Il videoclip (conosciuto in Italia
anche come video musicale, filmato musicale) è un breve filmato
scenografato, eventualmente coreografato e prodotto per promuovere
una canzone ed il cantante che la interpreta. Dalle sue origini fino
all'avvento della televisione a colori (in Italia nel 1978) i
videoclip erano chiamati filmati cine-musicali. Il termine cambia in
video-musicali proprio con l'avvento del magnetico che caratterizza
molte emittenti televisive nate agli inizi degli anni ottanta. In
altre parti del mondo, come in Giappone, viene indicato con il nome
di promotional video oppure, come nei paesi anglofoni, viene indicato
con il nome più diffuso di music video.
I videoclip nella loro forma classica e
matura, quella iniziata in Italia alla fine degli anni cinquanta con
i filmati musicali, utilizzano differenti forme stilistiche ed
espressive per commentare visivamente il brano musicale: molti di
essi si compongono della semplice riproduzione filmica del cantante o
del gruppo musicale che eseguono il brano; altri creano mini film con
trama (recitati talvolta dagli stessi componenti del gruppo) oppure
veri e propri cortometraggi non narrativi che si possono avvalere di
sequenze animate o di immagini documentaristiche.
La pratica di abbinamento di immagini
filmate a brani musicali si può far risalire alle origini del cinema
stesso, addirittura prima dell'avvento del sonoro, tanto da essere
definita negli anni in vari modi tra cui canzone illustrata, talkies,
soundies, promo film. Secondo alcuni, il primo video musicale della
storia in forma compiuta risale alla fine degli anni cinquanta ed è
Dáme si do bytu diretto da Ladislav Rychman; secondo altri, il primo
videoclip è invece il filmato musicale italiano del cantante Don
Marino Barreto Jr sulle note di Altagracia realizzato per la
produzione del prototipo del Cinebox, il juke-box con schermo,
presentato alla stampa nel 1958; secondo altri ancora, il primo
videoclip con un valore ufficiale di pubblicazione è contenuto nel
film Viale della canzone del regista Tullio Piacentini che nel 1965
usa i videoclip in sostituzione dell'avanspettacolo o dei caroselli
(forme di intrattenimento che precedevano le proiezioni dei grandi
film) nelle sale cinematografiche italiane di sua gestione.
Indubbiamente il videoclip, così come il termine stesso, diviene
molto popolare a partire dall'inizio degli anni ottanta con la
nascita delle prime televisioni tematiche con palinsesto interamente
musicale.
Nel 1894 gli editori di spartiti musicali Edward B. Marks e Joe Stern incaricarono il tecnico George Thomas e una serie di performer di promuovere le vendite della loro canzone The Little Lost Child. sfruttando le caratteristiche di una lanterna magica, Thomas proiettò una serie di immagini fisse su uno schermo, simultaneamente ad una performance live. Questa pratica diventerà una forma popolare di intrattenimento conosciuta come canzone illustrata, il primo passo verso il moderno video musicale.
1926–1959: Talkies, soundies, e corti animati
Nel 1926, con l'arrivo del cinema
sonoro e dei primi talkies vengono prodotti molti cortometraggi
musicali. I corti Vitaphone (prodotti dalla Warner Bros.) impiegavano
molti musicisti, cantanti e ballerini. Alcuni autori del cinema
d'animazione come per esempio Max Fleischer realizzarono una serie di
corti d'animazione sul modello karaoke (i cosiddetti sing-along
oppure follow the bouncing ball) e che invitavano il pubblico a
cantare canzoni del repertorio popolare seguendo la cosiddetta "palla
che rimbalzava" sul testo della canzone stessa, indicandone
ritmo e metrica. I cartoni animati dei primi anni trenta impiegavano
musicisti popolari e il loro repertorio di successo in veri e propri
frammenti live-action inseriti nello stesso cartoon.
I primi film d'animazione di Walt
Disney, come per esempio Silly Symphonies includevano molte
interpretazioni di brani classici ed erano costruiti intorno alla
musica, come per esempio il più noto Fantasia. I cartoni animati
prodotti dalla Warner Brothers, chiamati tutt'oggi Looney Tunes e
Merrie Melodies erano nati intorno a canzoni specifiche del
repertorio Warner. La cantante Blues Bessie Smith appare in un corto
costituito da due rulli noto come 'St. Louis Blues realizzato nel
1929 e sviluppato intorno ad una performance drammatizzata della
stessa canzone. Molti altri musicisti partecipano in questi anni
all'interno di corti con la stessa struttura.
