordinato tutti i corrispondenti dalle principali città. Inaspettatamente, nessuno tra i principali giornalisti della CBS fu disposto ad accettare questo nuovo ruolo. Mickelson scelse allora un corrispondente locale, Walter Cronkite, che aveva all'epoca 34 anni e lavorava alla CBS da appena due anni.
I congressi partitici del 1952 segnarono, come Mickelson aveva previsto, il sorpasso dell'informazione televisiva su quella radiofonica. Walter Cronkite dimostrò di aver capito perfettamente il compito assegnatogli, ripagando Mickelson della sua fiducia. Cronkite, che era collegato in tempo reale con diverse sedi sparse su tutto il territorio nazionale, doveva convertire nella forma di notizie le comunicazioni verbali che gli giungevano in cuffia in ogni momento. Il giovane giornalista si rivelò particolarmente adatto al compito grazie alla sua abilità nell'intervenire in diretta video anche in assenza di notizie scritte. Fino ad allora i giornalisti che lavoravano in studio avevano fatto principalmente una cosa: leggere (anche le interviste erano spesso basate su domande scritte).
L'imperturbabilità e la padronanza di sé che Cronkite mostrò al pubblico, anche mentre comunicava notizie giuntegli all'ultimo minuto, fecero di lui la prima star degli anchorman televisivi.




