E' una storica tecnica di ripresa microfonica molto valida per strumenti solisti, non solo la voce quindi, che ha quasi un secolo.

La inventò negli anni '30 l'ottimo ingegnere del suono Allan Dower Blumlein in linea con quello che fu il suo contributo più importante nella storia della riproduzione audio: il suono stereofonico.
Blumlein pose le base anche per il "surround", che è il sistema di ascolto più immersivo che finora abbiamo creato, ma non seppe mai quanto famose divennero le sue invenzioni, dato che fu ucciso nel 1943 mentre era impegnato in progetti bellici segreti.
Si chiama tecnica M/S e l'intenzione originale era cercare di ricostruire con più fedeltà possibile cosa ascolta una persona posta esattamente davanti a un musicista/cantante impegnato in un'esecuzione. "M" sta per Mid, e "S" sta per Side, la tecnica M/S si realizza usando due microfoni con le capsule poste a 180° l'una rispetto l'altra, come nella foto:


La capsula inferiore s'imposta con polarità cardioide, anche se variazioni negli anni ammettono anche quella ipercardioide, ominidirezionale .

Il microfono superiore è impostato tassativamente a figura-8, così nel totale si ottiene una sensibilità spaziale con questa direzionalità:

Se entrambi i microfoni hanno il diagramma polare a figura-8, la tecnica viene chiamata "tecnica Blumlein" invece di M/S. Ma sempre dello stesso principio si tratta.

La sorgente sonora viene così catturata direttamente con il microfono Mid posto davanti (diagramma blu), mentre il microfono Side, che ha la minore sensibilità nel punto dov'è la sorgente ma la massima ai suoi lati, raccoglie soprattutto le riflessioni.
Il microfono Mid è quindi sistemato in maniera classica, ma la magia la fa l'altro.
Il segnale che arriva dal microfono Side viene separato in due canali, Sinistro e Destro, ed a uno dei due viene invertita la fase. Il risultato della somma dei due microfoni è una tridimensionalità e naturalezza del suono, ed è particolarmente controllabile. Infatti si può sia agire sul volume del mic side per attenuare o enfatizzare l'effetto, sia agire sul pan dei due canali sinistro e destro per allargare o stringere il panorama stereo a piacimento. Ultimo vantaggio, ma non meno importante: anche nell'ascolto mono si ha la garanzia di restare in fase.
La tecnica M/S non è "la migliore" e non viene utilizzata per qualsiasi situazione, ma se si deve registrare un unico strumento va presa assolutamente in considerazione.
Va molto bene anche per la voce, ma oggi registrare cantanti con la M/S è abbastanza raro. Per avere un gran suono da chitarre classiche e soprattutto acustiche invece è una bomba!
E' importante che la stanza dove si allestisce la ripresa sia trattata acusticamente perché le riflessioni del suono, quelle catturate dal microfono Side, sono una componente determinante per la qualità dei risultati.



Noi diremmo Patty Duke



Patty è nata come Anna Marie Duke. Suo padre era un alcolizzato e sua madre soffriva di depressione clinica. Suo padre è stato costretto a lasciare la loro casa. Alla fine, sua madre fu sopraffatta e quando Anna aveva otto anni la diede la tutela a una coppia di agenti di talento, John ed Ethel Ross, che rappresentavano già il fratello maggiore di Anna.

I Rosses hanno promosso incessantemente Anna, che hanno insistito per chiamarla "Patty" (e hanno costretto Anna a usare anche il nome). Le hanno costantemente tolto due anni dalla sua età per farla sembrare più giovane di quanto non fosse in realtà. Hanno anche riempito il suo curriculum di referenze per far sembrare che avesse più esperienza. Ci si aspettava che a "Patty" tutto questo andasse bene. Per tenerla sotto controllo, le davano alcool e farmaci da prescrizione. Hanno tenuto per loro la maggior parte di ciò che ha guadagnato e spesso le hanno fatto delle avance sessuali.

Quando aveva 12 anni, è apparsa nel programma televisivo "The $ 64.000 Question" le è stato detto di imbrogliare e le sono state date le risposte in anticipo.

Ma i Ross hanno avuto un grande successo quando, all'età di 13 anni, "Patty" è stata scelta per essere la protagonista nella produzione di Broadway di "The Miracle Worker" dove ha interpretato la sordo-cieca Helen Keller. Due anni dopo, è apparsa nella versione cinematografica e ha vinto l'Oscar come miglior attrice non protagonista. Questo l'ha resa un nome familiare. A 16 anni, aveva una sua sitcom in cui interpretava cugini identici.

Per allontanarsi dai Rosses, Duke sposò il 31enne Henry Falk quando aveva 18 anni.

Oltre a tutte queste vicissitudini, soffriva anche di disturbo bipolare non diagnosticato. Ha continuato a recitare regolarmente e ha vinto tre Emmy Awards oltre a un Oscar.

Le ci volle un po', ma alla fine si calmò. Dopo due matrimoni in sette anni, il suo successivo matrimonio con l'attore John Astin (16 anni più grande di lei) è durato tredici anni, e il suo quarto matrimonio è durato oltre 30 anni fino alla sua morte, all'età di 69 anni. Ha anche servito come presidente della giuria Actors Guild per quattro anni.