I Soundies, prodotti e realizzati dal
1940 fino al 1947 erano film musicali di breve durata che spesso
includevano brevissimi numeri di danza molto simili alla forma che
avrebbero assunto alcuni video musicali nel periodo di massima
diffusione, quello degli anni '80. A metà del 1940 il musicista
Louis Jordan partecipò alla realizzazione di una serie di corti per
le canzoni del suo repertorio, alcune delle quali furono montate
insieme per un film di lunga durata noto con il titolo di Lookout
Sister. Secondo lo storico Donald Clarke, questi brevi clip erano gli
antenati del moderno videoclip.
I Film Musicali sono stati importanti
precursori dei video musicali, tanto che molti videoclip tra i più
noti hanno imitato lo stile dei Musical classici Hollywoodiani dal
1930 al 1950. Uno degli esempi più conosciuti è il video di Madonna
del 1985 intitolato Material Girl (diretto da Mary Lambert) ispirato
chiaramente alle coreografie di Jack Cole per il film Gli uomini
preferiscono le bionde. Molti video di Michael Jackson sono
influenzati da note sequenze di danza dei film musicali di Hollywood
inclusi i noti Thriller diretto da John Landis e Bad diretto da
Martin Scorsese, quest'ultimo influenzato dai numeri di lotta danzata
nella versione cinematografica di West Side Story.
Secondo l'Internet Accuracy Project, il
disc jockey J. P. "The Big Bopper" Richardson è stato il
primo ad aver coniato l'espressione video musicale (music video) nel
1959.
1958: il primo clip
musicale
Il più vecchio clip musicale di forma
compiuta conosciuto oggi per alcuni studiosi è Dáme si do bytu
(realizzato nel 1958, diretto da Ladislav Rychman).
1940-1967: Panorama
Soundie, Scopitone e Cinebox: i Video Juke Box
Il Panorama Soundie è il primo vero
Video Juke Box della storia, se si escludono ovviamente gli
esperimenti di William Kennedy Laurie Dickson fatti nei laboratori
Edison alla fine dell'800 (KInetofono). Il Panorama Soundies era
molto popolare negli Stati Uniti intorno al 1940 e caricava pellicole
16mm filmate in bianco e nero; conteneva un vasto repertorio musicale
costituito da una serie di clip filmati della durata di tre minuti,
chiamate Soundies, veri antesignani del moderno Videoclip. Gli
artisti promossi attraverso i Soundies hanno i nomi di Jimmy Dorsey,
Spike Jones, Liberace, Stan Kenton, Gale Storm, Kay Starr, Cyd
Charisse, Les Brown, Doris Day, The Hoosier Hot Shots, Martha Tilton,
Harry "The Hipster" Gibson, Alan Ladd, Gene Krupa, Anita
O'Day, Yvonne De Carlo, Merle Travis, e Lawrence Welk. Nel 1958 il
concetto del Panorama Soundie viene ulteriormente sviluppato con lo
Scopitone che comincerà a caricare in seguito pellicole a colori
16mm. Azionato a moneta, era sviluppato dalla francese Cameca; uno
dei primi filmati Scopitone è Le poinçonneur des Lilas di Serge
Gainsbourg filmato nel 1958 presso la stazione della metropolitana di
Parigi di Porte des Lilas.
Sul versante italiano, come ha
dimostrato con le sue ricerche[10] Michele Bovi, i primi filmati
musicali "a colori" che usano le immagini per accompagnare
una canzone sono realizzati in Italia, a partire dal 1959, quindi un
anno dopo rispetto al film promozionale di Serge Gainsbourg. In
quell'anno infatti si sperimenta un juke-box ad immagini: il Cinebox,
brevettato come "fonografo visivo" dall'inventore Pietro
Granelli e realizzato dalla Ottico Meccanica Italiana diretta da
Paolo Emilio Nistri, versione perfezionata dei Panorama Soundies e
degli Scopitone. Per quanto riguarda invece le prime pellicole
dell'Italiano Cinebox, queste sono girate dai registi RAI Vito
Molinari, Beppe Recchia ed Enzo Trapani, sono interpretate da Peppino
Di Capri, Domenico Modugno, Johnny Dorelli, Renato Rascel, Giorgio
Gaber, i Brutos, Gino Paoli, Edoardo Vianello, Equipe 84 e altri. Nel
1963 il Cinebox viene esportato sul mercato americano col nome di
Colorama coinvolgendo star come Paul Anka e Neil Sedaka, ma in breve
tempo l'esperimento è abbandonato.