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Una boy band è una formazione di musica pop composta generalmente da tre o più cantanti di sesso maschile (generalmente da 3 a 6). Spesso i membri di una boy band sono anche ballerini.
In ambiente anglosassone, i componenti di una boy band spesso vengono dai cori religiosi o da gruppi di musica Gospel, ma altrettanto spesso sono creati da produttori che hanno già in mente cosa vogliono creare e scelgono le persone più adatte per realizzare il loro progetto. Ecco perché l'impressione generale che lascia una boy band è spesso quella di un prodotto «prefabbricato».
Anche se gruppi come i the osmonds o i the Jackson five negli anni 60 sono adesso definiti come "boy band", il termine comincia ad essere usato dalla metà degli anni ottanta, quando negli Stati Uniti si formano i New Kids On The Block che riscuotono un notevole successo fino al loro scioglimento nel 1994. All'inizio degli anni novanta ottengono successo i Boyz 2 Men, che mescolano il pop con suoni soul e r&b, piazzando hit significative come "end of the road" e "one sweet day" con Mariah Carey.
La risposta dalla Gran Bretagna arriva con i Take That e i Boyzone, le cui canzoni sono essenzialmente romantiche ballate. Dopo le rispettive separazioni membri come Robbie Williams e Ronan Keating iniziano le loro carriere di solisti.
Una figura importante per le boy band è il produttore Lou Pearlman, che nel 1993 forma i Backstreet Boys, nel 1996 gli NSYNC e nel 2000 gli O-Town. Questi ultimi, negli anni di massima popolarità delle boy band, sono stati creati attraverso il reality show di MTV "Making the Band".
Nel 1997 gli Hanson, boyband statunitense composta dai fratelli Isaac, Taylor e Zac rilasciano il singolo di debutto "Mmmbop" che si piazza al primo posto delle classifiche di 27 paesi nel mondo, tra cui Germania, Stati Uniti, Regno Unito e Australia, diventando così uno dei maggiori successi di sempre di una boyband.
Nel 2000, MTV crea la sua boy band parodia, i "2gether" per l'omonima serie tv. Lo show giocava con i tipici stereotipi delle boy band, come "il rubacuori", "il cattivo ragazzo" o "il ragazzo timido".
Tra il 1998 e il 2002 circa altre boy band commercialmente 'minori' riscuotono discreto successo negli Usa, come i 98 Degrees, gli LFO e gli All-For-one. Questi ultimi vincono nel 1995 un Grammy Award grazie al loro maggior successo, "I Swear" cover del brano del cantante country John Michael Montgomery in versione R&B.
In Gran Bretagna l'eredità dei Take That e dei Boyzone è presa dai Westlife, originari dell'Irlanda, mentre gli A1 e i 5ive sperimentano anche suoni dance o rap.
Nonostante le boy band di solito non suonino strumenti, i bbmak (1999) e i busted (2002) trovano successo scrivendo loro stessi canzoni e musica. Questi ultimi si specializzano nel pop-punk, con testi divertenti e irriverenti.
Nel 1999 l'album dei Backstreet Boys "Millennium" batte il record di vendite nella prima settimana, oltre a ricevere numerose nomination ai Grammy Award. Sarà poi battuto l'anno dopo da "No Strings Attached" degli NSYNC. In questi due album si trovano due tra le canzoni più iconiche della storia delle boyband, "Bye Bye Bye" degli NSYNC, che ha vinto tre premi agli MTV video music awards 2000 e "I want It that Way" dei Backstreet Boys, che ha raggiunto il disco di platino in Australia, Belgio, Danimarca, Germania, Giappone, Nuova Zelanda, Svezia e Regno Unito.
Tra il 2001 e il 2003 il periodo d'oro delle Boy band comincia a terminare e molte si sciolgono o prendono diversi anni di pausa. Non sono mancati episodi controversi: nel 2002 gli NSYNC si sciolgono principalmente perché schiacciati dalla voglia di Justin Timberlake di iniziare una carriera da solista. Nello stesso anno, i Dream Street, boyband dove aveva iniziato un giovanissimo Jesse Mccartney, si separano in tribunale dopo che le madri dei ragazzi avevano accusato i produttori di averli esposti volutamente all'alcol e alla pornografia. Nonostante questo tra il 2001 e il 2005 i Blue riscuotono un ottimo successo. Inoltre, nel 2005 negli Stati Uniti si formano gli US5, l'ultimo gruppo messo insieme da Lou Pearlman, noti soprattutto per la loro partecipazione alla colonna sonora del terzo capitolo di High School Musical, e i Jonas Brothers, che fino al loro scioglimento nel 2013 diventano volti frequenti di Disney Channel.
Tra il 2013 e il 2014 molte boy band degli anni novanta tornano sulle scene, molte attraverso il programma inglese "The Big Reunion", mentre i Westlife si separano amichevolmente nel maggio 2012, i Take That e i New Kids On The Block tornano nel 2006 e nel 2008 e i Backstreet Boys sono dal 2005 tuttora in attività.
Tra il 2008 e e il 2011 si assiste ad un nuovo ciclo di Boy band, in Inghilterra con i JLS, i The Wanted e gli One Direction, e negli Stati Uniti con i Big Time Rush, protagonisti dell'omonimo show televisivo. Tutte queste boy band sono attualmente separate. Il successo del sound latino degli ultimi anni ha portato a grande fama dal 2016 la boy band di musica latinoamericana CNCO, alla cui creazione ha collaborato Ricky Martin. Inoltre, dal 2017 su ABC va in onda il talent "Boy Band" tra cui giudici figura Nick Carter dei Backstreet Boys.
Se il trend delle boy band negli ultimi anni è notevolmente in ribasso in gran parte dei principali mercati, questo non succede in Asia, dove soprattutto in paesi come Giappone e Corea del Sud anche le boy band più classiche sono ancora popolarissime e negli ultimi anni l'emulazione ha portato alla nascita di un genere musicale, il KPop, che riprende il sound dei gruppi americani e britannici.
In termini di copie vendute, i Backstreet Boys sono la boyband di più successo della storia con più di 140 milioni di dischi venduti. Seguono i New Kids On The Block (80+), gli NSYNC (70+) e i Boyz 2 Men (60+)