La lista degli attori che hanno lavorato di più insieme include:

Amy Adams e Christian Bale



Matt Damon e Ben Affleck


Johnny Depp e Helena Bonham Carter




Tina Fey e Amy Poehler




Kevin Hart e Dwayne "The Rock" Johnson




Scarlett Johansson e Chris Evans




Jack Lemmon e Walter Matthau




Jerry Lewis e Dean Martin




Myrna Loy e William Powell




Melissa McCarthy e Ben Falcone




Ginger Rogers e Fred Astaire




Elizabeth Taylor e Richard Burton




Marlon e Shawn Wayans




Kristen Wiig e Bill Hader




Shailene Woodley e Ansel Elgort



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L'electronic dance music (conosciuta anche come EDM, musica dance, club music, o semplicemente dance), è una vasta gamma di generi musicali elettronici a percussione creati soprattutto per discoteche, rave e festival. L'EDM è generalmente creata per essere riprodotta dai disc jockey (DJ) che creano una selezione di tracce senza soluzione di continuità, chiamata mix, che si susseguono senza interruzione da una registrazione ad un'altra. I produttori EDM eseguono anche la loro musica dal vivo in un contesto di un concerto o di un festival, in ciò che qualche volta viene chiamato un live PA. Nel Regno Unito e in Europa continentale, l'EDM è più comunemente chiamata "musica dance" o semplicemente "dance".
Alla fine degli anni ottanta e all'inizio degli anni novanta, in seguito all' emergere della musica rave, delle radio pirata e un aumento di interesse per la cultura club, l'EDM acquisì popolarità mainstream in Europa. Durante la metà e la fine degli anni novanta, nonostante il successo iniziale di un certo numero di gruppi negli Stati Uniti, l'accettazione della cultura dance non era universale, e i media mainstream rimasero ostili alla musica. In questo periodo, un'associazione percepita fra l'EDM e la cultura della droga portò i governi statali e cittadini a promulgare leggi e politiche volte a fermare la diffusione della cultura rave.
Nei primi anni 2010 la parola "Electronic dance music" ed il suo acronimo EDM venivano spinti dall'industria musicale statunitense e dal giornalismo musicale nel tentativo di re-brand della cultura rave statunitense.[4] Nonostante il tentativo dell'industria di creare uno specifico marchio EDM, l'acronimo rimane in uso come un termine ombrello per molteplici generi dance, come house, techno, trance, drum and bass, dubstep e i loro rispettivi sottogeneri.

Terminologia

Il termine "electronic dance music" (EDM) è stato utilizzato negli Stati Uniti fin dal 1985, anche se il termine "dance music" non prese piede come termine generico fino alla fine degli anni novanta, quando l'industria musicale degli Stati Uniti creò le classifiche musicali per la dance (la rivista Billboard ha mantenuto continuativamente una classifica "dance" dal 1974 fino ai nostri giorni.). Nel giugno del 1995 la Nervous Records ed il Project X Magazine ospitarono la prima cerimonia di premiazione, chiamandola "Electronic Dance Music Awards".
Scrivendo sul The Guardian, il giornalista Simon Reynolds ha notato che l'adozione da parte dell'industria musicale statunitense del termine EDM alla fine degli anni 2000 fu un tentativo di re-brand della "cultura rave" statunitense e differenziarla dalla precedente scena rave degli anni novanta. Nel Regno Unito e nell'Europa continentale invece "dance" o "dance music" sono i termini più comuni per l'EDM.
Ciò che viene ampiamente percepita come "club music" è cambiata nel corso del tempo; ora comprende generi differenti e non sempre abbraccia l'EDM. Allo stesso modo, "electronic dance music" può significare cose diverse per persone diverse. Sia la "club music" che l'EDM sembrano vaghe, ma i termini sono a volte usati per riferirsi a generi distinti e non collegati (la club music è definita da ciò che è popolare, mentre l'EDM si distingue per gli attributi musicali).

Storia

I primi esempi di electronic dance music comprendono la musica disco di Giorgio Moroder e la musica elettronica dei Kraftwerk e dei Yellow Magic Orchestra alla fine degli anni settanta.

Disco

All'inizio degli anni ottanta, la popolarità della musica disco diminuì bruscamente negli Stati Uniti, abbandonata dalle maggiori etichette discografiche statunitensi e dai produttori. La disco europea continuò ad evolversi all'interno del vasto panorama della musica pop mainstream. Gruppi musicali europei come Silver Convention, Love & Kisses, Munich Machine, e gruppi musicali statunitensi come Donna Summer e i Village People furono gruppi che definirono la musica euro disco della fine degli anni settanta. Nel 1977, Giorgio Moroder e Pete Bellotte hanno prodotto "I Feel Love" per Donna Summer. Divenne la prima hit disco famosa per avere una base musicale completamente sintetizzata. Altri produttori disco, tra cui il famoso produttore statunitense Tom Moulton, presero idee e tecniche dalla musica dub (che venne con l'aumento dell'immigrazione giamaicana a New York negli anni settanta) per fornire alternative allo stile four on the floor che dominò.

Post-disco

Durante l'era post-disco che seguì la reazione violenta contro la "disco" che iniziò alla metà del 1979 fino alla fine del 1979, che negli Stati Uniti portò a disordini civili e ad una rivolta a Chicago conosciuta come Disco Demolition Night, un movimento underground della disco "ridotta all'osso", che ispirò musica con "suoni radicalmente diversi", cominciò ad emergere nella East Coast. Questo nuovo scenario fu visto soprattutto nell'area metropolitana di New York e fu condotto inizialmente dagli artisti urban contemporary che stavano rispondendo all'eccessiva commercializzazione e al successivo declino della cultura disco. Il suono che emerse originò da P-Funk, la parte elettronica della disco, la musica dub, ed altri generi. Gran parte della musica prodotta in questo periodo fu, come la disco, per il mercato dei vinili. A questo punto, il controllo creativo cominciò a spostarsi verso case discografiche indipendenti, produttori meno affermati e i dj dei club. Altri stili dance che cominciarono a diventare popolari durante l'era post-disco comprendono la dance-pop, boogie, electro, italo disco, house e techno.