Ma i precursori del videoclip
contemporaneo sono appunto i soundies (cortometraggi abbinati a brani
musicali trasmessi da un rudimentale videojuke-box detto panorama
soundie a partire dagli anni 40 negli Stati Uniti), gli scopitone
(corrispettivi francesi dei soundies girati in technicolor e
sperimentati a partire dal 1958) e le performance che sopperivano
all'assenza delle band in studio in alcuni celebri show televisivi
degli anni sessanta come Ready Steady Go! (trasmesso dalla BBC) o
l'Ed Sullivan Show.
Il primo vero successo del videoclip
Italiano avviene nel 1965 con la proiezione nelle sale
cinematografiche dei tre film del regista e produttore Tullio
Piacentini: 008 Operazione ritmo, Viale della canzone e Questi pazzi,
pazzi italiani. Questi film a colori, realizzati in funzione ad un
accordo avvenuto agli inizi degli anni '60 tra il produttore stesso e
la RCA che prevedeva la realizzazione di almeno 200 'filmati
musicali', contenevano una raccolta di decine di videoclip
(interpretati dagli esordienti Gianni Morandi, Peppino di Capri,
Luigi Tenco, Gigliola Cinquetti, Jimmy Fontana, Bobby Solo, Fred
Bongusto, ecc.) ed erano intervallati da barzellette animate. Poi,
quando la televisione iniziò ad avere un seguito maggiore di
spettatori, il regista Tullio Piacentini produce anche il primo
programma televisivo di lancio dei videoclip e dei relativi cantanti:
era il 1967 ed era intitolato Passeggiando per Subiaco. Sempre
secondo una considerazione di Michele Bovi, solo per il fatto di aver
creato la commercializzazione cinematografica prima e televisiva poi
di questi filmati musicali, Tullio Piacentini è da considerarsi
l'inventore del videoclip. Ma da un punto di vista del linguaggio, la
trasmissione italiana che più di tutte e per prima ha raccontato
l'arte dei videoclip come forma espressiva tout court è Mister
Fantasy, messa in onda su Rai Uno per ben quattro edizioni dal maggio
1981 al luglio 1984; era un rotocalco televisivo dedicato alla musica
rock, e alla forma del videoclip per come la conoscevamo poco prima
del lancio di MTV. La trasmissione era ideata da Paolo Giaccio e
condotta da Carlo Massarini con alcune incursioni di Mario Luzzatto
Fegiz.
1960–1973: I promo
clip
Alla fine del 1950 viene inventato in
Francia lo Scopitone, un video Jukebox destinato alla diffusione di
filmati con artisti francesi come per esempio Serge Gainsbourg,
Françoise Hardy, Jacques Brel, e Jacques Dutronc. Nel 1961 per lo
show canadese Singalong Jubilee, Manny Pittson cominciò a
pre-registrare l'audio musicale e a filmare in svariate location i
musicisti mentre cantavano in lip-synching (playback) in modo da
montare audio e video come dei veri e propri videoclip. Molti numeri
musicali venivano registrati sul palco o in studio. Nel 1964, Kenneth
Anger nel suo film sperimentale noto come Scorpio Rising utilizzava
canzoni popolari al posto del dialogo.
Altre forme vicine al videoclip
contemporaneo vengono realizzate da registi di fama dalla fine degli
anni sessanta: The Beatles per fronteggiare la continua richiesta
delle loro apparizioni in giro per il mondo per promuovere i nuovi
singoli, realizzarono dei video, col tempo sempre più particolari e
fantasiosi, che venivano trasmessi dalle Tv o dai programmi
televisivi, una sorta di proto-MTV ante litteram, idea seguita anche
da Bob Dylan con il video di Subterranean Homesick Blues girato dal
documentarista D. A. Pennebaker e inserito in apertura del film del
1967 Dont Look Back, che si avvale della presenza del poeta Allen
Ginsberg come "figurante speciale".