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Dietro la musica: cosa fanno effettivamente le etichette discografiche?
Saresti sorpreso!
Nonostante tutto il cinismo portato all'esasperazione riguardo alle major che fanno girare parecchio denaro, le etichette offrono ancora agli artisti quella sicurezza di cui hanno bisogno per produrre i loro lavori migliori.
È vero che Internet è diventato un mezzo ormai indispensabile per la carriera di un artista in molti modi, offrendo un percorso alternativo per entrare in contatto e vendere direttamente ai fan la propria musica, ma dietro le quinte le etichette discografiche fanno molto di più che prendere accordi con i rivenditori.
Di recente Noi della 1437 United Artist abbiamo parlato con il produttore di un artista (che è apparso nella Behind the Music), e gli abbiamo chiesto perché avesse deciso di firmare con Asylum/Atlantic, una sottoetichetta della Warner Music Group. Dopotutto, avevano lavorato duramente per anni, e sono stati in grado di registrare numerosi EP da soli, di arrivare al n. 2 delle classifiche di iTunes con uno di loro, di ottenere milioni di visualizzazioni con i loro video e ad ottenere il supporto di Radio in FM con tutti gli Extra che ne è derivato da ciò - tutto questo senza l'aiuto di un'etichetta discografica.
La risposta che abbiamo ottenuto ci ha sorpresi;"Ciò che siamo riusciti a fare senza una casa discografica ha dimostrato all'etichetta che potevamo farcela da soli, che tutto ciò di cui avevamo bisogno era di quell'aiuto, e supporto finanziario, che ci avrebbe permesso di portarci in uno show televisivo - queste mosse sono più difficili da fare quando si è un indipendente". Ciò ha anche portato l'etichetta ad adottare un approccio abbastanza disinvolto nei nostri confronti quando si è trattato di entrare in studio di registrazione, poiché avevamo già dimostrato quello sapevamo fare con quello che avevamo già fatto.
A questo punto è sin troppo semplicistico dire che le major sono cattive mentre le indie sono buone. Ciò che è importante è collaborare con un'etichetta che "ti fa".
"Esiste un punto di vista davvero banale sulle etichette discografiche". "Noi della 1437 United Artist non possiamo parlare per ogni etichetta presente sul mercato, però è innegabile, e recentemente abbiamo vissuto un'esperienza del genere, che ci siano sul mercato dei soggetti che non fanno altro che succhiare la vita ad un progetto e così facendo lo rovinano, irrimediabilmente."
In seguito a questa brutta esperienza 3 artisti sono passati alla 1437 United Artist dopo essersi lamentati del trattamento riservato loro da un'etichetta discografica sconosciuta. Siamo sicuri che ci siano due versioni della storia, ma qualunque essa sia, è chiaro che loro e questa etichetta discografica non formavano proprio un bel connubio.
Ormai è chiaro anche al più sprovveduto degli artisti che negli ultimi dieci anni le etichette hanno capito che non sono più loro ad essere gli unici giocatori in città e ora devono giustificare in qualche modo la loro esistenza. Certo, ci sono ancora alcune delle vecchie guardie in cima alle major, ma tutte hanno provveduto da tempo ad avere giovani dipartimenti di promozione online e di social media (in realtà, l'età ha poca rilevanza - Martin Mills, a capo del Gruppo Beggars, ha 60 anni, e va ad assistere ai concerti più volte alla settimana).
A tutti quegli artisti, che sono riusciti a conquistarsi e a crearsi una solida base di fan prima di essere contattati dalle etichette, le offerte discografiche ora tendono ad essere molto più vantaggiose rispetto al vecchio tipo di contratti in voga sino a pochi anni fa. Oggi ci sono artisti che mantengono la proprietà della loro musica e anche alcuni che decidono di aprire una propria etichetta.
Abbiamo artisti che hanno superato i 40'anni nella 1437 United Artist, e sebbene, come la maggior parte degli artisti, abbiano avuto i loro problemi nel corso degli anni, sono grati per l'opportunità che gli abbiamo dato. Provate solo ad immaginare di entrare in una banca chiedendo un prestito di 100.000 euro, dicendo: "Mi piacerebbe usarlo per pagare le mie spese di mantenimento e di lavoro per i prossimi quattro anni, così da poter sviluppare la mia arte potendo scrivere a tempo pieno e lavorare con i cantautori di tutto il mondo: rientrerò dei soldi del prestito con i diritti d'autore che le canzoni che scriverò nei prossimi anni mi frutteranno. "Ha un qualche tipo di garanzia? Basta ascoltare queste nuove canzoni che ho scritto." Chi non vi riderebbe direttamente in faccia.
Ma la 1437 United Artist ha spesso firmato solo sulla convinzione che le canzoni fossero abbastanza buone da recuperare il proprio investimento.
Il pubblico vede l'artista e ascolta la musica, ma quello che non vede è un'intero mondo fatto di persone che operano dietro le quinte per aiutare gli artisti ad emergere.
"Il mondo della musica ha ancora bisogno di etichette, perchè hanno un team di marketing, un team di stampa, radio pluggers, dipartimenti contabili e quando un artista diventa più grande ha bisogno di aiuto a gestire tutto questo, ha bisogno di una buona squadra intorno a se. Potrebbe assumere queste persone egli stesso e creare la sua etichetta, ma c'è qualcosa da dire su questo, ovvero deve decidere se vuole fare musica ed essere creativo, e non vuole fastidi. Si può essere dei bravi creativi ma non molto bravi a gestire il proprio business e marketing: ad esempio, non so quale fosse l'acume aziendale di Leonard Cohen".
Anche Neil Young, un artista noto per aver preso una posizione anti-corporativa, ha recentemente cantato le lodi delle case discografiche , quando intervistato in una conferenza stampa, ha detto; "Quello che mi piace delle case discografiche è che presentano e coltivano artisti". "Questo non esiste su iTunes, non esiste su Amazon, è quello che fa una casa discografica, ed è per questo che mi piace la mia casa discografica: le persone guardano le case discografiche come se fossero obsolete, ma c'è molta anima lì dentro - un sacco di persone che si preoccupano della musica, e questo è molto importante".
Quindi, che dire di tutti quegli artisti che si lamentano delle etichette?
"Questi artisti dovrebbero andare da soli", ha concluso Young. "Hanno una scelta su ciò che possono fare. Gli artisti che vogliono fare da soli dovrebbero semplicemente farlo."