Electro

Nei primi anni ottanta, l'electro emerse come una fusione del funk e del boogie di New York. Chiamato anche electro-boogie, ma in seguito abbreviato in electro, i pionieri citati sono i Zapp, i D Train e i Sinnamon. L'hip hop e il rap iniziali, combinati con influenze musicali electropop tedesche e giapponesi come i Kraftwerk e i Yellow Magic Orchestra (YMO) ispirarono la nascita dell'electro. Mentre il suono elettronico si sviluppò, strumenti come il basso elettrico e le batterie vennero rimpiazzati dai sintetizzatori e più in particolare dalle iconiche drum machines, in particolare la Roland TR-808. I primi impieghi della TR-808 comprendono diversi brani dei Yellow Magic Orchestra nel 1980-1981, la canzone del 1982 "Planet Rock" di Afrika Bambaataa, e la canzone del 1982 "Sexual Healing" di Marvin Gaye. Nel 1982 il produttore Arthur Baker, insieme ad Afrikaa Bambaataa, pubblicarono la seminale "Planet Rock", che fu influenzata dai Yellow Magic Orchestra utilizzando campioni dei Kraftwerk e le percussioni dei tamburi forniti dalla TR-808. Planet Rock fu seguito nello stesso anno da un altro disco innovativo, Nunk dei Warp 9. Nel 1983 Hashim creò un suono electro funk che influenzò Herbie Hancock, con conseguente suo singolo "Rockit". I primi anni ottanta furono il picco della popolarità mainstream dell'electro.

Musica house

Nei primi anni ottanta, i dj dei The Hot Mix 5 della radio di Chicago, e i dj dei club Ron Hardy e Frankie Knuckles suonarono vari stili di musica dance, tra cui vecchie registrazioni disco (per lo più disco di Philadelphia e tracce della Salsoul), tracce electro-funk di artisti come Afrikaa Bambaataa, più recenti registrazioni italo disco, musica hip hop B-Boy di Man Parrish, Jellybean Benitez, Arthur Baker, e John Robie, e musica electropop di Kraftwerk e dei Yellow Magic Orchestra. Alcuni crearono e suonarono le loro canzoni preferite modificate su nastro da bobina a bobina, e a volte inclusero nel mix effetti sonori, drum machines ed altra strumentazione elettronica ritmica. La canzone dance elettronica ipnotica "On and On", prodotta nel 1984 dal DJ di Chicago Jesse Saunders e co-scritta da Vince Lawrence, aveva elementi che divennero fondamentali nel suono iniziale house, tra cui il basso del sintetizzatore Roland TB-303 e voci minimali, così come una drum machine Roland (nello specifico la TR-808), e un sintetizzatore Korg (nello specifico la Poly-61). Utilizzò anche la linea di basso della registrazione disco dei Player One "Space Invaders" (1979).
"On and On" è a volte citata come la "prima registrazione house", anche se altri esempi di quel periodo, come "Music is the Key (1985) di J.M. Silk sono stati citati. La musica house si diffuse rapidamente in altre città degli Stati Uniti, come Detroit, New York e Newark - ognuna delle quali sviluppò le proprie scene regionali. Dalla metà alla fine degli anni ottanta, la musica house divenne popolare in Europa, così come nelle principali città del sud America e in Australia. L'house di Chicago conobbe un certo successo in Europa con pubblicazioni come "House Nation" dei House Master Boyz and the Rude Boy of House (1987). A seguito di questo, un numero di pubblicazioni house come "Pump Up the Volume" dei MARRS (1987), "Theme from S'Express" dei S'Express (1988) e "Doctorin' the House" dei Coldcut (1988) entrarono nelle classifiche pop.
Tuttavia, la musica house stava fiorendo nella piccola isola delle Baleari di Ibiza, in Spagna. Il suono delle Baleari fu lo spirito della musica emergente dall'isola nella metà degli anni ottanta; la combinazione di vecchie registrazioni in vinile rock, pop, reggae e disco abbinata ad un atteggiamento del tipo "tutto va bene" rese Ibiza un centro di sperimentazione musicale indotta dai farmaci. Il vero cuore pulsante di Ibiza fu una fattoria trasformata in un club chiamato Amnesia. Qui emerse la cultura musicale house. Il proprietario Antonio Eschotado desiderava creare un luogo dove la gente potesse divertirsi sino a dopo il sorgere del sole. E lo ha fatto, ma è stato uno sforzo congiunto. Un creatore del suono balearico, il DJ Alfredo, fu il precursore della musica house. Fu il resident DJ ad Amnesia che introdusse il suono di Ibiza. Presto Amnesia divenne la festa house più calda d'Europa dalla metà alla fine degli anni ottanta attraendo persone da tutto il continente. Oltre a catalizzare la crescita di Ibiza e la diffusione della musica house, fu anche il precursore delle industrie del turismo e del capitale nel mercato dell'EDM.