In particolare, i Beatles nel 1964
interpretano il loro primo film A Hard Day's Night, diretto da
Richard Lester. Filmato in bianco e nero e presentato come un mock
documentary, è interrotto da numeri comici e di dialogo con
un'attitudine prettamente musicale. Queste sequenze forniranno la
base strutturale sulla quale saranno ideati molti videoclip negli
anni a venire. Questi numeri sono stati anche il modello per la serie
televisiva dei The Monkees (1966–1968) che era costituita in modo
molto simile al film dei Beatles da segmenti visivi ideati per
accompagnare varie canzoni dei The Monkees.
Il secondo film dei Beatles intitolato
Help! (1965) fu filmato a colori a Londra e in location
internazionali. La canzone che dà il titolo al film è filmata in
bianco e nero ed è probabilmente l'archetipo completo delle moderne
performance che si possono vedere nei video musicali, per l'impiego
di un linguaggio più complesso come quello del montaggio alternato
in funzione ritmica, in contrasto a piani più lunghi e primi piani e
soprattutto per angolature non convenzionali della macchina da presa.
Per esempio i 50 secondi in cui la mano sinistra di George Harrison e
il manico della chitarra si vedono chiaramente a fuoco mentre sullo
sfondo l'immagine di John Lennon che canta è completamente fuori
fuoco.
Nel 1965 i Beatles cominciano a
realizzare clip promozionali per la distribuzione e la trasmissione
in altri paesi per promuovere i propri lavori senza per forza dover
fare delle apparizioni live. Quando smetteranno di fare concerti alla
fine del 1966, i loro filmati promozionali diventeranno ancora più
ricchi e complessi. Nel maggio del 1966 gireranno due set di clip
promozionali a colori per il loro singolo del momento Rain/Paperback
Writer diretti da Michael Lindsay-Hogg, lo stesso autore del The
Rolling Stones Rock and Roll Circus e dell'ultimo lungometraggio dei
Beatles ovvero Let It Be. Altri clip promozionali a colori erano
quelle di Strawberry Fields Forever e Penny Lane, realizzate
all'inizio del 1967 e dirette da Peter Goldman[16] operazione che
porta il formato del film promozionale dedicato alla musica ad un
nuovo livello di realizzazione. Qui vengono infatti utilizzate
tecniche tipiche del cinema d'avanguardia, tra cui slow motion e
reverse recording angolature non convenzionali, filtri colore
aggiunti in post-produzione. Alla fine del 1967 il gruppo realizzò
un progetto televisivo di un'ora noto come Magical Mystery Tour;
trasmesso dalla BBC nel 1967.
Il clip in bianco e nero di Bob Dylan
intitolata Subterranean Homesick Blues e girata da D. A. Pennebaker
era originariamente inclusa nel documentario intitolato Dont Look
Back. Senza narrazione e performance, mostra Dylan in un vicolo
urbano mentre sfoglia in sequenza una serie di cartelli di grandi
dimensioni che mostrano alcune parole dal testo della canzone. Molti
altri inserti filmati a scopo promozionale e realizzati per
sostituire le apparizioni televisive live delle band furono
realizzati da artisti inglesi come per i esempio i Pink Floyd con i
clip di San Francisco: Film, diretta da Anthony Stern, Scarecrow,
Arnold Layne e Interstellar Overdrive, l'ultima diretta da Peter
Whitehead, lo stesso che aveva girato numerosi clip pionieristici per
i Rolling Stones tra il 1966 e il 1968. Sempre in Inghilterra The
Kinks realizzano il loro primo promo clip narrativo per una canzone,
il singolo è Dead End Street (1966) una sorta di piccolo film comico
in miniatura, considerato dalla BBC di poco conto, quindi mai
trasmesso. The Who appaiono in numerosi clip in questi anni, a
cominciare dal 1965 con I Can't Explain mentre in Happy Jack (1966)
si vede la band interpretare un manipolo di ladri. Il promo film
intitolato Call Me Lightning (1968) racconta la storia di come il
batterista Keith Moon entra a far parte della band: gli altri tre
membri della band consumano tea in quello che sembra un hangar
abbandonato, quando improvvisamente Keith Moon balza fuori da una
scatola in una scena dai chiari riferimenti Slapstick.