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A State of Trance (spesso abbreviato ASOT) è il titolo di un programma radiofonico settimanale condotto dal DJ trance e produttore Armin van Buuren ogni giovedì alle ore 20.
Nato nel 2001 e in onda all'epoca su ID&T Radio, Armin Van Buuren trasmette per 2 ore tutta l'ultima musica Trance (uplifting trance e progressive trance), sia in promozione in modo da pubblicizzare tutti i nuovi artisti o già in vendita.
La trasmissione viene seguita da persone in tutto il mondo ed ogni puntata può essere commentata utilizzando Twitter e l'hashtag che varia ad ogni numero dell'episodio.
È possibile ascoltare lo show in diretta su radio in vari paesi diversi, in Italia m2o, oppure direttamente via Internet grazie alla piattaforma radiofonica di streaming statunitense Digitally Imported sul canale Trance.
A partire da Settembre 2012 grazie ad una partnership con Spotify è anche possibile ascoltare tutti gli episodi del programma sull'account ufficiale di Armin Van Buuren.
Dal 2 Febbraio 2017 A State of Trance viene trasmesso in Live streaming (diretta audio e video) dallo studio in Amsterdam sulla pagina Youtube di Armin Van Buuren, il programma viene condotto dallo stesso Van Buuren con la collaborazione del dj Ruben De Ronde.

Composizione del programma

In ogni episodio Armin Van Buuren propone tutte le ultime tracce del genere Trance (rilasciate e non). Vengono anche scelte tre canzoni come Tune of the Week (traccia della settimana), Future Favorite e ASOT Radio Classic.

Tune of The Week

La traccia della settimana viene selezionata da Armin Van Buuren come, secondo il suo parere, canzone migliore dell'episodio.

Future Favorite

La Future Favorite viene votata dagli ascoltatori da una lista di tutte le nuove canzoni dell'episodio precedente del programma. È possibile votare sul sito ufficiale di ASOT.

ASOT Radio Classic

La traccia ASOT Radio Classic è entrata a far parte dello show a partire dall'episodio 284. Armin seleziona una canzone degli anni passati e spiega brevemente perché è diventata un 'classico'. Viene riprodotta come ultima traccia della trasmissione.

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Il long playing (abbreviato con LP, conosciuto anche come 33 giri) è un formato di disco in vinile.
Il nome 33 giri deriva dalla velocità di rotazione di 33 giri (precisamente 33 e ⅓) al minuto con la quale vengono riprodotti. Generalmente questo formato è utilizzato per l'incisione degli album discografici: vi sono anche album doppi (double album), composti da due dischi, e persino tripli.
Per estensione con long playing, nel senso di raccolta di brani musicali, si fa riferimento anche ad altri tipi di supporto, come MC (musicassetta), CD (Compact disc) e DAT (Digital Audio Tape), pur mutando la tecnologia e la qualità di registrazione e di riproduzione.
I cosiddetti EP (Extended play) rappresentano una sorta di mini album con 4-7 brani.

Caratteristiche

L'LP, solitamente di forma circolare e di colore nero, è composto di due facciate, corrispondenti alle due facce del disco, indicate da un'apposita etichetta come Lato A e Lato B, ciascuna delle quali può contenere al massimo 25-30 minuti circa di brani.
La riproduzione degli LP avviene tramite il giradischi: il brano musicale è riprodotto tramite una puntina in diamante o zaffiro inserita nella testina che, durante la rotazione a una velocità predefinita, trasmette per via meccanica le irregolarità del solco inciso sulla superficie del disco a un complesso elettromagnetico, che trasforma il movimento in corrente elettrica. I principali tipi di testina magnetica sono del tipo a bobina mobile (moving coil o MC) e a magnete mobile (moving magnet o MM). Nel passato venivano usate anche testine di tipo ceramico o a cristallo.