Acid house, techno, rave

Nella metà degli anni ottanta la musica house prosperò nella piccola isola delle Baleari di Ibiza, in Spagna. Il suono delle Baleari fu lo spirito della musica emergente dall'isola nella metà degli anni ottanta; la combinazione di vecchie registrazioni in vinile rock, pop, reggae e disco abbinata ad un atteggiamento del tipo "tutto va bene" rese Ibiza un centro di sperimentazione musicale indotta dai farmaci. La scena fu incentrata attorno ad un club chiamato Amnesia, dove il suo resident DJ, Alfredo Fiorito, fu il pioniere della balearic house. Amnesia divenne noto in tutta Europa e dalla metà alla fine degli anni ottanta attrasse persone da tutto il continente.
Nel 1988, la musica house divenne la forma più popolare di musica da club in Europa, con l'acid house in via di sviluppo come un trend rilevante nel Regno Unito e in Germania nello stesso anno. Nel Regno Unito una consolidata sottocultura della festa nel capannone, centrata nella scena del sound system britannico afro-caribico, alimentò gli after-party clandestini che hanno caratterizzato esclusivamente la musica dance. Sempre nel 1988, l'atmosfera festaiola balearica associata a DJ Alfredo di Ibiza fu trasportata a Londra, mentre Danny Rampling e Paul Oakenfold aprirono rispettivamente i club Shoom e Spectrum. Entrambi i posti divennero sinonimi di acid house, e fu in questo periodo che l'MDMA acquisì rilievo come una droga da festa. Altri importanti club del Regno Unito furono Back to Basics a Leeds, Leadmill e Music Factory a Sheffield, e The Haçienda a Manchester, dove Mike Pickering e il posto di Graeme Park, Nude, fu un importante banco di prova per la musica dance underground statunitense. Il successo dell'house e dell'acid house aprì la strada alla Detroit techno, uno stile che fu inizialmente sostenuto da una manciata di club di musica house a Chicago, New York e in Inghilterra del Nord, con i club di Detroit che recuperarono in seguito. Il termine Techno entrò prima in uso dopo la pubblicazione di una compilation della 10 Records/Virgin Records dal titolo Techno: The Dance Sound of Detroit nel 1988.
Una delle prime produzioni di Detroit che ricevette un'ampia attenzione fu "Strings of Life" di Derrick May (1987), che, insieme alla precedente pubblicazione di May, "Nude Photo" (1987), contribuirono ad innalzare il profilo della techno in Europa, soprattutto nel Regno Unito e in Germania, durante il boom della musica house nel 1987-88 (Second Summer of Love). Divenne il brano più conosciuto di May, che secondo Frankie Knuckles, "esplose. Era come qualcosa che non potete immaginare, il genere di potenza e l'energia che le persone ebbero da quella registrazione quando fu sentita. Mike Dunn dice che non ha nessuna idea di come le persone possono accettare una registrazione che non ha una linea di basso." Secondo il DJ britannico Mark Moore, "Strings of Life" portò i frequentatori dei club di Londra ad accettare l'house: "perché la maggior parte delle persone odiava la musica house ed era tutto groove rari e hip hop... suonerei 'Strings of Life' al Mudd Club e svuoterei la pista.". Alla fine degli anni ottanta s'intensificò l'interesse per l'house, l'acid house e la techno nella scena dei club, e dei frequentatori dei club alimentati dal MDMA, che affrontavano nel Regno Unito un orario di chiusura delle 2:00 di notte, cominciavano a cercare dei rifugi after-hours nelle feste nei capannoni che continuavano per tutta la notte. Nel giro di un anno, nell'estate del 1989, fino a 10.000 persone alla volta frequentavano le feste underground commercialmente organizzate chiamate rave.

Breakbeat hardcore, jungle, drum & bass

Nei primi anni novanta si sviluppò uno stile all'interno della scena rave che aveva un'identità distinta dalla house statunitense e dalla techno. Questa musica, proprio come l'hip hop prima, unì battiti sincopati campionati o battiti interrotti, altri campioni provenienti da una vasta gamma di diversi generi musicali e, occasionalmente, campioni di musica, dialoghi ed effetti da film e programmi televisivi. Rispetto ai precedenti stili di musica dance, come l'house e la techno, chiamati "musica rave", tendeva a sottolineare i bassi e utilizzare tempi più veloci, o beats per minute (BPM). Questo sottogenere fu conosciuto come "hardcore" rave, ma già a partire dal 1991, alcuni brani musicali composti da queste battute interrotte veloci, con linee di basso pesanti e campioni di vecchia musica giamaicana, furono denominati "jungle techno", un genere influenzato da Jack Smooth e Basement Records, e in seguito semplicemente "jungle", che fu riconosciuto come un genere musicale separato nei rave e nelle radio pirata in Gran Bretagna. E' importante notare, quando si parla della storia del drum and bass, che prima del jungle, la musica rave stava diventando più veloce e più sperimentale.
Nel 1994, il jungle cominciò a guadagnare popolarità mainstream, e i fan della musica (spesso chiamati junglisti) divennero una parte più riconoscibile della sottocultura giovanile. Il genere si sviluppò ulteriormente, integrando e fondendo elementi da una vasta gamma di generi musicali esistenti, tra cui il suono raggamuffin, dancehall, canti MC, linee di basso dub, e percussioni breakbeat pesantemente modificate e sempre più complesse. Nonostante l'affiliazione con la scena rave alimentata dall'ecstasy, il jungle ereditò anche alcune associazioni con la violenza e le attività criminali, sia dalla cultura della gang che aveva interessato la scena hip hop nel Regno Unito, sia come conseguenza del suono del jungle che fu spesso aggressivo e minaccioso con i temi della violenza (solitamente riflessa nella scelta dei campioni). Tuttavia, ciò si sviluppò di pari passo con la reputazione spesso positiva della musica come parte della più ampia scena rave e della cultura musicale giamaicana basata sul ballo prevalente a Londra. Nel 1995, sia come reazione a, o indipendentemente da questo scisma culturale, alcuni produttori jungle cominciarono ad allontanarsi dallo stile influenzato dal reggae e crearono quello che sarebbe diventato collettivamente etichettato, per comodità, come drum and bass.