I Rolling Stones appaiono in molti clip
promozionali dei tardi anni '60. Nel 1966 Peter Whitehead dirige due
promo clip per il loro singolo Have You Seen Your Mother, Baby,
Standing In The Shadow?. Nel 1967 sempre Whitehead dirige un clip
narrativo per il singolo We Love You, trasmesso nell'agosto dello
stesso anno 1967. Il clip è diviso tra immagini da studio realizzate
a velocità accelerata dove si vede la band che suona, e
l'allestimento di un processo che allude alle accuse ricevute da Mick
Jagger e Keith Richards per uso di droghe. L'allora fidanzata di
Jagger, Marianne Faithfull appare nel processo e presenta il
"giudice" (Richards). La band realizza anche un promo a
colori per la canzone 2000 Light Years from Home (dall'album Their
Satanic Majesties Request) diretta dal solito Michael
Lindsay-Hogg.[18] Nel 1968, Michael Lindsay-Hogg dirige un promo per
Jumping Jack Flash/Child Of The Moon in particolare un clip a colori
per Child Of The Moon e due differenti per Jumpin' Jack Flash. Nel
1968 la band collabora con Jean-Luc Godard nel film Sympathy for the
Devil, che mette insieme la poetica di Godard con alcune sequenze
documentaristiche che raccontano l'evoluzione della canzone durante
le session di registrazione.
Tra il 1972 e il 1973 David Bowie
partecipa a numerosi promo clip diretti dal fotografo Mick Rock, che
aveva lavorato molto con Bowie in questo periodo. Rock dirige e monta
quattro clip allo scopo di promuovere quattro singoli consecutivi di
Bowie, ovvero: John, I'm Only Dancing (maggio 1972), The Jean Genie
(novembre 1972), Space Oddity la versione del 1972, e Life On Mars
nella versione singolo del 1973. Il clip di John, I'm Only Dancing fu
realizzata con un budget di circa US$200 e filmata al Rainbow Theatre
luogo di uno storico concerto del 19 agosto 1972. È un lip-sync con
Bowie e la band The Astronettes mentre ballano su uno sfondo. Cassata
dalla BBC per il presunto tono omosessuale, fu recuperata da Top of
the Pops in una versione modificata. Il clip di The Jean Genie fu
realizzata per soli 350 $, girata in un giorno e montata in due.
Alterna immagini live ad altre della band girate in studio filmate su
uno sfondo bianco, ci sono anche alcune sequenze dove si vede Bowie
con Cyrinda Foxe (impiegata della MainMan amica di David e di Angie
Bowie) a San Francisco fuori dal Mars Hotel, con la Fox in pose
provocanti e Bowie appoggiato ad un muro, mentre fuma. I video di
Mick Rock hanno la particolarità di inventarsi un linguaggio
visionario, che pur partendo dalle immagini girate in studio, giocano
molto con la relazione tra immagine e astratta e suono; in questo
senso Space Oddity che filma la consolle di uno studio di
registrazione come se fosse una sorta di navicella spaziale, è uno
dei precursori del moderno videoclip anti-narrativo per stile e
linguaggio.
1974–1980 – verso
l'inizio delle televisioni tematiche
Gli show televisivi australiani
Countdown e Sounds, entrambi trasmessi per la prima volta nel 1974,
hanno avuto un'importanza fondamentale nella diffusione popolare
della musica filmata nel continente di riferimento e anche in altri
paesi, soprattutto nel delineare la forma "clip musicale"
come quella specifica per la promozione degli artisti. Il Dj Graham
Webb nel 1974 lancia una trasmissione settimanale su l'australiana
ATN-7 intitolato Sounds Unlimited e più tardi più brevemente
Sounds. Nello staff di Webb c'erano alcuni registi, tra cui Russell
Mulcahy a cui venne chiesto di realizzare dei clip istantanee per
artisti che non ne disponevano, come per esempio Harry Nilsson con
Everybody's Talkin', metodo che consentì alla coppia di realizzare
più di 25 clip inediti. La trasmissione ebbe successo e Mulcahy
abbandonò il suo lavoro televisivo per dedicarsi a tempo pieno alla
realizzazione di videoclip per band come Stylus, Marcia Hines, Hush e
soprattutto gli AC/DC. Nella seconda metà degli anni 70 Mulcahy già
trasferito in Inghilterra, realizzò video di successo per band come
XTC con il video di Making Plans For Nigel (1979) e un video
considerato epocale come Video Killed the Radio Star per The Buggles
che in seguito diventerà il primo video musicale ad essere
programmato sull'appena nata MTV nel 1981.