Incisione

Il procedimento di incisione degli LP e di ogni altro supporto in vinile si basa sulla creazione di un disco master in due fasi.
Nella prima fase il suono da incidere, raccolto con microfoni o altri strumenti analogici, è tradotto in un solco che una puntina metallica traccia su un disco di materiale plastico deformabile. Questo disco, chiamato lacca, è posto su un tornio che gira alla stessa velocità del supporto che si intende produrre, in questo caso 33 giri e ⅓ al minuto, e si compone di una base in metallo leggero, in genere una lega d'alluminio, sul quale c'è uno strato di plastica morbida che prenderà la forma datagli dalla puntina che traccia il solco.
Una volta presa la forma, si fa un calco della lacca (che è impressa su un solo lato e il cui nome richiama quello della ceralacca, dalla produzione della quale è del resto mutuato il procedimento), anch'esso in metallo leggero, in genere mediante colatura del metallo stesso in fusione effettuata in modo da riempire i solchi lasciati dalla puntina. Questo calco (detto metal master) serve nella seconda fase come stampo a fusione per la produzione in serie dei dischi in vinile.
Per le loro caratteristiche fisiche, sia la lacca che il metal master vanno incontro con l'uso a un veloce deterioramento e pertanto talvolta si producono più dischi master, oppure si realizzano lacche "di seconda generazione", ottenute a stampo e non a incisione, al fine di non interrompere la produzione. In qualche caso il procedimento è attuato direttamente, prima dell'inizio della stampatura industriale.
Le lacche "di seconda generazione" sono talora immesse sul mercato collezionistico, principalmente a fini speculativi: difficilmente si tratta della vera lacca master, quella sulla quale è inciso il suono originario, che in genere è detenuta dal produttore artistico. La lacca può di solito essere riprodotta su un giradischi ordinario, pur presentando un maggior spessore rispetto al vinile, sebbene la puntina di pick-up possa facilmente danneggiarla.

Storia

Il 33 giri venne introdotto nel 1948 dalla Columbia Records e soppiantò progressivamente il 78 giri in gommalacca, grazie alla migliore qualità e durata del vinile.
A partire dalla fine degli anni ottanta, l'avvento del compact disc mise gradualmente da parte gli LP, facendoli diventare un prodotto di nicchia per collezionisti e appassionati, a volte stampato come edizione limitata dei molti CD musicali che escono.


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In editoria, la tiratura è la quantità di copie stampate per una singola edizione, sia essa di un volantino, un biglietto da visita, un francobollo, oppure una pubblicazione di maggiore rilevanza, come un libro, una rivista o un giornale.
Generalmente si distingue fra grandi tirature e piccole tirature. Sono grandi tirature quelle nell'ordine di diverse migliaia di copie per i libri e centinaia di migliaia per riviste e quotidiani.
Nelle edizioni di lusso o fuori commercio, i libri sono spesso stampati in poche centinaia e gli opuscoli in poche decine di copie talvolta anche numerate: si parla in tal caso di edizioni a tiratura limitata e/o a tiratura numerata. Di uno stesso libro possono esistere più tirature: una tiratura di testa, di poche copie, fuori commercio, riservata all'autore o ai sottoscrittori, stampata su carta grande o distinta, rilegata in legatura di pregio e numerata in numeri romani; e un'altra o altre tirature comuni, di molte copie, in commercio, rilegate o in brossura e numerate in numeri arabi.
L'avvento delle nuove tecnologie di stampa digitale permette abitualmente piccole o piccolissime tirature, nell'ordine di alcune decine o centinaia di copie, sia per i periodici sia per i libri, sino alla stampa su richiesta (print on demand), nella quale la tiratura è di volta in volta una singola copia.




Chissà quanti di noi da ragazzi hanno letto e fantasticato sui libri di Emilio Salgàri:
Le tigri di Mompracem
I misteri della giungla nera
I pirati della Malesia
Sandokan
Il corsaro nero
Capitan Tempesta
e decine di altri.