Divulgazione negli Stati Uniti

Inizialmente, l'electronic dance music fu associata ai rave europei e alla cultura dei club. Raggiunse un'esposizione popolare limitata negli Stati Uniti, ma dalla metà alla fine degli anni novanta ci furono in corso degli sforzi per commercializzare una gamma di generi dance utilizzando l'etichetta "electronica". A quel tempo, un'ondata di gruppi di musica elettronica dal Regno Unito, fra cui i The Prodigy, i The Chemical Brothers, i Fatboy Slim e gli Underworld, furono prematuramente associati ad una "rivoluzione electronica statunitense". Ma invece di trovare il successo mainstream, molti gruppi EDM consolidati furono relegati ai margini dell'industria musicale statunitense. Nel 1998 Ray of Light di Madonna portò l'electronica all'attenzione degli ascoltatori di musica popolare. Nonostante l'interesse dei media nell'electronica alla fine degli anni novanta, i produttori statunitensi dell'house e della techno continuarono a recarsi all'estero per stabilire la loro carriera come DJ e produttori. Altri nuovi nomi cominciarono a guadagnare importanza alla fine del secolo scorso, come il produttore olandese Tiësto, che ricevette l'attenzione di tutto il mondo per aver fornito una colonna sonora all'ingresso degli atleti durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi estive del 2004 - che il quotidiano The Guardian ritenne uno dei 50 eventi più importanti nella musica dance. Nella prima decade degli anni 2000 la musica EDM ha ritrovato grande popolarità grazie a Lady Gaga, i Daft Punk e i Black Eyed Pease.

 



E' più facile fare soldi NON pubblicando libri. Allora, ti spiego come funziona la faccenda qui in Italia. Le grandi case editrici se ne infischiano altamente degli scrittori emergenti, a meno che tu non abbia ucciso qualcuno. Allora ti pubblicano, anche se hai scritto la lista della spesa. Vedi Renato Curcio (Brigate Rosse), Pietro Maso (ha ucciso i genitori per godersi i loro soldi), Amanda Knox e pure Rudy Guedé (omicidio Merdith Kecher) giusto per fare degli esempi.

Altrimenti pubblicano e ripubblicano ciclicamente i "grandi" e le loro opere immortali, che ne so, "Guerra e Pace", "Siddharta", "I Miserabili" e via dicendo.

Se non hai ucciso nessuno e non sei Montanelli, allora ci sono gli editori a pagamento, gli editori gratis, il self-publishing, e Amazon.

Editori a pagamento: ogni sei mesi cacciano fuori un bando in cui dicono che se gli mandi il tuo inedito lo valuteranno attentamente. Naturalmente, si guardano bene dal dirti subito che siano editori a pagamento. Secondo me si guardano bene anche dal leggere quello che gli hai mandato, qualunque cosa sia. Dopo qualche settimana ti mandano una mail dove ti dicono che sei bravissimo, il libro è bellissimo e sarà il nuovo best seller. (Lo dicono a tutti, anche al gatto, non c'è problema) Se gli cacci dai 600 ai 3600 euro, te lo pubblicano. (se mi contattate in privato vi faccio anche i nomi, ormai ne ho una collezione intera) Ovvio che quei soldi li riavrai con le vendite e i loro bravi ricavi. Solo che:

Quei soldi glieli devi dare perché per contratto sei OBBLIGATO a comprarti un centinaio di copie del tuo libro, che ovviamente dovrai vendere per i fatti tuoi se vuoi che quei quattrini tornino indietro.

Tutto quello che vorrai fare, sarà un costo aggiuntivo: editing, copertina, booktrailer, segnalibri, locandine e qualsiasi altra cosa gli salti in mente di proporti.

Qualcuno di questi, una volta avuto il manoscritto NON si farà più vedere né sentire. Lo troverai pubblicato, ma non riuscirai più a contattarli in nessun modo se non tramite un legale (ma con quello che costano gli avvocati, non conviene).

Alcuni ti pagheranno solo dopo aver venduto almeno 500 copie (e come fai a sapere quante ne vendi? Mica conosci i tuoi lettori uno per uno, nome e cognome!). Chissà perché, le copie vendute sono sempre 499.

E quanto ti pagano?

Qualcuno ti darà - tieniti forte - CINQUE CENTESIMI a copia venduta.

Qualcuno ti pagherà in copie del tuo libro che potrai rivendere per conto tuo, ma fai conto che su un volume, mettiamo da 20 euro, a te ne spettano 2, quindi devi venderne 10 per avere una copia gratis. (gratis per modo di dire).

Qualcuno ti darà DUE euro a copia, e questi già si svenano.

In compenso NON ti faranno alcun genere di pubblicità.

Il tuo libro NON sarà in vendita nelle librerie fisiche. Se sai che esiste, allora lo puoi ordinare e te lo faranno avere, ma solo se gliene vengono ordinate un certo numero di copie, perché mica possono stamparli uno alla volta, eh?

Sarà in vendita nei portali di libri on line, ma anche lì non è detto che il cartaceo sia disponibile. Possono comprare la versione digitale, ma anche in quel caso, come fai a sapere quanti ne venderanno mai?

Editori NON a pagamento: Noi siamo bravi e non chiediamo niente, non siamo mica come "Quelli là"! MA… sei vincolato con loro per cinque anni, in cui non devi MAI rimanere senza copie del tuo libro. Perché loro non muoveranno un dito: SEI TU che devi sbatterti per farti pubblicità e vendere ad amici, parenti, colleghi, eccetera. Naturalmente, tu le tue copie LE PAGHI A PREZZO PIENO, ma in compenso (come sono generosi!) potrai trattenere la tua spettanza, fai conto sempre un due euro su venti. VINCOLATO A QUESTO PER CINQUE ANNI.

Self-publishing: I costi calano, ma sono sempre assurdi, diciamo intorno ai 300 euro, perché sono in cambio di nulla. L'editing te lo fai tu (a meno che non lo paghi come servizio aggiuntivo se non sei capace). La copertina te la fai tu - idem come sopra. La pubblicità te la fai tu. Se qualcuno sapesse che il libro esiste, potrebbe anche comprarlo, ma solo sui portali on line. Librerie fisiche, mai, neanche questi.

Amazon: Fai tutto tu, ma almeno non ti chiedono niente. Gli dai il numero del conto su cui accreditare le vendite e basta. Per sapere se poi vendi davvero o no, c'è sempre il Mago di Arcella.