Lo show inglese più longevo è
sicuramente Top of the Pops che comincia la sua programmazione nel
1970, questo darà molto impulso all'industria. Alcuni esempi: nel
1980, David Bowie raggiunge il numero uno delle charts grazie al
video diretto da David Mallet come promo per Ashes to Ashes. Nel 1975
gli Who realizzano il loro lungometraggio Tommy, diretto da Ken
Russell, e basato sul loro album omonimo del 1969. Sempre nel 1975 i
Queen chiedono al regista televisivo Bruce Gowers di realizzare un
video per il loro singolo Bohemian Rhapsody per la diffusione su Top
of the Pops; il video diventerà noto per essere stato interamente
girato e montato su videotape, aspetto che alimenterà la leggenda
metropolitana di "primo videoclip della storia"[senza
fonte]. Oltre a Top of the Pops anche un altro show britannico
produrrà direttamente una serie di videoclip pionieristici, lo show
è The Old Grey Whistle Test e sarà programmato tra i primi anni del
1970 e l'inizio del 1980.
Video Concert Hall, era la creatura di
Jerry Crowe e Charles Henderson, lanciata nel novembre del 1979, fu
il primo programma Americano a trasmettere nazionalmente video
musicali.
Mentre il programma via cavo Night
Flight fu il primo a trasmettere i video come forma d'arte. Tra i
primi video musicali ci sono sicuramente quelli prodotti dall'ex The
Monkees Michael Nesmith che aveva cominciato a lavorare per il
Saturday Night Live. Nel 1981 realizza un prodotto ibrido noto come
Elephant Parts, vincitore di un Grammy per i video musicali per la
sua forma che in qualche modo anticipa quella di un vero e proprio
palinsesto televisivo completo. Precursore del film è sicuramente
Head di Bob Rafelson e interpretato, guarda caso, dai The Monkees al
completo; realizzato nel 1968 anche Head è una strana forma ibrida
che mette insieme finta pubblicità, linguaggio televisivo,
proto-videoclip, come se si trattasse di un palinsensto televisivo
tematico.
Nel 1974 gli ABBA fecero uscire il loro primo videoclip, Waterloo,
diretto da Lasse Hallström (che dirigerà la maggior parte dei loro
video), seguendo poi ad accompagnare l'uscita dei loro singoli con
dei clip promozionali. Nel 1975 Rino Gaetano pubblicò il videoclip
del suo successo Ma il cielo è sempre più blu.1981–1991: Il video musicale diventa mainstream
Con la nascita di MTV (che il 1º
agosto 1981 ha ironicamente aperto le proprie trasmissioni con il
videoclip Video Killed the Radio Star dei Buggles) e di altre
televisioni musicali il videoclip ha assunto sempre maggiore
importanza nelle strategie di lancio promozionale dei brani musicali
e si è fortemente evoluto dal punto di vista artistico. Il primo
videoclip con un alto budget di produzione è stato quello del brano
Thriller di Michael Jackson nel 1983, che fu studiato e girato come
un vero film dal regista John Landis. Il successivo videoclip
considerato ancora oggi tra i più costosi fu quello di Wild Boys dei
Duran Duran nel 1984.
I registi di videoclip di questo
periodo cominciano ad espandere la forma e lo stile del genere,
utilizzando effetti sempre più sofisticati, mixando tecniche di
ripresa tradizionale e tecniche native della nascente tecnologia
video; l'era catodica del videoclip si sviluppa verso una forma non
rappresentativa e quindi astratta dove l'artista non sempre veniva
mostrato esempi dei primi anni 80 in questo senso sono il video di
Bruce Springsteen per il singolo Atlantic City, diretto da Arnold
Levine, quello di David Mallet per David Bowie e per i Queen
intitolato Under Pressure, il clip diretta da Ian Emes per i Duran
Duran in occasione del lancio del singolo The Chauffeur. mentre nei
tardi anni 80 Bill Konersman sempre in questa direzione non
rappresentativa, girerà per Prince l'innovativo video di Sign o' the
Times che mostra solo il testo della canzone in forma grafica e
animata.
