I film ci hanno abituato a una visione idealizzata e rapida dei funerali, ma una recente esperienza ha fatto emergere una discrepanza significativa tra la finzione cinematografica e la realtà di come vengono gestiti i processi legati alla morte. A differenza di quanto mostrato frequentemente sul grande e piccolo schermo, dove le lapidi sono già pronte e ben visibili al momento della sepoltura, nella vita reale i tempi di realizzazione e installazione di una lapide sono ben più lunghi e complessi.
Questa rivelazione è arrivata in modo molto personale: dopo la scomparsa di un caro, ho dovuto affrontare la gestione del funerale e della sepoltura di mio suocero, un uomo di 91 anni, lo scorso ottobre. Come molti, mi aspettavo una procedura che fosse almeno simile a quella che i film ci mostrano: un funerale rapido, seguito dalla sepoltura e dall'istallazione della lapide, con la data di morte già visibile sulla pietra tombale.
La realtà, invece, è ben diversa. Dopo aver acquistato un appezzamento in un cimitero locale, abbiamo scoperto che la realizzazione di una lapide su misura avrebbe richiesto almeno tre mesi. Non solo, ma poiché la pietra sarebbe stata pronta in inverno, l'installazione sarebbe avvenuta solo nella primavera successiva, una volta che il terreno si fosse scongelato. Quindi, mentre il corpo era stato sepolto a inizio ottobre, la tomba di mio suocero rimaneva priva della lapide più di tre mesi dopo.
Questa lunga attesa è un aspetto che i film, apparentemente, ignorano o semplificano. Infatti, nei film e nelle serie TV, ci viene mostrato un funerale in cui il corpo viene sepolto e la lapide è già al suo posto, pronta e sistemata con tanto di dati di nascita e morte. È un'immagine comoda, che permette di risolvere tutto in un istante, mentre nella realtà, questo processo richiede tempo e pianificazione. Anche nei casi in cui una persona venga sepolta in un terreno di famiglia, la pietra esistente non viene aggiornata con i dati di morte al momento del funerale, come suggerito da molti scenari cinematografici.
Questo “errore” cinematografico, o meglio, semplificazione narrativa, non solo offre un'interpretazione distorta delle tempistiche, ma contribuisce anche a dare un'impressione irreale dei tempi e dei costi legati alla sepoltura. Mentre il lutto e la perdita vengono affrontati con una certa immediatezza sullo schermo, nella vita reale il processo di chiusura, simbolizzato dalla lapide, è ben più prolungato, a volte anche per mesi.
Questa dissonanza tra film e realtà solleva anche interrogativi più ampi sul modo in cui la morte viene rappresentata nel cinema. Se da un lato i film tendono a semplificare le procedure burocratiche e logistiche per concentrarsi sul lato emotivo della morte, dall'altro, omettono dettagli che, pur essendo pratici, contribuiscono a formare l'esperienza reale di un lutto.