Quindi, se pensi di fare i soldi pubblicando un libro, che sia in italiano, inglese o aramaico antico, cambia mestiere. Se vuoi fare i soldi, ti apri una casa editrice, o ti occupi di editing (dai duecento euro in su per valutare un manoscritto), di grafica per le copertine, o di video per i booktrailer (costano dai 500 in su) e varie altre.

A chi scrive, due dita negli occhi.

Capito?

Oh, dimenticavo! Un mio amico è un famoso comico, l'avrete visto tutti in televisione.

Per farla breve

Un giorno, al temine di un suo spettacolo, gli si avvicina un tizio di una GRANDE casa editrice. "Che bello spettacolo, signor XXX! Che ne direbbe di farne un libro? Guardi, le stacco già un assegno di mille euro, ce lo faccia avere al più presto!"

Tutto gasato ed euforico scrive bene bene tutto quanto e glielo manda. Lo editano, gli fanno copertina e tutto quanto, dopodiché non si fanno più vivi per un pezzo. Dopo un annetto circa, lo chiamano e gli dicono: "Sa, ogni grande editore deve avere nel suo catalogo DEI LIBRI IN PERDITA, per pagare meno tasse, e il suo è tra questi. Quindi, non ne è stata venduta una sola copia. In compenso, ne abbiamo 500 copie in carta, stampate. Se volesse, potrebbe comprarle lei e rivenderle in privato. Se non le vuole comprare, le mandiamo al macero.

Beh, lui è un comico, non è difficile portarsene dietro delle copie e rivenderle tra il pubblico a fine show. Ma alla fine è solo rientrato nelle spese, perché i 1000 euro che gli hanno dato all'inizio, non solo li ha spesi per ricomprarsi le 500 copie ma ce ne ha messi sopra altri.

Bellino, il giochetto?


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Imparare a Produrre


Impara a suonare uno strumento.
Non c'è bisogno di essere un virtuoso per essere un produttore di musica, ma allenare l'orecchio e imparare la teoria della musica sarà un enorme vantaggio per la tua carriera. Dovresti anche provare a comporre dei tuoi brani, padroneggiare il tempo e magari persino imparare a suonare leggendo uno spartito; capire la musica in prima persona ti preparerà molto bene a sentirne il potenziale. Considera questi semplici strumenti:
    • Pianoforte o tastiera. Si tratta probabilmente dello strumento più versatile per un produttore e potrà aiutarti molto. Se vuoi provare a elaborare un concetto musicale, o vuoi registrare una sezione particolare, un pianoforte è quasi indispensabile, non solo per la melodia stessa, ma anche per la sua flessibilità nelle esibizioni dal vivo!
    • Chitarra. Imparare a suonare la chitarra ti aiuterà a trovare facilmente gli accordi e a conoscere meglio la musica pop e rock.
    • Basso. Sottovalutato ma fondamentale, il basso di aiuterà a guidare la sezione ritmica e a creare una base solida per le tue produzioni.


Impara a padroneggiare la tecnologia.
Per creare e manipolare la musica, dovrai imparare a usare il mixer e più programmi di editing possibili. Se non hai già delle nozioni di produzione audio, un buon programma con cui iniziare è Cubase.
    • I programmi sequencer come Cakewalk Sonar, Reason e Pro Tools aiutano i produttori musicali ad arrangiare e migliorare la musica che registrano. I produttori hip-hop e dance possono usare FL Studio, che può essere usato anche per il pop.
    • Se stai pensando di produrre musica hip-hop, considera se investire in un sampler. I modelli MPC60, SP1200, e S950 sono tutti molto usati dai produttori dell'"età d'oro" dell'hip-hop come Pete Rock e DJ Premier.

Impara le basi del mixaggio.
Impara cosa significa mixare una traccia: come miscelare i suoni diversi insieme in un unico brano fluido.
    • Impara la differenza tra "in the box" e "out of the box". In the box significa mixare usando solamente un programma per computer; out of the box significa mixare con un mixer e altre attrezzature non computerizzate per ottenere il suono che desideri.
    • Impara la differenza tra stereo e mono. Stereo indica due tracce diverse nella stessa canzone, una per l'orecchio sinistro e l'altra per il destro; mono indica una sola traccia per la canzone.
    • Impara cosa mettere al centro del tuo mix. Il basso e la voce solitamente devono trovarsi al centro del mix - non da una parte. Altri strumenti ed elementi di produzione possono invece essere spostati leggermente a destra o a sinistra per creare un suono più pieno.

Diventa uno studente di musica.
Prendi sul serio la tua educazione. I produttori musicali devono realizzare musica, spesso con l'aiuto di altre canzoni. I produttori hip-hop in particolare, il cui lavoro è quello di prendere campionamenti di altre canzoni e rielaborarli in beat diversi, devono essere avidi studenti di musica. Se non sarai uno studente appassionato, ti troverai ad affrontare molte limitazioni.

Pensa a quali suoni si sposano bene.
Il tuo lavoro come produttore musicale è creare musica affascinante, intrigante e che colpisce l'anima. Spesso, questo significa sperimentare come diversi suoni e generi possono interagire.
    • George Martin, l'illustre produttore dei Beatles, ha introdotto quella che noi chiamiamo la "World music" nella tradizione popolare. Martin ha aiutato a inserire il sitar in canzoni pop alla moda. Si è trattato di un vero incontro tra est e ovest.

Crea della musica.
Prova il genere che preferisci: Punk, Ska, Rock, Rap, R&B, Country, Funk, Jazz, e così via. All'inizio, concentrati su un solo stile di musica. Questo ti permetterà di farti un nome in un genere particolare prima di passare eventualmente ad altri stili. Dal momento che richiedono meno strumenti, Hip-Hop, R&B, e Pop sono le scelte più facili per un principiante.
    • Con il tempo, prova a sperimentare altri generi. Più generi saprai affrontare con competenza, più ampi saranno i tuoi orizzonti (e più clienti attirerai). Non farlo troppo presto però. Impara a conoscere alla perfezione un genere prima di passare al seguente.

