Bella questa domanda. Il mio argomento preferito…potrei scriverci un libro, ma non venderei una copia quindi niente…

E poi sto post se lo impagini bene un libro ci esce…

Quella della "Gestione di un locale di intrattenimento" è un'arte importante tanto quanto (se non di più) dell'artista stesso.

Mi spiego: un Gestore è un imprenditore che ha un budget per far funzionare un locale e deve proporre un format di serata vincente ad un pubblico che, si spera, tornerà anche alla serata successiva.

Poniamoci le classiche domande esistenziali:
Chi? → Il Gestore
Dove? → Nel locale
Quando? → La data dell'evento
Cosa? → Il Format

Tutti solitamente si fermano qui, dimenticando la più importante di tutte:
Perché → ???

Esatto, qui sta la differenza tra "serata" e/o "stagione" riuscita e "fallimento artistico che porta a quello economico".

Subentrano una serie di fattori inimmaginabili, che ogni bravo gestore conosce a perfezione.
Ma la maggior parte dei gestori va "a culo" e "a tentoni" perché incompetenti e quel locale lo hanno preso per fare gli sboroni con i soldi di famiglia e perché non avevano voglia di lavorare, credendo che fosse "semplice". Purtroppo per loro non è così, anche qui ci vogliono competenze e voglia di fare. Non basta rovesciare quattrini su un tavolo e sperare che i soldi si moltiplichino come i pani e i pesci. Non sono dei novelli "Gesù Cristo" del clubbing e la ggente non stava aspettando loro.

Ecco, quella categoria, dall'alto della loro ignoranza musicale e manageriale, chiamerà gente come i "Sosia di Vasco", "I sosia di Liga", "I sosia di Stocazzo", o questi:

Chi sono? La brutta copia dei Maneskin,
Cosa Faranno? Canteranno 4 canzoni dei Maneskin
Come? Facendo finta di essere i Maneskin.
Spoiler: faranno schifo al cazzo, perché non sono i Maneskin!

Risultato: a mio avviso il proprietario ha speso dei soldi malissimo, non ha risolto una stagione e nella migliore delle ipotesi ha risolto una singola serata su una stagione intera.

Il tuo problema (sia che ti ritrovi dal lato "artista" che dal lato "gestore") è proprio "sconfiggere" questa sua percezione. Non con il cosa, ma con il Perché.

Perché dovrebbe venire nel tuo locale?
Cosa offri tu Gestore che lei apprezza e che non trova in nessun altro locale?

Se hai una programmazione costante, un ambiente curato, il/la barista preparato/a, una selezione curata e un target preciso, viene salutata all'ingresso in modo educato, quando viene servita viene messa sul piedistallo….allora lei passerà una bella serata e ci ritornerà, altrimenti la prossima volta andrà altrove.

Perché se di buono c'è solo il "Guest" e tutto il resto fa cagare, la freghi una volta e non la vedrai mai più. Tu dirai, "sti cazzi di una cliente, non capisce niente io sò ER PROPRIETARIO"

Spoiler1: C'è la possibilità che Patrizia, benché la migliore, non sia l'unica dotata di buon senso…
Spoiler2: Patrizia magari è venuta in gruppo, non perdi un cliente ne perdi un gruppo…
Spoiler3: Patrizia è anche una gran chiacchierona, lo sapranno tutti anche fuori dal suo gruppo perché è una persona influente e il locale fallirà in 6 mesi, massimo un anno…

Se invece tutto il resto è curato, puoi fare una ricerca artistica in linea con le esigenze del tuo pubblico, che tu gestore hai creato. I clienti non piovono dal cielo ne crescono sugli alberi, sono persone.
Li devi conoscere, sapere i loro gusti, le loro abitudini.
Ti faccio un esempio pratico: non ho mai visto Patrizia dal vivo in vita mia, ma so per certo che se in un locale piazzo "una nuova Willow" lei si divertirà come una matta. Anche se "la nuova Willow" canterà canzoni sue. Spero che ci risponderà e confermerà o meno. Ma questo è il lavoro di ricerca da fare!

Al contempo, so per certo che le fa cagare Vasco. Se proprio devo fare la cover di Vasco le manderei un messaggio tipo: "Hey, so che ti fa cagarissimo Vasco, ma stasera c'è X. Se vuoi venire comunque ti offro da bere, ma non dire che non ti avevo avvisato eh!" Emoji che ride e il tuo l'hai fatto…

Il tuo ruolo non deve essere solo "fare il carico del bar e pagare gli stipendi". Nessuno svolgerà le tue funzioni, perché a nessuno interessa quanto a te fare gente nel locale che spenderà i soldi e farà quadrare il TUO bilancio.
Parte del lavoro (quella più importante, il nostro "perché") è entrare nelle persone e conoscere gusti e preferenze, E DARE AL PUBBLICO CIO' CHE IL PUBBLICO VUOLE.
Più conoscerai il tuo pubblico nell'intimo e più prenderai scelte di senso compiuto.
Non ti va di fare queste cose? Vendi e trovati un'altra attività…

Adesso? Tu sei un gestore? Penso che si è capito dove c'è urgenza di intervenire. Nella programmazione, nella continuità e nella continua ricerca artistica e nel continuo marketing attorno al buon nome del locale.

Sei un artista? Forse è ancora più semplice.
Devi chiederti cosa puoi dare TU al Gestore che nessun altro può dargli.
Non è solo musicale il problema. Viene preso "quello che fa le cover" perché se tutti fanno schifo e a parità di "schifo" non mi apportano un consistente vantaggio economico e non accrescono le potenzialità del locale, almeno "quello che fa le cover" fa brutta musica che la gente conosce e c'è una piccola possibilità di raggiungere il 6 politico a quella serata, avvalorando la risposta di Patrizia.

Prova ad uscire dal cerchio e guardarti da fuori. Ora rispondi onestamente a queste domande:
Hai identificato il TUO Target di Riferimento?
Hai dei FAN disposti a pagare per vederti esibire?
Hai fatto Marketing sulla tua musica inedita?
Hai veicolato il TUO messaggio al pubblico?
Sei abbastanza bravo per suonare in un locale?
Sai come attirare pubblico in un locale?
Sei abbastanza bravo per suonare in quel locale?
Hai un'influenza/percezione sufficiente per quel locale?

Il pubblico di quel locale è in linea con il TUO pubblico?

Quando avrai risposto "Sì, cazzo!" a tutte queste domande, ti assicuro che avrai l'agenda piena di date e sceglierai tu quale scartare e quali ne vale la pena.
Fino a quel momento, non ti resta che lavorare sui quei punti lì e nel mentre ha due opzioni: o stai a casa e punti a migliorare o punti ad un locale più "piccolo" sia di dimensioni che soprattutto di percezioni.