Il video più rappresentativo dal punto
di vista iconico è sicuramente quello realizzato per un brano di
Michael Jackson del 1983 Thriller, diretto da John Landis. Il video
dura 14 minuti, introduce nuovi standard di costo, infatti ci vollero
800 000 $ per realizzarlo. Il video di Thriller, così come altri
video di Jackson come Billie Jean e Beat It, furono importantissimi
per introdurre i video di artisti Afroamericani su MTV, perché prima
del successo di Jackson erano raramente trasmessi: basta pensare alle
critiche di razzismo che Rick James rivolse contro il canale nel 1983
perché MTV si rifiutava di trasmettere il suo singolo Super Freak e
altri clip di artisti Afro-americani.
Nel marzo del 1983, viene lanciata la
Country Music Television, nota come CMT. Il canale musicale Canadese
MuchMusic fu lanciato nel 1984. Sempre nel 1984, MTV lanciò gli MTV
Video Music Awards l'evento annuale che consacrerà l'importanza di
MTV nell'industria musicale.
Nel 1985, MTV lancia il canale VH1
mentre MTV Europe sarà lanciata nel 1987, e MTV Asia nel 1991. Altro
importante contenitore tematico sarà The Chart Show sul canale
britannico Channel 4 lanciato nel 1986, primo contenitore britannico
di soli videoclip senza presentatore. Ma la prima emittente
televisiva musicale d'Europa, nasce in Italia nel 1984 e viene
fondata da Pier Luigi Stefani e Marialina Marcucci, figlia di un
imprenditore toscano, Guelfo Marcucci, l'emittente si chiama
Videomusic.
Nel novembre del 1992, MTV comincia ad
indicare i registi dei video insieme ai crediti dell'artista e della
canzone, sintomo di un cambiamento epocale nell'aria che comincia a
considerare il regista di videoclip come un autore tout court.
Registi come Chris Cunningham, Michel Gondry, Spike Jonze, Floria
Sigismondi, Stéphane Sednaoui, Mark Romanek e Hype Williams hanno
tutti esordito in questi anni; portando un contributo espressivo
personale all'arte del videoclip.
Uno dei primi siti ad ospitare brevi
video è stato iFilm, nato nel 1997. Napster, il sistema di sharing
peer-to-peer attivo tra il 1999 e il 2001 ha consentito di
condividere video files inclusi video musicali, mentre
contemporaneamente dalla metà del secondo millennio MTV e molti reti
tematiche hanno abbandonato progressivamente la programmazione di
video musicali a favore dei reality già introdotti da uno show
prodotto proprio da MTV nel 1992 e intitolato appunto The Real World.
Il lancio di YouTube è del 2005,
insieme ad altri portali ha consentito la visione veloce ed
efficiente di moltissimo materiale audiovisivo, tra i portali più
noti in questo senso Google Video, Yahoo! Video, Dailymotion, Vimeo e
le funzionalità audiovisive prima introdotte da Myspace e in seguito
da Facebook e altri social network. Si tratta di un'evoluzione che ha
avuto molta influenza sulla fruizione ma anche sulla realizzazione
dei video musicali. La band degliOK Go esemplifica questa tendenza e
questo processo avendo ottenuto successo attraverso due video diffusi
esclusivamente online tra il 2005 e il 2006, ovvero A Million Ways e
Here It Goes Again.
Nel 2009 il video dei Thirty Seconds to
Mars' intitolato Kings and Queens viene caricato il giorno
dell'uscita solo su YouTube ottenendo 100 milioni di visite.
MTV stessa comincia a fornire servizio
streaming dei video, e YouTube negli anni diventa, attraverso il
canale Vevo il principale veicolo di lancio per le novità
videomusicali. Vevo viene lanciato nel 2009 come consociata di
diverse major.
I video per Internet
La crescita della rete Internet
accresce l'interesse per i cosiddetti user-generated video grazie ai
canali partecipativi come YouTube, questo consente a molte realtà
costituitesi come indipendenti di registrare session live e di
presentarle direttamente su web. Esempi di questa nuova tendenza
creativa sono il francese Vincent Moon che lavora per il The
Take-Away Shows e per il In the Van sessions, alcuni raccolti nel
canale francese La blogoteque e visitabili sul canale Vimeo
dell'autore oppure lo show tedesco VPRO che registra session di
autori famosi negli ascensori e in altre piccole locations non
convenzionali nello stile del guerrilla filmmaking. Un esempio tutto
italiano è liveCastour ideato dal videomaker Michele Faggi, e
definito come il primo tour virale della rete internet Italiana ha
coinvolto per la sola promozione in rete tre artisti diversi a
partire dal 2008: Beatrice Antolini, Paolo Benvegnù e i Kiddycar.