Riarrangia un vecchio classico.
Prendi una canzone famosa - preferibilmente una con una scarsa produzione - e dalle la tua impronta. Che potenziale ha? Come puoi migliorarla? Qual è la tua visione per trasformare la canzone in qualcosa di totalmente diverso?
    • Produci molte versioni per capire le possibilità a tua disposizione. Prova ad esempio una versione reggae di "The Wall", oppure trasforma un brano jazz semi-sconosciuto in un beat Hip-Hop. Non aver paura di pensare in grande.

Collabora con altri produttori musicali.
Le collaborazioni hanno prodotto alcune delle canzoni più belle. Non aver paura di contattare un produttore che ammiri e di chiedergli se vorrebbe lavorare con te. Le collaborazioni hanno successo perché due produttori possono completarsi a vicenda coprendo con i propri punti di forza le debolezze dell'altro.



L'Attività di Produzione


Inizia a creare contatti di lavoro.
Dì ad amici e familiari che stai producendo musica. Crea dei biglietti da visita. Spargi volantini nel tuo quartiere. Se i tuoi prezzi sono ragionevoli, troverai dei clienti in poco tempo. Offri tariffe basse, orarie o per canzone.
    • Può esserti utile iniziare a lavorare con un amico o un parente. Hai un amico che canta molto bene? Uno zio che ha un talento per la tuba? Produci dei loro brani e tieni degli esempi del tuo lavoro da mostrare ai futuri clienti (Ricorda di separare lavoro e famiglia però).
    • Se non arrivano progetti interessanti, offri i tuoi servizi gratuitamente per costruire una reputazione. Non c'è niente di male a lavorare gratis, a meno che tu non venga sfruttato ingiustamente. Una buona prima impressione su un lavoro gratuito potrebbe farti guadagnare qualcosa se il prodotto finito sarà troppo buono per essere gratis.

Fai tirocinio in una compagnia di produzione.
Certo, c'è da lavorare duramente, ma avrai la possibilità di essere parte di un vero studio di registrazione, e nel frattempo farti degli amici nel campo (e portare a casa un assegno).
    • Inizia dal livello più basso se necessario; l'importante è muovere i primi passi. Più duramente ti impegnerai (e migliore sarà la tua attitudine), più sarà probabile che tu venga notato.
Fatti un'istruzione.
Prendi lezioni serali per acquisire un titolo di studio se necessario. Se la strada del produttore musicale non funzionerà, avrai una base su cui partire.

Sfrutta l'incredibile potere di internet. In passato, era necessario creare molti contatti personali per far sentire la tua musica. Adesso, grazie a un uso intelligente di internet, potrai fare in breve tempo una buona impressione a livello locale e globale, se lo desideri.
    • Metti la tua musica su un sito web del settore, come Bandcamp. Curala nei minimi dettagli; pubblica solo le tue opere migliori e tieni la pagina piena di materiali nuovi e originali per esaltare i fan.
    • Usa i social network per spargere la voce sulla tua musica. Questi siti fanno le fortune di centinaia di artisti che diventano virali, anche se il loro successo è di breve durata. Usa - senza abusarne - i tuoi social network per pubblicare aggiornamenti, promozioni e contenuti gratuiti. I tuoi fan ti ringrazieranno.
Risparmia. Adesso che sai come funziona l'industria musicale, hai un profitto stabile e una buona base di clienti, puoi avviare il tuo studio di registrazione. Se sei ambizioso, potresti anche decidere di traslocare in una città più popolata per diventare un leader del tuo settore.




Consigli

  • MAI pensare si essere troppo buoni per un cliente - o non buono abbastanza. Prendi sul serio OGNI cliente che chiama o che mette piede nel tuo studio.



Avvertenze

  • Agli inizi non guadagnerai abbastanza da viverci, quindi trova un lavoro per far quadrare i conti e produci nel tempo libero.
  • I produttori fanno due cose: musica e sacrifici.


Non solo fiction, l'audio della tv italiana è generalmente poco più che sufficiente. La causa principale è storica, legata al doppiaggio. In Italia fino a pochi decenni fa, film e sceneggiati erano sempre e totalmente doppiati. Perché? Perché il cinema italiano del dopoguerra usava tecnologie vetuste, risalenti al fascismo, residuati bellici. I microfoni potevano anche andare, ma il loro uso era impossibile sul set perché le cineprese erano degli scassoni rumorosi. In più, il viziaccio italico di raccomandare persone non all'altezza del ruolo vedeva nel doppiaggio una soluzione. Attricette dai corpi attraenti ma con vocette fini e non impostate, con il doppiaggio fatto da altre attrici (vere) si potevano tollerare. Poi arrivarono le co-produzioni con l'estero e gli attori stranieri recitavano tranquillamente nella loro lingua madre, tanto poi si doppiava tutto. Tra il 1960 e il 1970 la totalità delle produzioni cinematografiche usava registrare dal vivo solo una colonna guida e i doppiatori iniziarono a diventare star e guadagnare molto bene.


Sala doppiaggio di Cinecittà, 1970


Le nuove generazioni di registi però, che guardavano il cinema americano tutto fatto in presa diretta, vollero adottare le stesse tecniche, ma inizialmente fu un disastro. Sul set tecnici e maestranze parlavano, facevano rumori e non si tenevano a bada. Nel tempo le cose si sono sistemate tanto che Gabriele Salvatores vinse un Oscar per "Mediterraneo", girato usando le voci degli attori registrate sul set. Le cose sono molto migliorate negli anni, ma tanti attori e registi, malgrado usino la presa diretta, hanno ancora un retaggio del passato che gli fa sottovalutare l'importanza di un buon sonoro. Inoltre la presa diretta richiede una certa maestria anche nella post produzione per finalizzarla. Per certi programmi tv neanche ci badano, fanno sistemare tutto direttamente dai montatori video.