Avventure ambientate in Persia, Russia, Oceania, America, ovunque nel mondo. Luoghi in cui Salgari non era mai stato, ma che descriveva con dovizia di particolari, grazie alle mappe e alle informazioni che trovava nelle biblioteche. In effetti Salgari fu uno scrittore molto prolifico, a causa anche di un contratto di lavoro che lo obbligava a scrivere tre libri all'anno. Eppure, fu sempre in ristrettezze economiche e riusciva a stento a mantenere la famiglia numerosa. Dopo che la moglie venne ricoverata in manicomio, fu vittima anche lui di un grave esaurimento nervoso che lo portò al suicidio. In una delle lettere che lasciò scritte, si rivolse ai suoi editori dicendo:
«A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle, mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche di più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che vi ho dati pensiate ai miei funerali».
Una storia assai triste, quella di Salgari. Mi ha amareggiato udirla raccontare in un recente documentario televisivo e ho visto che anche Wikipedia la riporta accuratamente.
Questo scrittore ha intrattenuto milioni di giovani lettori, in Italia e all'estero (pare che anche Ernesto Che Guevara avesse letto da giovane decine dei suoi romanzi).
Salgari scrisse più di 80 libri, 150 racconti e creò 1300 personaggi con cui popolò la fantasia dei ragazzi e da cui furono tratti diversi film. Qualcuno si è certamente arricchito, col suo lavoro, ma personalmente visse una vita grama e infelice, segnata da tragedie: prima di lui, suo padre si era suicidato e, dopo di lui, due dei suoi figli.
L'indigenza, a fronte di un superlavoro logorante che avrebbe meritato se non il successo, almeno una giusta retribuzione, contrassegnò la vita di questo scrittore che personalmente non esito a definire grande, nel suo genere.



Tutto nacque perché, Jimmy Page chitarrista dei mitici Zeppelin, dal vivo aveva il bisogno di suonare al meglio l'epica: 'Stairway to Heaven'. Per questo, (se ascolti il brano si nota chiaramente), vi era l'esigenza di 'passare' dall'incipt iniziale fatta con la 12 corde Gibson, al successivo ritmo fatto con una 'normale' 6 corde. Dal vivo capisci, che avrebbe significato passare dall'una all'altra in pochi secondi!. Jimmy, pensò bene di farsi fare uno strumento che includesse in un solo pezzo ambedue le chitarre. Il resto è Storia (.. o Leggenda!). Successivamente, in particolare negli anni '80 le bands Metal, le 'Hair Metal', bands, presero questo accorgimento tecnico, a prestito più per vezzo, moda, che per vera necessità, con assurdità come……questa (rifatti gli occhi!):


Rush!!!.
ps. Molti storceranno il naso, come?, i mitici Rush…..!, non voglio dire che non avesse un senso usare quel 'mostro', proprio per suplire a qualsiasi tipologia musicale fosse venuta fuori dai vari brani suonati Live!. Però non mi si dica, che non vi fosse un certo autocompiacimento, un: " adesso ve famo vedere nojartri..", in quel periodo!!. Poi per fortuna, la cosa sfumó, si sgonfió; per dire non si vedrà mai Slash, o Keef, con assurdità da baraccone così, chi vuol capire….





Risultato immagini per Nella musica, qual è l’utilità di avere più chiavi per rappresentare le note?


Gli strumenti e le voci non hanno tutti le stesse estensioni (non possono eseguire gli stessi suoni) e, di conseguenza, non possono usare la stessa chiave per leggere il pentagramma e necessitano di chiavi diverse. Se scriviamo i suoni reali, per gli strumenti e le voci più acute dovremmo salire molto a discapito della regione inferiore del pentagramma e per gli strumenti più bassi dovremmo scendere molto a discapito della parte superiore del pentagramma.
La molteplicità delle chiavi serve ad evitare un utilizzo esagerato dei tagli addizionali e favorire la lettura.Vogliamo fare un esempio più pratico per essere più chiari.
Prendiamo il La del Diapason (440 Hz) che si scrive sul secondo spazio della chiave di violino.
Per degli strumenti e voci con il suono grave (trombone, violoncello, basso), questo suono è piuttosto acuto e infatti si scrive sopra il pentagramma con tre tagli addizionali in gola.
Sullo stesso spazio del La (nella chiave di violino) si scrive il Do a 131 hz nella chiave di basso, nota bassa e inarrivabile per uno strumento come il violino, ma eseguibile senza problemi da un trombone.
Dunque, volendo esagerare:
La a 440 Hz : secondo spazio (chiave di violino) = Do a 131 Hz : secondo spazio (chiave di basso).