LiveCastour registrava con una troupe televisiva agile un intero live
degli artisti citati, per post produrre tanti videoclip live quante
erano le canzoni del concerto filmato. Ogni videoclip live veniva
ceduto per l'utilizzo esclusivo in rete a testate generaliste online
(da TgCom a Xelle di Repubblica fino a Yahoo! Musica per citarne
alcune) che ospitavano a staffetta in un vero e proprio tour virale
un clip ciascuno, ricostruendo l'andamento del concerto con una serie
di videoclip live autonomi.
Videoclip, le
principali rubriche in rete
Numerose le rubriche internazionali
dedicate ai video musicali. Una delle risorse più antiche è il
Music Video Database, organizzato per schede, consente di ricercare
numerose videografie per regista e per musicista. Più interattivo e
orientato all'incorporamento attraverso youtube di tutte le novità
del settore videoclip è l'IMVDB ovvero L'internet Music Video
Database, archivio di risorse multimediali che include anche
redazionali dedicati agli autori di video musicali; la ricerca
interna consente di risalire a videografie complete degli autori
inseriti. Tra i portali che fanno attività redazionale, ovvero
recensioni, interviste e news legate al mondo del videoclip i più
aggiornati sono Videostatic e Promonews per quanto riguarda la rete
internazionale, mentre, per quanto riguarda la scena italiana, il più
attivo con recensioni quotidiane, interviste e classifiche è
Videoclip Italia; sulla rivista online di cinema Sentieri Selvaggi da
molti anni e con una scadenza mensile viene aggiornata una rubrica
dedicata ai videoclip affrontata dal punto di vista del linguaggio
cinematografico.[46] Altra rubrica italiana aggiornata
quotidianamente con un approccio che privilegia i registi e chi i
videoclip li realizza è quella curata dal critico cinematografico e
musicale Michele Faggi per indie-eye network e semplicemente chiamata
Videoclip. La rubrica include recensioni e monografie sui registi
contemporanei e non di videoclip, video in esclusiva, interviste ai
maggiori autori di videoclip.
Lyric video
Un lyric video è costituito
eminentemente da testo. Nel 1987, Prince realizzò il video per Sign
o' the Times. Il video presenta il testo in forma animata, attraverso
una serie di forme geometriche astratte, ideate da Bill Konersman.
Nel 1990 George Michael realizza
Praying for Time come lyric video. George Michael, rifiutandosi di
fare un video tradizionale della canzone, costringe quindi la sua
etichetta a realizzarne uno con solo il testo su sfondo nero.
Un lyric video adesso viene comunemente
realizzato prima del video tradizionale, come lancio preliminare
della canzone; esempi di questo tipo sono presenti nelle videografie
di Cee Lo Green, Lady Gaga, Katy Perry, Muse, Maroon 5, One Direction
e Avenged Sevenfold.
Curiosità
Il videoclip più lungo nella storia
della musica fino a qualche tempo fa era considerato Ghosts di
Michael Jackson, della durata di 39 minuti e 32 secondi, superato di
gran lunga dalla concezione espansa consentita dall'era connettiva
della rete; tra i più lunghi in questo senso, il video interattivo
realizzato dal team We are from L.A. noti anche come Pierre Dupaquier
e Clement Durou per l'artista Afro-Americano Pharrell Williams in
occasione del lancio del brano Happy; il video dura infatti 24 ore ed
è fruibile nell'arco di un'intera giornata "reale" con uno
speciale sistema interattivo reso possibile da più di 360 clip
combinati insieme.
Il record di videoclip più costoso al
mondo è stato raggiunto nel 2006 dal videoclip di From Yesterday dei
Thirty Seconds to Mars con ben 13 milioni di dollari spesi per la
realizzazione del video; al secondo posto si trova Michael Jackson
con il singolo Scream, uscito nel 1995 (costato 7.5 milioni di
dollari), seguito al terzo posto da Britney Spears con il singolo
Work Bitch (costato 6,5 milioni di dollari). Tra i video inseriti da
NME nella classifica dei 50 video peggiori della storia figura
Velouria dei Pixies. Fu realizzato per consentire ai Pixies di
partecipare a Top of The Pops e per questo realizzato in fretta e
furia.