Una buona ripresa del sonoro resta comunque inutile se non ci sono valide sorgenti. Gli attori italiani, con le dovute eccezioni, non offrono grandi voci, sia nel controllo del timbro che per dinamica ed espressività. Quelli che hanno studiato vanno decisamente meglio. Infine, parlando di fiction ricordiamoci che sono in genere a low budget


Risultati immagini per Funk


Funk è un termine coniato negli Stati Uniti negli anni cinquanta, per indicare delle caratteristiche ritmiche e sonore presenti in diversi ambiti musicali. Inizialmente il termine fu usato nel jazz per indicare un approccio musicale rude e libero da sofisticazioni, con riff ripetitivi e con un ritmo incalzante. In seguito l'aggettivo funky fu utilizzato sempre più anche in altri ambiti musicali come il soul e il R&B.
Il significato del vocabolo funk (e il suo aggettivo funky) nello slang degli afroamericani indica generalmente un cattivo odore, come l'odore sprigionato dal corpo in stato di eccitazione, e per estensione poteva significare "sexy", "sporco", "attraente" ma anche "autentico", cioè originale e libero da inibizioni.

Storia del genere

Dopo gli album di James Brown, il creatore indiscusso del funk (ispirato dal suo sassofonista Maceo Parker), Papa's Got a Brand New Bag (1965), I Got You (I Feel Good) (1966) e Sex Machine (1970), si cominciò a considerare il funk come un vero e proprio genere musicale. Il termine fece la sua comparsa ufficiale in ambito rock in un brano del 1967 di Dyke and the Blazers (Funky Broadway).
George Clinton è generalmente considerato il principale innovatore del funk. Con i suoi gruppi Parliament e Funkadelic incominciò ad esibirsi negli anni settanta autodefinendosi sacerdoti della religione "della giungla e della strada" nata per liberare gli umani dalle forze negative di un mondo senza funk, inventando il genere P-Funk, che ha assunto il significato di "Parliament - Funkadelic", il funk alla massima potenza, nella sua forma più pura. Artisti legati a George Clinton sono sicuramente due altri grandi padri del P-Funk. Il bassista Bootsy Collins, che ha fatto parte sia della band di James Brown (nella banda The JB's) sia dei Parliament-Funkadelic, e Roger Troutman con i suoi Zapp & Roger, portando alla notorietà mondiale il "talkbox", un modificatore di voce prima utilizzato solo in collegamento a delle chitarre da gruppi rock, di lì in poi invece collegandolo da un lato a un sintetizzatore e dall'altro alla bocca, creando un suono magico.
Negli anni settanta il genere sviluppò i tratti caratteristici che lo contraddistinguono tuttora: linee di basso incalzanti e ripetitive (esemplari quelle del bassista di Sly Stone, Larry Graham, creatore della tecnica slap); riff di chitarra elettrica taglienti e sincopati, nutrite sezioni fiati e ballabilità dei brani, con largo spazio ai brani strumentali e agli assoli. Negli anni settanta e ottanta il funk si mescolò con la disco music con gruppi come Earth, Wind & Fire, Kool & The Gang, Jackson Five o Brand New Heavies. Nel jazz a partire dalla fine degli anni sessanta il termine funky prese ad indicare dapprima alcuni lavori jazz ibridati col funk e il blues (hard bop) ad esempio certi brani di Horace Silver, o Blue Mitchell nonché Lee Morgan e in seguito, più in generale, uno stile influenzato dal funk anni settanta e dal rock, da alcuni definito jazz-funk (Miles Davis, Herbie Hancock, George Duke, George Benson, Stanley Clarke). Nell'uso comune impropriamente i termini jazz rock, fusion e funky sono poi divenuti sinonimi.
Dopo gli anni ottanta l'inafferrabile funk si è mescolato con altri generi e ha ispirato i musicisti più disparati (a titolo di esempio si paragoni Atomic Dog di George Clinton (1982) e What's My Name di Snoop Dogg, e si considerino le influenze musicali di Earth, Wind & Fire su alcuni lavori di Elio e le Storie Tese). Il P-Funk è alla base della nascita del West Coast Rap, artisti come gli N.W.A., DJ Quik, Too $hort e tutti i padri del Gangsta rap si sono infatti ispirati alle sonorità soprattutto di George Clinton e Roger Troutman.
Le influenze funky della musica soul e della musica disco nel jazz hanno portato alla genesi dell'acid jazz, gruppi come Jamiroquai, James Taylor Quartet o Incognito mostrano chiari influssi funk.
In ultimo, il funk unito alle prime sperimentazioni elettroniche degli anni settanta e alla disco music ha contribuito a dar vita al genere house dalle mani di producer come Frankie Knuckles, Larry Levan e altri, genere, diventato il più ballato negli ultimi 30 anni e che ha a sua volta rivoluzionato il mondo della musica, dando il via a molti altri generi oggi classificati sotto il nome electronic dance music (EDM).
Si potrebbe affermare che il funk è nato come aggettivo per definire alcune caratteristiche musicali esistenti, si è evoluto a genere autonomo negli anni settanta e oggi è sostanzialmente tornato alla sua funzione di aggettivo, per caratterizzare alcune specificità di generi come l'acid jazz, l'hip hop, o il funk rock, oppure semplicemente nei nomi di alcuni gruppi musicali (ad esempio Planet Funk).

Funk in Italia

Nel 1976, con il brano Funky Bump e con altre tracce contenute nell'album 1st Round (Atlantic Records), Pino Presti fu tra i primi e più importanti realizzatori in Italia di questo genere.