Nel 1999, Daniel Day Lewis, era a Firenze ospite di amici per allontanarsi dal mondo patinato delle celebrità. Un giorno entrò nella bottega di Stefano Bemer per ordinare un paio di scarpe su misura fatte a mano. Rimase colpito dal lavoro artigianale e, la seconda volta che ci entrò per sfuggire ai paparazzi, chiese di poter lavorare con loro per imparare i segreti del mestiere. I tre proprietari, Stefano, Cristina e Mario, sbigottiti gli dissero che non avrebbero potuto pagarlo quanto il noto attore era abituato. Ma Daniel non volle nulla e, per un anno , si presentò al lavoro in bici e per otto ore si dedicò esclusivamente alla creazione delle scarpe artigianali. In cambio, i Bemer e la gente del quartiere gli offrirono protezione: come la volta che un paparazzo riuscì a fotografarlo seduto al banchino con gli attrezzi in mano, e fu rincorso e quasi picchiato. Quando la voce girò per Firenze, si presentarono numerose celebrità per offrire inviti e lavoro. Madonna gli chiese di accettare il suo invito a cena, ma Daniel rifiutò con la scusa che aveva un impegno con i Bemer. Sting, invece, arrivò in ritardo al suo concerto per aspettare che l'attore finisse di lavorare. Martin Scorsese passò due mattinate intere nella bottega, cercando di convincere Daniel a recitare in Gangs Of New York mentre lui, imperterrito, smartellava sulle scarpe. Fu Rebecca, la moglie, che alla fine lo persuase.
Quando finalmente si convinse a riprendere il lavoro di attore, i Bemer, al termine di un pranzo in famiglia, gli regalarono la cassetta degli attrezzi e le chiavi della bottega dicendogli che quella era la sua casa. Cristina ricorda così l'avvenimento: «Lui scoppiò a piangere. Oggi vorrei dirgli: Daniel, vieni a prendere l’ultimo paio di scarpe che hai costruito. Sono pronte da più di dieci anni».
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